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Autore: Camilla L    19/11/2011    11 recensioni
Emmett e l'orso dal punto di vista di Rosalie.
Quando notai quella strana lotta impari l'orso gli aveva già inflitto un paio di ferite, ma nonostante questo lui ogni volta si rialzava e ricominciava a stuzzicarlo, era anche riuscito a sparargli un colpo, sfortunatamente colpendolo solo di striscio, prima che il suo fucile volasse a diversi metri di distanza. -Rosalie-
QUESTA STORIA FA PARTE DELLA SERIE "EMMETT & ROSALIE"
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Emmett Cullen, Rosalie Hale | Coppie: Emmett/Rosalie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Emmett & Rosalie'
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L'inferno non è poi così male se ottieni di tenerti un angelo

 

Pov Rosalie

 

La mia vita da vampira iniziò ad avere un senso quando, nel lontano 1935, vidi Emmett che tentava di lottare contro un orso molto più grande e forte di lui.Anche se sapeva benissimo di non avere speranze contro di lui sembrava non avere paura di quel feroce animale che con una zampata lo avrebbe steso a terra per sempre.Quando notai quella strana lotta impari l'orso gli aveva già inflitto un paio di ferite, ma nonostante questo lui ogni volta si rialzava e ricominciava a stuzzicarlo, era anche riuscito a sparargli un colpo, sfortunatamente colpendolo solo di striscio, prima che il suo fucile volasse a diversi metri di distanza.

Mentre correvo verso di loro l'orso colpì Emmett in un modo tale che lui, stavolta, non riuscì più a rialzarsi.Dopo una breve lotta con me il grande animale ebbe la peggio e poi anche lui non fu più in grado di rialzarsi.

Mi avvicinai a quel ragazzone moro e appena lo guardai ne rimasi talmente incantata che neanche l'odore del suo sangue riuscì a distrarmi da quella incantevole visione.Aveva dei lineamenti perfetti e due fossette sulle guance che mi ricordavano tanto il bambino della mia amica Vera, quel bambino che tanto avrei voluto che fosse mio.

Decisi che non potevo lasciarlo lì a morire, non me lo sarei mai e poi mai perdonato, così trattenni il respiro e mi avvicinai ancora di più a lui e quando fui al suo fianco iniziò a parlare, anche se con molta fatica.

-Non mi mangiare!-mi disse.

-Non preoccuparti non voglio mangiarti, voglio solo aiutarti-gli dissi io.

Quando capì che non avevo cattive intenzioni aprì leggermente gli occhi e quella piccola fessura fu sufficiente per vedermi e scambiarmi per l'angelo che lo avrebbe portato in cielo.

-Sono già in paradiso?-mi chiese sussurrando.

-No non ancora!-gli dissi decidendo di assecondarlo.

Lo presi tra le mie braccia e a grande velocità mi diressi verso casa sperando che il suo sangue non iniziasse a farmi perdere la testa lungo il tragitto.

-Angelo, ora stiamo volando in cielo?-mi chiese ancora.

Era moribondo, ma non perdeva occasione per stare zitto neanche in quel frangente.

-Non sforzarti di parlare, non ti fa bene!-gli spiegai sperando che capisse.

-Farò tutto quello che vuoi Angelo mio-mi disse ancora.

Ogni volta che mi chiamava Angelo trattenevo a stento le risate, se in quel momento avesse saputo la mia vera natura gli sarebbe venuto in mente tutto un altro genere di appellativi che mi avrebbero descritto di certo meglio che quello che lui continuava ad usare.

Arrivati a casa chiamai quello che consideravo mio padre a gran voce anche se non ce n'era di certo bisogno visto che ancora prima che completassi il mio richiamo me lo trovai davanti attirato dall'odore di sangue.

Devo ammettere che, anche se non accettavo completamente la mia condizione di vampira, mi ero affezionata subito a questa famiglia che mi aveva salvato e accettato tra di loro come se fossi loro figlia da sempre.Carlisle, mio padre, è un essere straordinario credo che al mondo non ci sia alcun altro vampiro capace di resistere al sangue come lui e nessun essere umano dotato di così tanta generosità e benevolenza come il mio papà vampiro, oltre al fatto che è anche un medico straordinario.

