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Autore: lynn12    14/07/2006    1 recensioni
Impossibile fuggire dall'amore, perchè è dentro di te...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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IF-cap 17

CAPITOLO 17

Ryo si gettò su Kaori, trascinandola a terra con se, e lo stesso fecero Umibozu e Mick, coscienti anche loro del pericolo, con Miki e Kazue. A parte loro, non c’era nessun’altro nel locale che potesse rischiare di rimanere ferito. Ryo fece in modo che Kaori cadesse sopra di lui, in modo da attutirle il colpo con il proprio corpo. Un secondo dopo, si udì il rumore di vetri infranti, unito a quello di spari. Mentre si rifugiava dietro al bancone con gli altri, Ryo notò una berlina nera parcheggiata dall’altra parte della strada, dai cui finestrini abbassati spuntavano due mitra. Umibozu estrasse da dietro il bancone un fucile automatico e due Colt che lanciò a Mick e Ryo e i tre si misero a rispondere al fuoco. Pochi minuti dopo, la parte avversa cessò il fuoco e la berlina partì sgommando, allontanandosi velocemente.

-Già finito? È stato fin troppo facile- commentò Mick rialzandosi e lanciando un’occhiata all’esterno per assicurarsi che il pericolo fosse realmente passato

-È stato solo un avvertimento- replicò Umibozu aiutando Miki a mettersi in piedi

-Stai bene, Kaori?- chiese Ryo

-Sì, sto bene- rispose questa –Ma gradirei avere una spiegazione su quanto è successo-

-Kaori...-

-E ti conviene non inventare scuse, Ryo- lo prevenne lei con tono duro –Voglio sapere la verità. Adesso-

-Vuoi dire che Kaori non sa ancora niente? Non glielo hai detto?- chiese Miki stupita

-No, la sottoscritta non sa ancora niente- rispose Kaori per lui, sarcastica –Al nostro caro Ryo piace fare il misterioso a quanto pare-              

-Ryo, Mick, è meglio se voi due vi allontanate alla svelta. Me la vedo io con la polizia- intervenne in quel momento Umibozu sentendo le sirene in lontananza

-Grazie mille- fece Ryo –E scusa per il casino-

-Tsk, con te c’è da aspettarsi questo e altro- replicò il gigante

Ryo e Mick uscirono velocemente dal locale, portandosi dietro Kaori e Kazue, dirigendosi ognuno verso la propria vettura.

-Ryo, ma che succede? Perchè non vuoi parlare con la polizia?- gli chiese Kaori

-Ti spiegherò tutto a casa, ora sali- le intimò lui

-E Mick e Kazue?-

-Credo che anche loro dovranno parlare, chiamerò Mick più tardi-

Per tutto il tragitto fino all’appartamento di Kaori, nessuno dei due aprì bocca, ognuno immerso nei propri pensieri.

-Perché siamo venuti a casa mia e non nel tuo appartamento?- gli chiese Kaori una volta giunti a destinazione

-Perché non so come prenderai quello che sto per dirti. Probabilmente non bene, perciò non credo che avrai voglia di passare la notte con me- le rispose Ryo serio

Lei si zittì. Cosa doveva dirle Ryo? E perchè, se era una cosa così seria e importante, non gliel’aveva detta prima?

-È meglio se ti siedi- le disse lui appena varcata la soglia dell’appartamento

-Non ho voglia di sedermi- replicò lei tesa fermandosi al centro del salone

Ryo si andò a posizionare di fonte alla porta-finestra che dava sul balcone. Vedendo che lui non di decideva a parlare, Kaori sbottò:

-Ryo, per favore, dimmi cosa sta succedendo. Credo di avere il diritto di saperlo dopo quello che è successo poco fa-

Lui si voltò verso di lei, piantando lo sguardo nel suo.

