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Autore: telesette    16/11/2011    2 recensioni
La famosa scena della "dichiarazione" che Sakura arriva a fare a Naruto, prendendolo per un perfetto imbecille, ma descritta come IO personalmente avrei visto la legittima reazione di Naruto. Non so se sono riuscito a rendere bene la situazione ma spero di non essere caduto troppo nell'OOC...
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Il tempo pareva essersi fermato…

 

Non appena Sakura ebbe detto quelle poche e semplici parole, tutti i presenti intorno a lei e a Naruto rimasero a bocca aperta. Naruto stesso era semplicemente scioccato, non riusciva a credere di aver capito correttamente, per questo aveva gli occhi sbarrati e privi di reazione.

- Cosa… hai… appena detto… Sakura-Chan ?! - provò a balbettare il biondo, restando immobile come uno stoccafisso. - Non… so… se ho sentito bene… Puoi ripeterlo ancora?

Sakura esitò appena un attimo, chinando leggermente il capo prima di rispondere. Se avesse provato a ripetere quella frase guardandolo direttamente negli occhi, non sarebbe stata capace di mentire una seconda volta. Pensare che Naruto potesse veramente credere a quella pietosa bugia, quando ogni altro individuo lì presente era in grado di leggere chiaramente la menzogna sul volto della kunoichi ( ad eccezione di Rock Lee forse, troppo sconvolto per poter connettere lucidamente ), era veramente troppo. Ciononostante Sakura glielo ripeté spudoratamente, calma e tranquilla come se niente fosse, affinché quella bionda testa di rapa recepisse in modo chiaro la sua straordinaria e gigantesca pu*****ta. (*)

- Quello che ho appena detto, Naruto - disse ancora lei, credendosi forse molto convincente. - Che ti amo!

Le orecchie di Naruto avevano udito chiaramente, come era logico a giudicare dalla sua reazione, ma nemmeno tre anni addietro avrebbe creduto ad una simile collezione di stupidaggini tutte insieme. Quando Sasuke era sparito, Sakura gli aveva chiesto piangendo di riportarlo indietro. Ora invece, per un motivo che ancora ignorava, la stessa Sakura stava mentendo non solo a lui ma prima di tutto a sé stessa.

- Ho detto che non c’è più niente tra me e Sasuke… Non so a cosa stessi pensando, per amare un tipo del genere… Ti sto rivelando i miei sentimenti, quindi ascoltami…

Naruto ascoltò tutto, parola per parola, paralizzato dallo stupore e incapace di credere che quella davanti fosse davvero Sakura. Alla fine però, dimenticando completamente chi fosse lei, non poté fare a meno di trattenere il senso di repulsione e disgusto che provava verso la sua patetica commedia.

- Se questo è uno scherzo, NON è divertente… Sakura-Chan!

Naruto era doppiamente ferito, non solo per il fatto che Sakura si stesse prendendo gioco dei suoi sentimenti, ma soprattutto perché evidentemente lo riteneva così stupido da non distinguere la verità dalla bugia. Era dunque questa la vera considerazione che Sakura aveva di lui, aldilà del modo di fare brusco e aggressivo con cui lo riprendeva spesso e volentieri? Davvero lo riteneva così stupido da poter dare ascolto a una simile sciocchezza?
Naruto era veramente deluso, deluso e amareggiato, non si aspettava una simile ipocrisia da lei. Sakura era una ragazza forte, intelligente e piena di talento; per anni l’aveva sempre amata e rispettata, mai si sarebbe permesso di prendersi gioco di lei in questo modo; per questo gli faceva male apprendere quanto fosse bassa invece la stima che lei aveva nei suoi confronti.
Sakura continuò imperterrita a dire cose che semplicemente non erano da lei. Quando poi arrivò al punto che più le premeva, ovvero lo scioglimento della famosa promessa, finalmente Naruto cominciò ad intuire qualcosa. Era un ragazzo ingenuo, impulsivo e di buon cuore… Ma non era uno stupido!  Sakura poteva ripetere di amarlo, con tutte le smorfie e i sorrisi di quella maschera che aveva dipinta sul volto, ma non bastava certo quella ignobile messinscena per cancellare la sincerità che Naruto aveva visto sul suo volto in lacrime alcuni anni addietro.
Visto che le parole non erano sufficienti, Sakura pensò che era meglio cambiare approccio. In un attimo si strinse a Naruto, cingendolo con entrambe le braccia e affondando il volto sulla sua spalla. Naruto rimase immobile, con lo sguardo fisso di fronte a sé, senza muovere nemmeno un muscolo. Di nuovo Sakura continuò a ripetergli che lo amava, che desiderava lui e non Sasuke, e che quelli erano i suoi veri sentimenti…
Improvvisamente Naruto non ci vide più. La rabbia e il rancore, per quello scherzo di cattivo gusto, furono sostituiti da una collera incontenibile. Per la prima volta Sakura avvertì una forte minaccia, non dal chakra della volpe bensì dal suo chakra, e la mano che la afferrò saldamente per i capelli era proprio quella di Naruto Uzumaki anziché quella di un demone spietato e assetato di sangue.
D’istinto Kakashi e gli altri fecero per fermarlo ma, dopo essersi resi conto di com’era realmente la situazione, capirono che era giusto lasciarlo fare. Sakura gemette di dolore e, nonostante la sua forza sovrumana, per un qualche motivo inspiegabile non riuscì a liberarsi della stretta con cui Naruto la stava tenendo ferma per il polso e per i capelli.

