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Autore: ivi87    19/11/2011    8 recensioni
“Non andare..” sussurrò sua figlia.
Rick restò in silenzio, concentrato sulla ragazzina.
“Non tornare al distretto. Per favore..” riuscì a dire prima che gli occhi le diventassero lucidi.
nuova storia, nuova avventura.
Castle accetta la richiesta della figlia. Riuscirà a stare lontano da Kate? E se venisse a conoscenza di qualcosa di sconvolgente e pericoloso per Kate?
Buona lettura a tutte!! ;D
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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# Mi fido di te

 

 

Le prime luci dell’alba li sorpresero a letto mentre chiacchieravano teneramente.

Rick, sdraiato a pancia in giù si godeva le coccole di Kate che, girata su un fianco gli accarezzava i capelli corti.

“Te lo giuro Rick, la Gates non ti sopporta!” ridacchiò Kate.

“Ma se non mi ha mai visto? Non ha senso!” protestò lui.

“Evidentemente la tua fama ti precede”

“E non è totalmente affascinata da me?” lanciandole un sorriso sbruffone che la fece ridere.

“Affascinata non è il termine che userei..”

“E quale termine useresti?”

Finse di pensarci un po’ su “Ti odia Rick, palesemente!” disse poi.

“Cosa? No, è impossibile”

“Il primo giorno di lavoro dopo la mia convalescenza mi convoca nel suo ufficio e senza tanti preamboli mi domanda …Allora? Dov’è questo scrittore dilettante che gioca a fare il poliziotto di cui ho tanto sentito parlare? Avrei giusto un paio di cose da dirgli…

“Kate, sono nudo! Ti sembra il momento di prendermi in giro?” disse allegro, credendolo uno scherzo.

“Giuro che ha detto così, parola per parola”

“Dilettante? Ha veramente detto dilettante?” alzò la testa dal cuscino per poi lasciarla ricadere pesantemente.

“Oh, si. La richiesta di Alexis di non seguire più i casi ti ha salvato dall’essere mangiato vivo, credimi…”

“E’ solo che non mi conosce..” insistette lui.

Kate scosse la testa divertita.

“Io piaccio a tutti!”

“Non alla Gates, a quanto pare” lo schernì.

“Forse se le mandassi dei fiori…”

“No! No…lascia stare…” lo bloccò immediatamente lei.

“Su, non fare la gelosa”

“Cosa? Non era quello che intendevo..” ma Rick non la lasciò finire rubandole un bacio e rotolando sopra di lei.

 

 

Fresco di doccia Castle scese velocemente le scale di casa sua.

Era ancora su di giri nonostante le pochissime ore di sonno ed era affamato.

In cucina trovò Alexis e Martha ancora in pigiama e in vestaglia.

“Cosa ci fate ancora mezze addormentate? Il mattino ha l’oro in bocca!”

Alexis lo guardò stupita bloccando a mezz’aria il biscotto che stava addentando.

“Non lo mangi?” il padre veloce glielo rubò, infilandoselo in bocca, sorridente.

“Ma come siamo pimpanti, caro! Hai passato una bella nottata?” domandò Martha.

L’entusiasmo di Rick si spense di colpo “Madre! Non sono cose da chiedere queste!” rispose con fare offeso “Comunque sì, ho passato una splendida nottata!” aggiunse poi con aria sognante, prendendo un altro biscotto.

La donna rise, non aspettandosi quel commento.

“Papà, non traumatizzarmi di prima mattina!” gli disse Alexis, rubandogli a sua volta il biscotto dalle dita. 

La ragazzina se ne andò in camera a vestirsi e a preparare la borsa per la scherma.

Dopo un primo sorso di caffè, il silenzio piombò nella stanza.

Alzò gli occhi dalla tazza e trovò quelli della madre, indagatori.

Si sentì improvvisamente un adolescente colto in fallo.

“Cosa avete intenzione di fare?” domandò la donna con un sopracciglio malizioso alzato.

“C-chi?” rispose Castle fingendo indifferenza.

