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Autore: Ragnarok79    15/07/2006    3 recensioni
I nostri amici tornano al villaggio di Musashi dopo aver affrontato il demone farfalla (ep 52) ma...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INTRO

INTRO:Inuyasha è psicologicamente distrutto... ce la farà a ritrovare la forza di andare avanti??

Ciao a tutti!!

Riecchime pronto a presentarvi il primo dei due capitoli extra di "Il richiamo del sangue, la volontà del cuore"...
Colgo l'occasione per spiegare come si è arrivati alla fine del 12esimo capitolo, che inizialmente doveva essere la fine anche della ff.
In realtà questa ff era nata per colmare, nella mia mente malata, il bruttissimo, a mio parere, stacco che sussisteva tra la fine del 52esimo ep e l'inizio del 53esimo... Per chiarirci, prima Inu è con Kagome (Quella bella scena dove lei lo consola) e poi PUFF! Per magia Inuyasha non c'è più e Kagome & Co. non sanno dove sia...
Sostanzialmente la fine della mia misera ff doveva proprio ricollegarsi all'inizio dell'ep 53.
Personalmente adesso che ho scritto anche i due extra mi sento molto più soddisfatto, spero che lo sarete anche voi!!

Buona lettura!

Capitolo extra 1


Inuyasha corse per diverse ore a perdifiato, attraversando boschi e pianure, fino a quando incapace di proseguire oltre, crollò a terra nel bel mezzo di una foresta, per poi strisciare per qualche metro, ritrovandosi sotto un albero che gli ricordava vagamente Goshinboku. Restò lì, continuando a piangere, mentre sentiva le parole di Shippo rimbombargli ancora nel cervello: come aveva potuto, anche solo tentare di fare del male a Kagome? Si odiava per questo e provava ribrezzo di sé stesso al solo pensiero di cosa gli si agitava dentro.
In un attimo di pazzia, decise che avrebbe posto la parola fine a quella faccenda e avrebbe impedito a quella belva di fare altri danni nella maniera più semplice e indolore per tutti: togliendosi la vita. Si mise in ginocchio e con uno scatto afferrò l’elsa di Tessaiga, ma questa lo respinse, lasciando il mezzo demone stordito, ma non meno determinato a portare a compimento il suo proposito. Senza ragionare sul fatto appena accaduto, Inuyasha si afferrò alla base del collo con la mano sinistra mentre la destra, ben tesa, era tenuta a mezz’aria, pronta a colpire. Fece per affondare il colpo ma si bloccò con gli artigli a meno di un centimetro dalla propria gola: in quel momento, nella sua mente, era passato come un flash l’immagine di Kagome.
Ritrasse la mano per tentare nuovamente e nuovamente la stessa immagine lo fermò: non ce la faceva. Il desiderio di rivederla era più forte della sua volontà di farla finita: si lasciò andare in avanti finendo carponi, domandandosi se fosse più codardo per non essere riuscito a uccidersi o per aver tentato di farlo. Ricominciò a piangere: Kagome gli mancava, ma con che coraggio avrebbe mai potuto guardarla in faccia. No, non ci sarebbe riuscito, almeno finché quella parte spaventosa di sé era ancora libera di manifestarsi e quindi di farle del male.
Inuyasha sorrise amaramente: come un cacciatore instancabile, durante la sua intera esistenza, aveva inseguito il suo lato demoniaco per farlo emergere e ora che sapeva di cosa si trattava, i ruoli si erano invertiti ed era lui a scappare da quell’essere assetato di sangue, che lo braccava pronto a saltar fuori e impossessarsi del suo corpo e compiere le più indicibili atrocità.
Aveva passato una vita ad odiare la sua parte umana definendola il suo punto debole, magnificando invece quella demoniaca ed ora invece, proprio quest’ultima era l’oggetto del suo odio, mentre verso l’altra si sentiva quasi in colpa: se l’avesse sostenuta invece che repressa, forse ora sarebbe stata in grado di dominare il demone sanguinario che gli si agitava dentro. Senza contare che i momenti più belli della sua esistenza glieli aveva offerti proprio la sua umanità.
Recuperato un barlume di lucidità, il mezzo demone si rese conto della follia che stava per compiere e questo gli provocò un brivido: stava per lasciarla da sola per sempre! Stava per abbandonare Kagome, quando le aveva promesso di restarle sempre vicino. Eppure ormai sapeva quanto ci tenesse a lui e che la sua morte le avrebbe provocato solo altra sofferenza.
Si diede dello stupido, mentre si asciugava rapidamente il volto bagnato dalle lacrime con una manica del Kariginu. Avrebbe trovato un'altra soluzione, ma per poterlo fare doveva prima parlare con chi conosceva Tessaiga meglio di chiunque altro: Totosai.

