CAPITOLO UNO.
A Linda, la mia
persona.
Questa storia è tutta per te.
Grazie per esserci sempre.
Vicky.
"Ciao
nonna, ci vediamo presto. Ti prometto che tornerò
più spesso a trovarti, ti voglio bene.”
“Anche
io ti voglio bene, piccola mia. Salutami la mamma e Thomas”
Baciai la nonna, e salii sul treno che mi avrebbe riportato a casa,
alla normalità che tanto normale non era mai.
Avevo passato l'intera estate da mia nonna.
Nonna Sophie viveva in un piccolo villaggio ad ovest dell'Inghilterra,
sull'oceano Atlantico, in una casa color panna che assomigliava un po'
a quelle dei film.
Era una casa piccola, con un porticato che dava direttamente sulla
spiaggia, dove mi piaceva passare le serate osservando le onde del mare
che gareggiavano per chi arrivava prima a scagliarsi contro la riva.
Da piccola passavo ogni estate da lei, e mi divertivo in quel piccolo
paesino dove tutti si conoscevano, si salutavano per strada ed erano
sempre contenti di avermi tra loro. Avevo anche un'amica lì,
Hazelle, la bambina dagli occhi ipnotici, che assomigliavano al colore
che assume l'oceano durante l'inverno. Con lei passavo ogni singolo
istante delle mie giornate, giocando al parco giochi, costruendo
castelli sulla spiaggia vicino alla casa di nonna o semplicemente
guardando i cartoni animati; poi si trasferì ad Edimburgo,
dove il padre aveva trovato un ottimo lavoro che gli permetteva di
vivere meglio e non venne più nel paese della nonna, dove
erano rimasti i suoi zii.
Mi resterà sempre impresso il ricordo di Hazelle che
chiedeva alla nonna di fargli le trecce ai suoi lunghi capelli biondi,
anche se erano riccissimi perchè vedeva le mie trecce, molto
più facili da fare, visti i miei capelli sottili e lisci
come spaghetti.
Con la nascita di mio fratello Thomas, la mamma decise che forse
sarebbe stato meglio per la nonna se io non fossi andata più
da lei, perchè stava diventando troppo faticoso badare a me,
che all'età di dieci anni ero diventata una piccola peste a
cui non si poteva dire mai quello che si doveva fare, e poi al mio
piccolo fratellino che cresceva sempre di più. Ma
quell'estate avevo chiesto alla nonna di poter rimanere con lei, con la
scusa che mi mancava stare da sola con lei, nella sua piccola casa in
riva al mare. E così appena finita la scuola, andai dritta
da lei con la speranza che stando a centinaia di chilometri da casa mi
sarei lasciata quell'anno alle spalle.
Speravo che stando in riva al mare, le onde avrebbero portato via con
sé il suo ricordo, il ricordo del ragazzo che mi aveva
spezzato il cuore.
Lui era il mio tutto, il mio ossigeno. Lui era la ragione per cui mi
svegliavo la mattina e andavo a dormire la sera con un sorriso stampato
in faccia che nessuno sarebbe stato in grado di togliermi. Lui era Liam,
il mio primo amore.
Speravo che andando da nonna Sophie sarei riuscita a smentire la frase:
“il primo amore non si scorda mai”. Forse quella
frase era assolutamente vera o forse quei tre mesi passati a leggere,
ad aiutare la nonna con i lavoretti di casa, a fare lunghe passeggiate
lungo la costa erano riusciti a farmelo dimenticare.
Il telefono squillò, un messaggio da Londie: cena
tra ragazze stasera?
certo, non vedo l'ora di rivedervi! risposi.
Era vero, non vedevo l'ora di rivedere le mie migliori amiche, Londie e
April.
In quell'estate avevo ignorato ogni singola chiamata, ogni singolo
messaggio tranne che i loro.
Noi tre eravamo inseparabili, siamo sempre state noi tre, London,
Victoria e April.
Le tre ragazze così diverse da loro, ma così
unite.
Io, Victoria,
la dolce e romantica ragazza che darebbe la vita pur di vedere le sue
migliori amiche felici.
London, la ragazza della porta accanto, quella che
sta simpatica a tutti e ti mette allegria solo vedendo il suo sorriso.
April, l'esuberante, ma studiosa ragazza che
c'è sempre nel momento del bisogno.
In poco più di quattro ore arrivai alla stazione della mia
città.
Scesi dal treno e vidi Thomas che mi venne incontro. Quasi mi
buttò giù talmente mi abbracciò forte.
“Ciao
Vivi, mi sei mancata lo sai?”
“Anche
tu mi sei mancato, topolino, tantissimo”
Era sempre un piacere trovarmi tra le mie braccia il mio fratellino.
Dietro di lui vidi arrivare mamma, che mi diede un bacio e mi
sussurrò: “Non vedevo l'ora di rivederti, tesoro.
So che ti ha fatto bene stare dalla nonna ma si è sentita la
tua mancanza in casa”.
Controllai di aver preso tutte le valigie e tutti e tre insieme ci
dirigemmo verso casa.
Vivevamo noi tre da soli, da ormai sei anni. Papà se n'era
andato un anno esatto dopo la nascita di Thomas, dicendo che non stava
più bene con nostra madre, e che poiché ci amava
più di ogni altra cosa, aveva preso la decisione di
trasferirsi a Londra perchè sapeva che una situazione come
quella avrebbe solo creato problemi nelle nostre vite.
La verità era che si era trovato un'amante, una giovane
segretaria del suo ufficio, l'aveva messa incinta e amava
più lei che la mamma.
Da quel giorno non si fece più vedere, chiamava solo per
Natale e per il compleanno, e anche quelle telefonate erano fredde,
distaccate e molto sbrigative.
Arrivai a casa, andai subito al piano di sopra dove c'era la mia
camera. Non era cambiata per niente, era ancora tutto lì
dove l'avevo lasciato. L'unica cosa che era cambiata era il cestino
vuoto dove avevo buttato la foto con Liam poco prima di partire.
Feci una doccia veloce, mi misi un paio di jeans sgualciti, una
maglietta e andai subito verso casa di Londie, che abitava proprio
nella casa accanto la mia.
Non ebbi nemmeno il tempo di suonare il campanello che Londie e April
si buttarono su di me e tra le urla del momento ci stringemmo in un
abbraccio dal quale non mi sarei mai voluta liberare.
“Ora
mi devi raccontare tutto quello che hai fatto dalla nonnina,
tutto!” mi disse April con un tono un po' minaccioso.
“Hai
conosciuto qualche bel ragazzo? Ti sei divertita?” chiese
Londie.
“Allora
non ho fatto niente di che da nonna, ma mi ha fatto bene staccare la
spina. Credo di aver superato la fase depressiva post-rottura con Liam.
E ho conosciuto qualche ragazzo ma niente di che, storielle senza
significato.” Risposi alle mie amiche, sperando di aver
accontentato le loro domande. “E voi come ve la siete
passata? Vi sono mancata?”
“Noi?
Solita vita.” disse April.
“Apparte
che lei ormai si diverte con
Zayn,
strano ma
vero” scherzò Londie.
“E..
Liam?” chiesi. Forse sarebbe stato meglio non aver fatto
quella domanda ma mi frullava nella testa e se non gliel'avessi chiesto
sarei impazzita.
“Liam si è messo con
Ashley, stanno insieme da un mesetto ormai.”
rispose Londie.
Ero sicura di averlo dimenticato, allora perchè appena senti
il suono di quelle parole sentii una fitta al cuore?
E dopo la mia prima one
shot, eccomi qua con la mia prima FF.
Questa storia non è poi così speciale, ma mi
piace l'idea di tre amiche che stanno sempre insieme, non importa cosa
la vita ha in serbo per loro, sanno che possono contare sempre l'una
sull'altra, e se mi attengo a quanto ho pensato, le loro vite
dovrebbero cambiare in modi che neanche loro si immaginano :)
Perciò, spero vi piaccia questa storia, e fatemi sapere cosa
ne pensate :)
Un bacio <3