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Autore: barbabella    15/11/2011    2 recensioni
-No, ti merita un uomo che non riesce a immaginare la sua vita senza di te ,l'uomo che ti sogna e che quando si sveglia prega di non aver detto il tuo nome ad alta voce.-
Questa è la mia seconda fanfiction. Riprende i personaggi di "Consapevolezza di un amore impossibile".
Law & order svu (Elliot&Olivia)
Ps titolo provvisorio
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena tornati a casa, Olivia era più che decisa di aver fatto la scelta giusta. Se voleva mettere la parola fine a questa situazione con Elliot, senza però perderlo, non aveva altra scelta. Si accomodarono sul divano, mentre si tolse le scarpe. Non era abituata a indossare scarpe così alte.

Alzò le gambe, fino a portarsi le ginocchia al mento. Peter sembrava così pensieroso, mentre si sedeva al suo fianco. Durante tutto il tragitto non aveva detto una sola parola, e Olivia era sicurissima che stesse pensando ancora alla reazione di Elliot. Appoggiò la testa sulla sua spalla, sorprendendolo.

Lui non si mosse, si limitò solamente a fissarla.

-Sai in questi giorni ho capito una cosa!- disse Olivia, senza guardarlo in faccia.

-Ho capito che ho bisogno di cambiamenti radicali nella mia vita! Ho bisogno di qualcuno al mio fianco!- mentre diceva quelle parole, avvertiva una strana fitta al cuore.

Era ben conscia di star mettendo la parola fine a quello che stava nascendo con Elliot.

Non sta nascendo proprio nulla!

Abbiamo solo abbassato le nostre difese, e questo non deve proprio accadere!

Scosse la testa per abbandonare quei pensieri, poi alzò il viso per guardarlo.

-Cosa significa?- chiese perplesso non riuscendo a capire il discorso di Olivia.

La donna si alzò e gli si parò davanti

-Chiedimelo di nuovo!-    

-Cosa?-

-Ripetimi la domanda!-

Gli occhi di Peter sì illuminarono, intuendo a cosa si riferisse Olivia. Si alzò, le prese le mani nelle sue e disse:

-Olivia Benson mi vuoi sposare?-

Lei chiuse gli occhi, stringendo forte quelle mani e con voce carica di emozione rispose:

-Si! Lo voglio!-

Nel momento in cui pronunciò quelle parole, sentì il suo cuore spaccarsi in due. Non credeva che delle semplici parole, che avrebbero dovuto renderla felice, potessero farle così male.

Aveva deciso che l’unico modo per porre fine alla situazione con Elliot, che era diventata pericolosa, era quella di aggiungere un ulteriore ostacolo tra di loro.

Vide gli occhi di Peter illuminarsi ancora di più, se questo era possibile. Sentì le sue braccia stringerla forte, le sue labbra sfiorare le sue. Sentì l’emozione nella sua voce, mentre le diceva:

-Sono così felice! Ti amo!-

 

                                                                           *****

 

 

Aveva un bruttissimo mal di testa, da quando Elliot l’aveva lasciata, aveva continuato ad avere lo stesso incubo. Lei fra le braccia di Elliot, mentre accettava di sposarsi con Peter.

Ma come ho fatto a cacciarmi in una situazione del genere?

La cosa peggiore era che non riusciva a trovare il coraggio per dirlo a Elliot. Poi un altro problema la travolse

Che cosa avrebbe fatto quando Peter le avrebbe dato l’anello? A quel punto era obbligata a dirgli tutta la verità!

Non è per lui che dovresti sentirti in colpa!

Dovresti sentirti in colpa per Peter!

Continui ancora a pensare alla persona sbagliata! La rimproverò una vocina nella sua testa.

-Basta!- esclamò, appoggiando la testa sulla scrivania.

Aveva trascorso la giornata al computer, cercando di non pensare alla notte precedente. Se si fermare un solo minuto, la sua mente subito le giocava brutti scherzi. Ricordava l’effetto delle sue forti mani sulla sua pelle, le sensazioni di sentirlo così vicino, poi però un senso di angoscia la assaliva, facendola sentire una persona orribile. Chiuse gli occhi, cercando di fermare i suoi pensieri, che da quella mattina, la stavano uccidendo.

