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Autore: _Shadow_96    15/11/2011    3 recensioni
È facile fingere di non vedere quello che in realtà sai.
E lei lo sapeva che quell’uomo le avrebbe fatto del male, che ne avrebbe fatto anche a sua madre, che non sempre le apparenze ingannavano.
Non si era mai sentita così fragile: solo una bambola di ceramica tra le mani di qualcuno che non aveva dato importanza al cartello “Attenzione, maneggiare con cura”.
Doveva fidarsi però dello spiraglio di luce che era riuscito a penetrare nell’oscurità e sperare di riuscire a risalirne.
Dal capitolo 3
“Oh si hai ragione, per me va bene sempre tu quando puoi?”
“In realtà io…perché non ce la studiamo ognuno per i fatti propri, no?? Non voglio farmi vedere in giro con te e rovinarmi la reputazione, non so se capisci” Eliana sentì il sangue ribollirgli nelle vene ma cercò di mantenere il controllo.
“Dovremmo vederci invece perché altrimenti non avremo sintonia”
“Oh piccola se vuoi un po’ di “Sintonia” io sono sempre disponibile”mormorò lui con voce roca.
“Vaffanculo, Russo Fai quello che ti pare”
Accidenti alla prof!!!Accidenti a Russo!! Accidenti a mamma e soprattutto, accidenti a Davide!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aiutami a non avere paura del buio..


Saaalve a tutti!!!
Non aggiornavo questa storia dal 31 di ottobre O.o, wow. Mi dspiace tanto per la lentezza con la quale sto postando i capitolo ma ho avuto delle settimane impegnative a scuola...e non è ancora finita!!
Spero che questo capitolo vi piaccia, io non ne sono molto convinta.. :(
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un bacione
Maddalena

 

Capitolo 5
 

O Romeo, Romeo!..

Nonostante l’ansia che aveva provato per i giorni che precedettero quel giovedì sera, Eliana si sorpresa della serenità che contraddistinse il suo risveglio. Si alzò dal letto rabbrividendo leggermente quando i suoi piedi entrarono in contatto con il pavimento gelato e iniziò a preparare la cartella. Quel giorno avrebbe avuto una verifica di scienze ma la cosa non la turbava: la scuola per lei era una bazzecola. Aprì il suo armadio indugiando con lo sguardo sui pochi indumenti che possedeva e infine decise di indossare un semplice pantalone grigio chiaro, un cardigan dello stesso colore, una camicetta bianca e ai piedi le superga dello stesso colore. Uscì di casa senza neanche fare colazione evitando così di incontrare Davide e salì sull’autobus prendendo posto accanto al finestrino; non le dispiaceva andare in giro in pullman anzi si ritrovava spesso a fantasticare sulle persone che sedevano accanto a lei ingannando il tempo. Aprì la borsa per estrarre l’mp3 e si mise all’ascolto poggiando la testa contro il finestrino; si sentiva…emozionata e non vedeva l’ora che arrivasse la sera per far scivolare via quello strato di euforia e paura dalla pelle.
Quando scese dal veicolo affrontando il freddo dell’esterno non si sarebbe mai aspettata il caloroso abbraccio che le riservò Daniela.
 
“Buongiorno!!” trillò la ragazza saltellando “Non puoi capire cosa è successo?”

“Aspetta!!” la bloccò subito Eliana guadagnandosi un’occhiataccia; aveva scoperto che Daniela odiava essere interrotta “Ho freddo e particolarmente bisogno di     qualcosa di caldo quindi entriamo, ti offro una cioccolata calda e poi mi racconti tutto” la compagna di banco si aprì in un sorriso e afferratole il polso la trascinò, letteralmente, all’interno dell’edificio.
Qualche minuto dopo erano sedute sulle loro sedie traballanti con una cioccolata bollente tra le mani.
 
“Hai presente Manuel quello di 4E?” Eliana inarcò un sopracciglio cercando di ricollegare il nome ad un viso ma dovette scuotere la testa “Lo immaginavo, comunque mi ha invitato alla sua festa sabato sera”

“E quindi?”
 
“Quindi io e te sabato sera andiamo ad una fiesta!!!”
 
“Non credo che riuscirò a venire” mormorò abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro. Davide era tremendamente geloso di lei e sicuramente non l’avrebbe mai fatta uscire per andare a divertirsi, con dei ragazzi specialmente “Mio…padre non sarebbe d’accordo” mormorò marcando con astio la parola padre.
 