-Non sono un uomo d’affari...O almeno, non solo. Ho preso in mano le redini della società di mio padre come copertura. In realtà, io sono un agente governativo, lavoro per l’unità “Eclipse”-

-Eclipse? Cos’è? Non l’ho mai sentita- gli chiese lei sbalordita e confusa

-È una squadra speciale che si occupa di organizzazioni criminali. Principalmente chi vi fa parte è specializzato nell’infiltrarsi per raccogliere dall’interno le prove per smantellare l’organizzazione. È normale che tu non ne abbia mai sentito parlare, in pochi sanno della sua esistenza-

-E la sparatoria di oggi come ha a che fare con tutto ciò?-

-La sparatoria di oggi era un messaggio per me. Sei anni fa mi sono infiltrato all’interno di un’organizzazione chiamata “Union Teope” che si occupava principalmente di traffico di droga e la cui base principale si trovava a Los Angeles. Ci ho messo un anno prima di riuscire a entrarvi e due per riuscire a smantellarla completamente. Poi mi sono dovuto occupare della sede di Miami. Qualche giorno fa sono venuto a sapere che la Union Teope si sta riformano qui a Tokyo. Erano loro che ci hanno sparato prima al Cat’s Eyes-

-È per questo che te ne sei andato sei anni fa, vero?- gli chiese Kaori mentre nella sue mente tutto cominciava ad avere un senso 

-Sì. L’ultimo giorno che ci siamo visti, dopo che ti ho accompagnato alla scuola di arredamento, il mio capo mi ha chiamato e mi ha affidato l’incarico. Io ero uno degli ultimi ad essere entrato nella squadra, non potevo rifiutarmi. Mi hanno fatto partire immediatamente, ho appena avuto il tempo di avvisare tuo fratello e di lasciarti quel biglietto-

-Allora mio fratello è a conoscenza di tutto questo. Ma perchè non mi ha mai detto niente?-

-Perché gliel’ho chiesto io. Meno persone sono a conoscenza del mio lavoro, meglio è-

-E Umibozu e Mick come entrano in questa storia?-

-Mick è un mio compagno di squadra, mentre Umibozu, come già saprai, è un ex-mercenario. Dieci anni fa, prima che riuscissi a entrare nell’Eclipse, ho lavorato come agente segreto e ci siamo ritrovati a lavorare su uno stesso caso. Da quando si è ritirato e ha aperto il bar insieme a Miki si limita a darmi una mano di tanto in tanto, procurandomi informazioni più che altro-

-Quindi anche Miki sa tutto...- commentò Kaori con voce spenta

-Sì. E probabilmente anche Mick sta raccontando tutto a Kazue-

Lei chiuse stancamente gli occhi, cercando di assimilare la portata di quella rivelazione. Dio, tutto si sarebbe aspettata, ma questo...Un agente governativo. Ryo era un agente governativo. Nonostante tutto, doveva ammettere che quel ruolo gli si adattava perfettamente.

-Perché non mi hai detto niente?- gli chiese alla fine riaprendo gli occhi –Posso capire perchè tu non me l’abbia detto sei anni fa, ma perchè da quando sei tornato non l’hai mai fatto?-

Ryo sospirò.

-Stavo aspettando il momento giusto. Non sapevo come l’avresti presa e...-

-E secondo te come avrei dovuto prenderla?- si inalberò Kaori –E non raccontarmi che aspettavi il momento giusto, per favore! Capisco che inizialmente, dopo il tuo ritorno, i rapporti tra noi sono stati... difficili, ma tu mi hai chiesto di fidarmi di te e io l’ho fatto, ma a quanto pare sono l’unica. Perchè si presume che tra due persone che stanno insieme dovrebbe esserci fiducia reciproca, perciò nel momento stesso in cui abbiamo iniziato questa relazione, avresti dovuto dirmi tutto!-

-Ma io mi fido di te, Kaori!- esclamò Ryo passandosi nervosamente una mano tra i capelli –È solo che... Avevo paura di come l’avresti presa, che ti saresti arrabbiata...Avevo paura di perderti-

Kaori si sedette, appoggiando le braccia sulle ginocchia e nascondendo il viso tra le mani.

-Ti prego, lasciami sola. Ho bisogno di riflettere-

Lui si sedette sul divano di fianco a lei e le prese le mani tra le sue.

