Vivi
Questa fanfiction è una specie di integrazione alla mia fanfiction “Non
sono un Eroe”. Diciamo che l’ultima frase, senza una spiegazione estesa, è un
po’ troppo” brusca”, quindi qui c’è una fanfiction completamente dedicata alla
coppia che amo di più.
Dedicata
alla mia amica Silvia
Sperando
che questa coppia
Possa farti felice
19
Settembre 1999
Ore
06:54
Caro
diario,
Non
so più cosa fare.
Questa
notte un nuovo gufo di Harry è arrivato a casa ed io, di nuovo, non ho
risposto.
Non
me la sento di ricominciare a sentirlo.
L’ultima
volta che ci siamo visti è stato un anno fa, al San Mungo, quando sono andata a
salutarlo prima di tornare a casa.
Non
voglio evitarlo… ma non riesco a guardarlo in faccia.
Lui
non viene mai qui, nel mio ufficio.
Sa
che non potrei negarmi ma non ne approfitta.
Di
questo gli sono grata.
Trascrivo
qui la sua lettera.
Carissima Hermione,
Perché non vuoi vedermi?
Mi manchi molto. Io ho appena superato la prova di Pozioni. Ma ci pensi? Ho
superato Pozioni! Sai che ho comunicato anche al nostro caro professore la
notizia? Non che lo capisse molto… i Dissennatori che lo sorvegliano sono
davvero terribili. Ho ancora i brividi.
Tra un anno e mezzo al
massimo potrò iniziare ad esercitare la professione come assistente sul campo e
dopo un altro anno sarò un Auror. Un vero cacciatore di maghi oscuri, confuso
tra decine di altri maghi. Certo, sarò sempre Harry Potter e questa maledetta
cicatrice non svanirà mai… ma sono felice come non lo ero da molti mesi. Ho di
nuovo trovato un po’ di gioia di vivere, anche se ogni tanto qualcosa mi
rattrista, e puoi ben capire quale quesito continua a farmi stare male: cosa
avremmo combinato Ron ed io al corso? Ogni volta che ci penso sento un groppo
stringermi la gola. Era il nostro amico più caro. E da più di un anno non c’è
più.
Per favore, incontriamoci
almeno per un quarto d’ora, Hermione. Devo chiederti un consiglio ma non posso
scrivertelo per gufo e per telefono non me la sento.
Ti prego, Hermione!
Ti aspetterò davanti alla
fontana del ministero alle 19:30.
Spero che questa volta non
mi negherai qualche minuto del tuo tempo.
Un
bacione,
il
tuo amico Harry Potter
Come
puoi immaginare, non so cosa fare.
Io
voglio molto bene a Harry… Ha cercato di stare vicino a me quanto a Ginny ma io
l’ho respinto.
Mi
dispiace farlo, ma ogni volta che lo vedo mi rivedo ragazzina, che scorrazzo
per Hogwarts insieme a lui, Ron e Hagrid.
Non
vorrei essere così debole. Non è da me farmi trasportare dai sentimenti ma non
posso farci nulla.
Lo
so che vederlo mi farebbe felice.
Lo
so che sentirlo di nuovo al mio fianco potrebbe farmi bene.
Ma
non riesco a pensare a Harry senza che il volto senza vita di Ron mi compaia
davanti agli occhi!
Non
ce la faccio!
Ed
ora lui mi propone di vederci tra dodici ore! Dodici ore sono pochissime per
prepararsi a questo evento.
Potrei
negarmi ancora… ma con quale coraggio potrei continuare a guardarmi allo
specchio, se mi negassi per l’ennesima volta?
Non
so cosa fare, caro diario!
Hermione
Granger alzò gli occhi dalla pagina che la sua scrittura minuta e ordinata stava coprendo.
Era
nella stanza da letto della casa in cui era cresciuta, seduta alla stessa
scrivania dove, nel periodo estivo, scriveva lunghissime lettere ai migliori
amici che avesse mai avuto.
Alla
sua destra stava una grande scatola di caramelle Mou
fatte in casa, dono della signora Weasley, e una graziosa catenina d’oro con un
ciondolo a forma di stella, il regalo di Ginny per quello che era il suo
ventesimo compleanno.
Chiuse
di scatto il diario, un quaderno a righe dalla violacea copertina in cartone, e
vi passò attorno l’elastico che usava per tenerlo chiuso.
Guardò
l’orologio sul comodino. Il quadrante segnava le 07:37 e lei, la perfettissima Hermione Granger, non voleva arrivare in
ritardo.
Arthur
Weasley, eletto Ministro della Magia qualche mese addietro, aveva creato
l’ufficio della Difesa dei Diritti degli Elfi Domestici, uno speciale organo
del ministero che monitorava ogni elfo domestico dello stato e ne difendeva i
diritti.
La
presidenza era stata offerta allo stesso ministro, che aveva rifiutato
indicando la ragazza, allora impiegata all’ufficio Affari Esteri, come miglior
presidente che potesse esservi.
Hermione
aveva accettato, anche se con molto timore.
Adesso
lavorava al fianco di altri nove maghi, che effettuavano indagini sul campo, e
si avvaleva della consulenza di Dobby per migliorare il tenore di vita di
quella classe di esseri magici per i quali si batteva da quasi sei anni.
Aprì
l’armadio con calma e prese una tunica nera. Guardò con attenzione i capi di abbigliamento
che conteneva e, esitante, scelse un abito azzurro cielo ed una mogliettina
rosa con la zip.
Sospirò,
poi infilò i capi di abbigliamento ed un paio di stivaletti di pelle in uno
zainetto che si mise in spalla.
Solo
allora si diresse nel bagno ed iniziò a pettinare i corti capelli castani.
Adesso
che erano corti a malapena fino alle spalle non erano più l’ingarbugliato
cespuglio che le dava tanti problemi a scuola e lo spazzolarli era agevole e
piuttosto rapido.
Guardò
il suo volto pallido e segnato dalle occhiaie, poi sfiorò la cicatrice che
Draco Malfoy le aveva lasciato come ricordo dell’ultimo scontro tra loro.
Adesso
il maledetto Mangiamorte era ad Azkaban, così come moltissimi seguaci di
Voldemort, ma quel segno sul suo volto non sarebbe mai sparito.
Era
fortunata, si disse, guardando il segno d’odio. I guaritori del San Mungo
avevano salvato l’occhio sinistro, seriamente danneggiato, ed ora doveva
soltanto indossare gli occhiali da riposo per non stancare troppo l’occhio
indebolito.
Guardò
la sottile montatura che l’attendeva accanto al dentifricio e lo spazzolino con
una punta di disprezzo, e li indossò.
Si
smaterializzò un attimo dopo, portando con sé gli abiti che avrebbe indossato
nel caso Harry volesse parlarle in un locale babbano.
Harry
guardò nervosamente l’orologio che aveva al polso e sbuffò nervosamente. Le
lancette segnavano le 19:25 e da Hermione non aveva ricevuto nessun messaggio
per negarsi o per accettare l’invito.
Era
nervosissimo.
Aveva
inviato quel messaggio a Hermione in un momento di sconforto e di grande
nervosismo, per un motivo futile.
All’inizio
il suo unico intento era quello di riportargli il buon risultato nella prova di
Pozioni e farle gli auguri, ma il problema più grande di quei giorni l’aveva
spinto a desiderare un consiglio dalla saggia amica, così le aveva proposto
l’incontro.
