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Autore: Hysteria Hollow    15/11/2011    6 recensioni
[Soul/Maka♥; AU!]
-Insegnami a fotografare l'anima delle persone. Insegnami a catturare la vita nei loro occhi-
Soul si voltò verso di lei, sciogliendosi in un ghigno ferino, ironico. Intossicante.
-Lo farò senza tette. Ti insegnerò a racchiudere su un pezzo di carta l'anima di una persona-.
Soul, Maka. Sette anni di inimicizia, Dicembre e una macchina fotografica in grado di catturare i sogni e di fermarli su carta.
Buona lettura,
Hysteria.
Genere: Comico, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You're Always There, You're Everywhere.'
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Cristal Dreams ~ Behind This Crimsom Eyes





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I. Quando si dice la fortuna. Cronaca di una sfigata e del suo persecutore.

Neve.
Maka Albarn alzò il viso verso il cielo avvolto in una spessa coperta candida, screziata in alcuni punti da morbide nuvole di un tiepido grigio fumo, cariche di altro nevischio.
Ancora neve.

E tanta, tanta noia. Era già il 28 Dicembre, e ancora le vacanze di natalizie non erano finite.
Natale era appena passato e lei era stata costretta a rimanere lì a Death City, impossibilitata a raggiungere i parenti a causa di un malanno che li aveva presi in ostaggio entrambi, in compagnia dell'irritante chiacchericcio di qualche sporadica e maleducata discussione passante per la Tv e le insulse lamentele della vicina di casa.

Ora, la situazione complessiva non era poi così drammatica.
Se non fosse stato per due altri piccoli dettagli che avevano messo a dura prova il suo sistema nervoso; il primo e decisamente quello più rilevante era il litigio con Liz e Tsubaki, le sue due migliori amiche.

Si erano lasciate così, urlanti ed arrabbiate nere sulle scale del dormitorio, senza nemmeno augurarsi buon Natale.
E la cosa peggiore era il suo silenzio. Non una lettera, non un regalo. Niente.

Ma infondo, ne era assolutamente certa, ogni cosa sarebbe tornata al suo posto e avrebbero fatto pace.
E quì si aggiungeva il secondo irritante dettaglio.

Per qualche strano movimento dei pianeti celesti o per volere di qualche dio che forse ce l'aveva con lei il malandrino Daniel Heert, antipatico ed arrogante compagno di classe, era stato costretto a partire insieme ai suoi genitori e questo aveva significato una sola cosa; Soul Eater Evans, il suo segugio estremamente bastardo alla Shibusen.

Sì perchè la vacanza natalizia ad Ibiza che i due avevano progettato sin dall'inizio del quinto anno era andata beatamente a farsi fottere e di sicuro Evans a casa non ci sarebbe tornato nemmeno morto.

A molti era noto il legame che lo univa ai suoi parenti, non molto amorevole e condito spesso e volentieri da indifferenza e screzi.
Per questo la mattina del 24 Dicembre il ragazzo aveva deciso di rendere la cosa ufficiale e si era presentato davanti alla porta del suo appartamento con una letterina fra le mani, lasciandola poi sull'uscio tra i ridacchiamenti maliziosi delle sue compagne.

La ragazza ficcò bruscamente una mano nella tasca della divisa, stroppicciando leggermente il bordo della carta sottile.
Il contenuto riportava semplicemente la promessa di Soul Evans che s'impegnava a darle fastidio e a renderle la vita impossibile per le successive settimane.

E non aveva perso tempo.

Spam! Un rumore preoccupante e una leggera pressione mentre un'avvolgente vampata di freddo le risvegliava i sensi ancora atrofizzati dalla rabbia che andava evaporando la fecero sobbalzare dalla sorpresa, mentre una imprevista sensazione di freddo all'altezza della natica destra portò la mano ad appoggiarsi sul pesante tessuto dei pantaloni scuri ora umidi di...