“Come sta Kagome?” Sango aveva fatto appena in tempo ad uscire dalla capanna abbandonata, usata per passare la notte al coperto, che Miroku gli aveva posto quella fatidica domanda.
“Anche se tenta di non darlo a vedere… io credo che sia a pezzi… Non è un momento facile per lei: Inuyasha non si è fatto più vedere da ieri… e considerando lo stato in cui si è allontanato, non c’è da star tranquilli… sembrava distrutto…”
“Già… spero non faccia qualche sciocchezza…” Commentò lui, staccandosi dal muro sul quale era appoggiato.
“Credo sia proprio questa la più grande paura di Kagome.”
“È… è tutta colpa mia!!” Frignò Shippo, consolato subito dalla sterminatrice.
“Non fare così Shippo… eravamo tutti preoccupati… tu non potevi immaginare che Inuyasha avrebbe reagito a quella maniera…” Gli disse accarezzandogli il capo, prima di prenderlo in braccio.
“Temo che comunque non possiamo fare nulla…” osservò Miroku avvicinandosi a Sango.
“No!” sbottò Kagome comparendo sulla soglia della capanna “Io non starò qui a far niente mentre lui è chissà dove a soffrire… dobbiamo andare a cercarlo!” aggiunse, con un tono che non lasciava molto spazio ad una qualunque tipo di replica.
Miroku e Sango annuirono, ammutoliti dall’atteggiamento terrificante dell’amica, correndo a prepararsi per la partenza, lasciando soli la ragazza e il cucciolo di volpe.
“Kagome… scusa… io… io…”
“Shhh… non serve che ti scusi Shippo… Sono sicura che Inuyasha sta bene… lo troveremo e tutto si aggiusterà” Disse dolcemente lei, inginocchiandosi davanti al piccolo youkai per accarezzarlo, mentre tentava di convincere anche se stessa della veridicità delle parole appena pronunciate.

Inuyasha non si era fermato nemmeno per un istante, continuando a correre per tutta la notte e buona parte del giorno successivo, giungendo infine alla bottega di Totosai.
“Totosai!! Totosai!!” Gridò entrando nella grande caverna.
“Oh… Inuyasha, sei tu! A cosa devo questa vis…” Il vecchio demone non fece nemmeno in tempo a finire la domanda che l’hanyou lo interruppe “Totosai… dimmi come alleggerire Tessaiga… io… io non voglio più trasformarmi!!” Lo supplicò disperato, guardandolo dritto negli occhi.
“Vieni… siediti e raccontami tutto… altrimenti non potrò aiutarti…” Il mezzo demone annuì e sedendosi davanti al fabbro iniziò a raccontargli tutto ciò che era successo dal loro ultimo incontro, evitando ovviamente i particolari personali.
“Dunque ti sei trasformato ancora e hai rischiato di fare del male a Kagome…” Inuyasha annuì con un espressione contrita dipinta in volto.
“Brutto affare… io speravo che tu fossi già riuscito a dominare Tessaiga… invece hai ancora questo tipo di problemi… beh, quantomeno hai capito da solo che sia il caso di evitare altre trasformazioni…”
“C’è un modo per alleggerirla… vero!?!”
“Beh… per esistere… esiste… ma è un modo potenzialmente pericoloso… molto pericoloso!”
“Non mi importa di quanto possa essere pericoloso… dimmi cosa devo fare!!”
Il demone sospirò riconoscendo l’hanyou cocciuto che conosceva. “Devi recarti nella valle di Ryukotsusei…”
“Ryu… kotsu… sei… hai detto??” Chiese un vocina nota a tutti e due.
“Vecchio Myoga?? E tu cosa ci fai qui??”
“Signorino Inuyasha!! Non dovete per nessun motivo andare in quel luogo… è una follia!!” Esclamò terrorizzato il demone pulce, trovandosi, per tutta risposta, schiacciato da una manata di Inuyasha “Sta zitto dannato... se lì riuscirò ad alleggerire Tessaiga… io ci andrò e nulla mi fermerà!” e rivolgendosi a Totosai riprese il discorso “Cosa devo fare quando sarò lì?”
“Devi sapere che in quella valle fu sigillato da tuo padre un potente demone drago… tu dovrai trafiggere il cuore di Ryukotsusei con la lama di Tessaiga e bagnarla con il suo sangue… ma bada… nel farlo non devi svegliarlo per nessun motivo… sarebbe la tua fine!”
“Ho capito…”
Inuyasha passò la notte da Totosai e dopo averlo ringraziato frettolosamente ed essersi fatto spiegare l’ubicazione della valle, prese con sé Myoga e partì alla volta della sua nuova destinazione.
Per il mezzo demone raggiungere la valle fu abbastanza facile, grazie alle precise indicazioni della vecchia pulce, ma addentrarvisi fu tutt’altra questione, dovendo scalare un intero costone di roccia praticamente liscia, per poter accedere al luogo dove Ryukotsusei riposava.