Lei
non aveva rifiutato, e questo era un buon segno… ma non aveva neanche
accettato, e questo era cattivo segno…
Affondò
le mani nei capelli, indeciso sul da farsi.
Disturbare
Hermione la sera del suo compleanno per parlare di quel problema che di certo
le avrebbe dato dolore non era esattamente la miglior cosa da fare… ma ormai
aveva scritto quel messaggio e non poteva certo tirarsi indietro.
-
Ehi, Potter! Stasera esci con la rossa?
Julian
Morrison, lo statunitense con cui divideva
l’appartamento, si era appena seduto accanto a lui al tavolo della cucina ed
ora osservava con attenzione l’abbigliamento dell’amico.
La
lunga tunica nera d’addestramento era stata sostituita da un paio di pantaloni
scuri e una camicia bianca a maniche lunghe con un paio di bottoni slacciati e
scarpe nere lucide.
-
No Julian. E’ un’amica.
-
Deve essere un’amica piuttosto importante, se ti vesti come uno che va ad un
matrimonio.
-
Mi incontrerò con Hermione Granger, la ragazza del mio migliore amico e una
grande amica che non vedo da oltre un anno che oggi compie gli anni, quindi non
farti strane idee.
-
Certo…- disse, guardandolo scettico.
-
Non fare quella faccia, Julian. E’ un’amica che non vedo da molto tempo e
voglio vestirmi bene!
-
Certo certo…- disse lui, lanciando un’occhiata al
pacchetto rivestito da carta dorata.
-
A che ora vi vedrete?
Harry
abbassò gli occhi sul quadrante dell’orologio. Erano le 19:32.
-
Merda!- sibilò, afferrando il pacchetto che aveva
appoggiato sul piano di legno per poi svanire.
Harry
si guardò intorno nervosamente, sperando di vedere l’amica tra i molti volti
che si stavano allontanando dall’ampio atrio della sede del ministero.
Tra
quella massa di abiti scuri fu facile individuare Hermione, seduta nei pressi
della fontana.
Indossava
un abito lungo fino al ginocchio di un azzurro molto chiaro ed una mogliettina
rosa le copriva le spalle. Dal modo in cui torturava un pezzo di pergamena sembrava
piuttosto nervosa.
Si
fece largo tra quella gente in fretta, scusandosi a mezza bocca con le persone
che urtava inavvertitamente.
-
Scusami per il ritardo- disse Harry con il fiato corto non appena fu davanti a
lei.
Hermione
non alzò gli occhi sul suo volto.
-
Lo so, sono uno sciocco ritardatario, ma vedi…
-
Non è per il ritardo che non ti guardo in faccia.
Harry,
incuriosito, si sedette accanto a lei.
-
Qualcosa non va?
Hermione
si passò una mano sul volto, cercando le parole migliori per esprimersi, per
fargli capire che non voleva fargli del male… che stava male anche lei per la
situazione… che era tutta colpa sua…
Riuscì
solo a balbettare un “perdonami” a voce bassa prima di alzarsi poi allontanarsi
in fretta da lui, diretta verso i camini e l’area dove era consentito
smaterializzarsi.
Harry
lo vide allontanarsi in fretta e non fu in grado di trattenersi.
La
raggiunse e la prese per un polso con forza, fermandola.
-
Non so cosa succede e non voglio forzarti a fare qualcosa che non vuoi… ma non
capisco a cosa serva questo fermo intento di non guardarmi in faccia. Adesso
tornerò all’accademia per Auror e ti prometto che non mi farò più vivo. Sarai
finalmente liberata dalla mia presenza, se è questo che desideri, ma sappi che
mi fa stare malissimo il non capire come mai la nostra amicizia debba essere
distrutta con dei silenzi.
Detto
questo lasciò il suo polso e le si parò di fronte, mettendole il suo regalo di
compleanno in mano.
-
Tanti auguri, amica mia.
Detto
questo si voltò e si diresse in fretta verso l’area per la smaterializzazione.
Hermione
guardò le spalle di Harry allontanarsi rapidamente tra la folla.
Se
ne stava andando davvero.
Dopo
tanto tempo passato a cercare un dialogo, Harry aveva deciso di lasciarla
stare.
-
Aspetta Harry!- gridò.
Harry
si voltò, guardando con aria seria l’amica di un tempo, mentre la folla si
divideva in due ali per osservare meglio la scena. Hermione adesso lo guardava
con aria molto triste, mordendo il labbro inferiore con forza per evitare che
le lacrime sgorgassero dai suoi occhi.
Harry
tornò indietro e la abbracciò, sperando che questo potesse confortarla.
-
Mi dispiace, Harry- singhiozzò Hermione - Io...
-
Non è il luogo più idoneo per una conversazione del genere- disse, alludendo ai
molti occhi che li stavano fissando- Se non hai altri impegni, direi che
potremmo andare in un luogo più tranquillo.
Hermione
annuì, cercando di sorridere all’amico.
Harry
ed Hermione camminavano lungo i sentieri coperti di ghiaia del parco.
Harry
aveva in mano un sacchetto che conteneva ciò che avevano comprato in rosticceria
e un paio di paste ed ora cercavano un tavolino a cui sedersi, lontani dal
mondo della magia e dai suoi sguardi indiscreti.
Non
avevano parlato da quando erano usciti dal ministero ed Harry iniziava a
stancarsi di quel mutismo.
-
Credo che qui vada bene- disse, indicando un tavolino posto accanto ad un
salice dalle lunghe fronde.
Hermione
annuì ad occhi bassi, irritando ulteriormente il mago.
-
E’ meglio se me ne vado, Hermione- le disse, guardandola con rabbia- Tu fai un
passo avanti, tre indietro e quattro di lato ed io ho già troppi problemi per
occuparmi anche del tuo insensato evitarmi. Avevo pensato che forse ti avrebbe
fatto bene il rivederci… ma sbagliavo. Sei ancora una bambina. Contattami
quando ti deciderai a crescere.
-
Non parlarmi in questo modo, Harry James Potter- disse lei, puntandogli gli
occhi addosso- Non ti permetto di trattarmi in questo modo. Credi di essere
l’unico ad avere dei problemi e non avere nessuno che lo possa aiutare? Se è
così, sbagli di grosso. Anche io ho delle preoccupazioni.
-
Lo vedo… la più grande è quella di guardarmi in faccia. Perché hai il coraggio
di farlo soltanto quando la situazione raggiunge dei picchi di tensione? Cosa
ti ho fatto di male?
-
Mi ricordi Ron!
Il
grido di Hermione fece voltare più di un passante, che guardava la giovane
coppia con sospetto.
-
Non l’hai capito che ogni volta che ti vedo l’immagine di Ron mi appare davanti
agli occhi e mi fa male? Lui è morto ed io non ho potuto impedirlo, Harry!
-
E’ questo il problema? Tu non mi vuoi vedere né vuoi parlare con me perché io
ti ricordo Ron? Sai di essere assurda, Hermione?
-
Io non sono assurda! Sei un insensibile, Harry James Potter! Il tuo migliore
amico è morto da poco più di un anno e tu torni a divertirti, a sorridere…
-
Credi che sia facile per me ridere e scherzare ogni giorno?- disse Harry,
guardandola negli occhi- Credi che io mi sia già dimenticato di Ron? Se è così,
sbagli a giudicarmi. Non dimenticherò
Hermione
abbassò gli occhi nuovamente, cercando di non piangere per le parole
pronunciate da Harry.