“Sai benissimo che sto parlando di te e di Kate!”

Rick finì il caffè restante e posò un bacio sulla fronte della madre “Devo parlarne con Alexis prima, poi ti racconto tutto. Promesso!” e si allontanò, anche lui come la figlia per andare in camera sua.

“Sarà meglio per te, si deve fare in fretta a cercare la chiesa e il ristorante…”

La saliva gli andò di traverso mentre saliva i gradini.

 

 

Per raggiungere la scuola di scherma decisero di attraversare Central Park.

Dicembre era iniziato da poco ma la prima neve dell’anno non si era ancora decisa a scendere.

Le passeggiate erano ancora piacevoli e Central Park regalava sempre nuovi colori e nuove emozioni.

Padre e figlia camminavano fianco a fianco in silenzio.

Rick si rigirava tra le mani la tracolla della sacca di Alexis, incerto su come iniziare il discorso.

“C’è una cosa molto importante di cui ti vorrei parlare”

“Qualunque cosa sia, ti ricordi cosa ti ho detto ieri sera?”

Castle ci pensò per qualche secondo, poi ricordò.

“Sono felice se tu sei felice” ripetè Alexis “Sei felice, papà?”

“Molto” riuscì solo a dire.

“Ed è per via di Kate?” chiese sua figlia con sguardo divertito.

“E’ così evidente o te l’ha suggerito la nonna?”

“C’è solo una persona che riesce a farti cambiare umore così repentinamente, a parte me” spiegò lei.

Castle annuì, abbassando lo sguardo.

Sua figlia ormai era grande e innamorata. Era una donna che presto se ne sarebbe andata a raggiungere il suo ragazzo a Standford. Certi discorsi ora non erano più così imbarazzanti anche se una parte di lui avrebbe continuato a vederla come la sua piccola carotina.

“E a te sta bene?” domandò poi cauto.

Alexis si fermò stupita “Mi stai chiedendo il permesso di stare con Kate, papà?”

“No, io.. non lo so a dire il vero, voglio solo sapere cosa ne pensi…”

Non si era mai sentito così vulnerabile in vita sua. Una parola di sua figlia avrebbe potuto distruggere tutto.

“Non me l’avevi mai chiesto…” esclamò lei basita. Poi si ricordò della lunga chiacchierata che avevano avuto prima del matrimonio con Gina “…non così direttamente almeno”

“Non avevo mai trovato nessuna importante quanto te, prima d’ora” ammise, stringendole la mano.

Si guardarono negli occhi per qualche istante.

“Non potrei mai impedirti di stare con qualcuna, soprattutto con Kate.” disse proseguendo a camminare.

Un sorriso spuntò sul volto di Castle. La raggiunse e proseguirono nuovamente fianco a fianco.

“Ma grazie per avermelo chiesto. È importante per me”

Castle le circondò le spalle “È importante anche per me, tesoro. Tu sei importante per me” le disse lasciandole un leggero bacio sui capelli.

Alexis sorrise tra le braccia del padre, stringendosi più a lui.

Era grande ormai, ma in certi momenti le piaceva ancora sentirsi bambina, protetta in quell’abbraccio.

Mancava poco per arrivare a lezione e c’era ancora una cosa che Alexis doveva sapere.

“Su, raccontami tutto, come vi siete incontrati? Cos’è successo? E ti prego, tralascia tutto ciò che una figlia non dovrebbe mai sapere su suo padre..” concluse ridendo.

Castle si unì alla risata e iniziò il racconto. 

 

 

Per la seconda volta in quella mattinata, rientrò in casa con il sorriso sulle labbra.

Vide Martha in soggiorno infilarsi i guanti azzurri, da abbinare al cappotto del medesimo colore, appeso all’ingresso.

“Deduco che la chiacchierata con Alexis è andata bene” constatò lei, solo guardandolo in volto.

“Non so come o perché, ma ho la figlia migliore del mondo!” rispose tutto fiero e orgoglioso.

“Ora finalmente potrò sapere anche io cosa è successo o devo chiamare direttamente Kate?”