- Naruto, smettila - gridò. - Mi fai male…

Per tutta risposta, Naruto la spinse contro il mucchio di neve alla sua sinistra e, costringendola in ginocchio, le buttò dentro la faccia senza alcuna esitazione.

- Giù - esclamò lui, impassibile. - Io te la farei mangiare questa neve, guarda un po’… Non hai idea del male che mi fa vederti mentire in questo modo, soprattutto per il fatto che stai mentendo a te stessa!

Dopo averla tenuta nel freddo della neve per alcuni secondi, Naruto le sollevò la testa per permetterle di respirare e la guardò duramente.

- Sei pazzo? - urlò Sakura rabbiosamente. - Non ti permettere mai più di…

Prima che potesse dire qualcosa, Naruto la mise a tacere ficcandole la testa sotto la neve per un’altra manciata di secondi. Di nuovo Sakura, furiosa e umiliata oltre ogni immaginazione, provò a liberarsi per ammazzare di botte Naruto. Stavolta però era lei ad essere nel torto, era lei che meritava di essere punita per il suo comportamento… Purtroppo lo sapeva bene, per questo le mancava la forza di reagire al trattamento del compagno. Quando Naruto ritenne che la lezione fosse sufficiente, Sakura respirò a fondo aria fresca e calde lacrime di amarezza le rigarono il volto. Non solo aveva mentito ( ferendo oltretutto proprio la persona che mai le avrebbe fatto un simile torto ) ma si era comportata come una perfetta imbecille e, per un tipo orgoglioso come lei, questa cosa le faceva molto più male dello sguardo di Naruto puntato addosso.

- Pensa a quello che hai detto - le disse Naruto, incapace di contenere la sua disapprovazione. - Al male che puoi aver fatto a me, ma soprattutto a te, e chiediti se ti sembra giusto!

Ciò detto Naruto si alzò e, voltandosi verso Kakashi, fece intendere ai compagni che era il momento di proseguire.

- Andiamo!
- Naruto, io…

Purtroppo le parole di Sakura rimasero inascoltate. Naruto si allontanò per la sua strada, senza neanche voltarsi, e niente gli avrebbe fatto cambiare idea. Con le sue parole, Sakura era riuscita solo ad incrinare per sempre il loro rapporto.

FINE

(*) = il termine è troppo volgare per essere scritto ma, date le lettere di facilitazione, penso che chiunque sia sufficientemente in grado di intuire la parola vera e propria.

ANGOLO DELL'AUTORE:
Oltre a dedicare questa fanfic alla mia amica NoorDaimon, con la quale condivido lo stesso punto di vista su questa ignobile scena, tengo a sottolineare che questa storia contiene molto di entrambi perciò mi sento quasi in dovere di sentirla come se l'avessimo in un certo senso scritta insieme.
Grazie amica mia, un bacione!

DADO

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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