" Merda" imprecò mentalmente Maka, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
Sì una situazione abbastanza divertente senza dubbio, se la pallonata in pieno sedere non l'avesse presa lei.

Si voltò di scatto, le guance pallide quasi quanto i capelli biondo cenere estraendo dalla tascona profonda del giubotto un massiccio librone dai bordi ruvidi e scuri e puntandolo poi con decisione verso il luogo in cui - approssimativamente - il colpevole di quell'orribile atto doveva ancora nascondersi.

E presto gliel'avrebbe fatta pagare. Pagare molto cara.

- Vieni fuori!-urlò con un tono che non voleva essere un consiglio o una semplice richiesta.
Agitò appena l'apparentemente innocuo libro, completamente dimentica dei tomi ancora fra la neve, avvicinandosi a piccoli passi verso l'esile corteccia che avrebbe dovuto offrire riparo al malefattore dai minuti ormai contati.

- Allora? - esclamò di nuovo Maka, avvicinandosi maggiormente alla linea immaginaria che segnava il cofine tra la zona protetta e quella pericolante, domandandosi mentalmente se fosse stato il caso di beccarsi un'altra pallonata - in pieno viso questa volta - o se fosse stato più saggio intimare il nemico ad uscire allo scoperto così da regolare i conti faccia a faccia.

- Guarda che se non esci vengo a prenderti io! -
- Sai che paura Albarn...-

- Cosa? -. La ragazza si portò una mano sul petto colta da una leggera crisi di tosse per essersi quasi affogata nel vano tentativo di trattenere un urletto di sorpresa, totalmente colta alla sprovvista.

Non si aspettava di certo che qualcuno le rispondesse.

- Evans - balbettò, costringendosi a riporre il piccolo dizionario tascabile nella tasca del giubotto collocata sul fianco destro leggermente controvoglia.

A pensarci bene non era affatto una grande sorpresa scoprire che il cretino di turno che aveva deciso di usarla come bersaglio fosse proprio Soul Evans.

Anzi...tossicchiò appena, cercando di ricomporsi, portandosi distrattamente una mano fra i capelli arruffati lisciandoli all'indietro.
- Che ci fai quì? - gli chiese sgarbata, osservandolo mentre usciva dalla protezione del tronco per sistemarsi in piena luce, lì dove chiunque avrebbe potuto colpirlo.

Maka scosse la testa, ricacciando quel pensiero nell'angolo più remoto del cervello.

Decisamente farsi espellere dalla Shibusen e lasciarsi schedare come "ragazza estremamente violenta ed incline a Maka-chop mortali" nel pieno del semestre non avrebbe di certo tolto da quella bella faccia da schiaffi il saccente ed irritante ghigno che da sempre vi regnava.

Soul alzò le spalle menefreghista, i capelli argentei come d'abitudine arruffati sulla testa, cosa che lo rendeva ancora più affascinante a detta delle altre ragazze.

Due paia di maliziosi occhi carminei la scrutavano, brillanti ed intelligenti da sopra un sorrisino obliquo spesso fautore di piccoli mancamenti da parte della popolazione femminile. Di tutti gli anni.

Per quanto la riguardava quell'essere traboccante di arroganza e superiorità non faceva altro che provocarle una lieve nausea ogni qualvolta ne percepiva l'aura.


Quel lieve malessere, nonostante fosse fastidioso per certi versi era una specie di talismano, una cimice anti-Evans che funzionava a distanza e l'avvertiva quando si avvicinava o si allontanava da lei, permettendole così d'incrociarlo al giorno solo rarissime volte durante le quali il rapporto "civile" era meno di zero.

Poche erano le frasi senza insulti, così come in via di estinzione era il suo senso dell'educazione quando i suoi occhi verde smeraldo incrociavano quelli cremisi di lui.

