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Autore: Alessia Heartilly    17/11/2011    1 recensioni
Squall, Rinoa e Selphie rimasero fermi fino a quando il silenzio tornò a circondarli, tenendosi per mano e cercando di trovare forza da qualche parte.
Era davvero tutto troppo adulto e troppo amaro.
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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MOONLIT ORCHID
III. Post-it note

Quando Rinoa entrò nell'ufficio di Squall, con il solito sacchetto di brioche per le riunioni, lui stava fissando dei documenti e alzò a malapena lo sguardo.

"Hey," lo salutò lei, posando il sacchetto e girando intorno alla scrivania per baciarlo sulla guancia. Lui si strofinò un po' gli occhi e poi allungò un braccio, per farle capire di sedersi sulle sue gambe. "Non stai bene?" chiese Rinoa preoccupata, vedendo il suo gesto.

"No, sto bene, sono solo un po' stanco... ed è arrivato un nuovo problema, come se non ne avessimo già abbastanza!" Indicò con una mano il foglio che stava leggendo quando era entrata lei, e lei si sporse per prenderlo, seguendo il suo implicito invito.

Dopo una lettura veloce, disse sospirando, "beh, di sicuro non perdono tempo..."

"Hanno già marchiato Seifer come il colpevole, quello che faremo adesso ha poca importanza. A loro interessa solo sapere chi sarà il prossimo Preside." Squall appoggiò la testa allo schienale, con una mano che scorreva lentamente sulla coscia di Rinoa, e chiuse gli occhi. "Non hanno nemmeno avuto la decenza di aspettare un po'. Se guardi la data è del giorno della morte di Cid."

Lei gli strinse le braccia intorno al collo, baciandogli ancora la guancia. "Mi dispiace..."

Squall le spostò il viso per poterla baciare, e cercò di consolarsi nel suo amore di quella mancanza di rispetto, per la persona che Cid era stato e per il dolore che loro sentivano per la sua perdita. "Stanno arrivando," gli sussurrò poco dopo Rinoa a fior di labbra, e si alzò, lisciandosi i pantaloni.

Dopo nemmeno trenta secondi qualcuno bussò alla porta.

"Sensi da Strega," disse lei sorridendo, mentre lui dava il permesso di entrare.

Quando tutti furono entrati, Seifer compreso, si sistemarono sulle varie sedie sparse intorno alla scrivania; Rinoa aprì il sacchetto delle brioche e le distribuì a tutti. Sembrava che tutti ci fossero abituati, e Seifer evitò di fare commenti - probabilmente per loro era una specie di rituale. Addentò il suo croissant e cercò di trattenere il più possibile lo stupore: di certo non era una cosa da mensa. Non ricordava cose così buone, e di sicuro non avrebbe messo in discussione né le riunioni né il rituale della colazione insieme da quel momento in poi.

"Bene, allora. Prima di iniziare, voglio dirvi una cosa." Rinoa si sedette accanto a lui, e gli strinse una mano sotto la scrivania. "Stamattina ho trovato dei documenti sulla mia scrivania... uno di questi richiede che comunichiamo al più presto agli altri Garden chi sostituirà Cid come Preside del Garden di Balamb. Non c'è bisogno che vi dica che ovviamente non ho nemmeno lontanamente pensato a chi possa essere. In giornata comunicherò che per il momento siamo occupati nel trovare l'assassino di Cid, e che quindi qualsiasi altra faccenda verrà rimandata a dopo la fine delle indagini."

Quistis annuì. "Non ci hanno nemmeno lasciato il tempo di seppellirlo..."

"Già," concordò Zell, sbattendo un pugno contro l'altra mano per sfogare in parte la sua rabbia. Almeno il rispetto di Cid...

"Non pensiamoci più," disse Squall. "Concentriamoci su quello che ci preme davvero adesso. Per prima cosa, dobbiamo pensare anche ad Edea..."

"Sono stata da lei questa mattina," intervenne Rinoa. "Ha passato la notte piuttosto tranquilla. Mi ha detto che sarebbe andata a passare la giornata con le matricole più giovani, per cercare di distrarsi un po'. Più tardi tornerò a trovarla... sembra che abbia ancora un certo legame da Strega con Cid, per cui la cosa è anche più difficile del previsto, per lei."

"Ci sarà bisogno che qualcuno la tenga informata di come procediamo," rifletté Quistis. "E se lo facessi tu, Rinoa?"

"Io?" La ragazza sembrava piuttosto stupita dell'offerta - concordava sul fatto di informare Edea, ma che lo facesse lei...?

"Beh, sì," continuò Quistis. "Lo hai appena detto, sembra che una parte del suo legame Strega-Cavaliere con Cid ci sia ancora. Quella è una cosa che solo tu puoi capire... e so che ti rende particolarmente ricettiva di quello che ti circonda."

"Sì, è vero, ma non so se -"

"Ha ragione," concordò allora Selphie. "Sono notizie che dovremo darle con un po' di tatto. Se tu riesci a percepire quello che prova, o anche solo a capirlo meglio di noi, sei tu la persona giusta. Noi possiamo starle vicino, ma ci sono cose che solo voi due potete comprendere del tutto."

Rinoa si voltò verso Squall, come cercando la sua approvazione. "Io penso che abbiano ragione," disse allora lui annuendo. "Non c'è bisogno che tu le dica sempre ogni cosa. Sarà il tuo istinto a dirti quando parlarle e quanto dirle. Ma tra noi sei la persona migliore per farlo... noi altri le staremo vicino in altri modi."

"Va bene, allora. Grazie," disse poi rivolta a Quistis, con un sorriso appena accennato, a cui l'insegnante rispose annuendo.

"Bene," disse allora Squall riprendendo la situazione in mano. "Stabiliamo i punti fermi. Diciamo tutto quello che abbiamo scoperto e mettiamo in gioco tutte le idee. Zell, cominci tu? Poi andremo in senso orario."

Zell annuì. "Cid è stato ucciso con dieci coltellate al petto, ed è morto dissanguato per le gravi ferite. Sembra che sia morto intorno alle ventitré del ventiquattro settembre, due giorni fa. Stiamo aspettando i risultati definitivi dell'autopsia, che comprende anche un rapporto tossicologico per capire se Cid sia stato drogato prima di essere accoltellato. Dovremmo riceverlo al massimo entro due giorni."

Irvine si grattò il mento con le dita. "L'assassino voleva una morte lenta. Zell, sai se per caso aveva colpi anche all'altezza dello stomaco?"

"Credo ce ne fossero un paio. Dico coltellate al petto, ma in realtà ad essere precisi erano sparse su petto e addome."

"Cosa intendevi, Irvine?" chiese Squall.

"Beh, ieri sera dicevi che secondo te si tratta di qualcuno che ce l'ha con Cid... e riflettendoci ho notato che ha scelto una morte piuttosto... dolorosa. E lenta. Non solo ce l'aveva con lui, ma voleva anche che soffrisse. Ci sarebbero stati altri modi per ucciderlo più rapidamente. Solo un'idea."

"Mi sembra un'ottima idea, però," annuì Rinoa.

"Già, credo anch'io," concordò Squall. "Sakura, tu hai scoperto qualcosa?"

"Io e Zell siamo scesi a FH e ci siamo divisi i compiti: lui ha parlato con il medico legale e io con l'albergatore e quelli che potevano essere i testimoni. L'albergatore ha visto entrare qualcuno, ma era sul retro perché era molto tardi, e quindi non sa darci una descrizione. E non lo ha visto uscire, per cui ha pensato fosse un cliente che si è registrato durante il turno di sua moglie. Quando gli ho detto che sospettavano fosse Seifer, lui ha negato, dicendo che lo conosce molto bene e la persona che ha visto era troppo bassa e troppo magra per poter essere Seifer. I testimoni non sono stati di molto aiuto; se hanno visto entrare qualcuno, non ci hanno dato peso. Nessuno ha sentito rumori di lotta o urla. Per questo abbiamo chiesto che venisse analizzato il sangue di Cid."

"Bene. Irvine?"

"Cid ha lasciato il Maggiore Dobe e sua moglie intorno alle ventuno e trenta, dopo aver cenato con loro. È rientrato subito dopo all'albergo e si è ritirato in camera sua. L'albergatore si è accorto della sua morte solo la mattina, quando è andato a svegliarlo."

"Perché dormiva in albergo?" chiese Seifer. "Non poteva rientrare al Garden?"

