17/11/2011
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Scarborough memories
Ted Tonks imprecò contro l’amico Dirk: a che cosa erano serviti lunghi mesi di latitanza, di sacrifici, di lotta, se in pochi attimi aveva mandato tutto all’aria pronunciando il maledettissimo nome di Voldemort? Così erano stati localizzati dalla banda di Fenrir Greyback, che ora li teneva in pugno. Non sapevano per quanto tempo avrebbero resistito, ma combattevano con l’ardore di chi preferisce morire piuttosto che lasciarsi catturare, rischiando di tradire i compagni.
Una mossa falsa, e Ted fu immobilizzato. Il Ghermidore avanzò verso di lui: “E’ la tua ultima possibilità, Sangue Sporco: quante bande attive conosci nella zona di Scarborough?”
Lo sguardo di Ted vagava lontano, proprio lungo quella costa del sud dell’Inghilterra; ma non pensava alla guerra. Ricordava una voce di donna che cantava in un giardino.
[Are you going to Scarborough Fair?
Parsley, sage, rosemary and thyme
Remember me to one who lives there
She once was a true love of mine].
Nei suoi ricordi Scarborough profumava di prezzemolo, salvia, rosmarino e timo, di tutte le erbe che crescevano disordinate tra i fiori nel piccolo giardino che circondava il loro cottage.
Le aveva piantate Andromeda: ai tempi in cui viveva a Palazzo Black, aveva un enorme giardino alla francese, con siepi accuratamente potate in forme innaturali a comporre rigorosi disegni geometrici. La vita di Andromeda sarebbe stata come quel giardino, se il suo amore non fosse cresciuto libero, stravolgendo gli schemi, turbando scandalosamente quell’ordine perfetto.
Quando aveva deciso di sposare Ted, lui le aveva costruito quel semplice cottage in riva al mare, a Scarborough: allora la vegetazione incolta giungeva fino alla soglia, ma Andromeda non aveva voluto estirparla, anzi, aveva piantato in aggiunta fiori di tutte le tinte immaginabili e erbe utili per le pozioni, lasciandoli crescere fino a creare meravigliose composizioni spontanee di profumi e colori.
All’ingresso avevano inciso una frase su un pezzo di legno: “L’amore è un’erba spontanea, non una pianta da giardino”.
Ted abbassò lo sguardo sulla camicia che indossava, stracciata e sporca di fango e sangue.
[Tell her to make me a cambric shirt
Parsley, sage, rosemary and thyme
Without no seams nor needlework
Then she’ll be a true love of mine]
Ricordava ancora quando Andromeda aveva tessuto per lui quella camicia in lino purissimo. Era senza cuciture, perché non aveva usato ago e filo, ma la magia. Era un capolavoro degno di un nobile, gli aveva detto lei, quale lui era interiormente.
Possibile che ora non fosse più degno neanche di vivere?
Possibile che, in tutte le terre babbane o magiche, non ci fosse più un posto per loro?
[Tell her to find me an acre of land
Parsley, sage, rosemary and thyme
Between the salt water and the seastrand
Then she’ll be a true love of mine]
Se soltanto fosse esistito un luogo, sospeso tra i due mondi, in cui avrebbero potuto dimorare…Come quel cottage che si affacciava sulla battigia di Scarborough, lo spazio tra terra e mare in cui le onde e la costa possono incontarsi.
Ted non sarebbe mai più tornato a Scarborough, non avrebbe più ascoltato Andromeda cantare quell’antica melodia nel loro giardino, non avrebbe più sorriso davanti ai capelli di Dora che si tingevano di tutti i colori dei fiori.
L’accampamento era devastato; l’erba era già coperta dal sangue dei suoi compagni esanimi. Prima di crollare a terra, raccolse le forze per creare un Patronus. Ad esso affidò l’ultimo desiderio del suo cuore:
[Are you going to Scarborough Fair?
Parsley, sage, rosemary and thyme
Remember me to one who lives there
She once was a true love of mine].