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Autore: _sophy_    16/11/2011    1 recensioni
Louise è una ragazza di quasi 17 anni. Ha un rapporto burrascoso con i genitori che dopo una decisione improvvisa decidono di trasferirsi. Louise, esausta di tutto ciò che i genitori le fanno passare si da 45 gioni per essere finalmente felice altrimenti metterà fine alla sua giovane vita. Alex, un ragazzo quasi maggiorenne che frequenta la stessa scuola della ragazza, riuscirà a fermare Louise nel momento in cui sarà ad un passo dalla morte. Leggete e fatemi sapere che ne pensate^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10
Finito di schizzarci sembravamo dei pulcini bagnati. Lui mi avvolse in un abbraccio per riscaldarmi ma finimmo solo inzupparci ancora di più. Dopo qualche istante mi scostò dal suo petto e mi baciò. Fu esattamente come pochi istanti prima.
–e questo a cosa lo devo?- sussurrai sulle sue labbra
–non lo so, ne avevo voglia. Perché, invece mi hai baciato?-
questa era la domanda che mi facevo anche io. Non lo sapevo. L’avevo guardato e.. avevo decisamente perso la testa.
–non lo so neppure io. In effetti.. scusa, forse non avrei dovuto. Ho rovinato tutto. Cosa siamo ora?-
 avevo paura di conoscere la risposta
–ehi, non ti abbattere. Dai guardami!-
alzai di poco il mento e lo guardai negli occhi
–non hai sbagliato, anzi! Mi è piaciuto.. Dio! Non so neanche dirti quanto! Hai visto che ti ho baciata anche io? Probabilmente hai ragione, non possiamo più essere amici-
non riuscii più a trattenere le lacrime. Ero di nuovo sola.. e pure nei guai. Mi accasciai a terra tremando e piangendo. Le favole dovevano rimanere tali.. ed io non avrei dovuto illudermi. Mentre mi disperavo sentii qualcuno sollevarmi e prendermi in braccio stringendomi.
–non possiamo più essere amici perché per me sei molto di più. Sei la mia migliore amica e mi piaci. Probabilmente sono pazzo ci conosciamo solo da quattro giorni ma.. me lo sento dentro. Ti ho sempre guardata da lontano.. in questi giorni poi avevo sempre voglia di starti vicino, di abbracciarti e di farti ridere. Giuro che se non vuoi stare con me ti starò vicino solo come ami..-
non ebbe tempo di finire la frase perché era troppo occupato a rispondere al bacio. Gli ero letteralmente saltata addosso.
–lo prendo come un si?-
chiese mentre mi puliva il viso dalle lacrime
–decisamente-
mi cinse i polsi e disse
-sei ufficialmente la mia ragazza quindi mi ritengo autorizzato a pestare chiunque ti si avvicini-
-tranquillo.. si avvicinerebbero a me solo per insultarmi.. però.. ehi! Io si che posso pestare Benedetta e le oche che ti corrono dietro!-
-solo se io sono lì che assisto e mi strozzo dalle risate!-
-certamente- arrivò una folata di vento che mi fece tremare così mi nascosi nel petto di Alex che mi abbracciò.
–sei così piccola in confronto a me-
era vero, vicino a lui sembravo un puffo.
-dai piccola vieni. Ti presto qualcosa di Eleo, dovreste avere più o meno la stessa taglia. Stai congelando-
come per dargli ragione mi avvinghiai ancora di più e lui rise, prendendomi per mano. Appena entrammo in casa Carlotta ci guardò e iniziò a ridere
-ragazzi non vi sembra un po’ presto per i gavettoni? Dai andate a farvi la doccia o vi prenderete un accedente! Louise puoi usare il bagno di Eleonora intanto io ti preparo qualche vestito asciutto. Ti fermi a cena vero?-
non sembrava affatto una domanda e per come li avevo trattati prima mi vergognavo.
–veramente non so.. sto già creando troppo disturbo e.. mi dispiace davvero per prima.. scusatemi, se potete-
sorrise materna, una parola a me estranea.