"Cid è partito per FH prima del Garden," rispose Selphie. "Circa tre giorni prima. Il Garden doveva terminare di caricare le provviste che avevamo acquistato a Balamb. Quando siamo salpati il Preside era in viaggio già da ventiquattro ore. Il resto è il tempo che abbiamo impiegato ad arrivare a FH."

"Questo ci fa pensare anche che l'assassino sia interno al Garden," aggiunse Rinoa. "Tu eri a FH già da tempo, ma Cid è stato ucciso proprio la sera in cui il Garden ha attraccato. Una coincidenza strana. Somma la mia percezione e capisci perché abbiamo molti dubbi."

"Quindi riassumendo..." iniziò Squall, ma venne interrotto quando qualcuno bussò alla porta ed entrò senza attendere di avere il permesso.

Era Shu, e sembrava piuttosto trafelata.

"Scusate l'intrusione," iniziò. "Ma ho bisogno di dirvi una cosa."

Entrò, richiudendosi la porta alle spalle. "Comandante," disse poi a mo' di saluto.

"Parla pure, Shu," annuì lui, ma lei scosse la testa.

"Non qui. Incontriamoci tutti tra mezz'ora nella Sala del Supremo. Squall, ho bisogno di parlarti urgentemente, hai un minuto?"

"Sì certo," rispose lui, piuttosto stupito dal modo di fare della sua Vice-Comandante. "Ok, allora, scendete pure tutti... cercate solo di non dare troppo nell'occhio. Chiariremo tutto dopo. Noi arriviamo appena avremo finito qui."

Tutti annuirono, anche se condividevano lo stupore e la curiosità di Squall. Quando furono tutti fuori, e li sentirono parlottare per stabilire come scendere tutti senza attirare troppa attenzione, Squall si alzò e si rivolse direttamente a Shu, incrociando le braccia.

"Sembra che tu abbia scoperto qualcosa di grosso," iniziò.

"Forse è una cosa stupida, ma era troppo ben nascosto per non provare almeno a capire cosa significa." Shu si avvicinò di qualche passo e allungò un oggettino giallo.

"Oh," disse soltanto Squall.

"Volevo che fossi il primo a vederlo."

*~*~*~*~*

La Sala del Supremo veniva utilizzata raramente, e solitamente era per tenere riunioni della massima importanza e segretezza, o per contrattare con clienti che avevano particolarmente a cuore l'anonimato.

Per questo, quando Shu aveva chiesto che tutti si incontrassero lì, il gruppo aveva capito che si trattava di qualcosa di grosso; solo Seifer era rimasto piuttosto spaesato, ma era stato ragguagliato velocemente sull'utilizzo di quella stanza mentre scendeva in ascensore insieme a Quistis.

I ragazzi occuparono il tempo in chiacchiere piuttosto nervose e supposizioni su cosa poteva mai aver scoperto Shu; si tranquillizzarono, per modo di dire, solo quando il cicalino dell'ascensore annunciò l'arrivo di Shu e Squall.

Fu Shu a interrompere per prima il silenzio. "È solo una misura di sicurezza, ragazzi. Se non escludiamo che l'assassino sia interno al Garden, allora dobbiamo anche prendere misure aggiuntive per non farci scoprire. Potrebbe anche darsi che ci spii."

"Che cos'hai scoperto, Shu?" chiese Quistis.

"Accomodiamoci di là," intervenne Squall indicando il grande tavolo rotondo posizionato al posto del trono di Norg. Quando tutti si furono seduti, Shu si schiarì la voce e, rimanendo in piedi, iniziò a spiegare.

"Come vi avrà già detto il Comandante, qualche ora dopo la morte di Cid abbiamo ricevuto la richiesta di notifica della nomina del nuovo Preside dai Garden di Trabia, Galbadia ed Esthar. Squall l'ha esaminata stamattina e mi ha detto di avviare le procedure di controllo, anche se la nomina vera e propria non avverrà se non dopo la cattura del vero assassino."

Squall annuì come per confermare. "È solo per evitare che gli altri Garden ficchino il naso nei nostri affari, ora che la situazione è delicata."

"In cosa consistono queste procedure?" chiese Sakura.

"Fondamentalmente si controlla se il Preside uscente aveva qualche pratica in corso, ad esempio richieste di missioni, in modo da smistare tutto alle persone di competenza, mentre viene discussa la nomina del nuovo Preside. Si tratta di procedure valide per tutte le maggiori cariche del Garden," spiegò Shu. "Stamattina ho iniziato a controllare la scrivania di Cid, per togliere tutti gli effetti personali ed esaminare carte e documenti. Sotto alla pila delle carte denominate 'da buttare', ho trovato questo." Allungò una busta di plastica in cui aveva infilato l'oggetto che aveva trovato, e lo fece passare di mano in mano.

Fu solo Seifer a parlare. "Tutto questo casino per un post-it?"

"Sì, ma ora vi spiego anche perché. Ho eseguito una ricerca preliminare nell'ufficio, subito dopo la morte di Cid, come da protocollo, per rintracciare il testamento. Ho controllato anche negli schedari che Cid ha sulla scrivania, per le richieste in entrata, in uscita e le carte da buttare. E posso affermare con sicurezza che quando ho fatto quella ricerca, questo," e sottolineò la parola sollevando la busta, "non c'era."

"La ricerca è stata eseguita alla presenza di due SeeD e due matricole scelte a caso," aggiunse Squall. "Quindi possiamo dire di avere quattro testimoni potenziali del fatto che questa prova è stata posizionata dopo quell'esame."

"Potenziali?" intervenne Selphie.

"Sì. Ti spiego poi," disse Squall, facendo cenno a Shu di continuare.

"Ora, sappiamo che qualcuno ha voluto quindi sbarazzarsi di questa prova, e ha pensato di farlo mettendola tra le carte da buttare del Preside. Quindi sapeva che era stata fatta un'ispezione preliminare, e che con tutta probabilità quella pila di carte non sarebbe stata riesaminata. Già il fatto che il biglietto sia stato posizionato dopo l'ispezione e che sia stato posizionato proprio nelle carte da buttare indica che qualcuno sperava che andasse perduto. Per questo mi ha insospettito, e ho pensato fosse meglio indagare."

Rinoa allungò una mano a prendere la busta. "È la grafia di Cid?"

"Ho fatto un confronto grossolano con le istruzioni che mi ha dato prima della partenza. Secondo me è stato scritto da lui, ma possiamo chiedere conferma a un esperto."

"Sembra un codice, ma..." Rinoa esaminò cosa c'era scritto, rifletté un po' e poi disse, "potrebbe riguardare qualcosa interno al Garden?" Fece passare di nuovo la busta.

"Somiglia ai codici che assegniamo alle stanze," disse Quistis dopo averlo esaminato.

"873-56... non si legge benissimo... vedo solo una specie di H e una N." Selphie fece passare la busta al suo ragazzo, nella speranza che ci capisse di più.

Ma la ricerca del significato del codice venne interrotta dallo scampanio del Garden che annunciava la fine dell'allenamento all'esterno e l'inizio delle lezioni teoriche un quarto d'ora dopo.

"Dobbiamo rimandare," sbuffò Squall passandosi una mano tra i capelli. "Ok, ognuno ai propri compiti abituali. Nel frattempo cercate di pensare a cosa possa essere quel codice. Mi raccomando, nessuno deve sapere che stiamo davvero indagando." Si rivolse a Selphie. "Per questo diciamo potenziali. L'assassino è nel Garden, deve pensare di essere al sicuro. Se qualcuno vi chiede qualcosa, le riunioni servono a stabilire il prossimo Preside."

I ragazzi annuirono, e si alzarono in silenzio, ciascuno rimuginando per conto suo.

"Shu, tu continua a esaminare l'ufficio del Preside come prima. Qualsiasi cosa trovi che ti sembra sospetta, portamela. Ci aggiorniamo tutti qui per le undici e trenta di questa mattina. Zell, hai tempo per fare un salto nei nostri uffici?"

"Oggi?"

Squall annuì.

"Solo dopo pranzo. Ma perché?"

"Dobbiamo eliminare il sospetto che ci siano delle microspie."

*~*~*~*~*

Alle undici e trenta, come aveva richiesto Squall, il gruppo si riunì di nuovo.

Era difficile tenere segreto quell'incontro, però, per cui la scusa inventata da Squall funzionò benissimo: studenti e SeeD del Garden di Balamb pensarono che i pezzi grossi si riunissero per stabilire il prossimo Preside, e continuarono la loro giornata senza guardarsi l'un l'altro alla ricerca di un colpevole.

"Allora," iniziò Squall non appena tutti si furono seduti intorno al tavolo. "Ho pensato a una cosa."