- Passeggiavo...-. Eccole ricordato un altra delle innumerevoli caratteristiche che odiava di quel ragazzo; il modo in cui riusciva a districarsi dai suoi interrogatori, liquidandola con una semplice risposta talmente banale quanto esauriente.

Sapeva che era una balla bella e buona ma lei non era Onnipotente e Onnipresente, quindi doveva per forza donargli il beneficio del dubbio.

Anche se le probabilità che Soul le avesse detto la verità erano...quasi nulle.
- D'accordo...- borbottò, voltandosi dalla parte opposta alla sua, indispettita.

Fece per riprendere il suo cammino quando la voce calma e maliziosa di Evans la bloccò dopo due passi, facendole fare immediatamente dietrofront per avventarsi su di lui come una furia; - Sai Albarnsecchiona non credo di aver mai incontrato una persona più noiosa e acida di te-.

Si chinò di lato per evitare un formidabile gancio destro da parte della ragazza la quale, riacquistato l'equilibrio e caricato nuovamente il pugno sinistro di lato, lo scagliò contro il viso del ragazzo, sfiorandogli la guancia destra con un'unghiata che lasciò una leggera scia di sangue al suo passaggio mentre un sottilissimo graffio a fior di pelle ne increspava la superficie perfetta.

Soul spalancò gli occhi, passandosi sopra alla ferita la mano guantata ed il suo ghigno si allargò ancora di più.

- Uaho, complimenti senza tette! -. Maka non potè fare a meno di notare, con leggero stupore che mascherò subito dietro ad un velo d'indifferenza, che nel tono vi era un leggero briciolo di ammirazione.

- Ma fottiti - lo liquidò lei, riprendendo la strada verso il suo appartamento.

Non abbastanza in fretta per evitare di sentire la voce ammiccante del ragazzo ricordarle serena: - Ti passo a prendere questa sera! -.

- Nemmeno se mi paghi - replicò ad alta voce, stringendo i denti e ordinandosi mentalmente di continuare a camminare e di non cedere alle provocazioni di quel subdolo mentecatto; lo faceva apposta solo per avere la dolce soddisfazione di vederla andare fuori di testa.

Nonostante le assidue richieste di appuntamenti e le continue provocazioni a suo indirizzo sapeva che il vero intento di quel bambinone era tutt'altro che provarci con lei.

Soul Evans poteva essere considerato sotto molti aspetti negativi ma tradimento era una parola che non risultava nel suo vocabolario.

Non avrebbe mai compiuto nemmeno la metà di un azione che avrebbe potuto ferire Daniel Heert, il suo migliore amico.

Quel ragazzo si era fissato con lei all'inizio del primo anno quando, per pura cortesia, lei gli aveva offerto un pezzo della sua merendina; da quel maledetto giorno non vi era stato minuto, ora o settimana in cui Daniel non l'avesse sommersa di imbarazzanti richieste quali di invitarlo nel suo appartamento - nel quale viveva completamente sola- o di accettare un qualsiasi invito da parte sua.

Come esito, ovviamente, sempre una risposta negativa.

Sbuffò appena, dischiudendo le labbra e lamentandosi a mezza voce; ne era totalmente sicura prima o poi Liz o Soul l'avrebbero mandata all'ospedale nel pieno di una crisi nervosa.

La ragazza continuò il suo cammino, arrancando leggermente nella neve che ormai sfiorava l'orlo delle calze bianche, dirigendosi verso una piccola panchina scura dalle dimensioni piuttosto ridotte e dalle fatture graziose collocata vicino ad un triste alberello che la fissava, nudo e spoglio dalla sua postazione mentre le gelide acque del laghetto ne bagnavano le radici facendolo rabbrividire per il gelo.

A memoria d'uomo lì a Death City non aveva mai fatto così freddo come in quel mese.

Faceva persino fatica a rimanere seduta sul posto con il libro di Mitologia fra le mani tanto il vento era gelido e la tentazione di tornare dentro e abbandonare almeno per quel giorno, la piccola abitudine di cinque anni era forte, ma si costrinse a resistere.