Sapeva
che aveva ragione e che avrebbe dovuto andare avanti ma non ci riusciva.
-
Scusami Harry… non posso… mi dispiace… ti giuro che mi dispiace… ma non posso…
non posso… Mi dispiace tanto di averti ferito e deluso… ma non riesco a fare
altrimenti. Scusami se ti ho fatto sprecare una serata.
Hermione
corse via e questa volta Harry non le corse dietro per fermarla. Almeno adesso
sapeva cosa non andava bene quando si vedevano.
19
Settembre 1999
Ore
21:47
Carissimo diario,
mi sono comportata da vera idiota.
Mi sono incontrata con Harry ma non ho fatto altro che irritarlo fino
all’esasperazione.
L’ho guardato in faccia sì e
no un paio di volte e solo nei momenti di massima tensione.
L’unica cosa positiva è stata
la confessione del mio malessere. Cosa che, naturalmente, l’ha ferito
profondamente!
Almeno adesso ha capito come
mai sto così male quando mi trovo davanti a lui.
Certo, sono stata ingiusta
accusandolo d’essere troppo allegro per essere una persona che ha perso il
migliore amico un anno fa ed ha ragione a dirmi che non vorrebbe mai che mi
riducessi in questo stato… ma mi fa tanto male!
Ron! Perché sei morto? Io… io
ero innamorata di te! Io ti amavo, Ron! Perché mi hai lasciata sola? Perché?
***
Harry
guardò il calendario appoggiato sulla scrivania sul quale era appoggiato, con
la penna che gocciolava sulla pergamena, macchiandola mentre lui ne
mordicchiava distrattamente l’altra estremità.
Aveva
preso pergamena e penna per scrivere a Hermione ma adesso ci stava ripensando
seriamente.
Dopo
il loro ultimo incontro non si erano più contattati e Harry iniziava a pensare
che molto probabilmente era consigliabile fare ciò che aveva detto quel giorno,
ossia svanire completamente dalla sua vita e lasciarla vivere come voleva la
sua vita. Eppure sentiva che non poteva abbandonarla in quel modo, soprattutto
per ciò che aveva detto quel diciannove settembre. Doveva aiutarla come aveva
fatto con Ginny.
Guardò
la lettera che la rossa aveva inviato qualche giorno prima.
Caro Harry, come stai?
Io qui mi trovo benissimo.
Sai che adesso sono in
compagnia Victor Krum? Tu ti chiederai cosa ci faccia un campione del suo
calibro in una comunità di draghi… me lo sono chiesto anche io e l’ho chiesto a
mio fratello. Dice che gliel’ha chiesto lui in persona ai tempo del torneo
Tremaghi. Lo chiama “allenamento speciale”. Io lo chiamo follia. Si fa
inseguire da un drago per allenarsi a schivare i Bolidi! Carie è tutto contento.
Dice così i draghi fanno un po’ di moto… ma io ho paura che si rompa l’osso del
collo. Ho ancora la pelle d’oca!
Sai che mi ha chiesto che
fine abbia fatto Hermione? Tu sai come sta? Non la sento da secoli e mi sono
dimenticata di farle gli auguri. Tu le hai fatto gli auguri, vero? Sono
preoccupata per lei. Secondo me la signorina Granger si dedica troppo
seriamente al suo lavoro e per questo trascura gli amici di un tempo.
Mi dispiace che si isoli
in questo modo. Una volta eravamo un gruppo… scusami per le lacrime che
macchiano la pergamena, ma se penso a Ron e Neville mi sento morire! E’ come se
il loro nome fosse in grado di stringermi il cuore in una morsa molto dolorosa.
Ma, come mi hai detto tu moltissime volte, dobbiamo andare avanti con la nostra
vita e cercare di essere felici perché loro non vorrebbero che il nostro cuore
restasse per sempre ancorato a quell’unico ricordo spiacevole.
Penso che questo Hermione
non l’abbia ancora capito… perché non le parli? Forse ti ascolterà, così come
ho fatto io.
Tornando ad argomenti più
allegri… sai che Luna lavora al Cavillo? L’ho sempre detto che ha la stoffa
della giornalista. Altro che quella ciarlatana di Rita Skeeter! Ok, il Cavillo
non è esattamente la rivista più seria di questa terra… ma
Cosa fanno Fred e Gorge? I
miei fratellini sono così inaffidabili
da non avere neanche il tempo di scrivere, a quanto sembra… vendono ancora le
Merendine Canarine Plus? Se fossi nel ministero le bandirei. Passino le piume,
ma le orecchie che diventano ali…
Quasi dimenticavo! Sai che
presto sarò zia? Che tu ci creda o no, Fleur è in dolce attesa e a maggio
diverrò zia Ginevra! Non mi sembra vero! Io, la piccola della famiglia, avrò
tra le braccia il figlio del mio fratellone! Naturalmente sarai informato dei
nuovi sviluppi della vicenda non appena se ne saprà di più. Per ora si sa solo
che la mamma ed il papà sono al settimo cielo e che il loro nido d’amore
londinese verrà sostituito da una comoda villetta vicina a casa nostra, così
Fleur e Bill potranno lasciare l’erede alle amorevoli cure della nonna e, se
non si decide a trovare lavoro, anche della zia che sta cercando se stessa nelle
fredde foreste della Romania, amorevolmente coccolata da un fratellone con
un’insana passione per i draghi, la ragazza che sembra la sua copia femminile
dai capelli neri ed un campione internazionale che cerca a tutti i costi di
farsi arrostire da draghi inferociti. Che dici, avrò sbagliato destinazione e
sono finita in un manicomio? O questo è un universo parallelo in cui tutti sono
a corto di rotelle tranne la sottoscritta?
Ok, basta con le cavolate
e basta con questo sproloquio.
Carissimo Harry, ora ti
lascio alle tue lezioni ed ai tuoi esami di abilitazione per diventare il
miglior Auror di tutti i tempi. Spero che tu mi risponda presto. Lo sai che ci
tengo a te.
Con
tutto il cuore
Ginevra
Weasley
PS: io ti amo ancora,
Harry! Ti amo, capito? E non m’importa quanto tempo vuoi prenderti di pausa. Io
ti aspetterò fino a quando non avrai fatto chiarezza. Anche tutta la vita, se
questo fosse necessario.
Harry
ripiegò la missiva e la infilò nel libro “Trasfigurazione Umana per
Specialisti”.
Il
diciannove settembre aveva intenzione di informare Hermione che lui e Ginny si
erano presi una pausa di riflessione e chiederle consiglio sul da farsi.
Era
stato lui a interrompere la relazione tra loro e consigliarle di stare un po’
di tempo lontana dalla casa che aveva diviso per tanti anni con il fratello di
un anno maggiore.
Il
suo ricovero al San Mungo era stato piuttosto breve, permettendole di tornare a
scuola soltanto un paio di settimane dopo l’inizio del suo ultimo anno
scolastico a Hogwarts e lei non era voluta tornare a casa neanche una volta
durante quell’anno.
Soltanto
dopo il diploma era tornata in quella casa.
