Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    15/11/2011    7 recensioni
Paring: KakaTsu/SasuSaku/NaruHina/ShikaTema/NejiTen/SaiIno/Itachi/orochimaru
Konoha è fortemente divisa al suo interno, non esistono più chunin, jonin o hokage ma soltanto un gruppo di ninja che ha preso il sopravvento sul Villaggio e lo ha trasformato in una vera e propria dittatura monarchica, retta dal suo capo Orochimaru. E poi ci sono le kunoichi, le donne e le ragazze che non hanno alcuna intenzione di sottostare al volere maschile e per questo vivono rintanate nei sotterranei e negli angoli più bui e segreti di Konoha, nel tentativo di riuscire a prendere il sopravvento: sono le ribelli, le insorgenti, capitanate da Tsunade.
Entrambi gli schieramenti sono disposti a tutto pur di ottenere ciò che vogliono, ma cosa accadrà se a spaccare quel muro di battaglie e vendette saranno i sentimenti, le emozioni, l’attrazione che un uomo prova per una donna e viceversa?
Tra rapimenti, violenze e strategie d’attacco i nostri protagonisti saranno coinvolti in un giro di passioni e battaglie che li costringerà, prima o poi, a fare una scelta.
PS. Non è un trattato femminista!! Non tutti i maschi sono “cattivi” diciamo, così come non tutte le femmine sono “buone”… Apparentemente la situazione può sembrare tale ma non sarà assolutamente sempre così!
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tsunade, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Avventure!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chiedo umilmente scusa per il disastroso ritardo, ma purtroppo la scuola è diventata davvero massacrante in questo periodo ed io non ho proprio tempo materiale per scrivere…
Spero possiate perdonarmi e che il capitolo vi piaccia comunque, anche perché è il penultimo ormai…
Ok, mi tolgo dalle scatole xD
Grazie mille a tutti! Vedere quante persone seguono e recensiscono questa ficcy mi rende davvero felice in un periodo come questo, grazie ^^

 
*******
 

- Tecnica della Prigione della Serpe!- 

Dalle braccia grigiastre e leggermente malconce uscirono due enormi serpenti bianchi, simili ad ananconde, che minacciosi si diressero verso il minore degli Uchiha e lo intrappolarono in una stretta piuttosto forte, impedendogli dunque qualunque movimento: tentava di dimenarsi ma qualsiasi tentativo risultava vano e sul suo corpo erano visibili numerose ferite, tanto che faticava ormai anche a respirare.
 
Dannazione Sasuke…
 
Lanciò un rapido sguardo al fratello in difficoltà ma dovette immediatamente riprendere la concentrazione, dato che il suo maestro gli si avventò contro con una spada affilata che gli usciva dalla bocca: la schivò per un pelo grazie ad un abile salto all’indietro ma non ebbe un secondo di tregua, dato che si vide arrivare contro una serie di serpenti verdastri e marroni con le fauci spalancate, pronti ad aggredirlo.
 

- Tecnica della Palla di Fuoco Suprema.- 

Si portò una mano dinnanzi alle labbra e soffiò con una certa forza, tanto che una sfera infuocata cominciò a crearsi davanti a lui tanto da bruciare completamente quel groviglio di serpi che sembrava minacciarlo.
Toccò il terreno dopo il balzo ma avvertì immediatamente una presenza alle sue spalle e fece appena in tempo a voltarsi, parando con un kunai l’ennesimo attacco con quella spada leggendaria: era lì, il suo maestro e dittatore, quegli occhi gialli e pungenti che sembravano minacciarlo in ogni modo ma lui aveva imparato a restarne indifferente, tanto che assottigliò il proprio sguardo come a non volersi mostrare sottomesso in alcun modo.
 

- Non hai speranza contro di noi.-

- Forse tu, mio caro Itachi, ma che mi dici del tuo amato fratellino?-

L’Uchiha voltò leggermente il capo e si trattenne dal mostrare il suo disgusto nell’osservare quella scena: Sasuke era ancora imprigionato tra quelle due anaconde e non sembrava riuscire a liberarsene, mentre era evidente lo stato piuttosto doloroso in cui si trovava a causa di quella stretta.
Si voltò di nuovo, riassumendo un atteggiamento determinato quando si accorse troppo tardi che Orochimaru non si trovava più dinnanzi a lui: restò immobile, attento a qualsiasi rumore o suono che potesse aiutarlo a capire dove diavolo si fosse nascosto, quel codardo.
 