–non devi neanche dirlo! Ci fa piacere e hai reagito così perché ci volevi proteggere. Ora su forza a fare la doccia, vieni con me cara-
una volta nel bagno di Eleonora,o Eleo come l’aveva chiamata il fratello, mi infilai subito nella doccia e mi lavai il più in fretta possibile nell’acqua bollente. Una volta terminato di lavarmi mi avvolsi in un grande asciugamano e presi i vestiti che mi erano stati prestati. Erano davvero carini. Tirai fuori dalla mia inseparabile borsa la spazzola e i trucchi e finii di sistemarmi. Quando finalmente fui pronta e andai in sala da pranzo la tavola era già apparecchiata e stavano tutti chiacchierando tra di loro tranne la sorella di Alex che era intenta a messaggiare. Era tutto il contrario di come l’avevo vista poche ore prima. Non sorrideva lo sguardo era abbattuto e si estraniava dal mondo. Mi promisi che avrei chiesto spiegazioni mentre tornavo a casa. La cena passò velocemente e allegra. Erano una famiglia davvero stupenda. Verso le nove e un quarto guardai l’ora e sospirai. Sicuramente quando sarei tornata a casa avrei dovuto essere molto veloce a chiudermi in camera ma considerando che ero senza tacchi sarei stata più veloce
–domani abbiamo verifica di inglese.. hai studiato?-
abbastanza ma la verifica mi preoccupava ben poco
-un po’ dai.. ma ce l’hai anche tu? Insomma siamo in due classi diverse- sorrise furbo
-ogni volta che fa una verifica in quarta la fa anche in terza e viceversa- strana come persona..
–tu hai studiato?-
-certo per chi mi hai preso!-
esclamò facendomi l’occhiolino. Non aveva ovviamente studiato, fatto i bigliettini forse ma studiato no.
–sono quasi le dieci.. mi dispiace ma io ora devo proprio andare-
dissi alzandomi da tavola
-è stato un vero piacere conoscerti, Louise. Torna presto a trovarci!- dissero i genitori di Alex.
–o ma certo! Sono stata felicissima anche io di avervi incontrati! Ciao Eleonora! Ciao Nicola! –
mentre infilavo il giubbotto, appena uscita dalla porta di casa Alex mi abbracciò da dietro e mi diede un leggero bacio sul collo
 –dove pensi di andare da sola!?-
mi girai verso di lui e con una mano strinsi lievemente i suoi capelli e lo baciai. Andammo avanti fino a quando nessuno dei due ebbe più fiato anche se quando ero con lui ero sicura di poter vivere senza ossigeno
 –dai andiamo- afferrai la sua mano
–quando arrivi in camera tua chiamami o mandami un messaggio, starò sotto casa tua e se in 10 minuti non ho tue notizie arrivo ok?-
-non devi fare tutto questo per me!-
strinse la mia mano
-sei la mia ragazza per te farei molto e altro!-
decisi di prenderlo un po’ in giro, nonostante sapessi benissimo che non scherzava.
–ah.. io sarei la tua ragazza? Sicuro?-
-beh.. io.. io.. io avevo capito che.. che.. che tu..- continuava a balbettare con gli occhi spalancati così gli sorrisi accarezzandogli una guancia –ehi.. guarda che scherzavo!-
-brutta stronzetta! Non ci provare mai più-
sembrava davvero arrabbiato così non dissi nulla e mi limitai a camminargli affianco. Chissà perché se l’era presa così tanto, non mi sembrava uno scherzo tanto cattivo. A qualche centinaio di metri da casa mia Alex si girò di scatto verso di me abbracciandomi
–scusa se me la sono presa ma ero serio e sono davvero molto preoccupato per quello che succederà quando sarai a casa-
-dai, non ti preoccupare, ok? Guardami. Non puoi preoccuparti tutte le volte che non siamo assieme, è un suicidio! Io proverò a correre in camera mia il più veloce possibile ma se anche mi picchiassero non sarebbe la prima volta e non sarà l’ultima!- mi lanciò un’occhiataccia –così non mi aiuti sai?-
mi misi a ridere
–su! Andiamo!-