"Cioè?" chiese curiosa Selphie.

"Non siamo investigatori. In questo momento indaghiamo solo perché ci siamo costretti, per cui non siamo abituati alle cose da fare. Procediamo secondo un protocollo che nessuno di noi ha mai messo in atto. Non so come funzionino le indagini della polizia, ma ritengo che dovremmo annotare le nostre considerazioni per evitare di dimenticarle. E anche per non perdere il filo logico dei ragionamenti."

"A cosa stai pensando?" domandò Quistis.

"Una specie di diario delle indagini."

"Ma pensi che ci tornerebbe utile?" Irvine si grattò il mento.

"Beh, credo che sia utile capire come siamo arrivati a scoprire certe cose. Non potremmo farne una copia per tutti, sarebbe troppo lungo... ma tanto ci riuniamo sempre tutti insieme. Ho intenzione di fare una riunione delle indagini la mattina e una la sera. In quelle occasioni il diario passerà di mano in mano. Spero che vedere le conclusioni delle giornate possa aiutarci a trovare nuove idee, perché le indagini saranno difficili."

"Io sono d'accordo," disse Shu. "Alla fine, è un modo per riuscire a tenerci informati. Non abbiamo familiarità con queste cose."

"Hai anche pensato a chi può occuparsene?" domandò Zell.

"Ho pensato a Rinoa." Si voltò a guardarla e iniziò a spiegare la sua scelta. "Questo periodo è quello con meno lavoro, per te. Le lezioni di magia non inizieranno fino all'anno nuovo, e l'Infermeria può sempre chiamarti se ci sono urgenze. Mentre invece, per fare un esempio, Quistis è impegnata con la distribuzione dei nuovi studenti e la gestione delle risorse. Lo stesso vale per gli altri. La magia viene insegnata solo quando le matricole sanno gestire l'arma, e sappiamo tutti che ci vuole qualche mese. E Seifer non può per ovvie ragioni. Insomma, attualmente sei quella che ha più tempo da dedicare a questa cosa. E ci serve che sia il più particolareggiata possibile."

"Voi che ne dite?" domandò Rinoa rivolta al resto dei compagni.

"Io sono d'accordo, e in ogni caso ti aiuteremo se avrai bisogno," disse Quistis, e gli altri la seguirono.

"Bene. Stabilito questo," continuò Squall, allungando un anonimo quaderno bianco e spesso insieme a un blocco per appunti con biro a Rinoa, "direi che possiamo procedere. Zell, dopo pranzo riesci a controllare gli uffici del terzo piano?"

"Sì. Conto di finire entro sera."

"Bene. Tieni traccia di dove hai trovato le eventuali microspie. Una volta esaminati tutti gli uffici ci riuniremo di sopra. Allora... qualche idea sul post-it?"

"Io ho pensato che possa essere qualcosa di interno al Garden," intervenne Selphie. "Somiglia ai codici che assegniamo alle stanze..."

"Ma che c'entrano le lettere?" domandò Seifer.

"Circa tre anni fa il Garden è stato ristrutturato, ed è stato inserito un sistema di comunicazione diretta con ogni dormitorio," iniziò a spiegare Quistis. "In pratica da ogni ufficio del terzo piano è possibile contattare una stanza specifica, in modo che la comunicazione non debba per forza essere pubblica. Ogni stanza quindi ha ricevuto un numero identificativo, e una coppia di lettere che serve a stabilire il settore in cui si trova la stanza. Dai nostri computer possiamo ricercare il codice identificativo della stanza, e una volta trovato quello che ci interessa, possiamo comunicare direttamente dal computer."

"Ma dovete sapere tutti i codici così?" domandò Seifer, con un'idea che si formava nella sua mente.

"Non è necessario," gli rispose Zell. "Ho creato un sistema di ricerca per cui è possibile usare vari criteri. Nome, cognome, numero di matricola, settore della stanza... ad esempio, potrei cercare Seifer Almasy nel sistema e contattarti nella stanza in cui ti trovi, senza dover sapere in che stanza stai o in quale settore. Anche scrivere solo Seifer basterebbe."

"Ma se il sistema è così avanzato," rifletté allora Seifer, "anche al Preside bastava una ricerca del genere, o no?"

"Ovviamente," annuì Shu.

"E allora a che scopo segnarsi il numero su un post-it? Tanto gli bastava cercare con il computer e poi il collegamento era diretto. O sbaglio?"

"Hai ragione, ma il sistema funziona anche dall'esterno," rispose Squall. "Supponiamo che io sia a Balamb, e voglio contattare Rinoa che si trova all'interno del Garden. Chiamo il centralino, e se conosco già il codice della stanza, sveltisco di molto la procedura, perché il collegamento è diretto e non deve essere approvato da un responsabile."

"A questo punto possiamo solo fare una cosa," disse Rinoa. "Uno di noi deve salire al terzo piano e tentare una ricerca di questo codice all'interno del Garden. Non ricordo questa coppia di lettere."

"Ci penso io," intervenne Shu, scribacchiando il codice su un foglietto che infilò nel taschino della divisa. "Faccio in fretta," e si diresse con passo veloce all'ascensore.

"Mentre aspettiamo avete altre idee?" domandò Squall.

"Che voi sappiate è un sistema di classificazione diffuso?" Seifer stava ancora riflettendo sulla teoria del settore interno - non gli tornava.

"Non direi," rispose Rinoa. "Ai tempi abbiamo chiesto la collaborazione di Esthar e FH per la tecnologia necessaria, e al resto ha pensato Zell. Per ragioni di sicurezza abbiamo chiesto che l'utilizzo del software di Zell fosse vietato al pubblico, escluse Esthar e FH che ci avevano fornito la base tecnica. Io credo che al massimo sia utilizzato in queste città."

"Potrebbe essere un messaggio cifrato?" domandò Irvine. "Non so..." continuò a riflettere a voce alta, prendendo il sacchetto del post-it. "Le lettere potrebbero essere iniziali?"

"Beh, qualsiasi lettera potrebbe essere un'iniziale," disse Squall scrollando le spalle. "Ma se la tua teoria è giusta, allora la chiave sta nei numeri."

"Una data?" chiese Selphie. "Naaa, i numeri non coinciderebbero... a meno che qualcuno abbia voluto nascondere la data vera, ma non ci arriveremo mai."

"Un numero di matricola?" ipotizzò Quistis. "Ma sembra molto lungo, e anche se in mezzo è difficile da capire, sembrano numeri. Non abbiamo così tanti studenti."

"I numeri che assegniamo agli esterni?" azzardò Rinoa. "Di solito sono più lunghi di quelli delle matricole."

"Lo escludo," disse Zell. "I numeri degli esterni li assegno io stesso, e sono univoci e progressivi. Inoltre le lettere vengono aggiunte solo a chi effettivamente richiede i servizi dei SeeD."

"Aspettate, i numeri agli esterni?" chiese Seifer. "A che vi servono?"

"A identificare le persone con cui abbiamo a che fare," rispose Squall. "Ci sono stati alcuni incidenti spiacevoli, i primi mesi dopo Artemisia. Abbiamo iniziato allora ad assegnare dei numeri identificativi agli esterni. Ad esempio Laguna, Ellione, Caraway. Quando si trovano all'ingresso, il software permette di ricercare le registrazioni precedenti, con il confronto delle impronte digitali. In questo modo cerchiamo di assicurarci che le persone addette all'ingresso possano sempre sapere chi entra, anche senza averlo mai visto prima. Inoltre nel file vengono registrati comportamenti, autorizzazioni e quant'altro... se un esterno entra al Garden e crea qualche pasticcio, noi possiamo decidere di 'bandirlo'. Questo significa che se si ripresenta all'ingresso, il sistema lo riconosce e i SeeD di guardia possono scortarlo fuori dal Garden o nelle nostre celle di detenzione, a seconda di cosa abbiamo stabilito."

"In più ogni volta che entra un esterno veniamo avvisati sui nostri computer," aggiunse Rinoa.

"Cosa molto scocciante, se posso dirlo, quando ci sono le feste di Selphie," ridacchiò Irvine. "Ma bisogna riconoscere che in questo modo abbiamo diminuito di molto i problemi collegati all'ingresso di sconosciuti che si imbucavano."

"Pensavo vi piacesse vantarvi delle vostre feste," fece sardonico Seifer, guardando Squall.

"Non se significa mettere a repentaglio la vita di qualcuno. Non abbiamo solo amici, Seifer," rispose il Comandante, fissando l'ex rivale con uno sguardo che parlava di cose che Seifer non conosceva, non poteva conoscere, e sarebbe stato meglio per lui non conoscerle mai.