Avvertì un piccolissimo spostamento d’aria e non perse tempo. Si voltò scattosamente in quella direzione ed attivò il suo occhio maledetto, senza alcun ripensamento.
 

- Amaterasu!- 

Le fiamme nere avvolsero in pochi attimi il corpo longilineo del dittatore di Konoha ma lui continuò a restare ritto ed impassibile, mentre una risatina ironica gli dipingeva il volto scavato dagli anni e Itachi non poté che restare disgustato da quel fare tanto cinico: stava morendo, il corpo si deturpava sotto l’effetto di quella spaventosa tecnica eppure lui non sembrava averne timore, quasi sapesse di vincere comunque.
 

- Non hai paura della morte, Orochimaru?- 

Rise di nuovo, con più gusto, mentre il suo sguardo tanto ammaliatore quanto intimidatorio sembrava sfidare quella potenza inaudita sopra ogni limite: sapeva di non poter battere Itachi, era troppo forte persino per lui con lo Sharingan, eppure non gli avrebbe mai permesso di vincere a costo di utilizzare le strategie più vili.
 

- E Sasuke?- 

Si sentì un grido di dolore ed il maggiore degli Uchiha ancora una volta rimase turbato da ciò che stava accadendo: Sasuke non sembrava più in grado di resistere a quella morsa, i denti erano stretti per il dolore mentre tratteneva grida di esasperazione e si era udito persino uno scrocchiare d’ossa alquanto innaturale.
Non avrebbe resistito per altri minuti, quello stritolamento lo avrebbe presto soffocato, senza contare l’eccessiva sofferenza che avrebbe patito…
Ma no, quel ragazzo significava troppo per lui, non avrebbe permesso a quella serpe di togliergli l’unica cosa che gli era rimasta: gli aveva sottratto la libertà e la vita stessa, ma non aveva assolutamente alcun diritto di toccargli il fratello per cui aveva deciso di sacrificare tutto se stesso, in ogni modo.
 
Lanciò un’occhiata fulminante ad Orochimaru che, nonostante stesse letteralmente bruciando, restava ironico e provocatorio: sapeva già che Itachi non avrebbe rinunciato a Sasuke e per proteggerlo avrebbe dovuto interrompere l’Amaterasu,  concentrandosi così su un’altra tecnica.
Strinse leggermente i denti per la rabbia, cercando comunque di mantenersi impassibile: era un ricatto vile e spietato, ma avrebbe fatto ciò che il nemico si aspettava pur di salvare il fratello minore, a Orochimaru avrebbe pensato dopo.
 
Abbandonò la tecnica con lo Sharingan, tanto che le fiamme nere cominciarono a ritirarsi sul corpo del despota e rapidamente l’Uchiha si diresse verso il fratello, il quale gemeva nel vano tentativo di opporsi a quella morsa infernale.
 

- Tecnica dell’Artiglio supersonico.- 

Tra le proprie mani creò un ammasso d’acqua su cui fece particolare pressione, arrivando a modellarla come fosse una serie di pungiglioni e all’ultimo secondo li scagliò contro le due anaconde bianche: non appena trapassarono le loro carni, queste si accasciarono inevitabilmente a terra e scomparvero assieme alla copia di Orochimaru che le comandava.
 
Sasuke continuava a lottare contro il dolore e stava per cadere rovinosamente a terra quando le braccia forti del fratello gli impedirono di schiantarsi e lo riappoggiarono più delicatamente al terreno: il minore si strinse istintivamente un braccio, probabilmente rotto, mentre non aveva il coraggio di guardare in faccia il proprio fratello, il quale restava in piedi dinnanzi a lui.
 

- Non c’è tempo per soffrire. Alzati, Sasuke, lui non ci metterà molto a- 

Ma non fece in tempo a terminare la frase che una spada affilata e potente gli trapassò il petto, esattamente all’altezza del cuore: restò immobile, senza sgranare gli occhi né assumere una qualsiasi espressione, senza mostrare la propria morte imminente.
Un rivolo di sangue rossastro gli uscì dalle labbra mentre il suo sguardo si posava sul volto sconvolto di Sasuke, il quale era letteralmente scioccato.
 

