Essendo
la mia
seconda fiction e non essendo molto brava, un qualunque vostro
consiglio mi
farebbe veramente piacere e mi aiuterebbe molto. Grazie ^_^
Cambio
di vita
Da
qualche parte in mezzo al mare…
Perché
a lei? Perché questo? Non era giusto…non
era giusto..
-MAMMAAAAAAAAAAA,PAPAAAAAAAAAAAAAAAA’-
calde
lacrime cadevano sul volto oscurato, vedeva soltanto fuoco, un fuoco
che bruciava
quello che rimaneva ormai della sua vita, un fuoco che bruciava la sua
esistenza.
Water
Seven-Cantieri della Galley Company
-Ehi
Paulie, allora come è andata con Iceberg?
Cosa ha detto del tuo progetto?-
-Il
capo ha detto che devo lavorarci ancora
su, la nave, così come l’ho creata non
è ancora ben equilibrata.- rispose il
grande carpentiere con un piccolo broncio di noia a coprirgli il volto
-Bah
certe volte non lo capisco, eppure sa
che sei quello più in gamba- disse l’amico un
po’ sconcertato; tutti sapevano
che Paulie era il miglior carpentiere, dopo Iceberg, di tutta la Galley
Company.
Eppure era un periodo in cui il capo voleva sempre di più da
quest’ultimo
portandolo allo sfinimento.
-Forse
non è ancora abbastanza- rispose con
non curanza
Intanto
un po’ più in là altri
carpentieri…
-Ehi
John guarda lì-
-Cosa
hai visto?-rispose l’interpellato
-Quella
barca ieri non c’era, da dove è
sbucata?-rispose l’amico
-Non
ne ho idea, è strano, ieri se non mi
sbaglio c’è stata una tempesta, forse è
stata trascinata dalle onde, andiamo a
controllare-
-Ok-
-Ehi
ragazzi dove state andando? C’è ancora del
lavoro da sbrigare qui-disse Paulie facendo girare i due
-Lì
c’è una barca, dev’essere stata
trascinata durante la notte dalla tempesta, stiamo andando a
controllare-
rispose il ragazzo chiamato John
-Aspettate
vengo anch’io, forse riesco a
trovare qualcosa per il progetto che ho in mente- disse pensieroso
Paulie –EHI TILESTONE
PENSACI TU QUI- gridò al compagno mentre correva per
raggiungere i due ragazzi.
-Si
si d’accordo-disse Tilestone angosciato,
pensando già a quando lavoro in più doveva
svolgere –Non riuscirò mai a finirlo
per oggi, povero me-
Nel
frattempo Paulie e gli altri arrivarono
sugli scogli dove si trovava l’imbarcazione
-Ecco
vedi è lì-
-Ok
dai andiamo-
Quando
arrivarono non poterono credere hai
loro occhi, l’imbarcazione non era vuota, al contrario vi era
una ragazza
svenuta
-Presto
ragazzi correte ad avvisare il
dottore, la porterò io all’ospedale-disse Paulie;
era preoccupato, non sapevano
per quando tempo quella ragazza era rimasta in mare, sarà
rimasta sicuramente
disidratata ,sperò solo che fosse
ancora viva.
-D’accordo-
risposero i due correndo
all’impazzata verso il paese
Sentiva
delle voci….se non si sbagliava
erano voci maschili…due
precisamente; una era una voce di un anziano, era rassicurante e calda,
infondeva una certa sicurezza, mentre l’altra di un uomo
molto più giovane, era
profonda e chiara, stava chiedendo delle informazioni sulla salute di
qualcuno,
ma non riusciva a capire, era stordita.
Piano
piano iniziò ad aprire gli occhi,
vedeva delle immagini sfuocate, ma dopo un po’
riuscì a focalizzare; vedeva una
stanza bianca, c’erano dei quadri appesi ai muri, alcuni
contenevano disegni
altri invece incorniciavano dei diplomi e lauree, nomi di dottori
sbucavano
dappertutto e dei bip risuonavano dalla sua destra.
