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Autore: mikan93    16/11/2011    5 recensioni
Se Nami fosse una secchiona con una vita difficile e una gita e un ragazzo le cambieranno la via!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5  capitolo: tra sogno o realtà!
 
 
Quella notte faceva particolarmente caldo, aveva lasciato la finestra aperta in modo che la dolce brezza parigina entrasse e rinfrescasse l’aria.
Si rigirava tra le lenzuola di lino, il caldo afoso non  la faceva trovare pace.
Si era svestita dei suoi indumenti rimanendo solo con un completino di pizzo nero che le fasciava il corpo esile.
 
Quando un rumore al balcone la fece risvegliare dallo stato di torpore che alcuni attimi prima aveva trovato, rivelando a lei la presenza di un uomo aitante con corti capelli verdi e gli occhi scuri che scintillavano nel buio.
Gli si era avvicinato e ora gli accarezzava i capelli, lei si inebriò del suo profumo forte mentre lui ora assaggiava  le sue labbra rosee.
Affondò le sue mani nei corti capelli, lui la prese per le natiche e la posizionò sulle sue gambe, sentiva le sue grandi mani vagare sul suo fondoschiena fino ad arrivare al gancetto del  reggiseno  giocarci un po’, e infine  stapparglielo e buttarlo a terra dove giacevano il resto dei vestiti.
Lei aveva iniziato a baciargli il collo fino ad arrivare alla spalla, rifece lo stesso percorso arrivando al lobo del orecchio.
Lui pronunciava il suo nome con voce sensuale che alle sue orecchie risuonava come una dolce nenia .
Aveva rincominciato a baciarla con più passione dischiudendo le labbra e facendo ritrovare la gemella che fremeva dalla voglia di fare quel gioco erotico che da tempo gli era mancato.
 
Quando un dolore lancinante alla testa la risveglio dal lungo sonno facendole aprire i suoi occhi nocciola, ritrovandosi nella sua stanza con Robin e Rufy che sorridevano, questo ultimo in verità era inginocchiato a terra che si reggeva la pancia.
Si era alzata da terra con il viso rosso.
-Che cosa ho fatto di cosi imbarazzante?
Rufy gli si era avvicinato ed  gli aveva appoggiato una mano sulla spalla.
-Non è il problema di cosa hai fatto ma è cosa hai detto che è imbarazzante!.  
 
Robin si era accostata al balcone ed aveva aperto le tende bianche come la purezza che poche ore prima l’aveva abbandonata, lasciandogli però una gioia, e allegria che non aveva mai provato. Ora si sentiva il cuore scoppiare dalla felicità, ogni suo battito era come la sensazione di piacere che aveva provato nel fare l’amore con Rufy.
-Hei Robin cos’hai?
La rossiccia era entrata in bagno e ora erano rimasti solo lei e Rufy, si avvicino a lui e gli si sedette sulle gambe incrociando le mani intorno al suo collo.
-Niente! Questa mattina sono particolarmente felice.
Gli accarezzava il capo con un tocco gentile e delicato, come quello che aveva usato la sera prima.
-E come mai?
-Mmm… non lo so, forse lo averti accanto?
Con una spinta la scaraventa sul letto, averla sotto di se gli faceva rivivere i momenti passati con lei. Incominciò a sbottonargli la camicetta bianca e lasciandogli piccoli baci sul petto.
-Basta, basta, finiscila c’è Nami di là!
-Nami è in bagno e poi… e questo cos’è?
 
Era uscita dal bagno in accappatoio, e aveva  notato che i suoi amici avevano delle facce scure.
-Hei! Cosa vi è successo?
Il moro si era alzato con in mano un giubbotto nero mentre Robin nelle sue delicate mani aveva un pezzetto di carta ingiallito.
-C’è lo puoi spiegare
Nami aveva le mani sudate era nervosa, odiava stare sotto pressione, era come essere sotto interrogatorio per qualche reato commesso, e poi quei due erano peggio di sua sorella che quando ci si metteva non la finiva più.
-Bhe! In verità è di un ragazzo e… ma perché devo darvi delle spiegazioni, mica siete la mia famiglia!
E con aria offesa aveva aperto la valigia.
 
 
Camminava su e giù per la camera con il cellulare in mano, non sapeva cosa fare se chiamarlo oppure no!
Rufy e Robin erano usciti lasciandola sola con un grosso problema.
E se magari lo avrebbe chiamato è lui era  occupato? O magari  rispondeva la sua ragazza?
Però lui gli aveva lasciato il numero perché n on chiamarlo, e poi aveva ragione Rufy doveva buttarsi e non doveva aver paura delle conseguenze ma solo vivere.
 
-Pronto!
-Ciao, sono la ragazza del altra sera.
C’era stato un minuto di silenzio.
-Chi!
A Nami si gonfiarono le guance diventando rosse le mani tenevano strette il telefono.
-Come chi! Non ti ricordi, ma sei imbecille?
Dal altra parte c’era stato solo un risolino.
-Oh, tu sei l’isterica.
L’aveva chiamata isterica, ma come si permetteva!
-Tu, brutto cafone, buzzurro dei miei stivali.
-Allora, quando volgiamo uscire?
La rossiccia era rimasta sbalordita dalla domanda.
-Eh! Ma cos…
-Non mi piace ripetermi, vuoi uscire si o no!
Ma chi si credeva di essere, era solo un pallone gonfiato.
-Ehi! Io non voglio uscire con te, ma solo restituirti il giubbotto.
-Ok! Alle cinque vicino alla Torre Eiffel.
Aveva attaccato senza nemmeno dargli il tempo di rispondere, quel ragazzo era un perfetto maleducato, però non era cosi male magari il sogno che aveva fatto si sarebbe avverato. 
 
 
 
  
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