-Kaori, mi dispiace di non averti detto niente, ma se l’ho fatto è stato anche per proteggere te. Io ti amo-

-Proprio per questo avresti dovuto dirmelo. Noi due stiamo insieme, Ryo, e tutto quello che riguarda te riguarda anche me. Ora, ti prego, va via, voglio restare sola- Kaori si alzò e, voltandogli le spalle, si mise ad osservare la città dalla porta-finestra

Capendo che lei era decisa e che aveva bisogno di assimilare quella nuova realtà, Ryo si alzò con un sospiro e si avviò verso la porta. Dopo averle rivolto un ultimo sguardo, uscì silenziosamente dall’appartamento.

Kaori non si mosse finché non sentì la porta richiudersi dietro di lui. Poi, con un sospiro, chiuse gli occhi e appoggiò la fronte al vetro, mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia. La prima di molte altre.

 

You want commitment
Take a look into these eyes
They burn with a fire, just for you now
Until the end of time
I would do anything
I'd beg, I'd steal, I'd die
To have you in these arms tonight

Ryo arrestò la sua Aston Martin nel garage sotterraneo del palazzo in cui viveva. Sceso dalla macchina, vide addossata alla parete in fondo, nascosta sotto un telo per ripararla dalla polvere, la sua Suzuki blu. Era da un sacco di tempo che non la usava e un giro in moto in quel momento era proprio quello che gli ci voleva.

 

Baby I want you like the roses want the rain
You know I need you like a poet needs the pain
I would give anything
My blood my love my life
If you were in these arms tonight

Dopo essere salito nel suo appartamento per cambiarsi, tornò nel garage. Con un movimento secco, tolse il telo che la copriva, poi la spinse fuori. Montò in sella, mise in moto e si infilò il casco. Pochi secondi dopo sfrecciava per le strade di Tokyo.

 

I'd hold you
I'd need you
I'd get down on my knees for you
And make everything all right
If you were in these arms
I'd love you
I'd please you
I'd tell you that I'd never leave you
And love you till the end of time
If you were in these arms tonight

Non sapeva per quanto tempo era rimasta lì. A piangere. A chiedersi il perchè. Perchè il destino non le permetteva di essere felice? Perchè ogni volta che si fidava di un uomo rimaneva delusa? Questa volta ci aveva creduto davvero. Lui aveva detto di amarla. Le aveva promesso che non le avrebbe mai fatto del male. Eppure lo aveva fatto.

 

We stared at the sun
And we made a promise
A promise this world would never blind us
These are my words
Our words were our songs
Our songs are our prayers
These prayers keep me strong
It's what I believe
If you were in these arms tonight

Pensare che solo poche ore prima si sentiva la donna più fortunata del mondo. Si era svegliata tra le sue braccia, la prima cosa che aveva visto erano stati i suoi occhi che la guardavano con calore, il primo suono che aveva sentito era stata la sua voce...Ed era lì che avrebbe voluto essere in quel momento. Tra le sue braccia. L’unico luogo al mondo in cui si sentiva veramente e completamente felice.


I'd hold you
I'd need you
I'd get down on my knees for you
And make everything all right
If you were in these arms
I'd love you
I'd please you
I'd tell you that I'd never leave you
And love you till the end of time
If you were in these arms tonight

Guidava per le strade di Tokyo spingendo sull’acceleratore, zigzagando tra le auto. Sentiva il suo corpo tagliare l’aria, ma davanti a se non vedeva la strada, non vedeva la città sfrecciargli accanto...Tutto quello che vedeva era il viso della persona più importante della sua vita. Vedeva gli occhi della donna che amava più di ogni altra cosa. Occhi che quella sera lo avevano guardato tristi e feriti.


Your clothes are still scattered all over our room
This old place still smells like your cheap perfume
Everything here reminds me of you
And there's nothing that I wouldn't do to be in your arms

Non voleva tornare a casa. Non voleva tornare in quell’appartamento che ora gli sembrava così vuoto. Non voleva entrare nella sua camera da letto, quella stanza in cui l’aveva tenuta tra le braccia, l’aveva baciata, accarezzata...Dove lei era stata sua. In quella stanza in cui si sentiva ancora il suo profumo, quel profumo dolce e delicato che gli era entrato nella pelle e non voleva più andarsene. Come lei.

 

I'd hold you
I'd need you
I'd get down on my knees for you
And make everything all right
If you were in these arms
I'd love you
I'd please you
I'd tell you that I'd never leave you
And love you till the end of time
If you were in these arms tonight

 

  
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