Appena vide me e chi portavo tra le braccia ci corse subito incontro e prese con sé il mio bel cacciatore di orsi senza chiedermi neanche chi fosse, credo avesse capito subito cosa volevo che facesse per me.

-No Angelo non lasciarmi!-disse subito Emmett.

-Angelo?-mi chiese Carlisle.

-Credo sia convinto che io sia un Angelo venuto per portarlo in cielo-gli spiegai sorridendo.

-Dio riportami dal mio Angelo!-disse ancora lui.

-Credo ce l'abbia con te stavolta-dissi a mio padre.

-Lo credo anch'io.Vieni Angelo che vediamo cosa possiamo fare-mi disse assecondando anche lui i deliri di quel spericolato ragazzo.

-Ti prego salvalo!-dissi poi a Carlisle, quasi implorandolo.

-Ti prometto che farò il possibile!-mi disse lui mentre lo portava in casa.

Arrivati nello studio di Carlisle lo distese su un lettino e iniziò a visitarlo, le ferite che gli aveva inflitto l'orso erano molto profonde e iniziarono a sgorgare sangue all'impazzata.Vedevo mio padre che cercava di tamponargliele come poteva, ma senza troppi risultati e nonostante le sue doti fuori dal comune come medico non riusciva ad arrestare il suo peggioramento.

-Rosalie!-mi chiamò dolcemente mio padre.

-Si!-risposi io fissando e vedendo solo Emmett.

-Rosalie tesoro non credo di poter fare altro per lui.Non ha molte ferite, ma sono molto profonde e in più credo che abbia una grossa lesione alla spina dorsale-mi spiegò con la stessa dolcezza di poco prima.

-Salvalo!-dissi ancora io.

-C'è solo una cosa che io posso fare, ma devi essere d'accordo anche tu-mi spiegò.

Capii subito a cosa si riferisse e senza troppe esitazioni gli confermai che poteva procedere con la trasformazione.Non volevo perdere il mio ragazzone coraggioso e in quel modo sarebbe rimasto con me per sempre.Ritenevo quella scelta alquanto egoista da parte mia, ma quel giovane uomo faceva nascere in me sensazioni che credevo volate via per sempre con la mia umanità e mi faceva troppo male rinunciarci ora che erano tornate.

Nei minuti seguenti seguivo le direttive del mio papà dottore come un automa.Voleva che soffrisse il meno possibile durante la trasformazione così decise di iniettargli tutta la morfina di cui disponeva.Dopo avergli fatto un paio di iniezioni, mi guardò per un attimo negli occhi, io gli feci un piccolo sorriso per confermagli che stava facendo la cosa giusta e poi morse in più punti quel futuro vampiro.

Purtroppo capimmo subito che la morfina non aveva avuto l'effetto sperato visti gli urli lancinanti che uscivano dalla bocca di Emmett, che continuava nella sua convinzione di essere in procinto di volare in cielo.

-Angelo non lasciarmi da solo, l'inferno brucia-urlò appena il fuoco della trasformazione invase il suo corpo.

-Sono qui con te non preoccuparti presto passerà e starai meglio-dissi sperando che mi sentisse.

-Perchè sei all'inferno con me?-mi chiese mentre si contorceva dal dolore.

-Non sei all'inferno e non stai per morire, molto presto sarà tutto passato-gli spiegai ancora.

Sembrò capire perchè le conversazioni tra lui e il suo Angelo finirono lì e nei quasi tre giorni seguenti urlò parecchie volte, ma senza mai tornare su quell'argomento.

Quando sentii il suo cuore accelerare all'improvviso capii che si sarebbe risvegliato dopo poco tempo.Anche se non avevo mai assistito a nessuna trasformazione la mia ce l'avevo bene impressa nella mente e riconoscevo benissimo ogni singolo cambiamento.