- Itachi!!!!- 

Si sentiva tremare le gambe e non aveva ancora avuto la forza di muoversi: una reazione totalmente inusuale da parte sua, eppure non riusciva a fare altro.
Non si era mai sentito tanto… Vuoto.
Vedeva suo fratello morire per causa sua, perché se non fosse stato così stupido da farsi intrappolare da Orochimaru lui l’avrebbe ucciso, invece di interrompere ogni cosa per salvarlo.
E il loro “caro” maestro aveva immediatamente approfittato della distrazione di Itachi per ucciderlo, uccidere lui e la grande minaccia che era.
 
La lama si ritrasse ed il ninja dei serpenti si portò a parecchi metri di distanza, mentre osservava con soddisfazione la riuscita del suo terribile omicidio: aveva il corpo sanguinante e corroso dalla precedente Amaterasu, eppure quel dolore fisico non sembrava sovrastare la gioia del momento.
 
Itachi restò in piedi qualche istante di più, mentre il suo ultimo sguardo andava al fratello che tanto amava e al quale aveva lasciato ogni cosa, persino le sue vane speranze.
 

- Sasuke… Non sono… Non stato il fratello ideale… Ma ora… ora che ho capito i miei sbagli… Non voglio che tu li compia…- 

Il giovane Uchiha lasciò che una lacrima amara e dolorosa gli dipingesse il viso ancora sconvolto, mentre il fratello utilizzava i suoi ultimi attimi per donargli ciò che di più importante aveva: i suoi ideali.
 

- Itachi…-

- Non cercare.. L’oscuirtà e… La vendetta… Tu devi lottare per… Per il tuo paese… E le persone che lo abitano… -

Non riuscì più a reggersi in piedi ma, mentre il suo corpo cadeva esanime a terra dopo quella ferita mortale, il giovane Uchiha continuava ad osservarlo con gli occhi sgranati, assieme ad una rabbia e ad un amore che soltanto un fratello sa provare alla morte di chi ama.
 

- Devi… Devi proteggerla…-

Un tonfo, la terra che si muoveva leggermente dinnanzi a quella caduta.
Sasuke riprese a respirare, affannosamente ed in modo irregolare mentre i suoi occhi sgranati fissavano il corpo esanime del fratello che aveva stimato e segretamente amato e si lasciava guidare dalla disperazione.
 
Stava per scoppiare in un grido di rabbia e assoluta frustrazione, insieme a quei terribili sensi di colpa, quando la voce sottile ed ironica del ninja dei serpenti interruppe quel silenzio raccapricciante.
 

- Ma che scena commovente, il fratello maggiore che si sacrifica per il minore… Peccato che abbia gettato la propria vita in questo modo, era un ninja brillante…- 

Ma Sasuke non lo stava nemmeno ascoltando, tanto era ancora sconvolto da tale avvenimento e mentre cercava di fare ordine nel suo animo totalmente in subbuglio, soltanto due flebili parole gli invadevano la mente…
 
“-Devi proteggerla…-”
 
Non aveva detto chi, eppure il giovane Uchiha aveva una chiara idea del soggetto in questione: l’immagine di quella ragazza dai capelli rosati ed il viso angelico che lo aveva sfidato e protetto allo stesso tempo, che nonostante tutto si era fidata di lui e aveva deciso così ingenuamente di donargli il proprio cuore…
Lei che nonostante la sua oscurità aveva trovato il coraggio farlo uscire dalle tenebre.
 
Regolarizzò il respiro, assottigliò lo sguardo ed ignorò completamente il dolore fisico, tanto che si alzò in piedi con movimenti assolutamente naturali e strinse tra le mani l’impugnatura della propria spada particolarmente affilata.
Guardò ancora una volta il corpo di Itachi, immobile in una pozza di sangue: no, non sarebbe morto invano, lo avrebbe vendicato e avrebbe mantenuto le sue ultime volontà.
L’avrebbe protetta e difesa, a qualsiasi costo.
 