A sua insaputa però, qualcuno comodamente al riparo nel suo castello, lo spiava attraverso uno specchio magico.
“Non lo trovi interessante Kanna… nessuno dei miei figli è riuscito ad eliminare il mio odiato nemico… che sia questo Ryukotsusei lo strumento perfetto per ottenere la dipartita di Inuyasha?” Naraku sogghignò, eccitato all’idea di poter scatenare il demone drago contro il suo acerrimo nemico.

Nel frattempo, in groppa a Kirara, Kagome, Sango, Miroku e Shippo solcavano il cielo alla ricerca di qualche indizio del passaggio di Inuyasha o magari di individuarlo.
“Non possiamo andare avanti così… potrebbe essere ovunque…” Constatò scoraggiato Miroku mentre continuava a guardarsi intorno.
“Kagome… tu non hai nemmeno una vaga idea di dove possa essere andato? Dopotutto tu lo conosci meglio di tutti noi…” Le chiese Sango, ricevendo un cenno di diniego con la testa da parte dell’amica.
“No… l’unica cosa che mi viene in mente, visto che il problema riguarda Tessaiga, è che possa essere andato a consultarsi da Totosai… ma è solo un’ipotesi campata per aria… oltretutto non sappiamo nemmeno dove si trovi la bottega di Totosai…” Il silenzio calò tra i quattro mentre Kirara si dirigeva verso nord.
“Ma quello lì giù non è Totosai?!?!” domandò Shippo indicando la sagoma di un vecchio con un grosso martello in groppa ad una mucca.
Sango si piegò in avanti avvicinandosi all’orecchio del demone gatto “Scendi Kirara…”
Kagome non aspettò nemmeno che Kirara toccasse terra e saltò giù correndo verso il vecchio fabbro gridando come una pazza “TOTOSAI!! TOTOSAI!!”
“Kagome!! Che ci fai tu qui?”
“Stiamo cercando Inuyasha… tu lo hai visto o sai dove potrebbe essere?”
“Capisco… dunque se né andato veramente senza dirvi nulla…” Constatò il demone rimanendo per un attimo in silenzio a riflettere.
“Allora tu lo hai visto!! Dimmi dov’è… ti prego Totosai!!”
“Non credo sarebbe saggio dirti dove sta andando… perché di sicuro vorresti seguirlo… e non è un posto sicuro…”
“Totosai… io… io devo vederlo! Ti prego… dimmi dove sta andando!!” Lo supplicò, iniziando a scuoterlo energicamente, ottenendo solo di farlo cadere dalla sua cavalcatura.
“Va bene… va bene… si sta dirigendo alla valle di Ryukotsusei…”
“La valle di… Ryukotsusei… fa venire i brividi solo a sentirla nominare” osservò Shippo avvinghiato ad una gamba di Kagome.
“In effetti non è un bel posto… lì è stato sigillato un potente demone drago… Inuyasha si sta recando là per trafiggere il cuore di quel mostro, rendendo così più leggera Tessaiga.”

