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Autore: Sakura00    17/11/2011    3 recensioni
Ok, ora basta prendere frammenti dai capitoli che scrivo! Non troverò mai una intro per questa maledetta fan fiction. Mi toccherà scriverla di mio pugno! (*tossisce*)
Questa è una storia molto complicata, i cui fili si districheranno molto lentamente. Ci sono Ranma e Akane, ci sono il loro amici, c'è anche Soun, c'è Ranko, c'è Ryoga e un sacco di altre persone. Personalmente la storia mi piace dal capitolo 10, ma lascio a voi commenti ;)
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2






«Vengo con te, a Jusenkyo.» Affermò Shinnosuke con determinazione.

Ranma alzò le sopracciglia incredulo e fece per dire qualcosa, poi sbuffò e si rilassò. «Puoi fare come ti pare.»

In fondo non gli cambiava niente, ma il nonno non sembrava essere altrettanto d'accordo. «SHINNOSUKE!» Sbatté i pugni sul tavolo. «Nipote sciagurato! Cosa ti salta in mente anche a te?! Non farlo!»

Il ragazzo assunse un'espressione severa. «Nonno, tu sai perché voglio andare. Non rendere il tutto più difficile di quanto non lo è già...»

I due cominciarono a discutere e Ranma si sentì un po' escluso così si rimise seduto sulla sedia e sgranocchiò dei biscotti che erano a tavola. Quando sembrò che avessero finito rivolse la sua attenzione di nuovo a loro. L'anziano sospirò rumorosamente, guardò il nipote dapprima con apprensione, ma poi la sua espressione mutò in una maschera di antica tristezza. Ranma pensò che non l'avrebbe mai dimenticata. «Ah, l'amore. Voi giovani siete tutti uguali... Ma va bene, puoi andare, ma fammi almeno il favore di portarti una cosa con te.»

Una volta che il nonno uscì dalla stanza, Shinnosuke tirò un sospiro trionfante. Poi corrugò le sopracciglia e si grattò la nuca. «Ma aspetta. Dove devo andare? A cosa si riferisce?»

Ranma alzò gli occhi al cielo, se Shinnosuke fosse veramente venuto con lui avrebbe dovuto abituarsi a questo suo “piccolo” problema.

Tornò il vecchio nella stanza e lo smemorato sembrò riprendere lucidità, aveva portato con sé due rettangoli di forma irregolare e grandi quanto una mano. Ranma non li riconobbe, ma capì che dovessero essere apparecchi tecnologici, ne diede uno in mano a Shinnosuke. «Tieni, ragazzo. È un cellulare, piuttosto vecchiotto lo ammetto, uno dei primi, ma ci servirà a tenerci in contatto e tra l'altro è a prova d'intercettazione.»

I due giovani sgranarono gli occhi, dei cellulari avevano solo sentito parlare figuriamoci vederne due!

«Me l'ero immaginato diverso...» Farfugliò Ranma squadrando l'oggetto in mano al coetaneo. Avrebbe voluto chiedere come se li era procurati, ma non credeva che glielo avrebbe detto...

«Grazie nonno.» I due sembrarono un po' in imbarazzo, ma poi si abbracciarono. Si volevano bene. Ranma fremette alla scena tanto familiare anche per lui e distolse lo sguardo, perdendosi alla ricerca di una distrazione, seguendo ad esempio la direzione di una crepa sul muro con gli occhi.

«Ok, andiamo Ranma.» Shinnosuke riscosse Ranma dai suoi pensieri che annuì. Poi il primo sembrò ricordarsi qualcosa ed entrò in una camera, svelto ne uscì subito con uno spago in mano.

«Hai i capelli lunghi e ho pensato che ti avrebbe potuto far comodo...» Shinnosuke arrossì un poco, gli era sembrata un'idea meno ridicola pochi attimi prima, ma si dovette ricredere quando vide qualcosa di simile a una luce brillare negli occhi di Ranma.

«Grazie.»Quest'ultimo raccolse esitante l'oggetto dalla mano dell'amico, guardò il cordoncino per qualche secondo esaminandolo. Era spago, del tipo che sembrava di carta. Ma bastò comunque a stordire la mente del ragazzo. Con gesti meccanici portò le mani dietro la nuca, chiuse gli occhi e lasciò che l'abitudine affiorasse per gustare quel piccolo momento familiare, di routine. Le mani si muovevano sicure sui capelli, senza incontrare troppi nodi. Quando ebbe finito si sentì sollevato, più leggero. Inspirò ed espirò profondamente e rivolse lo sguardo a Shinnosuke. «Andiamo.»


Si congedarono dal vecchio e si avviarono senza attirare troppa attenzione ai confini di quel piccolo villaggio. Non ci volle molto, il sole stava ancora tramontando quando i due si ritrovarono in una vastissima prateria. Shinnosuke lanciò uno sguardo dietro di sé salutando la propria casa, non sapendo se l'avrebbe più vista.

