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Autore: MrBadCath    18/11/2011    3 recensioni
Autori: MrBadGuy feat. La Cath
Personaggi: Roger Taylor, John Deacon, Tim Staffell, Brian May, Nuovo personaggio [Anthea], Nuovo personaggio [Dorothea]
Desclaimers: I Queen e Tim Staffell non ci appartengono (se ci fossero appartenuti, erano guai, guai grossi per tutti); le canzoni citate non ci appartengono; niente di tutto questo è probabilmente mai successo nella realtà; no infringment of copyright intended.
Note: MrB and C will rock you.
Sintesi della trama: i giovani amori dei Queen, vale a dire, un classico masticato e rimasticato e sputato lì per voi da MrB e C :D in pratica è come se l'avessimo già digerito per voi :D non ringraziateci per questo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tredicesimo: We are the Champions


«Qual è il programma della serata?» domandò John
«Ci sarà la votazione per il Re e la Reginetta del ballo scolastico» la biondina sorrise, godendosi la sua amica Dorothy che ballava in tenuta maschile, e che finalmente pareva essere riuscita a concludere qualcosa. Le aveva dato retta, grazie a Dio.
«Io voto per Tim e Dorothy» scherzò il ragazzo, mettendo timidamente una mano sulla spalla della sua dama. Lei si girò verso di lui.
-Voteresti la coppia sbagliata, allora-, pensò, guardando preoccupata Roger che rosicava, cercando (senza risultato) di scollare gli occhi di dosso a Tim e Dorothy che si baciavano in pista «Io penso che voterò per me e te» (senza risultato)«Come, scusa?» in un attimo, John vide tutto quanto: l'incoronazione davanti a centinaia di persone che non conosceva, il discorso che l'avrebbero costretto a fare. Essere sotto agli occhi di tutti l'avrebbe fatto morire. Non chiedeva molto: una serata in tranquillità con la sua fidanzata... perché gli succedeva inevitabilmente tutto questo?
«Sto scherzando, riprendi colorito» lo prese in giro Anthea, mettendo la mano sulla sua «Ehm, Roger, credo sia il tuo turno!» lo spinse verso la pista mentre il biondino inveiva contro di lei.
Magari un giorno l'avrebbe ringraziata.