Era
stato allora che i suoi nervi avevano ceduto. Harry, in quei pochi giorni di
vacanza che aveva trascorso in casa della sua ragazza, si era reso conto di
quanto stesse male e aveva parlato con l’intera famiglia della ragazza,
convincendoli che qualche settimana dal fratello impiegato in Romania
l’avrebbero aiutata a riprendersi.
Guardò
il calendario appeso al muro. La foto di Ginny aveva percorso già cinquantotto
caselle, lasciando dietro di sé una scia di stelline rosse e blu. La casella
che attirò l’attenzione di Harry segnava il sedici settembre. Oltre alle
stelle, lì c’era anche un fulmine argentato.
-
Un mese e mezzo… e ancora non ti sei rassegnata- disse Harry.
Improvvisamente
qualcuno bussò alla sua porta.
Harry
guardò l’orologio appeso al muro, constatando che la lancetta di Julian
segnalava che il coinquilino, come gli aveva annunciato un paio d’ore prima,
era ad una festa e probabilmente sarebbe rientrato soltanto il mattino dopo.
Harry
aprì la porta e sgranò gli occhi vedendo una Hermione di fronte a lui, con un
paio di scatole di cartone che portavano impresso il marchio di un noto
ristorante cinese.
-
Posso entrare?- sussurrò mentre fissava con attenzione la punta della propria
scarpa da tennis sinistra.
Harry
le fece spazio e lei, timidamente, entrò.
-
Puoi appoggiarli lì sopra- disse Harry, indicandole il tavolo dell’ampia cucina
che, con il divano posto accanto al frigorifero, aveva anche la funzione di
salotto.
Hermione
fece come gli aveva chiesto e solo allora ebbe la forza di guardarlo in faccia.
-
Sono stata una sciocca e mi dispiace averti fatto preoccupare- disse.
-
Io non ti sono stato di grande aiuto. Forse avrei dovuto insistere di più.
-
Non avrebbe funzionato, Harry. Dovevo smaltire con i miei tempi questa batosta.
Mi spiace solo aver fatto preoccupare tutti quanti. Ma adesso voglio davvero
liberarmi di queste mie paure e ricominciare a vivere la mia vita. Questa cena
è il mio segno di pace.
Harry
non poté fare a meno di sorridere di fronte alla Hermione che lo guardava negli
occhi mentre tormentava una ciocca dei lunghi capelli ribelli.
-
Mi sei mancata molto, Miss So-Tutto-Io. L’altro
giorno mi è arrivata una lettera di Ginny. Vuoi leggerla prima o dopo cena?
-
Non voglio ficcare il naso nella dolce lettera tra due piccioncini.
-
Ginny ed io ci siamo lasciati un mese e mezzo fa- disse Harry- Era di questo
che volevo parlarti quella sera.
Hermione
rimase di stucco sentendo quelle parole. Aveva sempre pensato che, dopo
l’ultima battaglia, Harry e Ginny sarebbero potuti essere finalmente felici,
lontani dal pericolo di un ricatto che avrebbe messo a rischio la vita della
ragazza, ed ora lui le diceva che si erano lasciati?
-
Perché?
Harry
si rabbuiò.
-
Ho capito che era meglio fare una pausa perché qualcosa è cambiato. Mi dispiace
dirlo, ma negli ultimi tempi sono stato più un surrogato di Ron che un
fidanzato per Ginny e questo non ha fatto bene al nostro rapporto, soprattutto
da parte mia. Più passano i giorni, più mi accorgo che sono tornato a vederla
come la sorellina del mio migliore amico.
-
Questo gliel’hai detto?
-
Ancora no. Ho bisogno di tempo per trovare le parole
giuste. Quando ci riuscirò andrò a trovarla in Romania. Adesso è andata a stare
da Charlie per qualche tempo.
-
Ginny adesso vive da Charlie?
-
Sì. E’ andata qualche tempo fa e ormai si sta abituando ai luoghi e alla
compagnia. Dice che da poco è arrivato anche Victor.
-
Con Victor intendi Krum?- chiese Hermione, sorpresa per la notizia.
-
Esatto. Si allena a schivare i bolidi.
-
I bolidi?- chiese Hermione, incapace di comprendere cosa c’entrassero quelle
palle da Quidditch con lo studio dei draghi.
-
Sì. Solo che i bolidi, in questo particolare caso, sono a forma di drago
adulto.
-
Stai scherzando.
Harry
andò a prendere la lettera e gliela porse indicandole il punto esatto in cui
Ginny affermava che Victor Krum si faceva inseguire dai draghi di sua spontanea
volontà.
-
E’ pazzo- disse, poi continuò a leggere la lettera inviata dall’amica.
Harry
la osservò con maggiore attenzione. Indossava una maglia bianca in pile e dei
pantaloni di velluto verde scuro, abbinati a scarpe da ginnastica bianche con
bande nere.
Il
suo naso era ancora leggermente rosato, segno del freddo che la ragazza aveva
affrontato per arrivare lì mentre gli occhi nocciola correvano da un’estremità
all’altra del foglio, sempre rapidissimi.
Le
guance erano più smunte rispetto ai tempi della scuola ed una di essere era
segnata da una linea rossa che contrastava con il pallore della sua pelle.
Quasi
come in un sogno, la sua mano si mosse per toccare i capelli di lei.
Hermione
si voltò di scatto, sorpresa dal gesto dell’amico.
-
Volevo capire se questa era la realtà oppure un sogno- disse Harry, imbarazzato
ma sorridente.
Hermione
si morse il labbro inferiore e distolse lo sguardo dal suo volto.
-
Sono stata davvero stronza. Ma ho deciso di cambiare.
Devo tornare a vivere la mia vita. E stavolta non rifiuterò l’aiuto degli
altri.
-
Che ne dici se dopo mangiato andiamo ad una festa? Aspettami, vado a prendere
una cosa nell’altra stanza- disse Harry, dirigendosi verso la sua stanza.
Hermione,
mentre ascoltava il rumore dei fogli spostati da Harry, si guardò attorno.
La
stanza in cui si trovava era piuttosto ampia, con un lungo divano con fodera in
microfibra verde acqua ed un frigorifero mastodontico di colore viola erano posti
alla sinistra della porta d’ingresso. Di fronte al divano c’era un mobile con
un televisore da venti pollici, posto esattamente tra le porte che dovevano
condurre alle stanze. Il tavolo era posto in modo tale che fosse più vicino
alla porta della piccola cucina piuttosto che all’ingresso. Accanto alla porta
della stanza di Harry, che era quella più vicina alla porta d’ingresso, era
stata sistemata una grande credenza. Per ultima veniva la piccola porta che,
per esclusione, Hermione identificò come la porta del gabinetto.
-
Ti piace la casa?- le chiese Harry, tornando di là con due pezzi di carta in
mano- L’abbiamo arredata di comune accordo io e Julian. Naturalmente è stato
lui ad abbinare il divano al frigorifero.
Hermione
rise per quell’uscita.
-
Tornando all’argomento di poco fa… ti va di andare alla festa organizzata dai
gemelli Weasley a Diagon Alley? Mi hanno assicurato che sarà una festa per
pochi intimi…
-
Quindi ci saranno minimo un centinaio di invitati.
-
Io punterei su mezza Hogwarts.
-
Quindi passeremo del tutto inosservati.
-
Esatto. Katie mi ha assicurato che interverranno Lee, Alicia ed Angelina mentre
Dean, Ernie e Seamus accompagneranno le gemelle Patil e Lavanda. Invece Colin
Canon farà le foto mentre Luna scriverà un articolo per “Il Cavillo”. Ah, e
naturalmente ci saranno anche i neosposi.