"Quindi chiunque entra al Garden è in pratica 'schedato', e ha un codice che potrebbe essere questo?" domandò allora Seifer sventolando la loro unica prova.

"Come ripeto, non lo è," rispose Zell. "Sì, ogni esterno è registrato nel Garden, e ha un numero identificativo che è solo suo. Questo significa che se qualcuno entra al Garden una sola volta nella sua vita, il suo numero non verrà mai riciclato. Ma per distinguere i clienti dai semplici visitatori assegniamo delle lettere al numero, che di solito corrispondono a quelle della prima missione richiesta."

"Capisco," rispose Seifer. "Ma allora cosa può essere?"

"Non è un numero interno al Garden," disse Shu, rientrando nella stanza. "Ho fatto un controllo con i numeri che riesco a leggere e con le lettere... aveva ragione Rinoa, non risulta un'associazione di quelle lettere nelle nostre stanze. Per sicurezza ho controllato anche gli esterni, ma anche lì zero risultati," terminò accomodandosi.

"A questo punto siamo al punto di partenza," disse Rinoa, facendo ruotare la penna tra le dita. Gettò un'occhiata ai suoi appunti e riassunse, "ricapitoliamo. Il codice non è assegnato a nessuna stanza del Garden e a nessuno degli esterni registrati, per cui scartiamo questa pista. Abbiamo ipotizzato che possa essere un numero di matricola, ma lo abbiamo escluso per la lunghezza, e abbiamo pensato che possa essere un messaggio cifrato, in cui le lettere sono iniziali di qualcuno o qualcosa e i numeri qualcosa che dobbiamo capire."

"Una ricerca fra gli studenti con quelle iniziali?" suggerì Irvine.

"A questo punto tanto vale provare. Una volta che scoviamo le persone con quelle iniziali, possiamo vedere nelle loro cartelle se troviamo qualcosa riguardo i numeri." Squall si voltò verso Shu. "Pensi di farcela oggi pomeriggio?"

"Sì signore."

"Zell, tu che ci sai fare con i computer," disse Quistis sporgendosi in avanti per guardare l'amico, "non potresti provare a vedere se ai numeri corrispondono lettere? Magari il messaggio c'è davvero."

"Ci posso provare," rispose Zell, voltandosi a guardare Squall per avere la sua approvazione, che ottenne.

"Però ragazzi," disse Sakura, che aveva solo ascoltato fino a quel momento. "Come ha detto anche Rinoa, le lettere potrebbero essere iniziali di qualcosa."

"Hai ragione," annuì Squall. "Pensi di poter fare una ricerca in biblioteca?"

"Assolutamente sì. Ho il turno del pomeriggio."

"Bene allora. Procedete come abbiamo detto: Shu con la ricerca delle iniziali tra gli studenti e i SeeD, Sakura con la ricerca tra le cose o i luoghi, e Zell a cercare di vedere se si può decriptare il messaggio eventuale. Prima però vorrei che tu controllassi gli uffici."

"Non c'è problema!"

"Nel frattempo continuiamo a pensare a cosa possa essere. Seifer, se secondo te lettere e numeri possono collegarsi a qualcosa ad FH, non esitare a farcelo sapere."

"Cercherò di spremermi le meningi, ma francamente non mi pare di ricordare nulla di simile."

"Basta che ci provi. Ok, direi che..." Controllò l'orologio. "Possiamo andare a pranzo. Ci riuniamo nel mio ufficio stasera. In caso cambi qualcosa vi avverto sui cercapersone, e uno di voi andrà a prendere Seifer. A più tardi."

*~*~*~*~*

Era quasi ottobre, ormai, e in mare non faceva mai molto caldo, ma Quistis amava le giornate d'autunno.

E decise di pranzare in Giardino, perché c'era bel tempo ed erano le ultime giornate belle che poteva godersi, e soprattutto perché aveva finto tutta la mattina di non guardare ogni studente come il potenziale assassino di Cid, e doverlo fare di nuovo alla mensa piena di persone le rendeva difficile tutto quanto.

Si sedette su una panchina, aprì il suo cestino del pranzo e ne estrasse un'insalata di riso poco invitante. Pensò se andare a prendersi un libro, ma poi ricordò di doversi concentrare su quel post-it; sperava che le ricerche del pomeriggio potessero servire, perché davvero non aveva altre idee oltre a quelle che erano state esposte, e scartate, quella mattina. Era tutta immersa nelle possibilità e nelle riflessioni quando qualcuno arrivò alle sue spalle, facendo scricchiolare le foglie secche sotto gli stivali.

Sobbalzò quando la persona si sedette accanto a lei.

"Scusa, non volevo spaventarti," disse Seifer, appoggiandosi allo schienale della panchina.

"Scusami tu, avrei dovuto stare più attenta. Ero così concentrata che..."

"Non devi scusarti," la interruppe lui, quasi bruscamente. "Immagino che avessi bisogno di tempo. Io so di averne bisogno."

"Rientro difficile?" disse lei, affondando la forchetta nel riso e avvicinandogli poi il cestino perché si servisse. "C'è un'insalata, dentro. Se hai fame."

"Grazie. Difficile, sì," rispose Seifer prendendo l'insalata, ma senza togliere la pellicola trasparente per mangiare.

"Beh, il Garden non è cambiato poi molto, sai," ribatté Quistis guardandolo con la coda dell'occhio.

"Ho visto. Metà del Garden pensa che abbia ammazzato Cid e l'altra metà pensa che forse non l'ho fatto, ma comunque sono responsabile di quella lapide laggiù," fece lui ironico.

Quistis continuò a masticare il suo boccone, come riflettendo su cosa dire. Poi, sospirando, rispose, "è il problema che affrontiamo tutti noi ogni giorno. Siamo in vista, nel bene e nel male. Metà del Garden pensa che Squall sia un buon leader, e metà che non sappia quello che fa e che sotto sotto è manipolato da Rinoa. Metà del Garden pensa che io ci provi tutti i giorni con Squall e l'altra metà pensa che Rinoa dovrebbe togliersi di mezzo. Metà del Garden pensa che Irvine sia una spia galbadiana... non è cambiato nulla rispetto ai vecchi tempi, Seifer. Siamo ancora nel mirino delle dicerie. Gli studenti aumentano, ma rimaniamo una comunità chiusa e spesso isolata. I pettegolezzi sono all'ordine del giorno, e il novantanove per cento delle volte sono inventati di sana pianta, tanto per vedere che succede."

"Non ci ero più abituato," disse Seifer dopo un po'. "Non che fuori parlino benissimo di me, ma pensavo che qui... con quello che ha fatto Cid per me..."

"Lo capisco," rispose Quistis, con un tono quasi consolatorio. "Insomma sei qui perché volevi sfuggire alle dicerie," continuò poi, mescolando svogliatamente il suo riso.

"Sì, infatti. All'inizio pensavo di poter origliare qualcosa, sentire se magari qualcuno parlava dell'assassino... ma poi mi sono accorto di chi parlavano e ho preferito lasciar perdere. In più non mi viene in mente niente per quel dannato post-it. E tu," disse voltandosi a guardarla, "perché sei qui?"

"Mangio sempre in Giardino quando c'è bel tempo e non fa freddo," rispose lei. Ma poi il suo sguardo si fissò sulla lapide dei caduti, dall'altra parte del sentiero, e abbassò gli occhi. "In realtà..."

Lui attese alcuni secondi che lei continuasse, e quando non lo fece la incalzò, "in realtà?"

"Squall ha detto di far finta di nulla, perché altrimenti l'assassino potrebbe mettersi in allarme. Ma non è la cosa più semplice del mondo. Io sono la coordinatrice degli studenti, ho rapporti più o meno stretti praticamente con tutti... pensare che tra loro possa esserci chi ha ucciso Cid è..."

"Non riesci a credere che qualcuno al Garden possa averlo fatto," concluse Seifer.

Lei annuì soltanto. "E non è solo questo," continuò. "La finzione mi... distrugge. Dover far finta che tutto sia a posto mentre sotto sotto spio tutti quanti alla ricerca di un indizio è devastante. Capisco le motivazioni di Squall, fino a quando non avremo prove certe non possiamo far trapelare che indaghiamo. Però allo stesso tempo continuo a fissare tutti e di tutti mi dico: ah no, lui no, non può averlo fatto. Ma so che su qualcuno mi sbaglio, ed è questo che mi fa rabbia, perché se non mi sbagliassi incastrerei l'assassino di Cid, se non-" Si interruppe, posò la forchetta e rimise la pellicola sulla sua ciotolina. Le era passata la fame.