“Potresti dirgli che vieni a dormire a casa mia” in cuor suo Eliana sperò che fosse tutto così facile ma conoscendo il soggetto era sicura che avrebbe passato ore sotto casa di Daniela per controllarle. Le stava letteralmente rovinando la vita...
Il suono della campanella sospese la questione lasciando però Eliana con l’amaro in bocca a trattenere disperatamente le lacrime “Senti Ely mi dispiace se ho detto qualcosa di sbagliato io…mi sto affezionando sul serio a te. Non voglio vederti così triste, sarà per la prossima” Daniela la abbracciò all’uscita della scuola e la ragazza non riuscì a trattenere le lacrime.

“A..anch’io mi sto affezionando a te e  mi dispiace così tanto”
 
“Non preoccuparti su, fammi un bel sorriso” Eliana ridacchiò asciugando il viso con le mani e le sorrise “Aaaaspetta!!” quasi lo urlò Daniela con uno strano scintillio negli occhi “Sbaglio o oggi ti vedi con Federico?!”
“Shhh ma sei impazzita!?” le intimò chiudendole la bocca con la mano “Si, oggi vado a casa di Federico. Perché?”

“Devi assolutamente indossare qualcosa di decente quindi ora passi da me e ti presto qualcosa di mia sorella. Ti andrà sicuramente” Eliana stava per ribattere ma l’arrivo dell’autobus e il gesto dell’amica di chiudere la bocca come se fosse una zip la fermarono.
 
Infondo che male c’è?
 
Prese posto accanto a Daniela in autobus la quale iniziò a tirarle i capelli cercando una soluzione al groviglio di nodi che il vento aveva formato nelle sue ciocche corvine.
La casa di Daniela aveva un’atmosfera che sapeva di…famiglia, calore e amore. La madre, una donna dal sorriso radioso, le accolse calorosamente invitando persino Eliana a restare per pranzo.

“Mi spiace signora non posso. La ringrazio comunque”
 
“Oh tesoro non preoccuparti le amiche di Daniela sono sempre ben accette in famiglia. Solo non chiamarmi signora mi fa sentire vecchia, Giulia basterà”

“D’accordo Giulia” Eliana le sorrise e seguì Daniela in camera sua “Niente di striminzito o troppo colorato” mormorò sedendosi sul letto a una piazza e mezza dalle lenzuola azzurro pallido.

“Lascia fare a me” Daniela si infilò letteralmente nell’armadio della sorella e ne tirò fuori una splendida maglietta larga con motivi floreali, un paio di pantaloni neri ultra aderenti e, dopo aver saltellato in giro per la stanza, tornò con una borsa grigia e un paio di stivaletti talmente alti da sembrare più un arma contundente che un paio di scarpe “Che ne dici? Questi con una giacca nera e una sciarpa…Sono un genio della moda” si auto elogiò la mora sventolando i vestiti sotto gli occhi di Eliana.
 

“Dico che la maglietta e la borsa vanno bene ma quei pantaloni mi faranno sembrare enorme e quelle scarpe, non credo di saperle indossare senza rompermi una caviglia”
 
“Ma dai! Se piastri i capelli e ti trucchi un po’ sarai favolosa”

“Daniela io devo andare a studiare non a rimorchiare”
 
“Come sei pesante. Dammi retta per una volta” ridacchiò accompagnandola alla porta.

“D’accordo ma se mi rompo una caviglia è colpa tua”

“Si si ciao”
 
“Ciao”

*****
 
Continuava a battere il piede sul marciapiede facendo avanti e indietro; i tacchi le facevano male e nonostante la giacca, il cappello e la sciarpa continuava a battere i denti per il freddo.
Più di una volta il pensiero che fosse stata solo una presa in giro l’aveva sfiorata facendola sentire stupida e fuori luogo; se non si fosse presentato il giorno dopo a scuola gli avrebbe staccato un orecchio a morsi. Aveva appena dato un calcio ad un sassolino per la frustrazione quando un auto parcheggiò di fronte casa sua.
 
“Sono in ritardo scusami” Eliana alzò lo sguardo verso Federico decisa a fulminarlo e strappargli veramente l’orecchio invece dopo averlo osservato un attimo iniziò a ridere portandosi una mano alla bocca “Che succede?”
 
“Hai…uno sbaffo di cioccolato…sulla guancia” annaspò in cerca d’aria per le troppe risate mentre Federico sbarrava gli occhi e si passava la mano sulla guancia sinistra “No l’altra”

“Cavolo! L’ho tolto?” la ragazza scioccò la lingua decisa a prenderlo in giro e salì in macchina dal lato del passeggero “Brutta str…”
 
“Ehi! Stavo solo scherzando, vieni qui” lui la seguì in macchina ringhiando e la osservò bene,  forse per la prima volta da tre anni “Ho qualcosa che non va?” Eliana si sentì avvampare sotto lo sguardo bruciante del ragazzo e maledisse Daniela per averla convinta ad indossare quei pantaloni aderenti.
 