Chiamai i miei famigliari e anticipati da Carlisle arrivarono anche sua moglie Esme e l'altro loro figlio acquisito Edward venuti nel caso ci fosse stato bisogno di contenerlo appena avesse aperto gli occhi.

-Non credo di riuscire a tenerlo se dovesse perdere le staffe è talmente grosso-puntualizzò Esme col suo solito tono materno.

-Non preoccuparti tesoro ci penseremo Edward ed io se dovesse succedere-disse Carlisle sempre pronto a proteggere ognuno di noi.

Dopo pochi battiti che sembravano quasi delle piccole esplosioni il cuore di Emmett cessò di battere per sempre, lui lentamente aprì gli occhi e con mia sorpresa era ancora convinto che io fossi scesa da cielo per venirlo a prendere.

-Ciao Angelo cosa ci fai anche tu all'inferno?-mi chiese appena fu in grado di parlare.

-Non sei all'inferno, in un modo un po' diverso, ma sei ancora vivo-gli spiegai calma.

Lui si guardò un po' intorno e appena notò che non eravamo soli scatto in piedi e si mise spalle al muro pronto a difendersi da noi.

-Chi siete?-ci chiese poi quasi ringhiando.

-Io sono Rosalie e loro sono la mia famiglia-gli risposi cercando di distrarlo dall'intento di attaccarci.

-E se non sono all'inferno dove sono?-mi chiese ancora.

-A cosa nostra.Ti ho visto mentre tentavi di lottare contro un orso e visto che eri ridotto piuttosto male t'ho portato a casa da mio padre che è un medico-spiegai ancora.

-E lui m'ha guarito?-chiese ancora.

Sembrava una fonte inesauribile di domande, ma lentamente si stava alzando dalla tipica posizione di chi vuole attaccare.

-In un certo senso si-risposi sincera.

-Cosa vuoi dire?-continuò.

-Che per guarirti è stato costretto a farti diventare come noi-risposi senza troppi giri di parole.

-Continua così Rosalie non è troppo scioccato-mi sussurrò ad un orecchio mio fratello Edward che capiva dai suoi pensieri il suo stato d'animo.

-Perchè cosa siete? Angeli a questo punto credo proprio di no-disse Emmett.

-Infatti non siamo Angeli, ma tutta un'altra cosa.Noi siamo dei...vampiri ed ora lo sei anche tu-risposi scandendo bene la parola vampiri.

La reazione che ne seguì ci lascio tutti senza parole e se prima ero attratta da lui in quel momento me ne innamorai follemente.

-Beh, sempre meglio che bruciare per sempre all'inferno-disse con tono soddisfatto e alzandosi del tutto dalla posizione d'attacco.

-Questa non me l'aspettavo ci sarà da divertirsi con te-gli disse mio padre ridendo insieme a tutti noi.

-Però non c' hai ancora detto il tuo nome, io sono Esme-gli disse mia madre che di fianco a lui sembrava davvero minuscola.

-Piacere Esme, io sono Emmett, Emmett McCarty-rispose lui.

Ad uno ad uno ci presentammo tutti e finite le presentazioni si girò verso di me per farmi il primo dei suoi fantastici sorrisi.

-Il nome più bello però è il tuo Angelo mio-mi disse poi.

-Ancora con questa storia dell'Angelo?E poi come facevo ad essere con te se eri convinto di essere all'inferno?Noi Angeli non possiamo stare lì-dissi.

-Eri con me per alleviare le mie sofferenze in fondo non sono stato così cattivo nella mia vita.L'inferno non è poi così male se ottieni di tenerti un angelo-mi spiega come se credesse veramente alle sue parole e lasciandomi a bocca aperta.

Quella fu la prima dichiarazione che mi fece e in tutti questi lunghi anni ne sono seguite molte altre perchè da quel giorno non ci siamo più lasciati e quella mia scelta non m'è più sembrata egoista, ma l'unica giusta che abbia mai preso nella mia lunga vita.





Un grazie grande grande alla mia insostituibile correttrice di bozze e amica lontana, ma sempre vicina Dany! Tua CaMi

 

   
 
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