Pour quelqu’un
comme moi
–
Non riesco a capire come
puoi rischiare di perdere tutto questo per uno come me, –
mormorò Charlie con
una smorfia incredula, indicando con un ampio gesto della mano il vasto salone
in cui si trovavano: ogni mobile di squisita fattura che arredava
quella
stanza, ogni più piccolo soprammobile e souvenir di lunghi
viaggi all'estero
gridava a gran voce la ricchezza della famiglia di Julien. Nel
caminetto
scoppiettava allegramente un rossissimo fuoco magico, riscaldando
l'ambiente e
tingendo le pareti chiare di aloni sanguigni. – Voglio dire,
perché? –
Julien si
guardò intorno con
un'espressione impassibile, posando appena gli occhi sullo sfarzo di
quella
stanza e ritirandoli subito. Non era stata una buona idea convincere
Charlie ad
andare in Francia, se ne rendeva conto ogni minuto di più.
Lui non era abituato
a quel lusso esagerato, era nato e cresciuto in una famiglia numerosa e
piuttosto povera e, per quanto la sua natura lo rendesse
particolarmente
insensibile verso tutto ciò che era materiale, era normale
che rimanesse
scioccato davanti alla spregiudicatezza con cui il suo ospite l'aveva
convinto
a stare da lui, per una volta.
–
Perché? – ribatté,
allungando una mano e stringendo quella calda del domatore per
trascinarlo verso
il camino e costringerlo a sdraiarsi sul tappeto persiano che ricopriva
il
pavimento in marmo. Gli sfiorò il viso con un sorriso lieve
disegnato sulle
labbra, poi lasciò scivolare le dita sul suo collo e,
infine, sul braccio dove
sapeva esserci un tatuaggio che portava il suo nome. –
Perché ti amo, Charlie,
non ti basta come motivo? –
La neve
scendeva silenziosa
ed impalpabile, fuori dalla finestra, mentre i due amanti si lasciavano
sopraffare dalla frenesia e dal desiderio di ritrovarsi pelle contro
pelle,
ancora una volta, mai sazi l'uno dell'altro, nonostante i problemi che
quel
loro sentimento portava con sé.