Nel cambio di passi del ballo Tim si eclissò, lasciando spazio al suo rivale. Dorothy gli sorrise, afferrandolo in vita come se gliel'avessero lanciato al volo.
«La mia biondina...» la ragazza fece uno strano movimento con le sopracciglia, mandandolo più in paranoia di quanto già non fosse «Roger non puoi tenermi il broncio per aver baciato Tim!» si lamentò
«Non sto tenendo il broncio» obiettò lui, con aria davvero poco convincente
«Roger, se ci tieni a me, combatti» chiese lei, quasi supplicando
«Non combatterò una battaglia già persa»
«Stai perdendo perché non combatti.» il batterista non rispose. Dorothy prese un altro respiro. «Mi aspetto che tu mi baci, adesso...»
«Non ti bacerò solo perché l'ha fatto lui!» quasi urlò, dal nervosismo. Anthea sogghignò dall'esterno, immaginando lo scambio di battute tra i due.
Arrivò proprio in quel momento, a interrompere i due, l'entrata in scena del presentatore, che spuntò sul palco montato per l'occasione. Tutti si sederono attorno ai tavoli, rigorosamente per due.
I due ricciolini risero gustandosi la scena di Dorothy con tre ragazzi, o meglio, ragazze, stretti attorno a un tavolino omologato per la metà delle persone:
«Mi pesti i piedi!» dicevano l'uno all'altro. Per non fare torti la moretta si era seduta su Brian, dichiarandosi dispiaciuta di non aver potuto ballare con la sua dama preferita.
I centrotavola erano graziosi, eppure ad Anthea sembravano così pacchiani, la candela alta e slanciata stava all'interno di una ciotola riempita fino all'orlo da petali di rosa secchi, che non avevano perso il loro colorito e il loro profumo originale.
I boccoli biondo chiaro erano illuminati a tratti dalla fiamma tremolante, la scollatura vistosa si apriva sotto il collo di Anthea, seduta con le gambe accavallate, sfiorando ogni tanto, quelle di John, che sbattendo le palpebre lentamente, come per immagazzinare quell'immagine, le stava di fronte.
«Ecco le schede per il voto» annunciò con aria magistrale la capo organizzatrice, dandone un paio ad Anthea e John, che le guardarono perplessi, una volta aperti.
«Tieni, ecco la matita. Hai idea di chi votare?» le chiese John, mentre lei gli sottraeva il piccolo stecco dalla mano
«Veramente no, tu cosa hai votato?» chiese lei, passandosi il legno fra i denti ben allineati. Le passò il bigliettino aperto. Prima che Anthea potesse mettere ben a fuoco la calligrafia di John passarono un po' di secondi
«Mr. Dorotheo e Miss Timona»
La ragazza cercò di trattenere la risata, fallendo. Fece girare un paio di amiche, Miss Perfettine comprese, che, abbracciate ai loro fusti cestisti, deridevano chiunque passasse nel loro campo visivo. Anthea era sicura di rientrare nella loro classifica delle 'Ragazze meno popolari'.
Alzò il bicchiere pieno fino all'orlo nella loro direzione, sorridendo.
Impugnò la matita:
«Mr. Dorotheo e Miss Rogerina»
Chiusero i fogli ridendo sotto i baffi, volgendo lo sguardo ai loro amici, che non si aspettavano nulla di tutto ciò.
«Vorrei quindi qui sul palco lo studente più anziano dell'istituto affinché ci invada della sua sapienza e premi il Re e la Reginetta del ballo. Dorothy Hannington?» la moretta sentì il suo ego raggiungere confini mai sondati dagli umani quando tutto l'atrio applaudì. Camminò verso il palco tra gli insulti della folla beandosi di tutta quell'attenzione.
«Buonasera, buonasera» calmò il suo amato pubblico con un cenno della mano, poi estrasse una paccata di fogli dal suo taschino. Nessuno capì come avesse fatto a tenerli lì. «Allora, Ringo Starr?» tutti si guardarono allibiti tra di loro e lei fece una grassa risata «Ah, no, scusate, questa è la lista degli uomini che devo farmi stasera» qualcuno gridò
«Dorothy ti prego aggiungimi alla lista!» la ragazza sogghignò, poi lanciò i fogli alle sue spalle in modo teatrale e riprese a parlare. Pareva un prestigiatore.
«È stato un altro anno fantastico qui con tutti quanti voi. Grazie al cielo posso dire di non conoscere praticamente nessuno in questa scuola, così vi ringrazio per non avermi forzata a socializzare con voi. L'unica cosa, Anthea, ti odio, non avrei mai voluto conoscerti, adesso posso dire di aver avuto un'amica alle scuole superiori e tutti penseranno che ho un cuore» disse, tutto d'un fiato e l'intera platea guardò la biondina che diventò rossa come un peperone «Comunque. Io non vorrei rubarvi altro tempo, so che siete tutti intenti a pensare a come sarà la procreazione dopo il ballo, quindi passerei subito a proclamare i vincitori dell'edizione di quest'anno. Brianna, sappi che comunque vada per me la reginetta di questo ballo rimani tu» Tim fece partire un applauso che infiammò la platea. Dopotutto il caricatore di folle era lui. «Per la categoria gonnelle, ladies and gentlemen, the winner is...» momento di supense «eh?» altro momento di suspense «ANTHEA! Madamigella, sarò lieta di incoronarla!» la prese in giro «Mentre Anthea ce la fa a raggiungermi, se ce la fa, passiamo al nome del Re del ballo così facciamo alla svelta, anche perché ci sono anche altri eventi a cui è richiesta la mia presenza stasera...» tagliò, aprendo la seconda busta «Non voglio deludere nessuno, ma il secondo vincitore, ebbene sì, sono io!» si autoincoronò senza farsi problemi, mostrando il nome Dorotheo scritto in stampatello.

