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Autore: MrYamok    16/11/2011    0 recensioni
Sin da bambino ero più silenzioso degli altri.
Non perchè avessi paura di parlare, ma più di tutto, oltre che ascoltare gli altri, per ascoltarmi pensare.
Era un cosa straordinaria, che mi lasciava con gli occhi persi nelle profondità del vuoto e la mente fuggitiva nel mondo dei perchè.
Riflessioni, e per ognuna di esse un satellite, che come le idee, ruota intorno a qualcosa di più grande, troppo complesso da leggere in una volta sola.
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Cosa cerco?
L'amore? Una persona con la quale valga la pena spendere un secondo come una vita intera.
Chi lo cerca più l'amore vero? Quegli ipocriti sanno solo mentire a sè stessi, sanno solo spolverare la punta di una città sepolta.
Non pensano ad altro che dire idiozie, gratis, nemmeno qualcuno gliele chiedesse.
Pensano che amare sia la cosa più facile del mondo, e si sentono maestri del mestiere.
Stronzate!
Non sanno un bel niente dell'amore.
Loro l'amore lo prendono per i capelli e lo sbattono da una parte all'altra, e pensano che dopo di quello non ci sia nient'altro.
Il sesso, ecco cosa c'è. Il sogno di ogni adolescente.
Ma chi lo vuole subito e in fretta lo consuma come fosse un pezzo di pane e lo butta via a metà strada.
Nessuno vuole riflettere, nessuno si ferma a pensare, come se dovesse morire il giorno dopo.
Allora a che serve vivere? Che senso dovrebbe avere?
Sarebbe come guardare le stelle e pensare tutta la vita che siano diamanti giganteschi piantati nel cielo."
"Perchè, cosa sono le stelle?"
"Sono ammassi di... oh, lascia perdere Nadìr."
"Davvero Encelado, a volte non capisco proprio di cosa tu stia parlando."
"Non ti preoccupare" sentenziò Encelado "tu sei diverso dagli altri. Sei solo un po' idiota."
"Capisco. Quella zuppa la finisci? Perchè..."
"Tutta tua. Dopo dormi però."
"Certo!" squittì Nadìr.
Nadìr ingurgitò la zuppa rumorosamente e finì in bellezza con un rutto sonoro.
Encelado fece una smorfia disgustata e si coprì la testa con il drappo di lana.
"Encelado... sei sveglio?"
"Sì, Nadìr, dimmi."
"Cosa credi ci sia oltre le stelle?"
"Altre stelle."
"E dopo di quelle?"
"Altre galassie con altre stelle. L'universo è vasto, Nadìr."
Nadìr lo guardò pensieroso.
"E dopo di quello?"
Encelado fece un respiro profondo.
"Nessuno lo sa."
"Neppure tu, Encelado?"
"Neppure io, Nadìr. Ora dormi."
Nadìr mugolò imbronciato e guardò il cielo "Pensi che dopo l'universo... ci sia l'amore?"
"Chi lo sa. Vuoi scoprirlo, per caso?"
"Certo che sì!" esclamò Nadìr convinto.
"L'amore è molto più vicino di quel che credi, Nadìr. Non serve cercarlo così lontano."
"Tu lo hai mai trovato?"
Encelado odiava quelle domande da bambino che gli poneva Nadìr; non riusciva mai a rispondergli completamente. A volte non lo faceva e basta.
"Dormi, Nadìr. Domani ci aspetta lungo viaggio."
"Verso l'amore?"
"Verso l'amore." disse Encelado sconfitto.
   
 
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