Si voltò deciso verso Orochimaru, con uno sguardo tanto crudo e vendicativo che persino il suo maestro si lasciò leggermente intimidire, tanto che abbandonò quel fare ironico e si preparò ad un altro scontro: aveva creduto che, uccidendo Itachi, Sasuke non sarebbe stato in grado di reagire e sconfiggerlo, cosicché eliminare definitivamente gli Uchiha non sarebbe stato particolarmente difficile.
Ma, come sempre, Orochimaru non aveva considerato quella parte essenziale che caratterizzava ogni singolo essere umano al di fuori di lui e che, nonostante tutto e tutti, era in grado di donare una forza immensa: l’amore.
 
Perché sì, nonostante l’orgoglio, l’oscurità e l’odio, Sasuke sapeva amare, anche se inconsapevolmente.
Amava Itachi, perché lo aveva protetto e aveva percorso per lui il cammino dell’oscurità, così da impedirgli di cadere in quel baratro eterno.
E amava Sakura, perché soltanto grazie al suo coraggio era riuscito a prendere in mano la propria vita e, per la prima volta, aveva deciso autonomamente cosa farne.
 

- Per te è finita, Orochimaru!- 
 

*******
 

Camminavano abbastanza lentamente lungo i corridoi ormai deserti del palazzo centrale del Villaggio della Foglia, intenti a controllare che non fossero rimasti altri ninja all’interno, sia feriti che nemici pronti ad un altro eventuale attacco.
Non era tipico da parte sua avanzare con così tanto garbo, solitamente correva oppure il suo passo risultava sempre determinato e preciso, mentre ora si ritrovava involontariamente a rallentare, come se in fondo non volesse che quella “passeggiata” finisse, non così presto almeno.
 
Vide un ninja accasciato a terra, così si abbassò leggermente su di lui per controllare se fosse vivo o morto e, nel caso respirasse ancora, l’avrebbero portato dalle kunoichi medico per poterlo salvare.
Gli prese il polso per controllare le pulsazioni, anche se in realtà non stava facendo molta attenzione al suo operato: sentiva lo sguardo di quel genietto puntato su di lei, mentre restava a pochi centimetri di distanza, ad osservarla…
Sì, decisamente quella ragazza gli aveva sconvolto la vita, in molti sensi, e non riuscirlo a spiegare gli dava parecchio sui nervi anche se non poteva farne a meno.
 

- Sai, sei una seccatura sopportabile, tutto sommato.- 

Disse con tono quasi ironico, come volesse mascherare quella mezza verità nel modo che meglio gli fosse riuscito: non era mai stato in grado di dire delle bugie credibili, per questo dovette allontanare per qualche attimo lo sguardo da Temari, per non rischiare di venirne condizionato.
 
L’ambasciatrice di Suna, tuttavia, aveva imparato a conoscerlo molto meglio di quello che lui pensava: si voltò leggermente verso di lui lanciandogli un’occhiata precisa e significativa, mentre il ragazzo dovette sforzarsi per non venir esageratamente attratto da quegli occhi color smeraldo.
 

- E’ forse un complimento, Nara?- 

Chiese con altrettanta ironia mentre si rialzava da terra una volta constatato che per quel ninja non ci fosse più nulla da fare.
Riprese a camminare lungo il corridoio, lentamente e senza più rivolgergli lo sguardo, come a volerlo stuzzicare in ogni modo che le fosse possibile, quel 200 IQ.
 
Lasciò sprofondare le mani nelle tasche della divisa leggermente graffiata, mentre il suo sguardo si addolciva leggermente nell’osservare il profilo perfetto ed esuberante di quella bionda: aveva un’unica domanda che gli ronzava nella mente, un’unica angosciante domanda che aveva cominciato a porsi dopo pochi giorni dal suo arrivo e che continuamente lo tormentava.
Lo sapeva, non doveva lasciarsi condizionare in quel modo, ma era consapevole che la sua scelta l’avesse fatto nel momento in cui aveva afferrato la sua mano morbida e tiepida.
 

- Allora, ti muovi?- 

Gli disse lei con fare provocatorio ma che aveva ormai perso la sua tipica arroganza: non si era fermata né voltata, perché in fondo non desiderava altro che la seguisse.
 