saltellai fino a casa e salutai il mio ragazzo “ era strano chiamarlo così” con un bacio a stampo. Percorsi il giardino lentamente prendendo grossi respiri e preparandomi psicologicamente alla fuga. Appena dentro casa iniziai a correre verso la mia camera e mentre fuggivo vidi mio padre e Manuel l’autista alle mie calcagna. Erano sempre più vicini e che camminava dietro di loro e batteva il ritmo nel mio ansimare c’era mia madre. Aumentai ancora di più la velocità sentendo i muscoli protestare per lo sforzo. Quando finalmente fui di fronte alla mia porta della mia camera abbassai la maniglia credendo di avercela fatta ma questa non volle saperne di aprirsi. Ormai all’orlo della disperazione tirai e tirai più volte ma nulla. La porta era chiusa a chiave così scattai verso quella più vicina ma fui fermata da quattro braccia che mi bloccarono al suolo. Sentii gli occhi inumidirsi e iniziai a scalciare e urlare. Stefania si mise dietro di me, con una luce maniacale negli occhi, chiudendomi la bocca con una pezza
–sai bimba mia sei davvero una stupidina. La mamma e il papà ti avevano detto di fare la brava ma tu non li hai ascoltati e ora sono costretti a punirti vero Alberto?-
la pazza scoppiò a ridere e fece un cenno ai due uomini. L’unica cosa che potevo fare era sperare che i dieci minuti passassero in fretta, anche se dubitavo che qualcuno avrebbe aperto la porta ad Alex. Mentre speravo di essere salvata delle mani grandi iniziarono a toccarmi il ventre e ben presto mi ritrovai senza maglietta mentre quel qualcuno iniziò a sbottonarmi i jeans. Quando capii le loro intenzioni mi dimenai sempre più forte ma l’unica cosa che ottenni fu una sberla che mi tolse il fiato
–Stefy? Che ne dici se prima mi diverto un po’?!-
i miei “ genitori” si guardarono sogghignando
–prego caro!-
sentii delle risate ma non vidi nulla per via delle lacrime che mi appannavano gli occhi, qualche istante dopo sentii un dolore al braccio destro e qualcosa che mi passava sulla pelle poco prima di esso mentre dall’altro lato un calore sempre più insistente.
–cazzo!-
 disse Manuel
 –mi sono tagliato! Brutta stronza è per te! Non per me!-
mi sforzai di girarmi e quello che vidi mi immobilizzò. Manuel aveva in mano un grosso coltello da cucina e Alberto un accendino
–bene ora che vi siete divertiti passiamo ai fatti-
come poteva una madre chiedere di violentare la propria figlia!? Che razza di essere era!?
–inizio io-
-no! Voglio andare prima io!-
 -io sono suo padre!-
sentii dell’aria sul viso, probabilmente lo sbuffo di qualcuno
–basta, amore cominci tu, Manuel sarai il secondo –
terrorizzata iniziai ad urlare ma il panno attutiva le urla. Lo morsi e provai a spostarlo due, tre , quattro volte. Il reggiseno fece la stessa fine della maglia e dei jeans e mio padre mi strinse i seni a coppa facendomi urlare dal dolore. Quello che stava per succedere era inevitabile ma non gli avrei mai concesso di vedermi ferma e sottomessa.
–sai figlia mia, sei davvero una ragazza stupenda! Avrei dovuto farlo prima-
le sue mani iniziarono a scendere verso le mie cosce e in quell’istante sentii la presa di Manuel sparire così ne approfittai. Balzai in piedi e scattai verso le scale ma pochi passi dopo fui fermata. Iniziai a lottare con chi mi teneva e il bavaglio si sciolse
–aiuto-
urlai con tutta la forza che avevo in corpo prima di sentire qualcosa di freddo e affilato attraversarmi da parte a parte e cadere a terra stremata. Iniziai ad ansimare e perdere coscienza ma prima di sprofondare nell’oblio sentii una voce calda e familiare chiamarmi e due braccia forti stringermi. Alex era qui. Era rimasto. Dopo questi pensieri seppi che stavo morendo ma con lui al mio fianco non potevo che andarmene col sorriso sulle labbra.


Bagno Eleo, l'altro non mi piaceva

Manuel ..... immginatelo un po' più vestito

vestiti Louise
festaaaaaaaaaaaaaaaa! Capitolo 10!! Grazie mille atutte, davvero :D ora devo scappare. Leggete in tanti!
RECENSIONE??
BaCIo, sophy

  
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