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Autore: _Lou    18/11/2011    3 recensioni
"Prometti che se un giorno ti sveglierai ed io non ci sarò,
proprio non riuscirai a trovarmi,sembrerò morto tu mi cercherai,
cercami in eterno perché l'amore ti ricondurrà da me,te lo prometto"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non lasciarmi.'
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-O.O Beh si sono in netto anticipo!Dovevo pubblicare domenica ma stavo facendo la doccia è puf,idea!!Questo però è uno special che non centra nulla con la storia,il vero è proprio capitolo arriverà sabato o domenica u.u
Qui si parla di Rio all'età di nove anni,Cloe otto e Edward dodici :3

RECENSITE!E' un ordine di Joker u.u

                                                Special:Un'infanzia da dimenticare


Come tutti i giorni Rio sedeva su quel muretto,che ormai credeva suo;certo era prepotente da parte sua non voler far salire nessun altro bambino di otto anni sul suo muretto,ma tanto nessun bambino si sarebbe avvicinato pensava il bambino grattandosi i folti e scompigliati capelli neri,guardava nostalgico i bambini ingozzarsi di caramelle appena comprare dalla sua bottega preferita -la bottega di tom- con t piccola,perché secondo lui era più una t di topo.Il proprietario di quella bottega lo odiava,e odiava il fatto che ogni giorni andasse su quel muretto a guardare i bambini,li intimoriva tutti avevano paura di lui,perché aveva le orecchie da gatto.
Tra tutti i bambini,solo uno fece incuriosire Rio che -per la prima volta- scese dal suo muretto solo alle tre del pomeriggio,inseguì quel bambino con i capelli castani come gli occhi,anche lui era pieno di caramelle però lui correva,forse andava dai suoi amici a mostrare il bottino,pensò Rio intristendosi anche lui voleva un paio d'amici.
"Hei"lo chiamò abbassando le orecchie,non voleva far scappare anche lui.
"Che vuoi?"
"Posso avere una caramella?Non ne ho mai mangiata una"
"no,sono mie"quel bambino non sapeva che se avesse voluto Rio l'avrebbe potuto decapitare in un secondo,ma Rio non lo fece era abituato a ricevere risposte scortesi per lui era normalissimo,così si limitò a sorridergli mostrando dei denti da latte non tutti però,molti ne aveva cambiati e lui era fiero di non aver più quei dentini piccoli e bianchi.
"Va bene tieni"bisbigliò l'altro bimbo mollando una goleador alla liquirizia,il nostro gattaccio estasiato si fiondò su quella caramella nera,divorandola in poco mostrò un altro sorriso stavolta a denti sporchi.
"Ciao e grazie"finì il piccolo saltellando verso il muretto,quello era il giorno più bello della sua vita aveva assaggiato una caramella.
Che stupido se ne era dimenticato di prenderne una per la sorellina,si guardò indietro in cerca del ragazzino con i capelli castani ma era già scappato via,forse ora festeggiava insieme al suo gruppo d'amici al quale lui non faceva parte.
"Sei stato tu?!"Urlò faccia da topo con in mano un grosso pezzo di legno,subito Rio si chiese cosa voleva farci.
"Dillo,sei stato tu"continuava ad urlare il topo ma al gatto non importava perché con enorme abilità si rimise a sedere sul suo muretto dove nessuno nella sua assenza si era seduto perché quel muretto era suo.
"Ridammele!"Urlò per l'ennesima volta faccia da topo avvicinandosi al suo muretto guardandolo male,i suoi occhi notò Rio erano pieni di rabbia.
"Basta,parla!"Urlò -di nuovo- il venditore di caramelle dando stavolta il grosso pezzo di lego sul viso del piccolo Rio che però non parlò,non mostrò segno di dolore apparte la guancia rossa e sanguinante insieme agli enormi occhi verdi -fluo- inumiditi dalle lacrime troppo orgogliose per provare il brivido di scivolare sulle guance arrossate del piccolo.
"Allora sei stato tu,a rubare le mie caramelle?"Chiese di nuovo quel grosso signore dando un'altra legnata sul suo volto,ma non rispose sapeva che parlare avrebbe solo peggiorato la situazione,così rimase seduto con le gambe penzolanti sul suo muretto seppur dentro di se voleva piangere e urlare dal dolore,perché in quello stupido pezzo di legno c'era anche uno stupido chiodo,pensò sanguinante.