Gliel'aveva promesso, l'avrebbe aspettata.

Scosse la testa, sentendo bastarde le lacrime pulsarle dietro alle palpebre calate mentre un grosso nodo le bloccava il respiro all'altezza della gola, lasciandola per pochi secondi in balia di una dolorosa agonia nella quale decise almeno per pochi secondi, di lasciarsi cullare.

Aveva sempre odiato le persone che vivevano nel passato, basando il loro futuro su possibilità che non si sarebbero mai potute presentare e fantasticando su come sarebbe stata la loro vita se avessero risposto "" ad un'occasione ormai persa ma certe volte anche lei abbassava le difese e permetteva a quel fiume in piena di trascinarla sotto ed affogarla, almeno per poco.

Anche a distanza di tutti quegli anni il solo ricordo delle parole urlate la faceva ancora fremere di tristezza mista alla rabbia trattenuta e mai sfogata, così antica e marcia che quasi poteva sentirne l'odore sgradevole e ripugnante.

- Avanti Maka, stai calma...- mormorò tirando su con il naso e passandosi sopra alla guancia umida una mano tremante.
Lei era forte, era forte.

- Hey senza tette, come mai piangi? -. Dannazione.
Un sottile sopracciglio biondo s'innarcò leggermente, assecondando l'espressione spazientita che si era dipinta veloce sul volto della ragazza al suono sgradevole di quella voce.

La sua voce.
- Ancora quì a rompere? - domandò sprezzante, alzando appositamente il tono per far sì che anche quel bradipo di Evans capisse quanto la sua presenza risultasse "fastidiosa".

Lo sentì sogghignare dietro di lei, le mani ben salde sulle sue spalle nel vano tentativo di lanciare una sbirciatina a ciò che teneva in grembo, i capelli che le sfioravano delicati la nuca donandole una piacevole senzazione di carezza.

Si morse il labbro inferiore, premendo forte l'arcata superiore sopra al tenero pezzo di carne fino a quando il dolore non divenne così acuto da farle lacrimare gli occhi.

Non c'era niente, ma proprio niente che potesse trovare piacevole in quel ragazzo.

Soul Evans era semplicemente il miscuglio uscito male di tutte le cose che odiava di più al mondo e quindi era elementare che una forte corrente velenosa la investisse quando le si trovava accanto.

Se poi il soggetto le stava appoggiato sopra...
- Alzati immediatamente - esclamò, scrollando le spalle nel vano tentativo di sottrarsi alla morsa delle mani del ragazzo ma Soul non diede segno di cedimento anzi, rafforzò maggiormente la presa con il solo risultato di farla gemere leggermente dal dolore e di beccarsi impromperi a tutto spiazzo, cosa che lo fece sorridere ancora di più.

- Sai Albarnsecchiona, sei davvero divertente ! - pigolò, sbattendo più volte le ciglia e sistemandosi sulla bocca una bella espressione maliziosa.

Mossa sbagliata.

Maka sbuffò, alzandosi così improvvisamente dalla panchina che il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di recuperare l'equilibrio, e con un gran scivolone capitombolò a terra in un bel mucchio di neve gelida e bagnata.

"Ottima mossa Albarn".

Una risata cristallina si levò nello spazio circostante mentre Maka cercava in tutti i modi di trattenere l'euforia che la pervadeva, cercando invano di darsi un contegno ma il brutto tiro giocato ai danni di Evans la rendeva talmente soddisfatta che era piuttosto difficile rimanere impassibile davanti ad una vittoria così...tanto attesa.

