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Autore: anonimaG    19/11/2011    5 recensioni
Il nuovo alunno della scuola che cambia la tranquillità di Elisa "Un ragazzo con i capelli neri, gli occhi verdi, alto con una T-shirt a righe, un giubbotto in pelle e i jeans neri che al posto della cintura avevano delle piccole catene.
Il classico bullo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FRANCESE

 
 
 
 
   Era sera e, come si fa ogni sabato, ero a casa di Riccardo per badare a Doris.
Presi Doris per farla disegnare, come d’abitudine, e mi sedetti vicino a Riccardo.
-Scusa, ma la tua stanza dov’è?-. Gli chiesi.
-Di sopra vicino al bagno perché?
-Grazie dell’informazione.
Salii le scale e cercai la sua stanza.
Riccardo mi seguiva per capire cosa volessi fare.
Entrai nella sua stanza e iniziai a cercare tra i suoi libri prendendo poi quello di francese.
Scesi soddisfatta del risultato della mia ricerca e mi sedetti di nuovo nel divano chiedendogli di sedersi di fianco a me.
-Ma che…?
-Ti spiego tutto: tra un po’ tu hai gli esami di maturità, così ieri sono andata nella tua classe e ho chiesto alla secchiona, come la chiamate voi, della classe, che fra parentesi ha una cotta per te, come andavi a scuola e già che c’ero le avevo chiesto della tua pagella.
-Ma lei non può sapere la mia pagella! Non l’ha mai vista!
-Ha detto che hai tutti sei a parte un cinque in francese e un nove in educazione fisica.
-Cazzo sa la mia pagella!
-Non importa quel che sa, l’importante è che tu incominci ad impegnarti in francese.
-Ma lunedì non ho francese.
-Non importa, devi recuperare.
   Aprii il libro alla prima unità.
-Non so molto di francese perché l’ho iniziato quest’anno e la prof ci parla continuamente dei fatti suoi ma voglio aiutarti comunque-. Spiegai:- E ora ripetimi il verbo essere.
-Uffa… Vediamo che mi ricordo… Je suis, tu… Tu… Tu es, il es, nous sommes, vuos etes, ils sont.
-Bravo…-. Mi complimentai.
   Andammo avanti per un po’ con i verbi, anche se io non ne capivo molto, avrebbe anche potuto prendermi a parolacce ma io non sarei riuscita a capirlo comunque.
Portai a letto Doris.
Mi risedetti vicino a Riccardo che mi guardava.
-Je t'aime éperdument-. Mi disse.
-Cosa? Non capisco…-. Non riuscii a tradurre quella frase, non capivo assolutamente niente di francese, l’avevo iniziato solo in terza superiore come da regola nell’istituto tecnico del turismo.
-Nie… Niente, non ho detto niente, era solo una sciocchezza-. Si giustificò.
-Ok… Allora continuiamo?
-Non mi va…-. Mugolò avvicinandosi a me.
-Ok solo per sta volta, basta per stasera.
   Gli vidi apparire un sorriso in faccia, in effetti il francese era piuttosto palloso.
Mi distesi nel divano appoggiando la testa sopra il suo petto.
-Hai sonno?
-No, voglio solo distendermi un po’.
Mi baciò accarezzandomi i capelli, era rilassante.
Ricambiai, naturalmente (xD), e iniziò ad accarezzarmi il collo continuando a baciarmi.
In un secondo me lo ritrovai sopra.
-No aspetta.
   Si bloccò e mi fissò.
-Che-che cosa sta succedendo?-. Dissi:-I-io non voglio…-. Risposi imbarazzata.
Lui mi guardò ancora un po’ e si sedette sul divano.
Avevo paura di averlo deluso.
Ma che cavolo io non volevo arrivare a quel punto!
Mi alzai.
-Scu-scusa-. E uscii di casa lasciandolo seduto sul divano.
   
 
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