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Autore: bluephoenix    16/11/2011    0 recensioni
Salve, mi chiamo Audrey e ho quasi 15 anni.
Ho scritto questa FF su di loro perchè loro mi fanno stare meglio anche quando sto già bene.
Questa storia inizierà soprattutto con la mia storia senza i Mars, che si faranno strada più avanti.
Spero vi piaccia,
Audrey.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All'ospedale ci comunicano che dobbiamo andare in quello della città accanto perchè il chirurgo specializzato in quelle emergenze si trova lì in questo momento.
-Va tutto bene, è tutto ok, non morirà- sospiro chiudendo gli occhi. Siamo di nuovo su un'altra ambulanza, ma stavolta siamo solo in quattro oltre all'ambulanziere. Vicino al guidatore c'è seduto mio padre mentre dietro insieme al "ferito" ci siamo io e un'infermiera che monitorizza passo per passo la situazione. Per sfortuna c'è capitata un'infermiera isterica che ogni due minuti inietta del sedativo a Jared per farlo stare fermo.
"Non ce n'è bisogno, è svenuto. Vuole farcelo morire?" le chiedo sbigottita.
"Questa è la procedura per i casi di emergenza, non interessarti di cose che non ti riguardano" mi risponde lei stizzita. Sono più che sicura che questa infermiera sia stupida. Jared, inebetito, apre gli occhi e guarda perplesso l'infermiera.
"E adesso tu che ci fai qui?" mugola dolorante.
"Mmh, che bell'accoglienza, thank you" risponde lei. Non ci sto capendo più niente; a quanto pare quei due si conoscono, sono passati dal francese all'inglese.
"Tua madre e Carl mi hanno chiamato e io sono andata nei posti che mi hanno indicato. Quando sono arrivata in panetteria, delle gente mi ha avvertito di andarmene da lì perchè era pericoloso dato che avevano sparato ad un tizio - spiega l'infermiera guardando me - Ed eccomi qua, non sei contento?" Guardo lei e poi lui.
"Io ti ho licenziato stamattina, ero convinto te ne fossi già andata.." sussurra Jared girandosi sul lettino. Poco dopo si accorge che io li sto guardando e aggiunge:
"Ah ecco, scusa. Emma -dice guardando me- questa è Emma, -dice indicando l'infermiera- la mia ex-segretaria. Emma, questa è Emma, la figlia del signore che mi ha sparato" dice in un soffio indicando me. Io e la sua segretaria ci guardiamo in silenzio, ho l'impressione che non ci piacciamo a vicenda.
"Comunque tra poco me ne torno negli Stati Uniti, stai tranquillo..si è addormentato credo. Ed ha perso altro sangue" dice sospirando Emma.
Dopo averlo medicato, l'ambulanziere ci comunica che siamo arrivati nell'altro ospedale e di fare in fretta, perchè la situazione di Jared sembra alquanto critica. Lo sposta sull'altra barella e, aiutato da altre persone, lo portano d'urgenza in sala operatoria.

Io e mio padre entriamo di corsa e ci accomodiamo in sala d'attesa. Poco dopo arriva il chirurgo che ci spiega che Jared ha già perso parecchio sangue e che la pallottola ha perforato l'addome sotto il polmone destro. L'intervento non è rischioso, potrebbe esserlo se non operato subito, ma potrebbe lasciargli una vistosa cicatrice.
"La pallottola..è uscita?" chiedo senza pensarci al chirurgo.
"No, ha perforato l'addome e si è fermata. Gli è andata bene" risponde ironico il dottore. Non lo tratteniamo a lungo e lui "corre" a prepararsi per l'operazione.

Passano le ore e io e mio padre aspettiamo col cuore in gola il verdetto, fino a che il chirurgo esce dalla sala operatoria con una faccia da funerale.
"Signore, ragazzina, devo darvi una brutta notizia -dice- Purtroppo..gli rimarrà una grande e bella cicatrice". Ci guarda ridacchiando e, mentre mio padre è sollevato e si lascia andare in una dolce risata, io penso sinceramente che questo dottore sia scemo.
"Pa', lasciamolo ridere, è veramente stupido, mi ha quasi fatto prendere un colpo. Piuttosto, andiamo a vedere come sta Jared" e dicendo questo trascino mio padre verso la stanza.
Riesco ad impietosire l'infermiera di turno con le mie facce da la-prego-mi-faccia-vedere-il-mio-ragazzo-malato e riusciamo ad entrare nella stanza.
La camera sa di disinfettante ed è interamente bianca. Sono le 20 di sera e la stanza è illuminata da una grande lampada posizionata vicino al letto di Jared, dove ci sono anche due sedie. Mio padre le addocchia subito e si fionda su di esse, lasciandosi andare come un sacco di patate mentre io mi avvicino al letto.
"Sta dormendo, non disturbatelo" ci dice l'infermiera di prima, entrando e uscendo dalla stanza. Mi accosto al letto e mi accorgo che gli hanno messo l'occhialino al naso per farlo respirare meglio.
-Uguale a mia nonna- sussurro sorridendo. Lo guardo meglio è vedo che ha un espressione serena ed è b e l l i s s i m o: ha una bocca perfetta e noto con piacere che è un po' più in carne delle altre volte e quindi non sembra denutrito come sempre. Ha dei capelli splendidi, come suo solito, diretti verso l'alto. Mi viene voglia di mettere le mani in quel groviglio di capelli e di scompigliarglieli, ma ci ripenso. Sbuffando mi allontano e dico a mio padre che devo andare in bagno e che sarò di ritorno tra qualche minuto.

