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Autore: anonimaG    17/11/2011    6 recensioni
Il nuovo alunno della scuola che cambia la tranquillità di Elisa "Un ragazzo con i capelli neri, gli occhi verdi, alto con una T-shirt a righe, un giubbotto in pelle e i jeans neri che al posto della cintura avevano delle piccole catene.
Il classico bullo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MIO PADRE

 
 
 
 
   Quella sera ero agitatissima.
Già a mio padre stava venendo un infarto appena gli avevo detto di avere un ragazzo e per di più di due anni più grande di me.
Facevo avanti e indietro per la stanza con Erica che mi fissava divertita.
Suonarono alla porta.
-APRO IO!!-. Urlai come se dovessi fare una rapina e scendendo per le scale.
Aprii.
La mia reazione? Ero morta dalle risate.
Riccardo si era presentato vestito in… In Smoking!!
-Ma come ti sei conciato?! Ah ah ah!
-Che c’è che non va? Ho preso il vestito in affitto e…

-Quando ho detto elegante non intendevo in smoking ma magari jeans, camicetta o…
-E’ il tuo ragazzo?-. Le parole di mio padre dalla cucina mi misero in agitazione.
Levai a Riccardo la giacca, gli arruffai un po’ i capelli e gli sbottonai un po’ la camicetta.
Arrivò mio padre e iniziò a presentarsi.
-Io sono il padre di questa bellissima bambina, la MIA bambina!
-Essere possessivi è di famigli eh...-. Mi disse a bassa voce ed a denti stretti.
Gli diedi una gomitata.
Erica era su per la scalinata che si tratteneva dalle risate.
-Io sono Riccardo, sono il ragazzo di SUA figlia!-. Strinse la mano a mio padre sfoggiando uno dei suoi irresistibili sorrisi.
-Beh la cena è pronta, perché non andiamo a tavola?-. Annunciò mio padre.
-Già… Perché?-. Dissi io un po’ isterica.
   Ci sedemmo tutti a tavola.
Erica vicino a sua madre che faceva dei commenti su Riccardo a bassa voce per non farsi sentire.
Io che continuavo a dare raccomandazioni (sempre a bassa voce) a Riccardo e mio padre che continuava a guardarlo, quasi quasi non mangiava nemmeno per finire di esaminarlo.
Finito di mangiare mio padre iniziò l’interrogatorio.
-Come vai a scuola Riccardo?
-Insomma… Diciamo che me la cavo…
-Te la cavi…-. Sembrava poter scoppiare da un momento all’altro e far apparire una pistola da chissà dove:- E dimmi, con le ragazze? Quante ne hai avute prima di Elisa!-. Ma che domande faceva! Lui ne aveva avute un sacco.
-Non lo so, su una trentina…-. Avrei voluto ammazzare Riccardo in quel momento.
-Senti ragazzo, che intenzioni hai con mia figlia?-. Oh cazzo! Andavamo di male in peggio!
-No signore, non fraintenda, con sua figlia ho intenzioni serie, se no non mi sarei presentato qua…
-Già papà… Che domande fai…-. Mi scappò un sorrisetto nervoso:- A proposito, domani c’è una festa e noi vorremmo andarci…-. Non era il momento giusto ma glielo dovevo dire.
-Sentite un po’ voi due, io vi ci faccio andare ma che sia chiaro: Entro le undici e mezza a casa!
-Sissignore!-. Rispose subito Riccardo.
   Decidemmo di sederci nel divano.
Eravamo io, Riccardo, mia madre e mio padre.
-Ragazzo mio, tu sei una persona molto simpatica ed è per questo che vorrei farti una domanda privata…
-Dica signore.
-Riguarda voi due.
-Ok, ci dica.
-Non è che voi due… Insomma voi due…-. Mio padre era più imbarazzato di noi che già avevamo il viso colorato di rosso:-Insomma voi due… Sapete come si fa un bambino? Ecco quello.
-No!-. Rispondemmo in coro ed in fretta.
Ma che domande andava a fare mio padre? Avrei voluto morire in quello stesso momento.
-Ora è meglio se vado.
-Si, Ti accompagno fino al cancello.
   Ci alzammo e uscimmo.
-Che tipo tuo padre!
-E già!
-Per fortuna che è andata bene.
-Si.
-Mi sentivo morire!
-Anche io! Fa domande troppo strane.
   Ci salutammo con un bacio e poi tornai a casa.
Chiusa la porta sentii mio padre discutere con mia madre su quanto fosse gentile e simpatico Riccardo.
Mi veniva da ridere.
Ce l’eravamo cavata per fortuna!
   
 
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