“N-no perché?”

“Mi hai…Niente” si sporse e gli pulì la guancia con un tovagliolo rabbrividendo leggermente “Ora sei pulito” non parlarono molto per il resto del viaggio; lei troppo imbarazzata dalla situazione lui...lui pensava a lei e si dava dello stronzo per il modo in cui il suo cuore aveva reagito vedendola ridere.

“Non c’è nessuno in casa, ti dispiace?”
 
“N-no, non preoccuparti” Federico le sorrise, forse troppo gentilmente, e la condusse in camera sua.

“Scusa per il disordine ma questa stanza è offlimits per tutti…eccetto me ovviamente” e ridacchiò pronto a sputare una delle sue solite frasi da stronzo “non vorrei mai trovassero mutandine e preservativi...”
 
“Sei un maiale” le fece un inchino e si sedette sul letto “Non preoccuparti le lenzuola sono state cambiate stamattina”

“Le hai cambiate tu?”

“Sono un ragazzo dalle mille sorprese. Allora che si fa?”
 
“I-io non so” balbettò lei prese in contropiede.

“Direi che per prima cosa dovresti toglierti la giacca” Eliana annuì e se la sfilò rabbrividendo leggermente “Se hai freddo posso accendere il riscaldamento”
 
“Se non ti dispiace” lui fece un gesto della mano e si alzò per regolare la temperatura “Molto meglio grazie. Direi che dovremmo provare…”

“Mmh iniziamo? La scena del balcone?”

“D’accordo” Federico sospirò e chiuse gli occhi privando Eliana del suo sguardo
Ma, piano! Quale luce spunta lassù da quella finestra? Quella finestra è l'oriente e Giulietta è il sole! Sorgi, o bell'astro, e spengi la invidiosa luna, che già langue pallida di dolore, perché tu, sua ancella, sei molto più vaga di lei” le iridi color della pece del ragazzo, il tono della sua voce e la dolcezza con la quale le parole scivolarono dalla sua bocca fecero sussultare il cuore della ragazza “Non esser più sua ancella, giacché essa ha invidia di te. La sua assisa di vestale non è che pallida e verde e non la indossano che i matti; gettala. E' la mia signora; oh! è l'amor mio!Oh! se lo sapesse che è l'amor mio! Ella parla, e pure non proferisce accento: come avviene questo? E' l'occhio suo che parla; ed io risponderò a lui. Ma è troppo ardire il mio, essa non parla con me: due fra le più belle stelle di tutto il cielo, avendo da fare altrove, supplicano gli occhi suoi di voler brillare nella loro sfera, finché esse abbian fatto ritorno. E se gli occhi suoi, in questo momento, fossero lassù, e le stelle fossero nella fronte di Giulietta? Lo splendore del suo viso farebbe impallidire di vergogna quelle due stelle, come la luce del giorno fa impallidire la fiamma di un lume; e gli occhi suoi in cielo irradierebbero l'etere di un tale splendore che gli uccelli comincerebbero a cantare, credendo finita la notte.
Guarda come appoggia la guancia su quella mano! Oh! foss'io un guanto sopra la sua mano, per poter toccare quella guancia!”
Era bloccata; non riusciva a capacitarsi di quanto fosse bravo e di come le sue parole facessero vibrare corde della sua anima persino a lei sconosciute “Ehi dovresti dire Ohimè”

“Ah-ah cioè si scusami”

“D’accordo andiamo avanti….Essa parla. Oh, parla ancora, angelo sfolgorante! poiché tu sei così luminosa a questa notte, mentre sei lassù sopra il mio capo come potrebbe esserlo un alato messaggero del cielo agli occhi stupiti dei mortali, che nell'alzarsi non mostra che il bianco, mentre varca le pigre nubi e veleggia nel grembo dell'aria”

“O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre; e rifiuta il tuo nome: o, se non vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sarò più una Capuleti…È orribile, vero?”

“No, solo…dovresti dirlo come se fossi innamorata di me. Come se la mia sola presenza riuscisse a far volare la tua anima e i miei baci ti incendino. Devi dirlo guardandomi come se fossi la cosa più importante per te, perfino più importante dell’aria…” dicendo questo Federico si era avvicinato e le stava accarezzando il polso lasciato libero dalla maglietta con il pollice facendola rabbrividire “..come se fossi la tua unica ragione di vita” i loro nasi si sfioravano e le guance di Eliana si imporporarono velocemente quando il respiro di lui si confuse col suo “Riprendiamo” la ragazza sospirò per l’allontanamento repentino di lui e si costrinse a riprendere il controllo del proprio cuore impazzito.

Non può farmi questo effetto!!

 
 
 
  
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