-Sono
finita in un ospedale- sussurrò
flebilmente –Si, ma dove?- bah, sinceramente, ormai, non gli
interessava
neanche questo, se fosse stata una sua scelta poteva
anche morire all’istante, non aveva nessuno
motivo al mondo, per vivere.
-Allora
dottore come sta?- chiese Paulie
-Si
è ripresa abbastanza bene, non era in
gravi condizioni. Dagli esami effettuati non si trovava da molto tempo
in mare,
per questo non era molto disidratata; entro due giorni
riprenderà completamente
le sue forze- spiegò il dottore rassicurante
-Capisco,
la ringrazio- bene almeno una buona
notizia dopo ore di attesa.
-Si
figuri; c’è un’altra cosa di cui vorrei
discutere, vede, la ragazza tra due giorni uscirà
dall’ospedale e credo che
anche lei si sia accorto che la signorina non è di qui-
disse il dottore con
fare sospetto, almeno per Paulie
-Beh..si,
perché?- iniziò ad avere qualche
preoccupazione, era come se qualcuno gli gridasse di scappare, adesso,
a gambe
levate se non voleva trovarsi in qualcosa che non gli avrebbe fatto
affatto piacere.
-Vede
di certo non conoscerà nessuno qui e
sicuramente non avrà nessun posto dove andare…e
dato che è stato lei a trovarla
e a salvarla, beh credo che potrebbe aiutarla con questo piccolo
problemino.-
ora il dottore lo fissava dritto negli occhi, aveva stampato sul viso
un
sorrisino divertito, che in quel momento fece soltanto indispettire
Paulie
ancora di più; ma perché non dava mai ascolto al
suo buon senso?
-Buongiorno
signorina, come si sente oggi?-
se quell’infermiera intendeva fisicamente, stava bene, se
intendeva dentro..
beh stava uno schifo.
-Bene,
la ringrazio- un piccolo sorriso,
almeno per rendere un po’ vere quelle parole, non gli piaceva
vedere le persone
troppo preoccupate, gli metteva addosso una specie di angoscia. Sin da
bambina
voleva vedere le persone sorridere sempre, ma adesso era cresciuta e
sapeva che
sorridere non era sempre facile, non finché c’era
sempre qualcuno pronto a
renderti la vita difficile.
-Sa
signorina, oggi potrà uscire, le cure
sono finite e lei è in ottima forma- sorrise
quest’ultima
“Posso
uscire, fantastico!! E adesso dove
vado? Da quel che ho capito mi trovo a Water Seven, peccato che io non
conosca
nessuno a Water Seven” sbruffò senza accorgersene,
tanto che l’infermiera pensò
che la donna volesse rimanere nell’ospedale.
-Signorina,
comunque la volevo informare che
il signor Paulie la verrà a prendere a mezzogiorno- disse
l’infermiera, aveva
una faccia trasognata, chissà
perché…aspetta un attimo, le aveva appena detto
che un certo “Paulie” sarebbe
venuto a
prenderla, ma chi era Paulie?
-Mi
scusi infermiera, ma chi è il signor Paulie?-
chiese perplessa, era sicura di non conoscere nessuno lì
-E’
il suo salvatore- ma perché era così
eccitata? Era passata da un infermiera dolce e gentile, a un’
esagitata e senza
controllo, forse lavorava troppo poverina.
-I-Il
mio s-salvatore?- era decisamente
confusa
-Si
signorina, è stato lui a trovarvi e a
portarvi qui- rispose felice lei, come se stava assistendo ad una di
quelle
favole d’amore che si raccontano da bambine; anche lei
credeva alle favole, ma
adesso non più come prima…
-Ah,
capisco- e adesso? Che cosa doveva fare?
Forse aspettare; da quello che aveva capito sarebbe arrivato a
mezzogiorno,
mancava solo un ora.