"Se l'avessi notato prima Cid sarebbe ancora vivo. È questo che ti fa stare peggio, vero?" sussurrò Seifer.

"Sì, esatto."

Ci fu un momento di silenzio, e poi, mettendo da parte l'insalata ancora intatta, Seifer disse, "non te ne sei accorta, è vero, ma non se n'è accorto nessuno degli altri. Evidentemente, si sa nascondere bene. Non fartene una colpa, o comunque non pensare che sia colpa tua più degli altri. Se ci fossero stati dei segnali, uno di voi li avrebbe colti. Ma nessuno l'ha fatto, per cui finché non scopriamo chi è stato, non sentirti così. Cid non lo vorrebbe."

"È così difficile," disse soltanto lei.

"Già."

Ci fu un altro lungo silenzio, in cui ognuno si perse nelle sue riflessioni, finché Quistis guardò l'orologio e si alzò. "Tra pochi minuti devo essere a una lezione... devo proprio andare. Ti lascio qui il cestino," disse, prendendosi solo la ciotola della sua insalata di riso, a cui mancavano forse due forchettate. "Se ti viene fame. Serviti pure, ok?"

Lui annuì, ma non diede segno di aver voglia di mangiare.

"E..." Qui lei sembrò piuttosto a disagio, e distolse velocemente lo sguardo. "Grazie per avermi ascoltata."

Lui scrollò le spalle. "Non c'è problema. Ora vai e non sentirti in colpa. Lo hai detto tu stessa. Hai rapporti stretti con tutti. Le tue capacità di osservazione saranno utili."

Lei annuì, ma non rispose.

Salì alla sua aula del secondo piano con il pensiero di quanto fosse stato facile parlare con lui.

E solo molto più tardi si rese conto di quanto era diverso questo Seifer da quello che era stato seduto in quei banchi, anni prima.

*~*~*~*~*

Dopo aver pranzato con Squall nel suo ufficio, dato che i tempi erano troppo ristretti e lui aveva troppo da fare per pranzare nel loro appartamento, Rinoa tornò a casa.

Gettò il quaderno adibito a diario delle indagini e il blocco per appunti sul divano, e andò immediatamente a farsi una doccia calda. La aiutava a schiarire i pensieri, e ne aveva bisogno per riuscire ad essere efficiente nel riordinare i suoi appunti in un modo che risultasse chiaro per tutti. Poi si infilò un paio di pantaloni comodi e la maglia azzurra che le lasciava una spalla scoperta, il suo abituale abbigliamento da studio, si preparò un tè caldo e si dispose a riordinare tutto quanto.

Lesse dapprima tutti i suoi appunti, e poi cercò di pensare a uno schema che potesse andar bene per i loro scopi; decise di segnare tutto quanto come fosse un verbale, appuntando data e ora delle riunioni all'inizio, i vari interventi nel mezzo, e aggiungere alla fine un riquadro contenente le conclusioni più importanti. In questo modo avevano sia qualcosa di schematico sia tutte le riflessioni che avevano portato a quelle conclusioni. E decise che avrebbe appuntato le impressioni che avrebbe avuto lei nel riordinare tutto a parte, per esporle nella riunione successiva.

Iniziò quindi dalle considerazioni di tutti. Ciò che avevano riportato Zell, Irvine e Sakura su quello che avevano ricostruito di quella sera. A quanto pareva Cid era rimasto solo almeno due ore e mezza, da quando aveva lasciato i Dobe fino a quando era stato accoltellato; non aveva ancora l'ora precisa della morte, ma pensava che un lasso di tempo di circa mezz'ora per il dissanguamento fosse sufficiente. Erano sempre in tempo per correggere la stima. Evidenziò i nomi collegati ai vari interventi, in modo che chiunque sapesse da chi venivano le informazioni. Specificò inoltre che bisognava assolutamente parlare di nuovo con l'albergatore, per chiarire la questione della persona che era entrata e della sua testimonianza su Seifer. Poi inserì l'interruzione di Shu, e sul perché aveva ritenuto importante quel post-it; e mentre ricopiava sul diario delle indagini tutte le ipotesi che erano saltate fuori durante la discussione, si ricordò di qualcosa che aveva detto.

E più guardava quel numero, più le sembrava vagamente familiare.

Per realizzare il loro sistema di comunicazione interno, era stato richiesto l'aiuto della tecnologia di Esthar e della genialità degli ingegneri di FH. E lei stessa aveva detto che, se qualcuno al di fuori del Garden utilizzava quel sistema, era possibile che fossero FH ed Esthar a farlo. E la città in cui Cid era morto era proprio FH, per cui quel numero doveva essere in qualche modo collegato alla città.

Ma in che modo?

Rinoa sorbì il suo tè riflettendo su cosa potesse significare. Se quel codice era stato creato come venivano creati quelli che loro assegnavano alle stanze, allora la persona ideale era Zell; era sua, in fin dei conti, l'idea del software di assegnazione e collegamento. Ma il software veniva usato solo internamente al Garden, per cui come potevano essere sicuri che ci fosse un parallelo tra i numeri che creava e quello che cercavano di decifrare?

Perché le risultava familiare, in qualche modo che non sapeva ricordare?

Pensò e ripensò a quel numero, cercando di abbinarne anche solo una parte a qualcosa di conosciuto, qualcosa che potesse farli andare avanti. Decise di togliersi il dubbio di poterlo confondere con i numeri delle stanze dei loro amici; andò al telefono, prese la rubrica e controllò tutti i numeri. Non c'era alcuna corrispondenza che giustificasse quella sensazione di aver già visto quel numero.

Poi si ricordò che l'anno prima lei e Squall avevano passato un paio di giorni a FH, durante un viaggio verso Esthar; forse qualcosa di quel viaggio la stava disturbando. Andò a frugare nell'armadio, dove aveva riposto la sua scatola dei ricordi di quella mini-vacanza; frugò tra carte, biglietti e oggetti, finché trovò il volantino dell'albergo. C'era un appunto di Squall, scritto a penna all'interno.

Ecco perché era così familiare!

Tornò in salotto e confrontò il numero del post-it con quello che Squall aveva scritto sul volantino; ovviamente non era del tutto uguale, ma era abbastanza simile da poter ritenere che venisse dall'albergo. Sul volantino, Squall aveva appuntato il numero diretto della loro stanza per comunicarlo al Garden quando erano arrivati; i due numeri erano più o meno simili, ma furono le lettere a convincerla. Se il sistema di assegnazione era quello del Garden, le lettere indicavano esattamente la zona, e il fatto che tra quelle scritte da Squall e quelle del post-it ce ne fosse una in comune indicava che erano i numeri di due stanze diverse dell'albergo.

Decise di verificare immediatamente se la sua intuizione era davvero corretta; digitò velocemente il numero dell'albergo di FH.

"Fisherman's Hotel." La voce di donna le giunse disturbata attraverso il cavo; peccato, sperava di poter parlare con l'albergatore per potergli chiedere della persona sospetta che era entrata.

"Salve, sono Rinoa Heartilly. La sto chiamando dal Garden di Balamb... si ricorda di me?"

"Ah, sì! Certo, mi ricordo di lei. State ancora indagando sul povero Cid?" domandò la donna.

"Sì, signora... per questo vi chiamo, ho bisogno del vostro aiuto per una cosa," rispose cortesemente Rinoa. "Posso chiedere a lei?"

"Sì, sono la moglie del proprietario. Mi dica pure!"

"Vede signora, nel ripulire la scrivania del nostro Preside abbiamo trovato un biglietto con un numero scritto a penna. Io e il mio fidanzato siamo stati lì da voi l'anno scorso, e ho un numero simile che ci eravamo segnati per le emergenze... volevo chiederle se lei potrebbe confermarmi se il numero è vostro oppure no."

"Ha il numero? Sa, qui abbiamo poche stanze, dovrò fare una ricerca manuale, ma posso dirle subito quello che vuole sapere..."

"Purtroppo non riesco a leggere bene tutto il numero," rispose Rinoa. "Riesce a dirmelo anche se gliene leggo solo una parte?"

"Come le dicevo, abbiamo poche stanze. Dovremmo riuscirci," rispose l'altra donna, e Rinoa udì un frusciare di carta, come se stesse sfogliando velocemente un registro.

