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Autore: Dreamer_on_earth    17/11/2011    3 recensioni
In una cittadina piccola ma caotica si svolge la loro storia. Una storia alquanto inaspettata.
Lui è Nathan: la luce.
Lei è Violet: l’ombra.
Così diversi l’uno dall’altra, ma complementari. La loro dipendenza passa inosservata, persino ai loro occhi.
Dalla grande mela a West Newbury per ricominciare, Nathan incappa in Violet. Una ragazza chiusa in se stessa e indifferente verso il mondo esterno. Cosa accadrà tra i due protagonisti portando la luce e l'ombra a scontrarsi e fondersi così perfettamente?
Varrà anche per loro il detto “Gli opposti si attraggono?”
***
Dal capitolo 2:
Sentendosi troppo gli occhi addosso, Violet aveva sbattuto il libro sul tavolo, facendo sobbalzare il cameriere pensieroso.
“Che caratteraccio!”
“Io? Non tu che ti siedi ai tavoli altrui senza nemmeno chiedere il permesso e sempre tu che fissi le persone??”
“Non ti stavo fissando!” Nathan negava l’evidenza, con nonchalance.
“No, hai ragione bello addormentato nel bosco. Stavi guardando intensamente alle mie spalle quella bellissima parete color lavanda.”
“Esattamente!”
“Peccato che la parete sia color albicocca.. e questo mi riporta alla mia tesi: tu-mi-stavi-fissando.”
“Eh va beh, quante storie! Io, se una ragazza mi fissasse, mi sentirei lusingato!”
***
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Cap. 1

 

Il suono della sveglia risuonava forte nella sua testa e, dallo stato di coma profondo dovuto alla comodità del divano del suo monolocale, era saltata sull’attenti pronta a iniziare un’altra giornata.

 

Vogliamo aggiungere un’altra “qualità” a Violet? Era molto critica con se stessa.

 

E da buona torturatrice dell’animo si stava punendo nei più svariati modi possibili immaginabili, tanto per esempio si stava sottoponendo ad una doccia fredda e si era negata la colazione.

Pensava che se non riusciva a gestire la sua vita e a controllare le sue cattive abitudini non sarebbe mai riuscita a gestire nient’altro nella vita, per questo era così severa con se stessa.

Sempre per la stessa qualità si negava le feste che duravano fino a tardi, e come Cenerentola rientrava a casa prima della mezzanotte. Questo, insieme al suo lavoro part-time, contribuiva ben poco alla sua popolarità e simpatia degli altri nei suoi confronti.

 

Ma a Violet non importava di ciò che pensavano gli altri.

 

Pronta in poco tempo per uscire aveva preso il suo amato iPod e cartella e si era diretta alla fermata dell’autobus; la aspettavano la bellezza di trenta minuti di viaggio per raggiungere la scuola, questo non la rendeva di certo felice, ma in quel tempo poteva leggere e isolarsi nel suo mondo fatto di fantasia e se necessario poteva anche ripassare le lezioni.

 

La musica e la lettura era i suoi veri interessi; da quando si era emancipata dai genitori e si era trasferita nel  monolocale, aveva speso la maggior parte dei suoi risparmi in CD e libri. Erano l’unico svago che si concedeva davvero.

La musica creava l’atmosfera e stimolava i pensieri, mentre la lettura ampliava gli orizzonti e concedeva una visione alternativa della vita.

I romanzi che leggeva erano per lo più romantici, ma lei sapeva benissimo che si discostavano dalla realtà e che le storie raccontate erano inventate e che relazioni del genere si vedevano solo nei film del grande schermo.

 

 

Passavano le ore a scuola e lei prendeva appunti per poter fare meno fatica a studiare a casa; era un metodo collaudato e questo le permetteva di avere più tempo per coltivare i suoi interessi.

 

Dopo la mattinata di scuola faceva il turno pomeridiano alla cassa del negozio alimentari e questo le garantiva i soldi necessari per le sue varie spese. Grazie allo sconto da lavoratore dipendente aveva un bel risparmio sugli alimentari di prima necessità, più i vari sconti sulla merce che era sugli scaffali da qualche giorno. Questo era davvero una pacchia, risparmiava davvero tanto e in più era avvantaggiata dal fatto che non mangiasse molto.

Il suo esile corpicino riusciva a incamerare quantità di cibo assai limitate. Non guadagnava molto, per sole tre ore al giorno, ma l’affitto non era un problema, grazie alla sua eccellente media scolastica la scuola le pagava quel misero appartamento. Ma si accontentava. A caval donato non si guarda in bocca.

 

 

La neve scendeva fitta e nonostante a casa avesse il riscaldamento a Violet piaceva passare il tardo pomeriggio post-lavoro a leggere nel Café della signora Callaway, la quale a causa della neve e dell’età era temporaneamente impossibilitata a servire ai tavoli. La poverina era caduta un paio di giorni prima, scivolando su della neve compattata che stava diventando ghiaccio.


Con l’avvento dell’inverno sembrava che andasse in letargo non solo la natura, ma anche il settore servizi. Potevano passare giorni senza che nessuno pulisse le strade e solo dopo le numerose proteste che interrompevano la quiete del municipio il servizio veniva ripristinato.

 

Ecco perché quel Nathan lavorava lì, la signora Callaway aveva bisogno di una mano visto che era segregata alla cassa con tanto di gesso decorato dai suoi nipoti.

   
 
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