-
Chi?
-
Come chi? Davvero non sai niente? Remus e Ninfadora si sono sposato lo scorso
luglio. Non ti hanno invitata?
Hermione
abbassò gli occhi.
Ricordava
perfettamente il bellissimo invito di nozze inviatole dai futuri sposi il marzo
passato. E ricordava anche la lettera che l’aveva accompagnata, scritta dalla
stessa Tonks le aveva scritto per pregarla di intervenire, che le avrebbe fatto
immensamente piacere rivederla e che certamente anche Harry e Ginny sarebbero
stati felicissimi.
-
L’avevo dimenticato- ammise.
-
Non fa niente- le disse Harry con fare comprensivo- L’importante è che tu
accetti il mio invito. Ci divertiremo.
-
Tu da solo non volevi andare?
-
No. Perché so che il rischio di incontrare Ginny è molto elevato e preferisco
evitare le scenate. Hai letto la lettera, no?
-
Questo è crudele.
Harry
guardò Hermione, che lo stava squadrando con aria severa – Dovresti dirle che è
davvero finita.
-
Quello che dici è giusto, Hermione, se non fosse per il fatto che il
sottoscritto non è affatto sicuro che sia davvero finita. Se voglio capire
quanto mi manca devo starle lontano il più a lungo possibile.
-
Ma se mi hai appena chiesto di venire alla festa con te!
-
Hermione- disse Harry, respirando a fondo per calmarsi- Io esco con te. Sto
uscendo per una simpatica serata con la mia migliore amica. Capisci la
differenza tra l’andare da solo alla festa dove potrai incontrare la tua ex
ragazza e l’andare alla festa con la migliore amica con cui non si parla da
tanto tempo? Io esco per stare con te e non potrò pensare a lei. Uscendo con te
io potrò non pensare a lei e lei non potrà avvicinarsi troppo a me né parlare
di noi in tua presenza…
Hermione
balzò in piedi.
-
Tu mi vuoi usare per evitare Ginny ed i problemi che hai con lei!
-
In un certo senso hai ragione… ma non è solo questo. Io voglio davvero uscire
con te e divertirci insieme... ma questo potrebbe anche aiutarmi a prendere
tempo per rispondere a Ginny. Lo so che è da egoista questo mio comportamento…
-
Va bene. Non approvo questo tuo modo di fare ma accetto di accompagnarti a
quella festa. Se ci sarà Ginny andrà tutto come pensi tu e se non ci sarà…
meglio così. Accetto ma che sia la prima ed ultima volta che mi usi come scudo
per evitare i tuoi problemi di cuore. Sono stata abbastanza chiara, Harry James
Potter?
Harry
annuì.
Hermione
gli sorrise, poi prese i cartocci che aveva portato e ne estrasse le bacchette
di legno.
-
Mangiamo?
01
Novembre 1999
Ore
08:01
Buonasera a te, mio carissimo
Diario,
Harry aveva ragione. Uscire
mi ha fatto davvero bene.
Ho rivisto moltissime persone
e mi sono stati fatti molti complimenti per la mia posizione all’interno del
ministero.
Sono stata felicissima di
rivedere tutte quelle persone. Non avrei mai immaginato Lavanda fare le fusa
con Ernie McMillan. Ad Hogwarts non sono mai stati
molto uniti mentre adesso lei sembra pazza di lui. Sembra quasi come se… se con
lui stesse rivivendo i momenti di gioia che ha trascorso con Ron tre anni fa.
Ecco, ci risiamo. Ho ricominciato a piangere per via del tuo ricordo, Ron. Ma
devo essere forte e smetterla di frignare. Tu non vorresti, vero Ron?
Continuando con il resoconto,
mio confidente cartaceo, ho saputo che Angelina e Alicia si sono messe in
affari assieme ed hanno aperto un negozio di forniture per il Quidditch soltanto per ragazze. Mi hanno parlato per almeno
mezz’ora di quanto sia difficoltoso trovare determinate protezioni per le
giocatrici, soprattutto per delle cacciatrici come lo
sono state loro ai tempi della scuola.
Lee, come immaginavo, è
l’addetto alla promozione del negozio di George e Fred e indovina un po’? L’ho
visto fare gli occhi dolci ad Alicia per tutta la serata. Spero solo che anche
a lei interessi… se lei desidera una vita piena di risate, Lee Jordan è l’uomo giusto.
Ho visto Luna in grandissima
forma. Colin la segue come il cagnolino segue il suo padrone e scatta foto a
tutti mentre lei adesso splende. Non so se sia stata la lotta contro Voldemort
a farla cambiare, ma adesso sembra essere una persona attentissima e scrive
davvero bene. Ho letto gli appunti che ha preso su un taccuino e… caspita! Ha
davvero la stoffa della giornalista.
Ho notato anche un’altra cosa
per quanto riguarda Luna: calamitava su di sé lo sguardo di George. Esatto. La
sottoscritta ha notato che George sembra aver cambiato opinione su di lei. Chissà
se lei se ne è accorta…
Ehi, sbaglio o questa pagina
di diario sembra un articolo di cronaca rosa? Certo che mi sono divertita
moltissimo ieri sera con Harry. Ginny non c’era e abbiamo ballato e
chiacchierato fino a qualche minuto fa.
Prima di andare alla festa
siamo passati qui a casa perché volevo cambiarmi. Mi sono infilata un top rosso
fuoco ed una minigonna nera. Devo aver esagerato perché Harry mi guardava quasi
come se non fosse in grado di riconoscermi… credo che abbia avuto l’impressione
che sia passata da un eccesso a un altro così ho deciso di optare per una
maglietta azzurra con gli strass e dei pantaloni verde militare. Di certo non
volevo dargli l’impressione che avessi cancellato il dolore dal mio cuore e che
stessi dando una valenza sbagliata a quell’uscita insieme! Mica era un
appuntamento!
Devo dire che, per quanto
riguarda il ballo, Harry è migliorato parecchio in quattro anni. Al Ballo del
Ceppo sembrava più rigido in un lampione mentre ieri sera era molto più
rilassato e si muoveva bene.
Mi ha presentato anche
qualche compagno di corso che partecipava alla festa. Certo che la vita di
Harry è cambiata parecchio! Ho notato che ormai non sono più in molti a
guardare stupiti la sua cicatrice e molti dei suoi compagni di corso lo
trattano come un qualsiasi altro allievo, un loro pari. Sono felice che il
sogno di normalità di Harry si sia finalmente avverato.
Dopo la festa un certo Philip
Abbiamo parlato, sprofondati
sul divano di casa sua, fino a quando non ci siamo addormentati. Ci ha
svegliato il suo coinquilino, un tipo simpatico che continuava a ridere e dare
gomitate di intesa a Harry. Mi ha accompagnata fino a casa scusandosi per il
comportamento del suo coinquilino e salutata con un bacio sulla fronte e con
l’augurio di poterci rivedere il prima possibile.
Sono felice di averlo
ritrovato. Sono sicura che piano piano riuscirò a
ricostruirmi una vita. Il primo passo l’ho fatto. Ora devo solo continuare a
farne altri.
Buongiorno, mio carissimo
diario. Ora la sottoscritta va a scrivere una lettera da inviare immediatamente
a Ginny poi fila sotto le coperte perché è davvero stanchissima.