"I numeri che riesco a leggere sono otto sette tre cinque sei. Poi ho due lettere, H e N-"

"Allora la stanza è sicuramente nostra, e precisamente una delle nostre suite!" La donna sembrava più eccitata di Rinoa per quella scoperta.

"Ne è assolutamente sicura?" domandò Rinoa, affrettandosi per prendere un blocco e una penna e scriversi tutto.

"Oh sì!" assicurò la donna. "Quando abbiamo inserito questo sistema, abbiamo deciso di scegliere come lettere per l'assegnazione la H di 'hotel', appunto, e poi le lettere dei punti cardinali. Abbiamo usato le lettere N, S, O ed E per le nostre suite, che si trovano tutte all'ultimo piano, secondo i punti cardinali. Tutte le altre stanze sono contrassegnate semplicemente dalle lettere HF, che sarebbero le iniziali di Fisherman's Hotel."

"Ok, quindi lei mi può assicurare che si tratta del numero di una delle vostre suite?" domandò Rinoa, prendendo febbrilmente nota della spiegazione della donna.

"Certo che sì. E posso dirle il numero completo, se le serve."

"Mi sarebbe di grande aiuto, signora," rispose Rinoa. La mano le doleva.

"Il numero completo è otto sette tre, cinque sei uno, quattro cinque due HN. Si tratta del numero diretto alla nostra suite 'Nord'... che è la suite in cui soggiornava il Preside." La notizia non stupì Rinoa - già quando aveva pensato che fosse un numero dell'albergo, aveva anche pensato che potesse essere solo della stanza di Cid. "Il Preside ci chiese il numero per poterlo lasciare a voi, al Garden, per eventuali emergenze."

"Capisco... ma credo che poi si sia scordato di farcelo avere. Sono ore che cerchiamo di capire che numero è..."

"Davvero?" domandò la donna con uno strano tono di voce. "Mi sembra strano, signorina. Il Preside ha ricevuto una telefonata, la sera in cui è morto."

Rinoa lasciò cadere la penna per lo stupore. "Come, scusi?"

"Qualcuno ha contattato Cid usando il numero diretto. Non so dirle chi, perché non è passato per il nostro centralino, ma viene comunque registrato l'arrivo di una chiamata, per tutelarci se viene fatta con l'addebito al ricevente. Posso dirle che è arrivata una telefonata intorno alle ventidue. L'unica telefonata che ha ricevuto. Ho il numero da cui è arrivata, se mi dà un secondo per cercarlo."

"Sì, la prego," rispose quasi meccanicamente Rinoa. Qualcuno aveva chiamato Cid? La persona che l'aveva ucciso?

"Il numero da cui abbiamo ricevuto la chiamata è tre nove sette, due quattro quattro, sette sette sette PU."

PU. Preside - Ufficio.

Chi poteva mai chiamare Cid, alle ventidue, un'ora prima della sua morte, dal suo ufficio al Garden?

"La ringrazio moltissimo, signora," disse Rinoa. "Posso contare sul vostro aiuto in futuro? Credo che dovremo parlare ancora con suo marito..."

"Certo, ma mio marito lo troverete tra qualche giorno. Adesso è a Deling, per una terapia per la sua artrite."

"Grazie, signora, e buona giornata. Ci faremo vivi noi."

Quasi non udì il saluto della signora.

Digitò meccanicamente il numero dell'ufficio di Squall.

"Leonhart."

"Squall, sono io," disse laconicamente. "Ho novità sul post-it. Si tratta del numero di telefono diretto alla camera di Cid in albergo a FH... e c'è di più. Cid ha ricevuto una telefonata, prima di morire."

*~*~*~*~*

Squall aveva appena finito di inviare messaggi sui cercapersone di tutti quando bussarono alla porta del suo ufficio.

"Avanti," disse a voce alta, e poco dopo Seifer e Zell entrarono. "Accomodatevi."

"Non dovevamo riunirci stasera?" domandò Zell grattandosi la testa.

"Sì, ma ci sono novità. Zell, tutto a posto qui?" Squall fece frusciare della carta e fece ruotare un dito, ad indicare la stanza intera.

Zell capì che si riferiva alle microspie. "Sì, tutto a posto. A dire il vero non ne ho trovate in nessun ufficio, a parte quello del Preside. Ho preso appunti, ma ho lasciato tutto in camera..."

"Non ha importanza, domani ci dirai. L'importante è che possiamo parlare tranquillamente qui."

"Che è successo? Perché hai chiamato solo noi?" domandò Seifer, appoggiandosi allo schienale della sua sedia.

"Poco fa Rinoa mi ha chiamato. Nel riordinare gli appunti per il diario delle indagini, si è ricordata di un nostro viaggio a FH lo scorso anno. Su un vecchio volantino ha trovato il numero che avevo appuntato, e siccome era molto simile a quello scritto da Cid, ha chiamato l'albergo per avere una conferma," rispose Squall, guardando alternativamente l'uno e poi l'altro.

"Ha decifrato il numero?"

"Esatto. E non solo." Squall allungò un foglio a ciascuno dei due uomini davanti a lui. "L'albergatrice le ha confermato che in effetti si tratta del numero diretto a una delle loro suite. Hanno adottato un sistema simile al nostro. Irvine aveva in parte ragione, le lettere sono iniziali - H di hotel e N di nord. Le suite si chiamano come i punti cardinali, e Cid alloggiava proprio nella suite nord. Rinoa si è fatta dare il numero completo. Lo trovate scritto lì."

"Hai detto 'non solo'," sottolineò Seifer. "Ha scoperto altro?"

"Sì, in effetti sì," disse Squall. "Ho chiesto dettagli anche io. L'hotel di FH ha un sistema di comunicazione simile al nostro, ma leggermente modificato. Se guardate sul foglio," continuò, indicando brevemente i documenti per poi posarsi una mano sul mento, "è possibile sia telefonare al centralino e farsi passare una stanza, sia chiamare direttamente la stanza. Ma l'albergo ha inserito un dispositivo che registra tutte le chiamate in arrivo -"

"Cioè possiamo sapere cosa viene detto?" domandò Zell.

"No, non registra in quel senso. In pratica ogni volta che l'albergo riceve una telefonata viene stampata una specie di 'ricevuta', su cui sono segnate data, ora, numero del chiamante e numero della stanza ricevente. Secondo l'albergatrice è un sistema per tutelarsi nel caso la telefonata sia a carico del ricevente. Ogni ricevuta viene allegata alla stanza corrispondente, e se l'albergo nota una spesa strana sa dove andare a cercare. Ora, a quanto pare, Cid ha richiesto all'albergo il numero della sua stanza per le emergenze, ma quando Rinoa ha detto alla signora che forse se ne era dimenticato, lei se n'è stupita molto. Ed è stato a questo punto che ha rivelato che Cid ha ricevuto una telefonata. Ha anche dato il numero chiamante a Rinoa. Si tratta del numero dell'ufficio del Preside."

"Come fate a esserne sicuri?" domandò Seifer.

"Quello del Preside è l'unico numero con le lettere PU. Preside - Ufficio," rispose Zell facendo scorrere velocemente il foglio che gli aveva dato Squall.

"Faremo una ricerca comunque, più per quando consegneremo le prove alla polizia che altro. Ma il numero del Preside lo conosciamo bene," disse Squall.

"Ma non ci hai chiamato solo per questo, no?" Anche Seifer fece scorrere velocemente gli occhi sul suo foglio, e poi li spostò sul suo ex rivale.

"Infatti," annuì Squall. "Ho appena inviato un messaggio a tutti con la scoperta di Rinoa. Ho detto a tutti di interrompere le ricerche sul numero. Ma vorrei che voi faceste delle cose. In particolare, Zell," continuò voltandosi verso l'amico, "ho bisogno che rintracci tutte le telefonate che Cid ha ricevuto a FH e che sono partite da qui. L'albergatrice dice che è l'unica, ma il loro sistema non registra le chiamate in arrivo se nessuno risponde. Credo che chiunque abbia chiamato possa averlo fatto più di una volta. Sul foglio c'è il numero completo. Vorrei che tu rintracciassi tutte le telefonate dal Garden a questo numero, e segnati le stanze da cui sono partite, soprattutto se non è l'ufficio del Preside."

"Pensi che sia stato l'assassino?" gli chiese Seifer.

Squall annuì di nuovo. "Secondo me è probabile," rispose poi. "Vedi, tutti sapevano che il Preside si trovava a FH, ma nessuno sapeva il suo programma, nemmeno Edea, perché lui e i Dobe avevano stabilito di deciderlo al momento."

"Potrebbe essere che l'omicidio sia legato al motivo per cui si trovava a FH?" ipotizzò Zell.