Quando entrò, non si aspettava di trovarla ancora lì. Era stato impegnato tutta la giornata in un caso e non aveva avuto l’opportunità di rivederla. Molte volte era stato sul punto di chiamarla, ma poi la mancanza di argomenti, l’aveva fermato. Si era sentito terribilmente in colpa quando l’aveva lasciata così da sola, per ritornare a casa sua. Si avvicinò piano e si sedette sul bordo della scrivania, accanto a lei. Ancora con la testa appoggiata alla scrivania, avvertì la sua presenza, ma preferì non muoversi. Sentì la sua mano accarezzarle delicatamente la spalla.

-Dormi?- le chiese piano.

Olivia non rispose, si limitò a godersi quel gesto, che mai prima d’ora le era sembrato così sbagliato.

-Olivia? Stai bene?- sembrava preoccupato.

Girò la testa verso di lui, fissandolo.

-Dove sei stato?-

-Il caso Bakker- continuava ad accarezzarle la spalla, salendo fino al collo per poi riscendere. Quel semplice contatto gli regalava sensazioni, cui non voleva rinunciare.

-Ti ho chiesto se stai bene?-

Lei rise sarcastica, poi alzando la schiena, interrompendo quel contatto disse: -Perché lo chiedi? Vuoi sapere come mi sento dopo questa notte?-

Elliot la fissava, non riuscendo a comprendere questo suo atteggiamento ostile.

-Sono solo preoccupato! Se la cosa ti turba, non ti chiederò più nulla!-

-Come è andata questa mattina con tua moglie?-

-Vuoi litigare? Sono venuto qua con le migliori intenzioni, ma se tu vuoi li…-

-Le migliori intenzioni? E quali sono? Portarmi di nuovo a letto? O convincermi di dimenticare tutto?-

Il tono di Olivia era davvero ostile. Non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere. Aveva pensato a un ripensamento, ma mai che avrebbe reagito in quel modo.

Lui quella mattina si era sentito l’uomo più felice del mondo. Era tornato a casa, si era riposato sul divano, perché non poteva mettersi nel letto con la moglie dopo aver fatto l’amore con lei.

Non poteva rischiare di perdere il suo odore che ancora sentiva sulla sua pelle. Era stato sul punto di raccontare tutto alla moglie, poi però preferì parlarne prima con lei! Non voleva commettere errori, non ora che finalmente aveva fatto chiarezza nei suoi sentimenti. Ora più che mai era convinto del suo amore per lei!

Si alzò di scatto, si guardò intorno poi si abbassò per arrivare con il viso al suo livello.

-Ti sei pentita?- chiese con il cuore che martellava per la paura della sua risposta.

Lo vide mentre cercava di trattenersi dal toccarla, lesse nel suo sguardo tutto lo stupore per quell’atteggiamento e non seppe resistere, gli sfiorò leggermente la guancia e gli sussurrò –Non potrei mai pentirmi!-
Era la verità: non avrebbe mai potuto pentirsi di aver fatto l’amore con lui. Aveva trascorso ore nel suo letto nel pentirsi di aver scelto di sposare Peter, nell’aver creduto di poterlo dimenticare; ma mai un secondo si era pentita di aver trascorso la notte con lui.

Istintivamente, Elliot voltò leggermente il viso, iniziando a baciarle le dita, che lo sfioravano con delicatezza. Quelle dita esitanti emanavano un calore che gli scaldò il cuore. Afferrò la sua mano, si alzò costringendo l’altra a seguirlo e si diresse nello stanzino, dove erano soliti riposare. Chiuse la porta alle loro spalle e iniziò a baciarla.

-Ho pensato a te, per tutto il giorno!- il suo tono era basso e seducente, regalandole brividi in tutto il corpo. Non riuscì a trattenere un gemito, che prepotente le sfuggì. Quando era tra le sue braccia, tutto passava in secondo piano. Elliot la strinse forte continuando a baciarla. Quando si staccarono per guardarsi negli occhi, lesse un desiderio, lo stesso che sentiva lei. Appoggiò le mani sulle sue spalle e sospirando sussurrò: -Non qui, Elliot!- Si avvicinò, facendo aderire il suo corpo a quello di lui, avvicinò la bocca al suo orecchio e sussurrò –Portami a casa!-

Quelle poche parole, sussurrate con tanta passione, al suo orecchio ebbero un effetto devastante su di lui. Non riusciva più a riflettere, sentiva solo quelle parole rimbombargli nelle orecchie.