***
Harry
fu svegliato dall’incessante picchiare di un becco alla sua finestra.
Guardò
l’orologio babbano che aveva sistemato sul comodino e sbuffò notando che aveva
dormito soltanto un paio d’ore. Aveva passato nuovamente la serata in compagnia
di Hermione ed anche quella volta i due erano tornati a casa soltanto dopo che
il Big Ben aveva compiuto un quarto dei giri della giornata.
Da
quando la strega aveva deciso che era il momento di ricominciare a vivere
uscivano praticamente ogni sera e rientravano in casa non prima delle prime ore
del giorno. Se poi, come in quel caso, uscivano il venerdì o il sabato sera, il
rientro non avveniva mai prima delle cinque.
Harry
si tirò su e, senza neanche inforcare gli occhiali, aprì la finestra e respirò
la gelida aria dicembrina mentre il piumato messaggero entrava in casa e si
posava sulla cassettiera tendendo la zampa.
Harry
si infilò gli occhiali e, presi un paio di biscotti per gufi, si avvicinò alla
sua Edvige, offrendole il cibo in cambio della pergamena che trasportava.
Era
una lettera di Ginny.
Carissimo Harry,
Devo darti una notizia che
non credo possa farti felice e che spero non ti faccia troppo male. Victor Krum
mi ha baciata. Non so cosa gli sia preso
in quel momento. Eravamo lì, nel recinto
dei draghi e chiacchieravamo come sempre. Nulla era differente da qualsiasi
altro giorno.
All’improvviso ha detto
che sono bella e molto dolce, che quasi si pentiva di non aver capito prima
quanto fosse gradevole la mia compagnia. Io allora gli ho detto che anche a me
piaceva stare in sua compagnia. E’ stato allora che mi ha baciata.
Ti giuro che non volevo e
che mi sono immediatamente allontanata. Mi sento sporca! Ed ho tradito te! Lo
so che non stiamo insieme… ma non puoi dirmi di non sentirmi in colpa perché mi
è impossibile farlo. Io ti voglio ancora
bene, qualsiasi cosa tu dica.
Io voglio bene a Victor,
questo non lo nego, ma è soltanto un amico.
Un amico e nient’altro, chiaro?
Ti prego, non essere in
collera con me.
Ti
amo
Ginevra
Weasley
Harry
sorrise.
Forse
Krum avrebbe potuto aiutare Ginny a superare la loro rottura.
Lo
sperava con tutto il cuore, dato che ormai aveva capito che il suo era affetto
fraterno, quasi volesse compensare la mancanza di Ron nella vita della giovane.
Se ne era accorto stando con Hermione. Spesso avevano parlato del suo rapporto
con Ginny e quelle discussioni l’avevano aiutato davvero molto. Con Hermione
era riuscito a sviscerare la faccenda sin nei minimi dettagli e dare un nome a
ogni singola emozione che provava per la rossa.
Peccato
che adesso il problema che stava nascendo in lui era ben più grande di quello
che l’aveva assillato dal settembre passato e stavolta sia i sensi di colpa sia
i dubbi erano decuplicati.
***
Hermione
aprì con impazienza la lettera che le aveva inviato l’amica dalla Romania.
Le
aveva scritto una lettera qualche giorno prima, spinta da Harry a inviarle
qualche notizia di suo pugno, e adesso non vedeva l’ora di sapere come se la
cavava.
Hermione!
Quanto tempo che non ci
sentivamo! Anche io sto benissimo.
Anche Victor vorrebbe
rivederti e sono certa che prestissimo ce ne sarà occasione.
Infatti per Natale saremo
tutti a casa Weasley e naturalmente sei invitata anche tu.
Non so se Harry verrà… Lui
ti avrà certamente raccontato che ci siamo lasciati e non credo che voglia
vedermi dopo quello che gli ho fatto l’altro giorno.
Hermione, aiutami per
favore! Ho un problema immenso!
Ho appena inviato una lettera
a Harry dicendogli che Victor mi ha baciata qualche giorno fa.
E’ vero che l’ha fatto ed
io… io ne sono felicissima! Naturalmente Harry non lo sa. Gli ho detto che io
l’ho allontanato e adesso sono nei guai perché non è vero che l’ho fatto!
Hermione, io ho tradito
Harry e sono felice di averlo fatto! Capisci come mi sento male? Lo so che ci
siamo lasciati… ma aveva parlato di una pausa! Ed io cosa vado a fare? Bacio un
bulgaro tuo ex e lo invito al pranzo di Natale come mio ragazzo!
Io mi sono innamorata di
lui, Hermione, ma non so come dirlo a Harry! Fino a qualche tempo fa gli
scrivevo che lo amavo alla follia e che l’avrei aspettato per sempre mentre
ora… ora come faccio a dirgli che mi sono innamorata di un altro?!
Ho paura di affrontarlo!
Ti prego, aiutami! Io non so come fare! Sei la mia ultima speranza, amica mia.
Ora ti lascio e… AIUTAMI,
TI PREGO!
La
tua amica
(Innamorata)
Ginny
Weasley
Hermione
sorrise.
-
Finalmente ti sei dimenticata di lui- disse Hermione sottovoce, guardando il
cielo dalla finestra del suo ufficio.
La
luce stava diminuendo e presto avrebbe lasciato l’ufficio per passare un’altra
serata in compagnia di Harry Potter.
Lui
le aveva detto che quella sera, in onore della riuscita prova di
Trasfigurazione Umana di Secondo Livello, l’avrebbe portata in un posto molto
elegante e non vedeva l’ora di uscire da quella stanza.
Impaziente,
quella sera si alzò e fece un giro su se stessa, valutando il suo stesso
abbigliamento.
Quella
sera si era messa un lungo abito di velluto blu scuro con sottili spalline e
scarpe con tacco argentate, aveva lasciato i capelli sciolti ed al collo aveva
messo una sottile catenina d’oro.
-
La signora presidentessa è splendida stasera. Esce con il signor Potter?
Dobby
era appena entrato nella stanza con un mucchio di pratiche tra le braccia ed
ora stava osservando il suo superiore con occhi pieni di ammirazione.
Era
stato felicissimo quando Hermione aveva chiesto all’elfo domestico, allora
impiegato a Hogwarts, di iniziare a lavorare come suo consulente.
Era
ancora piuttosto restio a dare del tu alle persone ma aveva perso parte del suo
nervosismo ed aveva studiato a lungo per migliorare il suo inglese ed essere
all’altezza del compito che gli era stato affidato dalla ragazza.
-
E’ davvero bellissima. Lei e il signor Potter formate una splendida coppia.
Detto
questo appoggiò i fogli sulla scrivania della donna e uscì.
Non
aveva notato quanto fosse sconvolta Hermione in quel momento.
Improvvisamente
si sentì sciocca e sporca. Lei si era vestita con la massima attenzione per
uscire con Harry. Era andata a comprare un abito per l’occasione e non aveva
badato a spese per apparire al massimo della forma. Aveva lasciato i capelli
sciolti perché Harry, qualche sera prima, aveva detto che le piacevano di più
in quel modo. Si era persino truccata perché voleva fare una buona impressione
all’amico e, si disse all’improvviso, da più di un mese i suoi pensieri non
erano più andati a Ron. Pensava solo a uscire con Harry, vedersi con Harry,
parlare con Harry.