- Tornerai a Suna?- 

Si fermò di colpo, lasciando che il suo sguardo si facesse leggermente più rattristato ed i suoi occhi si socchiudessero leggermente: anche lei era stata tormentata da quella domanda per un periodo che andava ben oltre la sua immaginazione.
Lei era un’ambasciatrice, una ninja abituata a sostare in un paese e poi tornare nel proprio,nella sua terra, nella sua patria…
Eppure in quel momento il cuore le si era stretto in una morsa di ferro, tanto che non riuscì a voltarsi verso di lui e continuò a tenergli le spalle, restando retta nella sua posizione benché il suo capo fosse leggermente inclinato in avanti: non sarebbe mai riuscita ad abbattere il suo orgoglio, di conseguenza non avrebbe potuto mostrarsi in grado di provare sentimenti come il dolore nel lasciare una persona a cui si vuole davvero bene…
 

- Perché me lo chiedi, Shikamaru?- 

Non aveva dato una risposta, perché come lui nemmeno lei era in grado di essere completamente sincera.
Ma il suo tono affievolito la tradì, tanto che il giovane Nara intese perfettamente il suo dispiacere in quelle parole e ad esse si aggrappò: avanzò verso di lei, passi lenti e assolutamente prevedibili, ma nonostante questo Temari restava immobile, attendendo la sua mossa.
Per una volta, non aveva la minima idea di come comportarsi.
 
Sentiva il dovere di tornare a Suna, ma allo stesso tempo il suo cuore non desiderava altro che rimanere lì, in quel paese distrutto dalla guerra civile con quel ragazzo noioso e menefreghista che di noioso e menefreghista non aveva proprio nulla.
E lui, come tradito da qualcosa che aveva sempre rinnegato, non si trattenne e per una volta decise che la razionalità poteva prendersi una pausa.
 
Sentì due forti e premurose braccia avvolgerla in un abbraccio caldo e sincero, quel tanto che bastava a lasciarla stupita da un tale gesto mentre dentro di lei qualcosa aveva ripreso a battere più velocemente del solito.
E lui lì, immobile ed irrazionale, la testa appoggiata a quei quattro codini biondi che emanavano un dolce profumo.
 

- Non andartene…- 

Non erano le solite parole prive di significato e sentimento: no, quella era una supplica, una preghiera, l’invocazione di un desiderio che lui non aveva mai provato ma di cui ora non poteva fare a meno.
E Temari? Cos’avrebbe fatto?
 
Fece un respiro e si rassegnò: no, decisamente non poteva più sottostare a quel terribile orgoglio, non poteva perdere l’unica occasione per essere felice di qualcosa che andava al di là di una semplice missione.
 
Si mosse nel suo abbraccio sino a voltarsi verso di lui, tenendo le proprie mani appoggiate al suo torace mentre lui continuava a tenerla stretta a sé, come se per la prima volta avesse timore di perdere qualcosa di troppo importante.
Restarono così, a fissarsi come non avevano mai fatto, a cercare di dare spiegazione a qualcosa che li aveva coinvolti senza che potessero opporsi.
 

- Decisamente, questo è un ricatto.- 

Shikamaru si lasciò sfuggire un sorriso dinnanzi a quell’affermazione e, convinto più che mai di fare la cosa giusta, si abbassò leggermente posando le proprie labbra su quelle carnose di lei, quel tanto che bastava a convincere entrambi che no, quello non sarebbe mai potuto essere un addio.
 
 
*******
 

- Signorina Tsunade!!- 

Shizune si gettò sul corpo esanime della sua maestra, il quale era appena stato appoggiato a terra da un Kakashi affannato e mal ridotto, il quale non aveva comunque alcuna intenzione di lasciar morire la donna che amava mentre affianco a lui vi era la figura ancora sconvolta di Sakura, la quale osservava con occhi sgranati la madre in fin di vita.
 

- Vi prego… Vi prego salvatela…- 

Disse con un filo di voce quando sentì alcune presenze avvicinarsi a lei con una certa apprensione ed una preoccupazione viva in viso: occhi di un nocciola chiaro si posavano su di lei con insistenza mentre una voce accesa e squillante cercava in ogni modo di riportarla alla realtà.
 