L'allegra combriccola era rimasta bloccata in un punto della sala dove stava affluendo una dose non indifferente di gente per complimentarsi. I ragazzi si erano pazientemente seduti sul palco attendendo che le due fossero in comodo.
«Che palle, ma quanto gli ci vuole?» si lamentò, ovviamente, Roger
«Ce la fai a non lamentarti anche solo per dieci minuti?» lo punzecchiò Tim.
Anthea si voltò verso John con aria piuttosto soddisfatta. Fece una piccola riverenza e lo prese a braccetto. Il suo cavaliere aprì la fila per l'uscita in gran stile senza mostrare troppo entusiasmo, anzi, forse un briciolo di paura.
«Vi serve uno strappo ragazzi? Abbiamo la limo!» domandò Dorothy
«Wow! Ben volentieri allora!» esclamò la biondina, esaltata all'idea
«Ma guardala, la reginetta del rum e pera...» bofonchiò qualcuno, prendendola in giro. Tutti guardarono Dorothy, che ovviamente si sentì molto offesa: la reginetta del rum e pera era lei, lei e nessun'altra. «Quella che di regale ha solo la coroncina perché poi il resto della famiglia è del più infimo livello sociale, suo fratello ha ucciso suo padre, che ha ucciso sua madre e...»
La moretta non riuscì a trattenersi oltre. Non sopportava che qualcuno se la prendesse con Anthea e non poteva aspettare che John trovasse nelle sue più recondite intimità il coraggio di difenderla.
«Sciacquati la bocca prima di parlare di me!» batté le ciglia «E poi se non l'hai visto sono il re, non la regina.» Dopo aver ascoltato questa ultima perla, il cervello del gruppo, vale a dire Brian, trascinò l'intera comitiva a bordo della limousine prima che si scatenasse una rissa. Non che volesse evitare eventuali tumulti, però se fossero arrivati i giornalisti lo avrebbero immortalato con quegli abiti ridicoli, e non sarebbe stato affatto piacevole.
«Che si fa?» domandò Dorothy, una volta che l'auto fu partita
«Poker?» propose Tim. Anthea iniziò a preoccuparsi: non era affatto brava a giocare a carte. Dorothy in pausa pranzo la massacrava sempre e grazie al cielo non giocavano a soldi.
«Se è strip ancora più volentieri: non vedo l'ora di essermi tolto di dosso questa roba» gli diede man forte Brian. Roger iniziò a lanciare sguardi di fuoco in giro dappertutto.
«Andiamo a fare il bagno nudi nel Tamigi allora?» continuò il bassista più vecchio. Il più giovane invece smise di respirare. Ogni volta che sentiva la parola 'nudo', un groppo gli stringeva la gola.
«Io direi di andare a dormire» tentò Anthea «domani noi abbiamo scuola...»
«Oh Signore» si lamentò il chitarrista «Andiamo a casa.»

Erano rimasti solo in due sull'auto.
I primi a scendere erano stati ovviamente Anthea e John, entrambi provati dalle troppe (?) emozioni. Dopo un giro turistico fu il turno di Brian e Tim, che si ritirarono sconsolati nel loro umido appartamento universitario, non prima che il chitarrista, dopo una birra più, avesse finito di lamentarsi di tutti i difetti del bassista. Da quel momento in poi il silenzio era calato nella vettura.
-Dannazione- aveva pensato Roger non appena un colpo di tosse si era reso necessario per la sua respirazione. Odiava quella situazione. Odiava quel silenzio. E odiava il fatto che lei non si decidesse a spezzarlo come faceva di solito.
L'auto rallentò, Dorothy si sporse e poi si avvicinò alla portiera.
«Sono al capolinea: ci sentiamo madamigella»
«D'accordo» rispose il ragazzo, sforzandosi di sembrare naturale.
Si sentiva invece profondamente combattuto: da un lato non vedeva l'ora che lei uscisse da quell'auto e lo lasciasse respirare, dall'altro sperava che rimanesse con lui, tutta la notte, e il giorno seguente... e quello seguente ancora.
«Ti voglio bene, biondino» lo salutò, e scese dall'auto.
Il problema era proprio quello. Quale era la differenza tra il sentimento che la legava a Roger e quello che invece la incatenava a Tim? Amava entrambi nello stesso modo? O forse non li amava affatto? Sarebbe mai stata in grado di scegliere, di decidere? Avrebbe mai posto fine alla sofferenza dell'uno o dell'altro, o l'avrebbe solo incrementata?
Roger la afferrò per un polso e la trascinò sopra di sé, chiudendo successivamente lo sportello della vettura. Era una presa di posizione forte, nient'affatto tipica di lui. Il gesto era stato molto più imbarazzate di quanto non avesse creduto. Un po' per gli abiti. Un po' per la posizione. Un po' per il fatto di averla probabilmente assecondata ancora una volta. Un po' perché una volta che la limo era ripartita si erano ritrovati schiacciati dall'altra parte dell'auto. Un po' perché si stavano baciando smielatamente e appassionatamente come una coppia di sposini appena partiti per il viaggio di nozze.
Dorothy si tolse la corona e la mise in testa a lui, certa che un giorno qualcuno di ben più importante l'avrebbe fatto al posto suo.
   
 
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