Esco dalla stanza e ripenso ad Emma, la sua ex-segretaria. -Perchè l'ha licenziata?- penso con una certa punta di curiosità. Camminando mi dirigo verso il bagno che si trova affianco alla sala d'attesa e mi infilo dentro.
Quando esco, vedo un grande movimento di gente nella sala d'attesa. Passo davanti al bancone delle infermiere e casualmente sento la conversazione che un uomo sta tenendo con loro, anche se le infermiere non lo capiscono tanto per via del suo francese scorretto.
"..andate, dai! Sono suo fratello, ditemi dove si trova! Ditemi almeno se insieme a lui si trova una ragazza del genere" dice l'uomo agitando una foto davanti alle loro facce.
"Mai nessuno ha visto niente qui" sbuffa l'uomo girandosi. "Ciao bella ragazza" dice quell'uomo, ovviamente Shannon, vedendomi passare.
Mi fermo e ci guardiamo un attimo; lui rimane perplesso, guarda la foto che ha in mano e sorride.
"Senti, aspetta un attimo.." mi chiede avvicinandomi. A questo punto, non so perchè, mi metto a correre all'impazzata fino alla stanza di Jared, ovviamente con Shannon alle calcagna. Entro nella stanza sbattendo la porta e chiudendola a chiave.
"Ehi, ehi, che foga questa ragazza! Chi è colui che ti rincorre?"
Mi giro e col fiatone per la corsa vedo con piacere che Jared è seduto sul letto e sta chiacchierando spassionatamente con mio padre.
"Salve, io penso di non essermi presentato con te. Io sono Jared Leto, piacere" dice LUI guardandomi con una faccia tra il divertito e il sarcastico.
"Salve, io sono Emma e lui è mio padre" dico.
"Sì, lo so. Ci siamo fatti una lunga chiacchierata e mi ha insegnato qualche parola in italiano. Ah, e ho anche scoperto che io ti piaccio" dice sorridendo e ridacchiando Jared, dando un bel 5 a mio padre. Sembrano bambini, è talmente irreale..
"Avvicinati, non stare appiccicata alla porta. Vieni da questo vecchio e dagli un bacio" dice Jared allargando le braccia e mettendo il broncio.
-Che coglione- penso sorridendo e avvicinandomi a lui.
"Avanti, che aspetti? Va bene, me lo faccio dare da tuo papà" dice divertito Jared mentre, dal letto, abbraccia il mio vecchio. E' una scena meravigliosa, vorrei fosse così per sempre.
"Ah, vedo quella faccia da coglione di mio fratello alla porta. Fallo entrare va', che mi sta mandando contro delle maledizioni non ripetibili" dice Jared esasperato indicando Shannon che si intravede dal vetro della porta. Corro vicino alla porta e gli apro. Shannon entra velocemente e si fionda su suo fratello, abbracciandolo.
"Che hai fatto, ci hai fatto preoccupare.." farfuglia brontolando Shannon. Mio padre si alza e gli va vicino.
"Andrea, piacere. Sono l'uomo che gli ha sparato" dice allungando la mano verso Shannon. Il fratellone rimane in silenzio, poi gli stringe la mano.
"Salve! Shannon, 1 metro e una scarpa contro i tuoi 3, fratello della vittima. Gli hai dato una bella lezione" sorride Shannon, poi si avvicina a me e, ridendo, dice: "Tutti più alti di me qui, non è giusto, questa è una congiura! Spero tu ti sia presa cura del mio piccolo fratellino ferito" e dicendo questo, ci scappa una risata tutti insieme.


--Scusate il ritardo, ma la scuola non mi lascia tempo. Farò più in fretta, ve lo prometto.--
  
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