« Nel prossimo villaggio dovremmo procurarci dei cavalli, non possiamo farcela a piedi.» La voce di Ranma lo fece tornare coi piedi per terra. «Hai ragione, ma considerando ciò che mi sono portato, cioè tutto ciò che possedevo, possiamo a malapena comprarci il cibo per un'altra giornata. Dubito che riusciremmo a comprare un cavallo...»

L'altro rispose imprecando. «Dannazione! Non potevi chiedere i soldi a tuo nonno?! Come credi che possiamo sopravvivere?»

Shinnosuke aggrottò le sopracciglia. «Ma cosa credi?! Se avessi tolto quel poco che ha a mio nonno non sarebbe sopravvissuto lui! E di certo non avrei raggiunto la somma per due cavalli!»

Ranma rispose con un grugnito, ma sapeva che aveva ragione. Cos'altro poteva aspettarsi da una famiglia composta da un vecchio e un emerito scemo? Quasi per caso frugò nelle sue tasche, ma erano come se le aspettava. Come tutto il resto. Vuote.


Scese la notte e i due si accamparono sotto uno dei pochi alberi. Dopo vari borbottii e lamentele riuscirono ad accendere un focolare. Shinnosuke si era portato alcuni pasti pronti, li tirò fuori dallo zaino e li mise a scaldare. Ranma stava seduto a gambe incrociate davanti il fuoco e assaporava il tepore che gli trasmetteva, variava a seconda della direzione del vento e quando tirò una folata più forte alle sue spalle rabbrividì.

«Hai freddo?» Si voltò verso Shinnosuke che stava tirando fuori due piccole scodelle entrambe incrinate. Fece cenno di no e scivolò con lo sguardo sul bastone che si era portato l'altro. Era lo spazzolone dello stesso giorno. «Mi spieghi cosa ci fai?»

Il ragazzo si voltò verso dove aveva indicato l'amico e posò le scodelle accanto al fuoco. Scrollò le spalle. «Ci combatto.»

Ranma inarcò ancora di più le sopracciglia chiedendosi se doveva ridere o meno. Ma l'altro aveva già spostato l'attenzione su altro, cominciando a riempire le scodelle con la zuppa che aveva scaldato. «Buon appetito.»

Ranma soffiò piano sull'acqua che emanava il fumo del calore, deviandone per un' attimo la direzione. Cominciò a sorseggiarla piano, percependo il calore che lo pervadeva da dentro. Quando la sentì meno bollente la buttò giù tutta d'un fiato. Posò la scodella di fianco a Shinnosuke, che non aveva ancora finito, e si mise a frugare nello zaino.

Quest'altro finì il pasto e impilò la propria scodella dentro quella di Ranma. Si voltò e si accorse dell'altro. «Che cerchi?»

Non rispose, ma tirò fuori un grande foglio di carta che spianò per terra tra loro. «Dobbiamo un attimo organizzarci. Dove siamo?»

Shinnosuke esaminò la mappa e indicò un nome. « Il mio villaggio è questo, Ryugenzawa. Di conseguenza noi stiamo percorrendo questa landa. La prateria Allan.»

Ranma annuì. « Il prossimo villaggio si chiama Krollor. Mmm, non mi inspira per niente. Ma è la direzione giusta.»

Fissò un poco la cartina e la richiuse subito dopo nello zaino. Aiutò a mettere tutto ciò che avevano tirato fuori a posto, tranne le ciotole che sarebbero dovute essere lavate nel primo fiume che incontravano.

Shinnosuke stese un tappetino a terra e Ranma si appollaiò addosso all'albero e disse: «Se non è troppo indiscreta come domanda, mi dici come mai vieni con me?»

Non rispose subito. Si stese supino guardando il cielo e incrociò le braccia al petto. «C'è una ragazza che amo. Non mi sono ancora dichiarato, ma non l'ho più vista. Abitava nel mio villaggio, ma una volta mi raccontò che voleva scappare e andare a Jusenkyo. Aveva sentito voci straordinarie su quel posto... Io ho cercato di dissuaderla, ma il giorno dopo era già partita, senza dire niente a nessuno.»

L'altro lo guardò di sottecchi. «Tu sai che... insomma, potresti non trovarla... intendo viva...?»

Shinnosuke si strinse nelle spalle, ma il suo viso rivelava ben altre emozioni. «Tu invece? Perché sei partito?»

Ranma si sentì un pugnale nello stomaco. Forse glielo aveva chiesto perché voleva saperne di più. Probabilmente perché non si ricordava ciò che aveva detto a casa sua. Si stese sull'erba un po' secca e un po' verde. «Buonanotte.»




Ecco un altro capitolo! Com'è?

Un grazie a Oceanthree e a LoveAnimeManga89 per i commenti.

Alla prossima



Sakura


  
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