Portami a casa!

Quella donna era una sorpresa continua.

Durante tutto il tragitto, non fece altro che ripensare al suo comportamento: quella frase che le era sfuggita, aveva sorpreso prima lei, e poi lui. Non si era mai considerata una persona tanto debole, da non riuscire a controllarsi. A dire la verità era la prima volta che le accadeva e un pensiero le fece curvare le labbra in un sorriso.

Dopo tanti anni, ancora non sono immune al fascino Stabler!

La guardò mentre sorrideva con lo sguardo abbassato

-Cos’hai da ridere?- le chiese aspettando che l’altra lo guardasse.

Lei lo guardò perplessa

-Niente, stavo solo riflettendo!- dopo un attimo di silenzio riprese –Hai avvertito che farai tardi?-

Non passò inosservato il cambiamento, anche se lieve, del suo tono di voce.

-Tu hai avvertito di non voler visite?-

Olivia sorrise piano nell’udire il tono contrariato di lui, era davvero geloso e la cosa la rendeva stranamente felice. Sapere di riuscire a suscitare un sentimento così forte in lui, la faceva sentire davvero importante.

Anche se in quel preciso momento era sbagliato, doveva trovare il coraggio di dirgli la verità.

La macchina si fermò ed Elliot spense il motore, si girò lentamente per guardarla

-Vuoi restare in auto o m’inviti a salire?-

Olivia lo guardò confusa poi aprì la porta, preferendo non rovinare quel momento: forse era da egoisti, ma voleva godersi ancora un’altra serata con lui.

Arrivarono all’ingresso e Olivia aprì la porta: furono accolti dal buio. Si chiuse la porta alle spalle sorpreso nel vedere la sua abilità nel camminare al buio.

Sarà abituata! Si ritrovò a pensare e la cosa gli fece stringere il cuore, nel pensarla così sola, in un appartamento avvolto dal buio. Si ritrovò a pensare a come quell’ambiente era completamente differente dal suo, dove trovare un attimo di solitudine, era praticamente impossibile. Pensò a come le grida dei suoi bambini gli scaldavano il cuore, a come le liti con sua moglie lo portavano spesso a desiderare di vivere in un luogo sperduto dal mondo.

Poi la sua mente iniziò a immaginarsi abbracciato a quella donna nell’oscurità di quell’appartamento, per poi ritrovarsi finalmente in quel posto sperduto tra le braccia della donna della sua vita.

Scrollò quei pensieri con movimenti decisi della testa

-Non hai pagato le bollette?-

Olivia lo guardò con sguardo interrogativo, senza accorgersi che in quell’oscurità lui non potesse vedere l’espressione del suo sguardo.

-Come?-

-La luce! Non la accendi mai?-

-Oh!- fu la sola risposta di Olivia che con passi decisi si diresse verso la parete per raggiungere l’interruttore. Sentì la sua mano afferrarla per il braccio e facendola fermare a pochi passi da lui. Anche nel buio poteva avvertire il suo sguardo che la fissava, dandole brividi lungo la schiena. Allungò una mano per sfiorarle la guancia –Credevo non volessi guardarmi in faccia!- cercò di sdrammatizzare.

-E’ solo abitudine. Non c’è bisogno di accendere le luci, quando in casa sei da sola. Sai la conosco abbastanza bene!-

Quelle parole, anche se dette in un tono completamente neutro, lo colpirono molto. Si sentiva davvero male nel toglierle la possibilità di poter creare una famiglia, tutta sua. Nel toglierle la possibilità di non essere più da sola.

Finché c’erano i suoi figli e sua moglie, non poteva prometterle di regalarle la luce. Olivia sembrò percepire i suoi pensieri, appoggiò il viso alla sua mano e sospirando sussurrò –Non devi sentirti in colpa! Succede solo quando torno davvero tardi!-

Avanzò lentamente verso di lui, fino a quando non fu abbastanza vicino, da poter appoggiare la testa sulla sua spalla. Quel gesto lo colpì: Olivia era una donna che non amava esternare le proprie debolezze, ora invece con quel gesto, gli stava chiedendo conforto. Lui la strinse forte pensando che mai le avrebbe fatto del male.

Spingendosi contro il suo corpo, costringendolo a indietreggiare, si avvicinò alla parete, allungò la mano e raggiunse l’interruttore.