Il campanello suonò prima che lui ebbe modo di rispondere.

“Madre lascia perdere le bomboniere, per carità, vuoi farla scappare a gambe levate?” disse ridendo mentre apriva la porta.

“Ma quanto avete intenzione di aspettare figli miei, altri quattro anni?”

La voce dell’attrice raggiunse Castle e il signore in giacca e cravatta che attendeva di essere ricevuto.

“La scusi, mia madre ha una voce terribilmente squillante quando tocca certi argomenti..” prese parola Castle “La posso aiutare?” domandò allo sconosciuto.

L’uomo porse la mano “Piacere Sig. Castle, mi chiamo Steve Forbes dello studio notarile Forbes&Gilbert”

Castle afferrò la sua mano e lo invitò ad entrare, conducendolo nel suo studio.

“Non le nascondo che sono sorpreso, Sig. Forbes” ammise lo scrittore. Non era certo una visita di tutti i giorni.

“Non si preoccupi, sarò breve” disse l’uomo poggiando la sua ventiquattrore su di un angolo libero della scrivania e facendo scattare le due chiusure meccaniche.

Ne estrasse una busta bianca rettangolare non affrancata e una plico beige più grande.

“Ho ricevuto istruzioni dettagliate da un nostro cliente, Sig. Castle. Le dovevo consegnare questi documenti a novanta giorni esatti dalla sua morte.”

“Che sarebbe oggi immagino” dedusse Castle.

“Esattamente” il Sig. Forbes glieli porse e poi richiuse la valigetta.

Castle li prese con mani tremanti. C’era solo una persona che poteva avergli mandato quei documenti e che era morta tre mesi prima.

“Roy Montgomery le ha dato queste istruzioni?” chiese incredulo.

“Il Sig. Montgomery è nostro cliente da svariati anni. Il nostro studio custodisce queste carte per lui da molto tempo. Circa una settimana prima della sua morte ci diede istruzioni di consegnare a lei e lei soltanto questo plico. Ma solo dopo un tempo minimo di tre mesi dalla sua morte. Disse che doveva aspettare che le acque si fossero calmate.”

Castle vide l’uomo un po’ scosso, ma lo lasciò proseguire.

“Sembrava sapesse che gli restava poco tempo ormai. Aggiunse al plico quella busta bianca che le ho dato e non disse altro se non che dovevo consegnarglieli a mano e di persona.”

Castle restò in silenzio, elaborando le parole del Sig. Forbes.

“Non c’è altro che può dirmi?” domandò speranzoso.

“Mi dispiace, non le so dire altro. Temo che dovrà scoprirlo da solo” disse abbassando lo sguardo su quei documenti.

Ringraziò l’uomo e lo accompagnò alla porta.

Martha vide il figlio preoccupato. Non c’era più il sorriso di prima sul suo volto.

“Richard, cosa voleva quell’uomo?”

Sua madre non sapeva nulla del coinvolgimento del Capitano Montgomery nell’omicidio di Johanna Beckett. Nessun’altro oltre a lui, Kate, Ryan e Esposito lo sapevano.

E di certo non aveva intenzione di tradire quel patto suggellato poco prima di andare al funerale di Roy. Ne tantomeno intendeva mettere in pericolo Martha.

Meno persone sapevano meglio era.

“Oh, nulla, scartoffie legali…” disse fingendo meglio che poteva.

“Non mi sembrava il nostro avvocato quello”

“E’ un nuovo acquisto, ma tu stavi uscendo giusto? Io mi rintano nel mio studio a scrivere un po’, sai ora che le cose tra me e Kate vanno alla grande sono sempre ispirato!” mentì parlando velocemente.

“Si…esco…” disse poco convinta “… a più tardi”

Castle si chiuse veramente nel suo studio ma non certo per scrivere.

Per qualche minuto fissò quelle buste indeciso sul da farsi.

Una vocina nella testa gli diceva che doveva chiamare Kate e renderla partecipe.

Ma un’altra, altrettanto insistente gli ricordò di come reagisce Kate quando si tratta del caso di sua madre.