Si
guardò le mani e le sembrò che fossero nuovamente sporche del sangue uscito dal
suo volto ed annerite dal fumo causato dalla combustione delle piante. Rivedeva
Ron cadere a terra, colpito dall’Avada Kedavra diretto a lei e si udiva gridare nuovamente per il
dolore che le straziava il cuore. Come aveva potuto dimenticare? Come poteva
andare a divertirsi quando Neville e Ron giacevano sotto metri di terra,
mangiati dai vermi e privi del soffio vitale da quasi un anno e mezzo?
Si
coprì gli occhi con le mani e cadde bocconi sul pavimento, piangendo disperata
per il suo essere così insensibile.
Harry
bussò alla porta dell’ufficio con cortesia.
Erano
ormai le 19:20 e ancora Hermione non si era fatta vedere.
Preoccupato,
era andato all’ufficio e Dobby gli aveva detto che probabilmente era ancora
intenta ad esaminare qualche pratica ma che poteva entrare perché la porta era
aperta.
-
Permesso?- disse entrando.
La
stanza era piuttosto ampia, con una mastodontica scrivania proprio di fronte
all’entrata e una finestra alla sinistra.
Harry
fece qualche passo verso la scrivania e solo allora udì i singhiozzi di
Hermione, accoccolata sotto di essa.
Subito
il giovane si mise a sedere sul pavimento coperto di moquette verde scuro e si
avvicinò all’amica disperata.
-
Hermione…- sussurrò il giovane, tendendo la mano verso di lei.
-
Non toccarmi! Non provare a toccarmi, Harry James Potter!
Lo
sguardo che Hermione gli stava rivolgendo era pieno di rabbia e disperazione.
-
L’ho dimenticato ed è tutta colpa tua! Ho dimenticato Ron ed è solo colpa tua
se ciò è accaduto! Non voglio mai più vederti!
Harry
si ritirò, colpito dalle dure parole dell’amica.
-
Stai parlando di Ron, vero?
-
E di chi vuoi che parli? Io l’ho dimenticato. In questi ultimi tempi ho pensato
soltanto a divertirmi con te e non è giusto! Io non posso dimenticarlo così
facilmente! Non è giusto che io gli faccia questo! Mi dispiace Harry, ma non
posso fargli questo!
Harry
la guardò. Hermione era raggomitolata sotto la scrivania, con il trucco sfatto
e lo sguardo disperato, e parlava in modo piuttosto strano. Un modo talmente
strano da somigliare ai suoi pensieri degli ultimi tempi.
-
Hermione… tu parli quasi come se stessi tradendo Ron.
-
E non lo sto forse facendo? Non penso più a lui.
-
Lui non vorrebbe farti soffrire.
-
Harry, io non penso a lui da settimane. Prima pensavo con nostalgia ai momenti
di gioia e con dolore alla sua morte… adesso non penso più a lui in nessun
senso. Prima era naturale che pensassi a lui mentre adesso… ora soltanto se lo
desidero i miei pensieri si rivolgono a lui e non mi sembra corretto. Non è
giusto! Non è giusto!
-
Hermione, se per te pensare a Ron non è più una necessità significa che non ne
senti più il bisogno e che stai tornando a vivere in modo pieno, pensando al
futuro e non facendoti del male con i ricordi più dolorosi.
-
Ma non è giusto! Io… Harry, io ero innamorata di lui! Non posso dimenticarmi di
lui in questo modo e in così poco tempo! Non è possibile!
-
E’ passato un anno e mezzo. E’ giusto che tu ricominci a guardarti intorno.
-
Tu non capisci. Tu non puoi capire come mi sento io! Vattene Harry! Vattene
via, per favore! E’ tutta colpa tua se sono in questo stato! Sei tu la causa
dei miei problemi! Vai via! Vai via da questa stanza, Harry!
L’uomo
sospirò ma obbedì.
Giunto
alla porta le disse:
-
Spero che verrai dai Weasley per Natale e che per allora tu stia meglio,
Hermione. E lascia che ti dica una cosa: se c’è qualcosa di ingiusto, è che tu
usi Ron per evitare di affrontare il futuro.
Detto
questo, uscì dalla stanza.
14
Dicembre 1999
Ore
22:48
Carissimo Diario,
Oggi ho litigato con Harry e
mi sono resa conto di quanto questo mi possa far stare male e faccia soffrire
lui.
Ha ragione lui. Io lo accuso
di essere il responsabile del mio non pensare a Ron ed è vero. Ma non devo
essere arrabbiata con lui. Lui è qui per darmi sostegno ed aiutarmi, esce con
me per non lasciarmi sola ma stando con me non può trovare una ragazza che gli
faccia battere il cuore nuovamente.
E’ egoistico pensarlo… ma
sono felice che Harry non stia più con Ginny e che lei adesso stia pensando a
Victor Krum. Sono felice che le ragazze, quando ci vedono insieme, non tentato
di abbordare Harry. E mi piace allontanare le poche sfacciate che tentano di
avvicinarsi a lui.
Mi piace vestirmi bene per
lui e voglio essere al massimo. Io voglio stare sempre con lui perché mi sento
protetta e felice in sua compagnia.
Ma… ma cosa sto dicendo?
Sembra quasi che io mi sia innamorata del mio migliore amico.
No, non è possibile che io
provi dei sentimenti più profondi dell’amicizia per Harry. E’ impossibile che
mi stia innamorando di lui. Impossibile, caro diario.
Andrò al pranzo di Natale a
casa Weasley e sarà lì che gli chiederò scusa. Devo assolutamente fargli capire
che è stato tutto un mio errore e che ero troppo sconvolta per capire le parole
che pronunciavo. Devo farmi perdonare a tutti i costi. Mi sento malissimo!
***
Harry
guardò il volto pallido della ragazza che riposava sul letto.
Era
stato l’istinto a farlo materializzare davanti a casa di Hermione e chiedere
alla madre della ragazza se potesse andare nella stanza di lei.
La
signora Granger aveva acconsentito a fargli trasportare il dono in stanza ma
l’aveva pregato di non svegliare la figlia, talmente stanca da essersi
addormentata completamente vestita la sera prima.
Harry
aveva fatto come gli era stato chiesto. Aveva deposto il pacco sul letto
dell’amica senza svegliarla ma adesso non riusciva a muoversi.
La
guardava riposare serena, con la coperta di pile sulle spalle. L’unico rumore
che percepiva era un lieve russare della ragazza.
Si
chinò su di lei quasi senza accorgersene e timidamente la baciò sulla guancia,
poi uscì in fretta dalla stanza e, salutata in fretta la signora Granger, si
smaterializzò.
Dopo
la furiosa litigata con Harry, Hermione si era gettata a capofitto sul lavoro
per non affrontare il pensiero delle sue scuse all’amico. Non voleva che
fossero scuse meccaniche e pianificate ma parole che venivano dal cuore, dette
con la massima sincerità.
La
mattina della vigilia di Natale fu svegliata da una sensazione di freddo sulla
guancia sinistra. Aprì lentamente gli occhi, realizzando che si trovava nella
sua stanza, stesa sul letto con una coperta di lana sulle spalle e un grosso
passo deposto accanto al volto.
-
Devo essermi addormentata all’improvviso- sussurrò, osservando ciò che aveva
indosso, ossia la lunga tunica nera che aveva indossato per recarsi a lavoro la
mattina prima.
