A Luca,
la cosa migliore di cui non credevo di avere bisogno… ( Ne-yo )



Cerco di non pensarti,
guardo fuori dalla finestra:
vorrei dirottare i miei pensieri che, ormai, stanno andando alla deriva,
come una barca nel bel mezzo di una tempesta.
Purtroppo tutto ciò che riesco a vedere è il riflesso del mio viso,
viso dalle mille sfumature
che ancora non ho imparato a conoscere,
in cui, nonostante tutto, riesco ancora a riconoscermi.

Vorrei fuggire,
fuggire da te e dai miei tormenti,
fuggire da me stessa,
o meglio, da ciò in cui tu mi hai trasformata.
Ma la lontananza non risolve i problemi,
ora lo so.

Sono stata codarda:
sono scappata,
invece di affrontarti,
affrontarti nonostante tutto,
nonostante i miei pregiudizi,
perché credevo non avresti capito;
nonostante la tua arroganza,
che ero convinta di non saper dominare;
nonostante i ricordi,
ricordi che mi hanno perseguitata;
nonostante la delusione,
una delle più grandi della mia vita.

Ripenso,
con la musica che mi fa compagnia,
a quella spiaggia che,
sotto il cocente sole d’agosto,
ci ha visto tante volte sorridere;
a tutte quelle volte in cui stavo per cedere alla pigrizia,
ma il tuo sorriso mi ha fatto cambiare idea;
a quante volte ho sussultato sentendo il tuo vocione dall’altro capo del telefono,
ma anche a come un giorno ho scoperto di essermici abituata;
a tutte le volte che, studiando seduti sul tuo letto,
allontanandomi sempre più, sono caduta;
a come a quel punto ero costretta a restare a terra, annientata dalle troppe risate,
ma anche al fatto che stranamente quel pavimento,
anche in pieno inverno non mi è mai sembrato freddo, anzi.
Ripenso, insomma, a tutti i bei momenti che abbiamo passato insieme,
momenti che non torneranno, ma che ricorderò per sempre.

Ho riflettuto,
ho riflettuto su ciò che mi ha spinto ad avvicinarmi a te:
volevo aiutarti a superare la timidezza,
volevo tirarti fuori dal solido guscio in cui ti eri rinchiuso,
pensando di farti del bene,
di farti diventare una persona migliore,
più sicuro di te e anche, mi auguravo,
più felice.
Ma poi ho capito…
Era proprio il tuo guscio a renderti speciale,
a renderti diverso,
perché non sempre restare fuori dal mondo è una cosa negativa,
soprattutto se il mondo che ti circonda riserva così tante brutte sorprese.

Io sono artefice del mio stesso male:
ce l’ ho messa tutta,
mi sono impegnata nella nostra amicizia che pensavo, e purtroppo pensavo bene,
ti avrebbe aiutato a mettere la testa fuori dal guscio.
Semplicemente non credevo ti saresti lasciato tentare,
tentare da cose così futili ed effimere,
pensavo di averti reso più forte,
più consapevole delle tue scelte,
ma evidentemente ho sbagliato,
ho sbagliato di grosso.
Avrei dovuto saperlo,
mi sono illusa,
mi sono illusa di aver trovato un amico.

Quando poi di te, in realtà,
non ho mai saputo nulla.
Tu con me non ti sei mai aperto,
forse ritenevi di non poterti fidare..,
Ma a questo punto c’è da chiedersi chi sono io per te:
dal mio punto di vista mi considererei poco più di una conoscente, ma chissà…
Magari dal tuo sono un’amica,
ma quel punto dovrei darmi ragione:
seppure avessi avuto il coraggio di parlarti,
non avresti capito,
perché il tuo concetto di amicizia è completamente diverso dal mio,
e se non sono riuscita a farti capire il mio punto di vista,
nonostante tutto l’impegno che ci ho messo,
probabilmente,
anzi sicuramente,
lo sarà sempre.

Ma io ti ho voluto bene,
nonostante tutto…





§§§
Spazio autrice
Allora, ragazze… Avevo semplicemente voglia di sfogarmi, tutto qui. Ho buttato giù questa “cosa” (come vedete non so neppure definirla, infatti vi sono stati dei problemi nello scegliere in quale categoria inserirla) in più o meno un quarto d’ora.
Il fatto è che è un brutto periodo e, ripeto, avevo proprio bisogno di sfogarmi… Spero solo di non avervi annoiate troppo… :)
Baci :-*. Sgiach <3.

P.s. Vi prego: Non tiratemi i pomodori! :’(