Qualunque cosa fosse contenuta in quelle buste, Montgomery l’aveva mandata a lui.

Non a Kate, non a sua moglie, non al distretto, ma a lui.

Fece un respiro profondo e decise di onorare il volere dell’uomo.

Aprì la piccola busta bianca. Era una lettera scritta a mano da Montgomery stesso.

Poche righe dirette a lui.

 

Castle,

perdonami se ti mando questi documenti. Perdonami se così facendo ti metterò in pericolo.

Non avrei mai voluto che le cose andassero in questo modo ma non ho mai potuto fare nulla per fermarlo.

Ci tiene tutti in pugno. E so che leggere il suo nome sarà un duro colpo anche per te, ma devi proteggerla.

Meglio di quanto abbia mai saputo fare io.

So che la ami e che farai di tutto per tenerla al sicuro. Forse non capirà mai ma è meglio così, credimi.

Fa ciò che ritieni più giusto di questi documenti ma ti supplico di impedirle di arrivare a lui.

Ci sono cose peggiori della morte e lui le sa sfruttare tutte.

Mi fido di te Castle

 

                                                                                                           Roy Montgomery

   

Rilesse la lettera più volte, incapace di andare oltre.

Quelle poche parole erano bastate a spaventarlo a morte.

Ma era ad un passo dalla verità e non poteva fermarsi ora.

A Johanna Beckett andava resa giustizia. A Kate invece andava ridata la pace dell’anima.

La vita della donna che amava dipendeva dal nome all’interno di quella busta beige.

Si fece coraggio e la aprì.

Tabulati telefonici, depositi bancari ed estratti conto di Montgomery, Raglan e McAllister.

Ecco il contenuto della busta.

I movimenti bancari e tutte le telefonate dei tre detective che avevano commesso un terribile sbaglio quella notte di quasi venti anni fa.

E in tutti quei fogli un solo nome capeggiava in bella vista.

Il destinatario dei bonifici e delle telefonate era sempre lo stesso.

Scritto nero su bianco proprio di fronte a lui.

Per qualche secondo gli girò la testa.

Si alzò di scatto in cerca di un bicchiere d’acqua.

Non poteva essere vero, ci doveva essere di sicuro un errore.

Bevve d’un fiato e tornò veloce nello studio.

Quel nome era ancora lì.

Gli era impossibile da credere eppure tutto cominciava ad avere un senso.

Con la logica riusciva a far quadrare tutto. Con la testa tutto combaciava.

Ma con il cuore? Quello era il nome di un suo amico!

Per certi versi quasi un padre.

Aveva sempre una parola buona per lui, o una pacca sulla spalla.

Ad ogni partita di golf corrispondeva un buon consiglio.

Ad ogni serata di poker, invece, un sincero apprezzamento sul suo lavoro di scrittore.

E poi si ricordò. Era stato lui stesso a presentarlo a Kate.

Lo stomaco gli si rivoltò con prepotenza. A stento riuscì a non rimettere.

Proteggere Kate. Questa era l’unica cosa da fare ora.

Ricacciò indietro la sua delusione e ignorò la ferita bruciante che sentiva dentro.

Chiuse tutti i documenti in cassaforte e prese con sé solo la lettera di Montgomery.

Doveva assolutamente parlarne con Kate. Con calma, un passo alla volta, senza buttarle tutto addosso magari, ma doveva dirglielo.

Non poteva negarle la verità. Soprattutto non ora che stavano insieme.

Non poteva rovinare tutto, non se lo sarebbe mai perdonato.

 

 

 

Angolo dell’autrice:

ok, ragazze, bando alle ciance! Qui inizia la parte più oscura della storia.

Aspettate a fare teorie e a tirare ad indovinare presto avrete tutte le risposte...

Oppure no, vabbè provate pure! XD tanto non credo sia così difficile da capire ;D

Un bacione e grazie a tutte per le splendide recensioni *__*

Buona lettura e buona 4x09 martedì! Non sto più nella pelle!!!!

 

Ivi87

 

   
 
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