“Eccolo… quello è Ryukotsusei… immobilizzato dall’artiglio di vostro padre…” Affermò il vecchio Myoga illustrando la scena davanti agli occhi del suo giovane padrone.
“Dunque mi basterà colpirlo ed il gioco…” Inuyasha si interruppe avvertendo una presenza indesiderata. Una risata malvagia riecheggiò per tutta la valle, mentre una figura coperta da una pelle di babbuino bianco faceva la sua comparsa, proprio sul sigillo.
“Salve Inuyasha… da quanto tempo…”
“Naraku… bastardo… cosa sei venuto a fare qui???” sbottò Inuyasha portando istintivamente la mano sull’elsa di Tessaiga.
Naraku non rispose nulla, ma si inginocchiò toccando con la mano la superficie dell’artiglio, contaminandola con il suo miasma velenoso “Buon divertimento…” Disse ridendo, prima di sparire, per poi ricomparire su un picco vicino, mentre il sigillo veniva rapidamente consumato dal suo tocco, materializzando la più grande paura di Myoga: Ryukotsusei si stava svegliando.

Il corpo possente del demone drago si mosse lentamente liberandosi dalla roccia che lo tratteneva, ottenendo di far franare gran parte dell’intero costone.
“Ryukotsusei… quello che hai davanti è il figlio di colui che ti ha sigillato… prenditi la tua vendetta e spediscilo a marcire tra i morti!” gridò Naraku dalla sua posizione defilata.
Ryukotsusei assottigliò gli occhi puntandoli, con sguardo indagatore, su Inuyasha.
“Signorino dobbiamo andarcene!! Non avete speranze contro di lui… persino vostro padre lo sigillò con grande fatica!” Piagnucolò Myoga dalla spalla del mezzo demone, mentre questo era intento ad osservare il colosso appena risvegliato.
“Io non vado da nessuna parte… in fin dei conti l’idea di colpire un demone sigillato non mi è mai piaciuta… Lo trafiggerò e renderò più potente e leggera Tessaiga!”
“Tu… canaglia… hai detto di volermi trafiggere… Divertente… credo che ti lascerò giocare un po’…” commentò beffardo le parole del mezzo demone che furibondo non si trattenne dal rispondere.
“Tu vorresti farmi giocare… vedremo… se avrai ancora voglia di fare lo spiritoso fra poco!” sbottò Inuyasha lanciandosi all’attacco, imitato dal demone che tentò di azzannarlo e ingoiarlo.

“Ma… ma che succede?? Avverto un aura maligna di incredibile intensità… e cosa sono quelle nubi di sventura che si raccolgono in quella zona??” chiese intimorito Miroku, indicando il punto con la mano.
“Non può essere! Questa energia… Ryukotsusei…” tartagliò Totosai spaventatissimo.
“Che vuoi dire Totosai?” chiese preoccupata Kagome, vedendolo praticamente sbiancare.
“Là c’è la valle di Ryukotsusei… e questa è l’aura di quel demone… quello stupido di Inuyasha deve averlo liberato dal sigillo!!”
“Vuoi dire che Inuyasha sta combattendo da solo contro quel mostro??” si informò Sango.
“Già…”
Kagome si sentì svenire al pensiero di Inuyasha che affrontava da solo un nemico come quello, senza poter far effettivo conto su Tessaiga. “Dobbiamo andare ad aiutarlo!!” Gridò, correndo nella direzione della valle, seguita a ruota dagli amici e, infine anche da Totosai.