-Non accenderla!-

Olivia alzò la testa per guardarlo, ma sentì la sua mano che la afferrava per la nuca, costringendola a non muoversi –Fammi restare ancora un po’ nel tuo mondo!-

Olivia sospirò pesantemente, abbandonandosi al suo abbraccio

Vorrei tanto che tu entrassi nel mio mondo, ma…

-A cosa stai pensando?- il tono basso della sua voce, la distolse dai suoi pensieri

-A nulla- mentì

-Non mentirmi! Ho capito che c’è qualcosa che ti turba!-

Olivia si staccò da quell’abbraccio e accese la luce. Non voleva rovinare quel momento ma quel discorso stava prendendo una brutta piega. Si avvicinò al telefono, lasciandolo lì da solo. Una spia la informò della presenza di un messaggio in segreteria. Senza riflettere schiacciò il pulsante per vedere chi fosse.

-Ciao amore! Anche oggi lavori fino a tardi? Volevo vederti per parlare un po’! Chiamami quando torni a casa. Ti amo!-

La voce di Peter aveva letteralmente assalito il silenzio che c’era nell’aria, facendo paralizzare entrambi, incapaci di affrontare la situazione. Quando si decise a muoversi, la rabbia si era già impossessata di lui e poteva capirlo dal suo sguardo.

-Mi dispiace- sussurrò mentre si accingeva a cancellare il messaggio.

Ti amo

Lei glielo avrà mai detto? Si ritrovò a pensare, mentre sentiva il suo cuore stringersi in una morsa di dolore, nel pensare che forse lo avesse fatto. La guardò fisso negli occhi rendendosi conto che quando avevano fatto l’amore, lei non gli aveva detto di amarlo.

Che cosa provi per me?

Ami me o lui? Avrebbe tanto voluto chiederle, ma qualcosa lo bloccava: forse la paura di scoprire che in fondo Olivia non lo amava.

Lei si avvicinò e accarezzandogli il viso sorrise piano all’evidente agitazione che lo stava tormentando.

-Sai è strano poterti toccare! Dopo tutti questi anni, devo abituarmi a tutto questo!-

Lui afferrò la mano che aveva sul viso, la portò alle labbra e iniziò a baciarla, quando sentì quella domanda spingere prepotente, per uscire dalle sue labbra.

-Cosa provi per me?-

Olivia lo guardò perplessa non riuscendo a capire il vero significato di quella domanda.

Può essere che tu non capisca quanto io ti ama?

Sorrise debolmente mentre sussurrava –A volte tendo sempre a sopravvalutare le persone-

-Cosa vuoi dire?-

-Ci conosciamo ormai da tredici anni, e tu stai ancora a chiedermi cosa provo per te?-

Lui non rispose in fondo era vero, ma aveva comunque bisogno di sentirselo dire. In quel momento si sentiva come quando suo figlio gli chiedeva se gli volesse bene

Papà ma tu mi vuoi bene?

In quell’occasione non poteva far almeno di sentirsi in colpa, per non riuscire a far capire a quel bambino che era tutto il suo mondo. Ora invece capiva che a volte hai il bisogno di sentirti dire di essere amato, in particolare dalla persona che ami.

-Elliot sembri proprio un bambino! Mi viene un dubbio: ma c’eri anche tu l’altra notte con me?-

-Non prenderti gioco di me!- si divincolò da lei e allontanandosi continuò –Se non vuoi rispondermi non farlo, ma non prenderti gioco di me!-

Olivia iniziò a ridere, colpita dalla sua reazione, lo afferrò per farlo girare verso di lei, si avvicinò lentamente –Non rider-

Fu bloccato dalle labbra di lei che si posarono sulle sue. Afferrò le mani e intrecciò le dita alle sue

-Ti amo!- sussurrò piano sulle labbra, facendogli sciogliere il cuore.

-Sei l’unica persona che è riuscito a far battere il mio cuore. E tu questo lo sai!-

Era vero lui la conosceva bene e sapeva benissimo che nella sua vita, nessuno era riuscito a starle accanto.

Sei l’unico uomo che mi sopporta! Chi altro ci riuscirebbe?