Si
tirò su stropicciando gli occhi con forza e sollevò ciò che era stato deposto
al suo fianco.
La
carta del pacco era dorata ed il grande fiocco rosso teneva stretta al pacco
una semplice busta bianca.
All’interno
c’era un foglio di pergamena con il bordo dorato mentre le parole erano state
scritte usando l’inchiostro argentato.
Ti passo a prendere domani
mattina alle undici per andare a casa Weasley, ok? Non pensare alle scuse. Sono
sicuro che non volevi dire quello che hai detto ma sappi che ci sono rimasto
piuttosto male, soprattutto perché mi hai costretto a cenare da solo e pagare
un conto astronomico per il tavolo che avevo prenotato. Hai solo un modo per
farti perdonare per questa spesa: dovrai usare ciò che è contenuto in questa
scatola, siamo intesi? E non dire che non dovevo o che ho speso una fortuna
perché sai che ho a disposizione una ragguardevole quantità di denaro e per un’amica
d’oro come te sarei disposto a spendere anche dieci volte tanto.
Un forte abbraccio,
Harry James Potter
Hermione
sorrise e aprì con delicatezza la scatola.
Trasalì
quando vide che conteneva un maglione ed una gonna, rossi e creati con lo
stesso tessuto che sembrava una lana molto pregiata.
Hermione
prese in mano il maglione, testandone la morbidezza. Cercò il cartellino per
capire quale magnifico filato fosse e quando lo vide rimase senza fiato. Quegli
indumenti erano stati prodotti a mano e la stoffa era stata ricavata dal pelo
di vigogna, un’ottima lana annoverata nella lista dei tessuti più costosi sul
mercato.
Hermione
strinse a sé gli indumenti e ne assaporò la morbidezza, sperando con tutto il
cuore che Harry arrivasse il prima possibile per ringraziarlo.
Presa
dalla novità non sentì neanche sua madre che, qualche metro oltre la sua porta,
salutava colui che aveva trasportato il regalo.
24
Dicembre 1999
Ore
09:23
Caro diario,
Credo di aver finalmente
capito cosa devo fare e cosa mi sta dicendo il mio cuore. Domani è il giorno in
cui mi scuserò con Harry per il mio pessimo comportamento.
***
Harry
guardò nuovamente l’orologio, seduto sul divano di casa sua.
Come
spesso gli capitava negli ultimi tempi, si preparava di tutto punto in tempo da
record e spasimava fino all’ora dell’appuntamento fissato con l’amica.
Nervoso,
si alzò nuovamente e andò in camera a guardarsi allo specchio.
La
cicatrice sulla sua fronte era nascosta parzialmente dalla frangia spettinata
che non lo abbandonava mai e, per l’occasione, aveva acquistato in farmacia
delle lenti a contatto per babbani.
Nella
tasca della giacca scura che indossava aveva infilato gli occhiali e si era
infilato una camicia azzurra. I pantaloni erano quelli da cerimonia ed aveva
lucidato le scarpe di pelle.
Aveva
riflettuto molto sulla possibilità di mettersi una cravatta ma poi aveva deciso
che stava meglio con un bottone della camicia slacciato e senza quel boa al
collo.
Sospirò
e tornò in salotto, scoprendo che il suo coinquilino aveva finalmente deciso di
alzarsi e fare colazione.
Julian
lo guardò e sorrise.
-
Per quale gentile donzella ti sei messo in ghingheri,
Harry caro? La rossa oppure la brunetta del ministero?
-
Io in ghingheri?
-
Sembra che tu stia andando ad un matrimonio ma hai quel tocco trasandato che
piace tanto alle ragazze. Se non è per fare colpo su una delle due bellezze...
-
Sbagli. Io non sono in ghingheri e non voglio fare
colpo su nessuna ragazza.
-
Certo… E quel simpatico scontrino babbano con una spesa a quattro zeri cosa significa?
E non venirmi a raccontare che ti sei comprato una gonna.
Harry
si maledisse per aver lasciato quel maledetto pezzetto di carta sul tavolo
della cucina.
-
E’ il regalo di Natale per Hermione.
-
Allora è la brunetta.
-
Tu credi che io lo faccia per gettare del fumo negli occhi a Hermione?
-
Non ho detto questo. Ma per farle un regalo simile devi essere davvero cotto.
Harry
si lasciò cadere sul divano e si mise le mani tra i capelli.
-
E’ la quasi ragazza del mio migliore amico morto. Non posso fargli questo.
Però… Julian, credo di essermi innamorato di lei.
-
Sbaglio o il tuo amico Ron è deceduto da un anno e mezzo?
-
Sì. Ma questo non giustifica il mio interesse per Hermione.
-
Al cuore non si comanda, Potter.
-
E se non fosse vero amore? Insomma… e se lo facessi solo perché non vedo Ginny
da mesi o perché sono uscito con lei praticamente ogni sera negli ultimi tempi?
Ho paura che non sia vero amore, Julian.
-
Buttati.
-
Buttarmi?
-
Sì. Prova a capire come la pensa lei. Se lei pensa ancora a lui ti scuserai,
cercherai di mantenere la sua amicizia e ti troverai un’altra. Se invece lei
prova qualcosa… la tua cura di vita avrà funzionato e starete assieme. Non è
così difficile.
Lo
sguardo che Harry gli rivolse mostrava tutto il suo scetticismo.
-
Non è così facile. Se le dico che provo per lei qualcosa più dell’amicizia ma
lei non ricambia io la perdo. La conosco e sono sicuro che non sarebbe più in
grado di guardarmi in faccia. Non voglio perderla così in fretta.
Guardò
l’orologio e vedendo che erano quasi le undici si smaterializzò.
Harry
si stupì di vedere Hermione nel salotto, seduta su una poltrona rivestita di
pelle bianca con indosso i vestiti che le aveva comprato.
Quando
li aveva visti sulle stampelle del negozio gli avevano fatto una certa impressione
ma adesso che li indossava li trovava ancora più belli.
Hermione
si alzò immediatamente e gli gettò le braccia al collo, stringendosi con forza
al ragazzo.
Harry
trattenne il fiato, colto di sorpresa dalla reazione della giovane, poi
ricambiò l’abbraccio con timidezza.
-
Perdonami Harry- sussurrò Hermione - Sono stata una cretina. Io non volevo
affrontare la realtà e ti ho fatto del male.
Il
giovane fece per parlare ma lei gli fece cenno di tacere.
-
Non ho ancora finito di parlare. In questi giorni di lontananza sono stata
male. Male quasi come quando Ron è morto. Non voglio più stare così male e non
voglio più stare ad aspettare che qualcun altro parli. Voglio vivere e non
rimpiangere. Questo volevo dirti.
Hermione
alzò solo allora lo sguardo sul volto dell’amico. Harry era molto serio.
-
Anche io volevo dirti qualcosa di importante e lo farò subito ed in fretta. Ti
prego, non sentirti in dovere e non…
Prima
che potesse finire di parlare Hermione lo baciò e sentì il cuore mancarle un
battito quando lui rafforzava la sua presa e ricambiava.
25
Dicembre
Ore
23:03
Caro Diario,
Non so come andrà a finire né
se avremo un futuro insieme… ma io sento di amare Harry. Mi dispiace non
esserti fedele in eterno, Ron… ma io devo vivere. Non ti dimenticherò mai.