- Sakura! Dove sei stata? Che ti è successo??- 

Chiese allarmata ma non ottenne risposta: quegli occhi color verde acqua erano ancora persi nel vuoto, abbandonati ad un’angoscia che non sembrava avere tregua.
Ino strinse i denti, innervosita, e stava per scuotere l’amica per le braccia nella speranza di sentirle pronunciare anche solo una parola quando una mano delicata e posata si appoggiò sulla sua spalla nel tentativo di quietarla.
 

- E’ sconvolta, Ino… - 

Disse dolcemente la kunoichi dagli chignon e l’amica continuò a restare turbata nel vedere la rosa così sconvolta, tanto che si limitò a restarle affianco quel tanto che bastava a trasmetterle il suo appoggio, a dimostrarle che era lì, affianco a lei, che non l’avrebbe più lasciata sola…
Perché Ino era così, esuberante ed impulsiva, ma solo perché era troppo emotiva per poter trattenere l’angoscia e la preoccupazione per la condizione della propria migliore amica e Tenten lo capiva, per questo non accennava a rimproverarla ulteriormente ma le restava accanto.
 
Nell’atrio del piano terra arrivarono altri ninja tra cui Hinata e Naruto, i quali restavano vicini e con lo sguardo preoccupato nel vedere le condizioni in cui si trovava Tsunade, la quale era ancora incosciente a terra mentre numerose ninja medico tentavano di curarla col poco chakra che era loro rimasto.
Quando il ragazzo dagli occhi lilla ed i capelli scuri fece il suo ingresso assieme ad altri, gli occhi puri ed ingenui della ninja delle armi si illuminarono di una serenità viva, mentre gli correva incontro con l’animo che si alleggeriva incredibilmente: lo abbracciò con quanta più foga avesse, estremamente felice di vederlo e mentre lui ricambiava quell’abbraccio, baciandole dolcemente la fronte, due lacrime dolci e felice le delinearono il viso dai lineamenti delicati.
 

- Sono così felice di vederti Neji…-

- Anch’io…-
 
Un silenzio piuttosto imbarazzante calò improvvisamente, mentre l’atmosfera andava sempre più riscaldandosi e facendosi unita e tutti quei ninja si disponevano in cerchio attorno a colei che aveva lottato fino all’ultimo pur difendere chiunque, la propria famiglia ed i nemici compresi.
Kakashi ebbe il coraggio di sollevare lo sguardo dal corpo esanime di Tsunade ed osservò le persone che sembravano condividere con lui quel dolore, anche se in modo assolutamente personale e differente ma non per questo meno profondo: Shizune e altre due ninja medico sembravano dare tutte se stesse pur di salvare colei che le aveva sempre protette, Hinata restava pensierosa affianco al ragazzo che amava e che non sembrava intenzionato ad allontanarsi da lei, Neji teneva stretta tra le braccia la kunoichi che era riuscita a cambiarlo tanto da mostrargli ciò che davvero era importante nella vita mentre Ino continuava a restare vicina a Sakura, condividendo il suo dolore e la sua angoscia.
 
In quella visione d’insieme, Kakashi abbandonò per qualche attimo il dolore che provava: erano tutti lì, amici e nemici, insieme nel dolore e nella gioia, pronti a battersi contro tutto e tutti pur di dimostrare i propri sentimenti e la propria volontà, il proprio coraggio.
Pronti a proteggere i loro sogni e la loro vita, ed in quell’attimo lui comprese che niente sarebbe più riuscito ad abbattere quei cuori imperituri.
 
 
******
 
Note Autrice:
E siamo al penultimo capitolo!!
Spero che la storia vi stia piacendo, nel prossimo ci sarà il finale vero e proprio, anche perché non si sono ancora “chiuse” molte parentesi xD
Dovrei riuscire a rispettare la scadenza dei giorni questa volta, per cui tra domenica e lunedì prossimo avrete il finale che spero non vi deluderà! ^^

 
Per chi avesse tempo e voglia, consiglio la lettura di quest’altra fan fiction che ho scritto con un’altra autrice: è un po’ alternativa dal punto di vista dei personaggi, ma credo che valga la pena darle una guardatina ^^
"Hokage & Mizukage: due forze in un solo destino"
 
Se avete poco tempo, invece, mi piacerebbe un consiglio su questa mia prima “rossa”, è una one-shot ^^”
"La Miglior Scommessa"
 
Grazie, a presto! 

 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly