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Autore: Rebychan    16/11/2011    7 recensioni
Un bacio può avere diversi significati.
A causa del rituale del bacio mafioso Gokudera scoprirà qualcosa su se stesso che lo porterà a capire la verità sui suoi sentimenti.
Atemporale - Pairing: YamamotoxGokudera (8059)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco qui il nuovo capitolo di questa storia.
Nell'angolo di Rebychan c'è un piccolo avviso, per chi è interessato a leggerlo.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori. Io leggo e rileggo ma qualcosa mi sfugge sempre.
Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato un segno della loro lettura su questa storia, soprattutto commentando ma anche mettendo me o la fic sui preferiti, ricordati e seguiti.
Un ringraziamento speciale va a: Dead Master, lightdragon91, Milli Milk, Hibari Kyoite che hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie! Ho risposto ieri ai vostri bellissimi commenti.
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 5

Gokudera alternava momenti in cui gli sembrava di essere perfettamente lucido, ad altri in cui era preda della confusione più totale.

Al risveglio era stato lucido, quando aveva provato a strangolare Yamamoto era confuso, quando ci aveva parlato per chiarire il motivo per cui non l'aveva baciato era ancora una volta lucido, poi però ad un certo punto di nuovo la confusione lo aveva avvolto con le sue spire.

Ad un tratto le parole di Yamamoto che sentiva avrebbero dovuto essere rassicuranti si erano volatilizzate dalla sua testa, lasciandogli in gola ancora e solo la stessa domanda che per lui era diventata un tarlo fisso.

"Perchè non mi hai baciato?", si era ritrovato a richiedergli.

L’altro doveva avergli già risposto, oppure no?

Non se lo ricordava.

O meglio qualcosa si ricordava, ma non era abbastanza.

Voleva un'altra risposta da Yamamoto, una risposta che mettesse a tacere i suoi sentimenti ingarbugliati, che lo spingevano a desiderare l'altro.

Ecco!, era quello il problema. Si era accorto di desiderare una cosa. E l'alcol non gli permetteva di negarlo.

Voleva Yamamoto, voleva che lo baciasse e siccome sentiva che tutto quello non era una buona idea, cercava una risposta da parte dell’altro che lo spingesse a raffreddare i bollenti spiriti.

E quella risposta non poteva essere 'pensavo che tu non lo volessi', perchè invece lui lo voleva.

Tentò di allontanare quel pensiero dalla sua testa, e per un po' ci riuscì.

Poi però l'altro gli rispose in un modo che lo fece letteralmente impazzire di fronte ai sentimenti che provava.

Se Yamamoto gli avesse detto che non l'aveva fatto perché gli faceva schifo l'idea di baciare un uomo, avrebbe potuto cancellare dalla sua mente definitivamente ciò che provava.

Lo stesso sarebbe stato se gli avesse detto che in particolare non voleva baciare lui.

Se invece gli avesse detto che non voleva baciarlo nel rito, perchè considerava un loro bacio importante, allora... No, quell'ipotesi anche se era ubriaco e non riusciva a connettere bene le sue sinapsi celebrali che andavano dove volevano non voleva nemmeno considerarla.

Eppure dopo i primi due botta e riposta, in cui Yamamoto gli diceva che gli aveva già spiegato tutto e lui rispondeva ancora una volta con la fatidica domanda, la nuova battuta dell'altro sortì un effetto analogo in lui, come  se avesse indugiato in quell’ipotesi.

"Ehi, non credevo ci tenessi così tanto ad un mio bacio?", fu il commento lanciato alla leggera da Yamamoto. E Gokudera non riuscì più a celare ciò che voleva.

Per un attimo si fermò pensieroso ed alla fine dalle sue labbra uscì la verità: "Già! Nemmeno io credevo l'avrei voluto così tanto."

E poi cadde nella confusione più totale, perché solo quello avrebbe potuto giustificare ciò che accadde successivamente.

Lui normalmente e se fosse stato lucido non si sarebbe mai e dico mai comportato in quel modo così imbarazzante.

Si schiacciò addosso a Yamamoto, facendolo cadere a terra.

Gli si mise a cavalcioni desideroso di baciarlo.

L'altro gli si oppose con le parole ed i gesti, o meglio provò ad opporvisi ma lui non gli lasciò scampo.

Il suo animo in pochi istanti alternò diversi stati d’animo:  l'esaltazione più completa, il dolore per la ritrosia dell'altro, una voglia quasi bambinesca, un imbarazzo dilagante che però non riusciva a fermarlo, il desiderio più cocente, un volere implacabile.

Immobilizzò sotto di sé Yamamoto, gli afferrò la testa, e, con l’ultimo barlume di lucidità rimastogli, si giustificò usando la scusa del rito prima di baciarlo.

All'inizio provò sul serio a suggellare il loro legame attraverso il rito. In quel momento era tornato abbastanza lucido per fare quel tentativo, in modo che se ci fosse riuscito, avrebbe potuto ancora fingere che quella fosse l'unica cosa che desiderava.

Quando però le sue labbra toccarono quelle dell'altro, la loro morbidezza ed il loro sapore annullarono completamente di nuovo le sue facoltà mentali e si lasciò guidare dall'istinto.

Gli infilò la lingua in bocca per dare avvio ad un vero bacio.

Fu appassionato e disperato.

Le sue mani si strinsero intorno al collo di Yamamoto per non permettergli di allontanarsi.

Non che in verità fosse necessario, visto che il patito del baseball dopo il primo attimo d'incertezza, iniziò a corrispondere al suo bacio con una foga inaspettata.

Riuscì a liberare le sue braccia da sotto il suo corpo e gli cinse la schiena.

Fu impossibile per Gokudera capire quanto durò quel bacio.

Forse pochi istanti, oppure ore.

Non lo seppe mai.

Il suo tempo interiore era sballottato, e si dilatava e restringeva a causa della sbornia, ma anche del piacere che provava.

Tuttavia ben presto un altro momento di lucidità si affacciò alla sua mente, facendogli capire quello che stava combinando.
 

Stava baciando Yamamoto! E lo stava facendo come se fosse la cosa più bella che avesse mai fatto.

Era vero!, gli disse una vocina sulla sua testa, poche volte era stato così sereno nella sua vita.

Per un attimo si crogiolò di nuovo nelle sensazioni che quel bacio gli avevano fatto nascere dentro.

Era sereno e tranquillo come non mai.

Mentre la sua lingua danzava con quella di Yamamoto, si sentiva in pace con se stesso.

La sua testa era come svuotata, e gli influssi della sbornia sembravano annullati.

Ma c'erano eccome perché se no, non si sarebbe mai trovato in una situazione del genere con l'altro.

Non si sarebbero mai baciati in quel modo. Lui non l’avrebbe permesso.

Solo allora si rese conto che non era solo lui che baciava Yamamoto, ma anche l'altro lui.

Perchè? Durante la cerimonia non aveva voluto farlo ed ora che era diventato un bacio vero, sì.

Non riusciva più a capire niente.

Sapeva solo che non poteva continuare così.

Se prima non capiva il perché di tutto quel desiderio reciproco, non poteva indugiare in quel gesto intimo, com'era quel bacio.

Doveva farla finita. Ma non aveva la forza per farlo.

Di nuovo un momento di confusione lo colse, pochi istanti dopo invece ritornò lucido.

E gli arrivò come un fulmine a ciel sereno la soluzione.

Era ubriaco e lo si vedeva da quello che faceva e da come si sentiva, per cui non ci sarebbe stato nulla di male se si fosse riaddormentato di nuovo.

E così fece, finse di cadere tra le braccia di Morfeo.

Chiuse gli occhi e si accasciò su Yamamoto, allontanando le loro labbra.

Per un attimo il guardiano della pioggia non fece niente.

Il suo respiro era pesante, a causa del bacio, e tentò di tranquillizzarlo.

Continuò a stringerlo a sé teneramente, poi lo chiamò: "Gokudera?"

Lui non gli diede risposta.

Addirittura la sua voce gli arrivò da molto distante, forse si stava per addormentare  sul serio. Ed infatti nel giro di pochi secondi, il fatto che avesse messo in uno stato di relax il suo corpo produsse proprio quell'effetto.

E la finzione divenne realtà.

Tuttavia quel sonno non durò a lungo.

Si risvegliò e si rese conto di essere di nuovo in spalla a Yamamoto. Stavolta non tentò di fargli capire che era sveglio. Non ne aveva la forza!

Era ancora molto stanco e confuso, tant'è che per un po' non si ricordò minimamente di quello che era successo pochi istanti prima.

E quando se ne ricordò, la sua mente lo protesse dall'imbarazzo facendolo riaddormentare ancora una volta.

Quando i suoi sensi si risvegliarono per l'ennesima volta, nonostante tenesse gli occhi chiusi, si accorse di essere adagiato su qualcosa di soffice.

Era un letto, e dal profumo che emanava di fumo e spezie doveva essere il suo di letto.

Yamamoto doveva finalmente essere riuscito a portarlo a destinazione.

E per entrare in casa doveva essersi impadronito delle chiavi che teneva in tasca.

Stava per aprire gli occhi, ma per fortuna non lo fece.

Pensava che Yamamoto se ne fosse già andato ed invece non era così.

Era ancora lì.

Qualcuno infatti trafficò con le sue scarpe per togliergliele e metterlo più comodo e non poteva che essere lui.

All'improvviso si chiese, perché fosse così importante per lui celare il suo risveglio all’altro ragazzo.

E fu allora che si ricordò di nuovo del bacio.

Quello che era successo pochi istanti prima tra lui ed il patito del baseball, aveva soppiantato il suo problema primario di poco fa. Ora non era più il perchè non lo avesse baciato alla cerimonia il dilemma per lui ma perché si erano baciati in quel modo così carico di passione non appena ne avessero avuto l'occasione.

Era stato tutto così appassionante e vivido.

Si sentì avvampare al ricordo ma riuscì a trattenersi dall'arrossire anche all'esterno.

Doveva apparire addormentato fino a quando Yamamoto non se ne fosse andato.

Sentì il materasso abbassarsi e cigolare.

Yamamoto doveva essersi seduto vicino a lui.

Poi un tocco leggero gli accarezzò la bocca dolcemente.

Un dito fresco di Yamamoto cominciò a giocare teneramente con le sue labbra.

E Gokudera si ritrovò a trattenere il fiato. Poi però si rese conto che essendo addormentato non avrebbe dovuto farlo.

Rilasciò il respiro e si lasciò andare permettendo all'altro di fare quello che voleva.

E fu dannatamente facile agire così, visto che si ritrovò ad aprire le labbra come in trance per permettergli di accarezzarle meglio.

Con il dito Yamamoto ne saggiò i contorni sia interni, sia esterni in modo irregolare come se volesse imprimersi al tatto la loro morbidezza.

Poi all'improvviso sostituì quel dito con le labbra.

Fu un bacio casto e durò solo pochi istanti.

Appoggiò la propria guancia destra su quella dell'altro, e gli sussurrò teneramente all'orecchio: "Non troverei mai il coraggio di dirtelo da sveglio Gokudera, ma visto che sei addormentato ed oggi mi hai baciato ora lo posso fare. Con quel bacio, hai trasformato per una volta i miei sogni in realtà. Ti amo. Ti ho sempre amato."

Poi Yamamoto si alzò dal materasso, si voltò e se ne andò.

Solo quando fu uscito dalla stanza, gli occhi di Gokudera si spalancarono dalla sorpresa.

Il suo cuore alla confessione di Yamamoto aveva cominciato a battergli furiosamente nel petto, tanto che il ragazzo si ritrovò a chiedersi se non volesse abbandonare la cassa toracica arrivandogli in bocca.

Il secondo nuovo bacio era stato qualcosa di tenero e dolce che gli aveva scaldato l'animo, ma quelle parole invece gliel'avevano distrutto.

Yamamoto lo amava, continuava a ripetersi.

E lui invece cosa provava per l’altro?

No!, si rispose. Fino a quella mattina aveva creduto di amare il Decimo e quindi no, non poteva essere innamorato di Yamamoto.

Eppure...

Eppure cosa?

Si urlò nella testa martellata da un dolore sordo.

I postumi della sbornia cominciavano a farsi sentire, e non era nello stato adatto  per riflettere su quanto era appena accaduto.

Che poi cosa c'era da riflettere?

Yamamoto lo amava, si ripeté di nuovo.

E lui?, fu ancora una volta la sua successiva domanda.

Doveva capire i suoi sentimenti, ecco su cosa doveva riflettere.

Baciare il Decimo non gli aveva provocato nessuna emozione, baciare Yamamoto invece sì.

Ora poteva ammetterlo, mentre era lì ancora un po' brillo, disteso al sicuro sul suo letto.

Prima si era concentrato solo sullo stare bene, ma ora doveva essere onesto con se stesso fino in fondo, e quindi ammetterlo, sia durante il bacio appassionato, sia durante quello lieve che Yamamoto gli aveva dato da addormentato lui aveva provato quello che pensava avrebbe dovuto provare con il bacio del Decimo.

Le sue gambe si erano fatte molli, il cuore gli aveva battuto forsennatamente nel petto, le farfalle avevano ballato nello stomaco, era avvampato mentre il suo animo si era riempito delle emozioni più belle mai sperimentate.

Perché era successo tutto quello?

Ancora non lo sapeva, ma doveva capirlo perché se no, avrebbe fatto soffrire sia lui, sia Yamamoto.

Ed il pensiero di far soffrire quest'ultimo se fino a poche ore prima gli sarebbe risultato indifferente, ora lo rattristava.

L'altro anche se non lo sapeva gli aveva rivelato i suoi sentimenti e lui non poteva fingere di non saperli.

Doveva capire come doveva comportarsi d'ora in poi con lui e per farlo era giunto il momento che capisse cosa provava sul serio per l’altro.

Solo che in quell’istante non ci sarebbe mai riuscito.

Doveva dormire, e farsi passare la sbornia.

In quel momento gli era infatti facile ammettere le cose, ma difficile riflettere.

E se l'indomani al risveglio avesse dimenticato tutto?

Sarebbe stato bello, così non avrebbe dovuto riflettere su cose che l’avrebbero angustiato, tuttavia si rese conto che al pensiero il suo cuore gli faceva male.

No, capì, anche a costo di soffrire, non voleva dimenticare.

Si alzò in piedi resistendo al mal di testa, e afferrò un foglio per scrivere gli eventi della serata come promemoria.

Gli bastò scrivere:

“Ho baciato Yamamoto e lui ha ricambiato e mi è piaciuto. Ho finto di addormentarmi per interrompere il bacio.
Lui mentre mi credeva addormentato mi ha ribaciato e mi ha confessato di amarmi.
Io cosa provo per lui?”
 

Conclusa quell'incombenza, appoggiò il foglietto in bella mostra sulla scrivania.

Poi si ridistese sul letto.

La consapevolezza dei sentimenti di Yamamoto per lui lo avevano reso più sicuro di sé,ora infatti non temeva più di non essere stato accettato come braccio destro.

A dirla tutta, però, continuava ad avere molta paura del domani, ma in modo diverso. Era terrorizzato infatti più che altro da quello che avrebbe potuto scoprire  su se stesso se avesse analizzato la sua emotività.

Non poteva però più fingere che andasse tutto bene.

Aveva sempre detto di non sopportare Yamamoto ma invece lo considerava un amico, almeno quello lo poteva di già affermare con forza e quindi non poteva lasciare che soffrisse per ciò che provava per lui.

Doveva capire cosa lui provava per l'altro in modo da aiutare entrambi, a superare quel momento.

Era giunto il momento che affrontasse quella parte della sua emotività che aveva sempre avuto paura di esplorare, nascondendo tutto dietro "un amicizia piena di rivalità."

Presa la sua decisione, stanco e spossato da quelle riflessioni si riaddormentò e poi arrivò il mattino.

FINE CAPITOLO 5

Come andrà il giorno dopo il bacio? Yamamoto cosa farà? Cosa succederà? Tutto quello lo scoprirete leggendo il prossimo capitolo.

L'ANGOLO DI REBYCHAN:
Ora si sanno i pensieri di Gokudera nel momento del fattaccio. E' pieno di confusione ed ansia, e nemmeno lui sa cosa vuole o non vuole, per cui si lascia guidare da qualsiasi cosa lo faccia sentire un po' meglio.
Verso la fine del capitolo invece il ragazzo dai capelli argentati è molto  più lucido, quello perchè la dichiarazione di Yamamoto è stata un vero shock che per un po' ha cancellato la sbornia e poi avendo dormito parecchio, a fasi alterne, la sua mente è più riposata, non così tanto però di permettergli di pensare subito ad una soluzione.
Ed ora i due protagonisti si ritrovano davanti ad una situazione particolare, in cui uno sa e l'altro non sa che sa. E chissà cosa succederà. Speriamo in bene.
Piccolo avviso.
Siccome ultimamente ho molti impegni, d'ora in poi ho deciso che aggiornerò le mie fic a random, senza un ordine preciso, in base all'ispirazione del momento. Ho intenzione di portare tutte le mie storie a conclusione, ma i tempi di alcune dilateranno. E' mia intenzione dare la precedenza infatti alle storie che sono più seguite tramite commenti, perché almeno so che interessano. Le altre verranno portate avanti in tempi più lunghi. Mi dispiace, ma purtroppo mi vedo costretta a fare così. Nel mio forum domenica sera, comunque riporterò in un apposito topic le fic che hanno più possibilità di essere aggiornate nella settimana.
Per quanto riguarda i commenti d'ora in poi risponderò direttamente dal sito EFP, nel giorno stesso od al massimo uno o due giorni prima di quando posterò il nuovo capitolo, in modo così che chi segue la storia saprà che presto verrà aggiornata.  Ieri infatti ho risposto ai commenti di questa storia.
Vediamo se in futuro riuscirò a recuperare la tranquillità che avevo fino al mese scorso, e quindi gli aggiornamenti torneranno ad essere regolari. Ora però non posso che fare così.
Grazie per l'attenzione.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Chi vuole contattarmi, può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan


   
 
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