"Vattene ora!"Urlò per l'ultima volta quel grosso signore dando un'ultima legnata sul volto pallido del bambino,che stavolta si alzò -senza parlare- e s'incammino verso casa a soli due isolati da lì,mentre camminava passo dopo passo le lacrime rigavano il suo volto,ma il piccolo bambino si rifiutava di parlare o singhiozzare poiché non sarebbe stato dignitoso e forse i suoi genitori erano nascosti da qualche parte lì vicino e se lui non avesse pianto sarebbero tornati da lui,forse era così,ma in cuor suo sapeva che non era affatto così.
"Rio sei tornato!"Urlò una piccola bimba urlante sventolando i suoi lunghi capelli neri,
"si eccomi"rispose abbassando il capo per non farsi vedere in volto dalla sorellina che paranoica com'era si sarebbe fatta mille film in testa,
"chi ti ha picchiato?"Le chiese poco dopo scrutandolo,Rio era triste se la sorella diventava triste perché lo vedeva triste così sfoggiò uno dei suoi miglior sorrisi per rassicurarla,ma non parlò perché se avrebbe parlato sapeva che le lacrime gli avrebbero -di nuovo- rigato il viso e non voleva fare brutta figura davanti mamma e papà.
"Allora chi è stato?"Chiese insistente la piccola,
"non importa,a te com'è andata la giornata?"Cambiò discorso il piccolo astuto,pensando di riandare al suo muretto;
"come sempre sai che non posso uscire"continuò delusa la piccola lamentandosi,
"lo sai!Se ti trasformi sei cieca,pensa se voglio attaccarti,come fai a proteggerti?"
"Non lo so,ma meglio di stare a casa tutto il giorno!"
"Non alzare la voce Edward potrebbe tornare da un momento all'altro"finì Rio cercando il suo letto,in realtà non era suo era del fratello maggiore ma quando lui non c'era seppur erano solo le due del pomeriggio si lasciò cadere nelle morbide lenzuola di quel letto non suo e -finalmente- iniziò a singhiozzare perché le guance gli facevano ancora male,ma 
oggi era il giorno più bello della sua vita,aveva mangiato una caramella.
Poco dopo però a disturbare quell'atmosfera di pace arrivò sua sorella con il fiatone segno che aveva corso,
"svegliati Edward è qui"bisbigliava scuotendo il fratellone che però non mostra segni di cedimento,
"ti prego"bisbigliò più forte insieme alle scrollate,non voleva che Edward lo vedesse sul suo letto o sarebbero stati guai,e lei era triste se suo fratello era triste.La piccola continuò per cinque buoni minuti a schiaffeggiare e scuotere il fratello ma era inutile perché era caduto in sonno profondo,forse sognava,sognava mamma è papà che gli davano dolci baci sulle guance dove ora c'erano solo segni di chiodi e legnate.
"Che giornata!"Disse fra se e se il fratello maggiore Edward,entrando nella sua camera per riposarsi era proprio stanco aveva dovuto volare per ore intere alla ricerca dello stupido gatto di Era,fortunatamente però non vedeva i suoi fratelli minori,magari qualcuno li ha uccisi pensò sorridendo entrando in camera sua.L
a piccola Cloe riuscì a vedere disegnata negli occhi del fratello la furia come nei suoi c'era la pura,in quell'istante ringraziò che Rio dormiva così non vide il bel viso di Edward contrarsi in smorfie di rabbia,pregò che con lui non avesse un bastone.
"Che ci fate voi qui?"Urlò il maggiore concentrandosi sul gatto ormai sveglio per quella troppa confusione,
"avevo sonno"si giustificò il fratello minore,non voleva altri schiaffi o legnate voleva solo dormire,
"stupido"urlò Edward dandogli l'ennesimo schiaffo,ma Rio non parlava non diceva niente per lui era normale,e poi gli facevano ancora male le guanciotte,
"ti prego basta!"Urlò la sorellina attaccandosi al polpaccio del maggiore che con un calcio la cacciò,dopo un'ora il loro fratellone si era scocciato di strillare e picchiare mentre i piccoli dormivano rannicchiati in un angolo.
Rio come tutti i giorni sedeva sul suo muretto,oggi era un giorno speciale oggi compieva gli anni;peccato però che nessuno era con lui a festeggiarli ma non gli importava a dodici anni capivi che se i tuoi genitori non era stati con te per tutto quel tempo,non sarebbero mai tornati,d'altronde perché sarebbero dovuti tornare?Un figlio rompipalle e due gatti neri,nessuno li avrebbe voluti,pensava mentre dondolava le gambe quel muretto era davvero alto,si chiedeva se sarebbe mai riuscito a raggiungere terra,