"Mi sembrerebbe molto strano," rispose Squall.

"Ehm, potete spiegarmi...?" disse Seifer, guardando prima l'uno e poi l'altro.

"Alla fine della guerra, con la morte di Norg, il Garden è stato completamente riorganizzato e il potere è stato suddiviso in vari responsabili di determinati settori. Quando dobbiamo prendere una decisione importante, ci riuniamo e ne discutiamo... a volte raggiungiamo un accordo, ma altre volte non raggiungiamo una maggioranza. In questo caso ci sono due possibilità; nel primo caso, il Preside prende la decisione autonomamente. Nel secondo caso, la decisione viene presa con una specie di votazione tra gli studenti. Ognuno accede dal terminale con i suoi dati e vota."

"Ma così potete vedere chi vota cosa?"

"No," rispose Zell. "Il sistema è opera mia. Le credenziali d'accesso servono solo per evitare che la stessa persona voti più volte. Ma i voti arrivano direttamente all'ufficio del Preside in maniera anonima."

"Ok, ho capito. Quindi stavolta che era successo?"

"Avevamo pensato di sostituire la copertura del Garden con dei pannelli solari simili a quelli che usa FH, per permetterci di separarci dai generatori che costano molto, quando siamo in viaggio. Ma c'era anche una grossa spesa da fare per gli studenti, per cui c'era disaccordo. Il Preside ha deciso di rimettere la decisione a studenti e SeeD, che hanno votato per i pannelli solari, anche perché FH era disposta ad acquistare l'energia che produrremo in eccesso, in cambio del loro aiuto nella progettazione e realizzazione dell'impianto. Il Preside quindi si trovava a FH per discutere i termini dell'accordo," terminò Squall.

"Quindi può darsi che Cid sia stato ucciso da qualcuno incazzato per questo progetto?" domandò Seifer.

"Non credo. Almeno, non penso sia possibile," rispose Squall.

"La percentuale di vittoria è stata schiacciante," aggiunse Zell.

"In ogni caso, non credo giustifichi la rabbia che ha subito Cid," continuò il Comandante. "Penso che al massimo possa essere un catalizzatore di qualcosa di più profondo. In ogni caso, dobbiamo scoprire le telefonate. Zell, per favore occupatene al più presto, i risultati ce li darai domani."

"Certamente."

"E io che c'entro?" domandò a quel punto Seifer.

"Ho pensato una cosa... se l'assassino ha telefonato a Cid, è probabile che lo abbia anche cercato in città, prima. Non sapendo il suo programma doveva assicurarsi di trovarlo. Per cui penso non solo che troveremo altre telefonate, ma che forse qualcuno lo ha visto. E tu eri sul posto, Seifer. Ho bisogno che cerchi di ricordare al massimo se hai notato qualcosa di insolito."

"Te lo avrei già detto," disse Seifer scrollando le spalle.

"Sì, ma... dov'eri quella sera?" chiese bruscamente Squall.

"Perché, ora pensi che sia stato io?" rispose il suo ex rivale in torno di sfida.

Squall sbuffò e alzò la mano in un gesto volto a minimizzare quel pensiero sciocco. "No, ma a seconda di dove ti trovavi, possiamo stabilire se hai visto qualcosa."

Seifer grugnì. "Ero al molo, da solo."

"Il molo del vecchio pescatore?"

"Esatto, proprio quello."

"Ok, non avrai visto niente... qualcosa hai sentito?" insistette Squall.

"Non direi... beh, forse..."

"Non preoccuparti, va bene tutto. Decideremo poi se è utile o no," lo incoraggiò il Comandante.

"Non so dirti che ore erano, non avevo un orologio," iniziò Seifer. "Ma ho sentito dei rumori sul ponte in metallo."

"Qualcuno che scendeva dal Garden ad esempio?" domandò Zell.

"Potrebbe essere, sì. Qualcuno che camminava. Ma non ho sentito scendere l'ascensore, per cui credo che non sia andato in città."

"Logico," rifletté Squall a voce alta. "I due fratelli che spostano gli ascensori lo avrebbero riconosciuto. Ma l'intenzione di controllare c'era... solo un dubbio. Di notte l'ascensore funziona?"

"Sì," rispose Seifer. "Ma i fratelli non se ne occupano. Viene attivato un dispositivo che permette alle persone di salire e scendere da sole."

"Quindi abbiamo stabilito che questa persona è scesa dal Garden... Seifer, l'hai sentita camminare una volta sola?"

"Ha camminato su e giù un paio di volte, mi sembra. Ma non saprei, il rumore dal molo si sente, ma non è possibile stabilire esattamente cosa succede."

"Ok, allora diciamo che ha camminato sul ponte, ma poi temendo di essere riconosciuto dai due fratelli, è tornato dentro. Dopo di che sappiamo che ha chiamato Cid alla sera, presumibilmente dopo le ventuno e trenta, dato che ha risposto. E poi è evidentemente sceso usando il dispositivo manuale e ha ucciso Cid."

"Ma come facciamo a essere sicuri che sia stato l'assassino a chiamare Cid?" domandò Seifer.

"Cid non si è ricordato di darci il numero. Per cui chi l'ha chiamato deve per forza essere chi l'ha poi ucciso, perché era l'unico che tramite il numero sapeva la stanza. Inoltre la telefonata sarà servita anche a convincere Cid ad aprirgli."

"Beh, intanto vediamo che risultati ci sono. Vado a lavorarci," disse Zell alzandosi.

Anche Squall si alzò, annuendo. "Sì, vai pure. Seifer, se ricordi altro..."

"...domattina vi dirò se mi viene in mente qualcosa, ma davvero..."

"Va bene così," lo interruppe Squall alzando una mano. "Ma una cosa ancora, Seifer..."

Ci fu un momento di silenzio.

"Se ti azzardi ancora a dirmi che penso che sei stato tu, prepara il gunblade."

*~*~*~*~*

Il Garden era un posto dove le abitudini, la routine e la disciplina regnavano sovrane.

Seifer camminava lungo i corridoi. Erano oramai le undici di sera, l'ora in cui entrava in vigore il coprifuoco. Squall aveva esteso la sospensione del coprifuoco fino a quando sarebbe stata posata la lapide commemorativa per Cid; nessuno però si avventurava nei corridoi. Anni di abitudine e ferrea disciplina avevano reso naturale per le persone terminare i compiti delle giornate in modo da essere in camera per le undici. Ricordò le avventure del Comitato Disciplinare, che seguiva lo staff di guardia per controllare la presenza delle matricole nelle stanze; ricordò la sensazione di onnipotenza nello stabilire la punizione di chi violava le regole, quando anche lui, come matricola SeeD, violava velatamente la regola stando in giro per i corridoi. Poco importava avere l'approvazione formale del Preside Cid, almeno per quanto riguardava il controllo delle presenze; era l'ossimoro insito nel suo ruolo che gli dava quel brivido di potere che gli piaceva così tanto.

Il brivido era ancora più intenso quando era un SeeD a subire la punizione - subirla da lui, semplice matricola, oltretutto ripetente.

Scese i gradini del Giardino e seguì al buio l'istinto. C'era silenzio, e pace - solo il vento leggero tra le foglie, lo sciabordio del mare contro il Garden e la luce fioca dei pochi lampioncini sparsi lungo i sentieri. Si diresse alla lapide commemorativa delle vittime della guerra, e solo quando fu a pochi metri riconobbe la sagoma di una persona.

C'era qualcosa in Quistis che era inconfondibile. Era forse quel suo stare in piedi, il peso appoggiato su una gamba, le braccia incrociate sotto il seno, chiusa al mondo, fredda e impassibile, glaciale SeeD prodigio capace di diventare membro dell'esercito d'elite più prestigioso al mondo a soli quindici anni. E lui la riconobbe al buio, perché nessuno aveva quella postura, quella figura che per lui era irrimediabilmente associata a lei.

Valutò per un momento se girarsi e andarsene per non disturbarla, ma in quel momento lei mosse una mano per scostarsi i capelli dal viso e si voltò, come se avesse percepito di essere osservata.

"Seifer," disse piano.

Lui fece un cenno con la testa - piuttosto inutile, dato il buio - e si avvicinò a lei in silenzio. "Non volevo disturbarti," disse poi a mo' di scusa.

"Non preoccuparti," rispose lei, con gli occhi fissi sull'orchidea bianca e sulle lettere dorate della lapide, fiocamente illuminate dal basso.