Sorrise nel ricordare quelle parole, che pochi anni prima gli aveva detto. Lui era l’unico che aveva saputo scalfire quella barriera che aveva innalzato intorno al suo cuore. L’unico che sapeva come interpretare i suoi silenzi e i suoi sguardi. Come del resto sapeva fare lei: era l’unica capace a tener frenata la sua innata irascibilità, sapeva interpretare i suoi stati d’animo senza invadere i suoi spazi.

-Olivia sei la mia ancora di sicurezza!-

Tu sei sua amica, gli dai sicurezza

Quelle parole le affiorarono alla mente

-Anche lei lo ha detto-

Elliot interruppe il suo discorso baciandola, non voleva che nessuno s’intromettesse in quel momento, che era tutto loro. Si abbandonò a quel bacio, stringendosi forte a lui.

-Fai l’amore con me- gli sussurrò all’orecchio.

 

La guardava dormire, aveva un’espressione così rilassata che molte poche volte le aveva visto. Capiva benissimo di averla messa in una brutta situazione ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderla felice. Allungò le mani per scostarle una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso. Si ritrovò a pensare che non aveva mai provato niente del genere per quella che ora era sua moglie, neanche quando erano fidanzati.

Le sfiorò lentamente la guancia con la punta delle dita. Aprì gli occhi sorridendo nel vederlo ancora accanto a lei

-Devi andare?-

L’accenno di un sorriso dalle sue labbra, le fece capire che era ormai tempo di tornare alla normalità.

-Resta con me, non andare da lei!- non riuscì a trattenersi dal dire. Notò la sua mano bloccarsi, interrompendo bruscamente le sue carezze. Non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da lei. Senza riflettere su quello che faceva, si abbassò per intrappolare le sue labbra in un bacio travolgente.

-Scusa non volevo, scusami- la sua voce tradì le sue parole.

Afferrò il telefonino e iniziò a digitare il numero di casa, Olivia gli mise una mano sul braccio e sussurrò:

-Non devi farlo!-

Non ascoltarmi, Elliot!

Non lo hai mai fatto, non iniziare adesso!

-Shh!- rispose appoggiandole l’indice sulla bocca.

Senza pensarci due volte informò la moglie che avrebbe passato la notte in centrale, a causa di un caso urgente. Dopo un momento di esitazione lo vide irrigidirsi e chiedere di parlare con il suo bambino. I suoi lineamenti si ammorbidirono quando lo sentì chiacchierare con il bambino. In quel momento si sentì davvero egoista: lo aveva obbligato a restare con lei invece che tornare a casa. Si alzò lentamente dal letto, per dargli almeno un po’ di privacy.

-Perché sei andata via?- era seduta sul divano completamente al buio. Vederlo così premuroso nei confronti del figlio, la faceva sentire in colpa.

-Sei ancora in tempo a tornare, puoi sempre dirle che ti copro io!-

Elliot le alzò le gambe per sedersi sul divano per poi lasciarle ricadere sulle sue.

-Credevo volessi stare con me questa notte!- cercò di sdrammatizzare.

-Elliot siamo in tempo per finirla qui!- lui si sporse un po’ in avanti per guardarla

-Io non credo di essere capace di dividerti con lei! Come so benissimo che non potrai mai scegliere me!-

Con movimenti veloci e decisi, la costrinse a guardarlo negli occhi: erano così tristi e questo era l’ultima cosa che voleva.

Le accarezzò lentamente la guancia, sorridendo appena –Tu non devi dividermi con nessuno! O meglio solo con i miei bambini!-

Non farlo, non dirmi che vuoi lasciarla!

Non ora, non voglio sentirti!

Sentiva il cuore batterle forte, stava vivendo un momento bellissimo ma l’angoscia per la questione di Peter le impediva di goderselo appieno. Chiuse gli occhi incapace di sostenere il suo sguardo.

-Olivia cosa ti turba?-

Le afferrò il viso tra le mani e fissandola disse –Guardami!-

Con riluttanza aprì gli occhi per incontrare l’azzurro dei suoi occhi

-Sono così confusa Elliot! Questo dovrebbe essere il momento più bello della mia vita e invece non riesco a far almeno di sentirmi in colpa. Verso la tua famiglia, verso Peter e soprattutto verso di te!-

Lui in risposta le diede un bacio sulla guancia sorprendendola.

-Anche per me è così, ma ora cerchiamo di goderci questo momento tutto nostro-

Lei annuì accompagnando il movimento della testa con uno battito di ciglia

-Anche se devo dire la verità, non riesco a sentirmi in colpa per quell’imbusto che ti ronza sempre intorno!-

Disse suscitando una risata per l’evidente gelosia che era incapace di nascondere.