"Valè torna a casa,che Edward tra un po torna!"Urlò la sorellina correndo verso il muretto,
"vai a casa ti raggiungo dopo poco"gli urlò di risposta Rio,non voleva che la sorella uscisse mai di casa non poteva proteggersi da sola e Rio non voleva per niente al mondo che la sorella soffrisse;ma le ore passarono e lui non se ne rese conto perché affascinato da uno strano uomo che andava in giro con una maschera tutta rossa,si chiedeva del perché non se la toglieva o se aveva caldo,forse era semplicemente tanto brutto che si doveva nascondere,un po come lui che doveva nascondersi da tutti se non voleva morire,ma se ne fregava non avrebbe mai detto addio al suo muretto.
Dopo altri cinque minuti tornò a casa,aspettandosi un mega cazziatone e qualche legnata da parte del fratello.
Corse verso casa preoccupato per la sorella,Edward non l'aveva mai toccata ma non se lo sarebbe mai perdonato;una volta a casa non vide nessuno così preoccupato iniziò ad aprire ogni porta,per poi trovare la sua amata sorellina piena di lividi piangente,corse verso di lei abbracciandola senza neanche chiederle spiegazioni,voleva solo stringerla a se per proteggerla.
"Se ne andato"bisbigliò lei tra le lacrime,lui la strinse più forte
"chi?"
"Edward"finì stringendosi a lui cercando protezione,amore,di amore non ne aveva mai ricevuto;Rio era sempre stato un bambino troppo riservato per dire parole come "ti voglio bene" che aveva sentito solo in tv o letto in vari libri.
"Perché ti ha fatto chiesto?"Le chiese arrabbiandosi sempre di più,voleva raggiungere il fratello maggiore e ucciderlo perché poteva ma non lo fece ora  doveva solo restare con la sua sorellina,
"è andato da una,che doveva inseguire"continuò la piccola prendendo sonno,Rio non capì chi doveva inseguire ma prendendo il suo libro di magie -rubato- solo due giorni prima fece un'incantesimo a quella casa,"l'incantesimo della fioritura" si chiamava,quella casa,la loro casa veniva trasportata in un mondo parallelo dove non pioveva mai e gli uccelli cinguettavano tutto il giorno,ci impiegò due giorni interi per compiere e finire quello stupido incantesimo,infine svenne per poi risvegliarsi nella sua bellissima -nuova- incanta casa in un mondo parallelo.
"Perché mi hai portato qui?"Le chiese la sorella sorpresa,
"qui cresce cibo tutti i giorni,così non dovrai più uscire e metterti in pericolo"
"sei pazzo!?Io amo uscire!"
"Ma puoi uscire da questa casa,c'è un lago e tanto verde con tani fiori e animali se ho fatto bene l'incantesimo"
"davvero?"Gli chiese la piccola saltandogli al collo,ma il fratello frenò quell'entusiasmo,
"devo andare"continuò il dodicenne portandosi rancore e vendetta dentro se,
"ti prego non lasciarmi!"Urlò la piccola con le lacrime agli occhi,aveva solo undici anni aveva paura di restare a casa da sola;
"non sarai mai sola,ti prometto che ritornerò"finì il ragazzo aprendo la porta che lo riportò al mondo reale,quel giorno decise che la sorella non avrebbe mai dovuto sapere dove si trovava quella porta.
Rio era al suo muretto,pensava cosa fare ora aveva tredici anni ed'era vissuto su quel muretto rubando cibo senza andar mai a trovare la sorella,perché quel giorno decise che sarebbe andato dalla sua sorellina con la testa del loro fratellone.
"Ciao ragazzo"disse l'uomo con la maschera avvicinandosi tutto ad'un tratto;
"ciao"rispose il bimbo diffidente,
"vuoi vendicarti?"
"Che te ne frega?"
"Vieni con me"
"no"
"hai paura?"
"No"
"allora seguimi"
"ho tredici anni non sono stupido,non verrò con te"
"vieni,e ti farò vendicare di Edward e dei tuoi genitori,ma prima dovrai fare quello che ti dico"
"ok"finì Rio ascoltando il suo nuovo maestro di vita,
"uccidi il proprietario di quella bottega"finì Joker indicando "la bottega di Tom",Rio non se lo fece ripetere due volte era dal giorno della sua prima caramella che voleva ucciderlo,così spalancando gli artigli forse timoroso tagliò la testa a faccia di topo,per poi mangiarne una goleador alla liquirizia davanti agli occhi,sapeva che la testa rimaneva viva per i prossimi cinque secondi dopo la decapitazione.


*Scusate se il capitolo è corto,ma è solo uno special che spero vi piacerà *O*
Al prossimo capitolo ;D
  
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