Ci fu un lungo silenzio, ma non era imbarazzato, anche se Seifer riusciva a percepire una tensione sottile, sottostante, dovuta a qualcosa che nessuno dei due era ancora pronto ad affrontare. Fissò la lapide, l'orchidea, immaginando l'omaggio a Cid, ricordando il funerale, pensando a come doveva essere stato elencare tutti quei nomi, contattare eventuali familiari, affrontare la perdita. Quando era giovane e non vedeva l'ora di buttarsi in battaglia, non aveva mai pensato al dopo. Aveva detto a Squall, poco prima dell'esame, che il campo di battaglia per lui era uno spinta in più, un passo avanti verso il suo sogno. Ma allora non aveva mai visto quello che restava dopo: i corpi, il sangue, le urla. I morti e il dolore. I ricordi che svaniscono e il dolore che invece non si attenua, ma diventa semplicemente un compagno silenzioso. E soprattutto allora vedeva il suo sogno avvolto dall'alone romantico tipico degli ideali; non aveva visto, né pensava esistesse, il lato buio e oscuro che adesso gli pesava sulla coscienza.

"Come stai?" gli chiese a un certo punto lei, senza distogliere lo sguardo dalla lapide.

Seifer ebbe l'impressione angosciante che lei stesse parlando a quelle decine di morti mentre parlava anche lui, ed ebbe un brivido all'idea che forse, in effetti, una parte di lui poteva stare benissimo su quella lapide, frantumata in ognuno di quei nomi.

"...Bene," disse infine, e la sentì emettere un suono quasi di scherno, come una risata trattenuta. "Ok, non è una situazione semplice. E non è facile nemmeno osservare tutti sapendo che per qualcuno, quando salterà fuori il colpevole, sarò stato comunque io e sarà comunque colpa mia, di tutto: perché è stato arrestato l'amico di qualcuno o il fidanzato di qualcun altro e non importa se sarà colpevole o no. Ho l'impressione di cercare un capro espiatorio."

Quistis non si mosse. Sospirò soltanto e disse poi, "non pensarlo nemmeno. Se c'è una cosa di cui non possiamo dubitare è la colpevolezza e l'innocenza. Non cerchiamo un capro espiatorio. Cerchiamo l'assassino di Cid, perché qualcuno deve pagare per la sua morte ma deve essere la persona, perché Cid merita giustizia vera."

"Lo so..."

"E allora on parlare di capri espiatori, ma solo di assassini." Sembrava sbrigativa, ma in realtà Seifer si trovò a pensare che avesse parlato in fretta per non fargli sentire che si era commossa. Era sicuro che Quistis sapesse benissimo che lui aveva ragione, o non gli avrebbe parlato, quel pomeriggio, dei pettegolezzi che circolavano su Rinoa, su di lei, su Irvine... Quistis sapeva che lui era ormai un esterno alla comunità del Garden, e gli esterni erano il bersaglio preferito dei pettegolezzi. Se Squall avesse scelto una qualsiasi SeeD come sua compagna, invece che Rinoa, i pettegolezzi su di lui non ci sarebbero stati, perché il punto focale di tutto era che Rinoa era un'esterna, a prescindere da quanto fosse ben inserita.

E Seifer sapeva, come lo sapeva Quistis, che se un altro SeeD fosse stato sospettato dell'omicidio fin dall'inizio, come lo era stato lui, nessuno avrebbe ritenuto alla fine che il colpevole fosse un capro espiatorio.

Era fatta così la comunità del Garden: chiusa, sospettosa nei confronti degli estranei, sempre disposta a difendere i propri membri, soprattutto nei confronti di un esterno, anche se i propri membri erano nel torto.

E lui, da traditore, era diventato un estraneo. Poco importava che nessuno avesse detto nulla durante l'omaggio suo e di Squall a Cid; quello era un omaggio al passato, e di quel passato Seifer aveva fatto parte.

Nel presente, non era altro che una persona a causa della quale un qualche altro SeeD sarebbe stato accusato ingiustamente.

Seifer distolse gli occhi dalla lapide e li spostò su Quistis, illuminata solo a malapena in viso dalla luce perenne sotto alla lapide. Sembrava estremamente concentrata.

"Dici che non possiamo dubitare di colpevolezza e innocenza," disse senza smettere di guardarla. Lei non batté ciglio. "Ma per quanto riguarda me, Quistis?"

"Abbiamo già appurato che sei innocente," rispose lei, spostando appena gli occhi di lato per vederlo solo di sfuggita. "Nessuno di noi ha mai -"

"Non intendevo adesso."

"Oh."

Ci fu un altro lungo momento di silenzio. Seifer capì immediatamente di aver toccato un nervo scoperto; da quando era rientrato al Garden, non aveva parlato con nessuno dell'esperienza con Artemisia. Era un argomento che non erano riusciti ad affrontare, un po' per la mancanza di tempo, un po' perché in quei giorni avevano tutti altro per la testa. E un po' perché non avevano avuto la volontà di farlo. Ma era qualcosa di sospeso, tra tutti loro; Seifer sapeva che una volta defluito il dolore, una volta individuato il colpevole, ci sarebbe stato da affrontare quello che veniva dopo, e discutere di quei mesi di guerra sarebbe stato inevitabile.

Ma la tensione gli lasciava addosso come un formicolio fastidioso, per cui aveva bisogno di sapere che cosa pensavano tutti loro - lo stavano proteggendo e aiutando, era vero, ma doveva sapere di cosa era ritenuto colpevole.

"Allora?" la incoraggiò lui, ancora in attesa della risposta.

Quistis si passò le mani sulle ciocche libere di capelli, tornò a incrociarle poi sotto il seno, sempre con lo sguardo fisso sulla lapide, e poi sospirò profondamente. "Seifer, oramai..." Stava per dire che era nel passato, ma sapeva lei stessa che sarebbe stata una bugia. Non era nel passato, e non tanto per il tradimento verso il Garden, ma per il tradimento verso di loro. Loro che erano cresciuti insieme, loro che avevano condiviso lo stesso sentimento di abbandono, loro che avevano studiato le stesse cose e imparato le stesse procedure. Perché a loro, che erano il suo gruppo di amici fin dall'infanzia? Per che cosa? Un sogno romantico valeva la perdita di affetti dimenticati, ma presto ritrovati.

Scosse la testa e non disse altro.

"Puoi dirmi quello che pensi, Quistis. Non mi offenderò," disse lui, notando il suo atteggiamento.

"No," rispose lei, e stavolta abbassò lo sguardo, e scosse di nuovo la testa con un sorriso incredibilmente ironico, incredibilmente addolorato, incredibilmente beffardo. "No, non posso dirtelo."

Non lo guardò quando si girò per andarsene, e lui tacque, sapendo bene che per ogni cosa serve tempo. Nel Giardino tornò ad esserci solo lo sciabordio del mare, il vento tra le foglie, e il rumore dei tacchi di Quistis, il fruscio della gonna mentre si allontanava.

Si fermò sull'ultimo scalino che portava all'edificio principale.

"Un giorno, forse," aggiunse, come se quei pochi passi l'avessero fatta riflettere.

"Quando vorrai." Quando saremo pronti.

Ci fu un altro lungo silenzio, in cui lei rimase ferma sullo scalino, come rimuginando, e lui rimase fermo a fissare la lapide, a leggere la sua colpa nascosta tra le lettere dorate dei nomi degli studenti, e la sua innocenza in quelle provvisorie che formavano il nome di Cid.

"Buonanotte, Quistis," disse infine, come a farle capire che poteva andare, non c'era bisogno che aggiungesse niente.

Lei fece un cenno del capo, che lui non poté vedere, e si allontanò.

Seifer ascoltò i passi di Quistis fino a quando gli sembrò che fossero svaniti nel vento, nel mare, nelle voci dei morti che salivano dai nomi che si stava imprimendo a fuoco nella memoria.

*****
Nota dell'autrice: e rieccomi! Scusate la lungaggine XD Sto diventando ultraprolissa, questo è 20 pagine ;_; Scusate se ve lo chiedo spudoratamente, ma... che pensate dell'aderenza ai prompt? Perché io mi sto sforzando, ma non vorrei fare cretinate^^
Grazie come sempre a Little Rinoa che mi ha betato la storia (anche se questo capitolo è stato postato prima della betatura finale), grazie in anticipo a tutti voi di aver letto e, se lo farete, di aver commentato, e per le risposte a commenti, critiche e domande vi rimando al mio solito post sul mio blog Wide Awake (qui o qui, tanto è lo stesso post in due blog diversi). Grazie e alla prossima! – Alessia Heartilly

   
 
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