- Attento Evans, se continui a sbattere le ciglia in quel modo ti cadranno...e non solo quelle - esclamò, le labbra stirate in un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

Dal canto suo Soul era ancora beatamente sdraiato sulla neve fresca, gli occhi fissi sulla ragazza, sul suo sorriso così luminoso.
Non gli era mai capitato di vederla così, almeno non durante quei piccoli momenti in cui s'incontravano per puro caso nei corridoio della scuola, durante i cambi d'ora.

Sembrava un'altra persona e se solo quella figuraccia la rendeva così felice... bè, evidentemente non doveva avere una gran stima di lui. Cosa della quale era al corrente.

Sorrise sincero, alzandosi elegantemente da terra e pulendosi gli abiti zuppi per poi scuotere i capelli in quel modo che faceva letteralmente impazzire le sue fan-girl e allungò il braccio verso Maka, avvolgendo la vita della ragazza e attirandola verso di sè.

La bionda trattenne il respiro mentre la guancia umida andava ad appoggiarsi sul tessuto del maglione indossato da Soul, una lieve senzazione di calore all'altezza della fronte le faceva desiderare con tutta sè stessa di avere una botola aperta sotto ai piedi.

Per gettare dentro quel deficente dall'ego smisurato e richiudere il coperchio sopra alla sua testa in modo da non vedere più quella brutta faccia.

- Ah Maka, Maka, ribelle Maka...- sussurrò Soul fra i suoi capelli; la sua non sottovalutabile esperienza nel campo femminile gli aveva insegnato che quando si comportava in quel modo anche la ragazza più terribile diventava un docile agnellino fra le sue braccia.

Ma, si sapeva, Maka Albarn era l'eccezione ad ogni singola regola.

E l'albino lo capì più o meno quando la ragazza gli stampò con forza e veemenza sul braccio un bel morso, per niente in visibilio davanti a quelle moine tanto false quanto ammalianti anzi, se fosse stato possibile, avrebbe detto che Maka fosse ancora più irritata di prima.

Scosse la testa sconfitto, alzando le braccia verso l'alto in un chiaro segno di resa.

- Daccordo, daccordo, sono un uomo che sa accettare le sconfitte. Sei una donna troppo difficile da gestire Albarn -.

Osservò compiaciuto il ghigno che si dipinse sul volto della giovane, un sorriso che sapeva di una libertà tanto bramata e finalmente ottenuta, di una dolce vittoria, di un sogno che si realizzava.

- Finalmente! - rispose, sollevata.
- Amo le sfide. Ed è anche per questo che continuerò a tormentarti -.
Il mugulio soffocato di Maka Albarn era la cosa più bella che avesse mai sentito.


~


Note Insane di un'Autrice Sclerata;

Oh oh. Ce l'ho fatta. Mi sembra Impossibile, ma ce l'ho fatta.
Sono riuscita nella stesura del primo capitolo della mia vita. E sono abbastanza soddisfatta, sì.
Non credevo che scrivere una Long sarebbe stato così impegnativo. Nonostante la trama sia perfettamente delineata vi è sempre qualcosa da modificare, da aggiustare o da mettere a posto.
Vi sono dettagli che saltano fuori nei momenti più improbabili e quando credi di poter chiudere il documento Word e salvare vi è sempre una scena già pronta per essere stesa.
Dunque, come primo capitolo questo è dettato in modo piuttosto generale; mi sono solamente occupata di descrivere la situazione e di spruzzare qualche sporadico indizio sul tumultuoso passato di Maka.
Direi che anche il rapporto fra lei e Soul sia abbastanza chiaro; non si sopportano, eppure la noia li spinge l'uno verso l'altra.
Inoltre è presente -perdonatemi ma non ne ho potuto fare a meno- il solito triangolo amoroso, con la presenza di Daniel Heert, nuovo e fondamentale personaggio.
Ma non durerà per molto, ve lo prometto.
Un enorme ringraziamento alle splendide ragazze che hanno recensito. Mi riempite il cuore di immensa gioia.
Al prossimo capitolo!

Un bacio ed un inchino,
Hysteria H.
  
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