Lo scontro tra l’hanyou e lo youkai drago si era fatto subito feroce, soprattutto da quando quest’ultimo aveva iniziato a sputare proiettili di aura demoniaca concentrata, il primo dei quali aveva spazzato via quello che si era poi rivelato un mero simulacro di Naraku.
Inuyasha aveva schivato tutti i colpi abilmente e ora si trovava faccia a faccia con il demone, che lo sovrastava con tutta la sua mole. Il mezzo demone scrutò attentamente il corpo di Ryukotsusei, individuando infine la cicatrice lasciata dall’artiglio del padre e quindi la posizione del cuore del mostro: il suo primo obiettivo.
“[Mi basterà colpirlo in quel punto per sconfiggerlo e potenziare Tessaiga]” Pensò lanciandosi all’attacco, pronto a conficcare la lama nel punto vitale dell’avversario. Contro ogni previsione Tessaiga, invece di conficcarsi nelle carni dello youkai, venne respinta, facendo volare all’indietro un incredulo Inuyasha.
“Piccola canaglia… cosa pensi di poter fare con quella spada poco affilata? Il mio corpo è più resistente di qualunque metallo!” Affermò trionfale Ryukotsusei, sputando poi l’ennesimo proiettile energetico.
Inuyasha lo schivò atterrando in piedi, indeciso tuttavia sul come affrontare un nemico rivelatosi assai più ostico di ogni possibile previsione.
“Signorino Inuyasha… la prego… dobbiamo ritirarci! Scontrarsi con Ryukotsusei è una follia… persino vostro padre riuscì a mala pena a sigillarlo…”
“Smettila ti ho detto!!”
“Vi prego… dovete ascoltarmi… voi non sapete che vostro padre morì proprio in seguito alle ferite riportate nella battaglia contro Ryukotsusei!” L’espressione che assunse l’hanyou nel sentire quelle parole lasciava trasparire chiaramente lo stupore, la rabbia e il panico che lo scuotevano in quel momento.
“Non pensavo che fosse morto…beh ha avuto quello che si meritava… e tu, piccola canaglia, tu che sei figlio di quel demone… non vorrai dirmi che sei venuto a vendicarlo… e per di più con quella spada poco affilata.” si intromise il demone, guardando divertito chi ormai considerava un cadavere che cammina.
“Io non ho alcun ricordo di mio padre… non è per vendicarlo che sono venuto sin qui!”
“Come potete dire una cosa del genere… Quante volte Tessaiga, la spada di vostro padre, vi ha salvato!!”
“Bah… non rompere Myoga!”
“Che figlio ingrato… io non voglio avere nulla a che fare con voi!!” Esclamò il demone pulce allontanandosi velocemente, in quella che molto probabilmente era una delle sue indecorose fughe.
“Ecco… scappi come sempre… dannato Myoga” mormorò Inuyasha fissando il punto in cui la pulce era sparita, accorgendosi, perciò, all’ultimo momento di un colpo di coda di Ryukotsusei che lo investì in pieno scaraventandolo contro un fianco della vallata.
“[Dannazione… ce la devo fare… sconfiggerò Ryukotsusei e finalmente la mia zanna con cui è stata riforgiata Tessaiga supererà quella di mio padre!]” Si disse, mentre faticosamente si rialzava pronto a lanciarsi nuovamente all’attacco.

“Quest’aura è insostenibile… è difficile credere che sia opera di un solo demone…” Commentò Miroku, seduto dietro Sango in groppa a Kirara,.
“Ve l’avevo detto che era un bel guai… e non è tutto… Ryukotsusei quando dà in escandescenza è in grado di tramutare in una landa desolata tutta questa regione…”
“Ma… ma questo Ryukotsusei è davvero così potente?” chiese preoccupata Kagome, incassando un cenno affermativo da parte di Totosai.
“Ma allora come farà Inuyasha a sconfiggerlo?” intervenne Sango
“L’unico modo sarebbe colpirlo con il Bakuryuuha… l’onda esplosiva del drago…”
“Bakuryuuha??” chiesero in coro gli altri quattro.
Il demone sospirò e spiegò loro tutto “È una specie di tecnica segreta di Tessaiga… la massima espressione della sua potenza”
“Qualcosa di più potente del Kaze no Kizu??” si informò Miroku, sbalordito da quella rivelazione.
“A confronto del Bakuryuuha, il Kaze no Kizu è una cosa da principianti…”
“Ma Inuyasha come potrà usare una tecnica del genere?!? Non la conosce e per di più riesce a mala pena ad impugnare Tessaiga ed usarla!”
“Allora temo non ci sia speranza…” concluse sfiduciato il fabbro.
Prima che potesse obiettare qualcosa la sua attenzione fu catturata da Miroku, sul cui petto si era appena spiaccicato un personaggio assai familiare.
“Vecchio Myoga?? Che ci fai qui?? Non avrai abbandonato Inuyasha al suo destino un’altra volta??” chiese il monaco guardando il piccolo demone pulce appiattito sulla sua mano, ma quando si rese conto di cosa implicava la presenza di Myoga lì, si girò di scatto verso Kagome, che lo guardava angosciata “Kagome!”
“[Ti prego Inuyasha… ti prego non morire!!]”



Piaciuto?? Spero vivamente di si... nonostante l'uso, da parte mia, degli ep originali come falsa riga (TACI!! che forse non si notava ndvocina)...
Intanto ringrazio infinitamente Kagome_chan89, Luchia nanami e Marysq92 per i commenti... spero di avere ancora i vostri pareri!!

Al prossimo Capitolo

Ragnarok79

  
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