Nella sua mente non riusciva a sentirsi in colpa, perché per lui Olivia non era mai stata di Peter. Lui la conosceva da molto prima e sicuramente i suoi sentimenti erano più forti di qualsiasi cosa potesse provare quel damerino.

-Cosa ne dici se mangiamo qualcosa? Sai non mi hai dato il tempo di cenare!- ironizzò Elliot, mentre lei le dava uno schiaffo sul braccio.

Insieme si alzarono e si diressero in cucina cercando di preparare qualcosa che potesse sembrare una cena. Mangiarono seduti sul divano, guardarono un po’ di tv, poi si spostarono in camera.

Trascorsero la notte abbracciati, dormirono l’uno tra le braccia dell’altro, lasciando fuori da quella camera tutti i loro problemi.

 

Fu svegliata da una leggera pressione che sentì sulla fronte, si mosse appena e subito avvertì la presenza di un corpo caldo praticamente appiccicato al suo. Respirò a fondo per essere invasa dal suo odore, aprì gli occhi e ritrovò il viso di Elliot a pochi centimetri dal suo. Sorrise lievemente rendendosi conto che quella notte non aveva avuto incubi, dopo tantissimo tempo. Si ritrovò a pensare che la vicinanza di Elliot le dava sicurezza anche quando dormiva.

-A cosa pensi?-

-Da quando sei sveglio?- preferì non rispondere alla sua domanda.

Guardò l’orologio e dopo aver riflettuto rispose

-Bhe forse da trenta minuti, non so!-

La verità era che era sveglio da quasi un ora ormai, ma non voleva che si svegliasse da sola.

-Grazie- disse Olivia intuendo che le stesse mentendo.

-Per cosa?-

-Per non esserti alzato. Per avermi aspettato-

Dopo un attimo di silenzio, in cui era sembrato evidentemente in imbarazzo, riprese a parlare:

-Olivia dovremo muoverci, altrimenti se chiama al lavoro e non mi trova…- non terminò la frase notando l’espressione del suo viso.

Senza dire una parola gli diede un bacio e si alzò.

 

 

                                                                                                                                                                             ****

 

Era quasi mezzogiorno quando entrò in centrale: contro ogni sua previsione, lui non c’era e la cosa la sorpresa. Di solito quando restava a lavoro per tutta la notte, in mattinata tornava a casa per fare una doccia e poi ritornare. Oggi invece non era tornato e aveva pensato di trovarlo attaccato al computer, ora invece un brutto presentimento l’assalì trovando la sua scrivania completamente vuota. Sentì alcuni passi arrivare dal corridoio si voltò per incontrare Peter.

-Ciao anche tu qui?- chiese Peter mentre notava la scrivania vuota di fronte a loro

-Ciao- rispose la donna

-Dove sono?-

Lei si limitò a rispondere con u’alzata di spalle.

-Oh ed io che era così ansioso di dargli l’anello!- sospirò Peter, dimenticandosi della donna al suo fianco.

-L’anello?- chiese curiosa

-L’ho detto ad alta voce?-

Vedendo il sorriso dell’altra sospirò –Bhe è un segreto ma posso dirtelo, Olivia ha accettato di sposarmi!-

Kathy fu sorpresa nell’udire quelle parole: aveva aspettato questo giorno da quando suo marito aveva iniziato a mettere la sua partner prima di lei. Il suo cuore era pieno di gioia

Elliot lo sa?

Il pensiero fu inevitabile

È un segreto, ma posso dirtelo!

Un pensiero invase subito la sua mente

-Non darglielo ora. Perché non fai in modo che sia indimenticabile?-

Peter la guardò perplesso non riuscendo a capire cosa volesse dire.

-Sai tra qualche giorno sarà il compleanno del mio piccolo e aveva pensato di invitarvi a pranzo. Sarebbe davvero una bella cosa se glielo chiedi in quell’occasione: sai noi siamo diventati un po’ come la sua famiglia!- mentì Kathy.

In realtà sperava che Elliot si svegliasse da quel limbo che lo faceva restare attaccato alla sua bella partner. Forse così avrebbe capito che i suoi sentimenti non erano corrisposti.

 

 

 

 

 

  
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