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Autore: Kgm92    19/11/2011    1 recensioni
Ed sobbalzò:- Envy, Lust, ma cos…- il giovane alchimista non fece nemmeno
in tempo ad alzarsi in piedi per cercare di difendersi che l’Invidia lo
aveva già immobilizzato.
Ed cercò di divincolarsi, ma non riuscì ad evitare che gli artigli di Lust
gli trapassassero la spalla. [...] L’ultima cosa che vide prima di perdere
completamente conoscenza furono le unghie della Lussuria impregnate del
suo sangue.
Capitolo 3 corretto!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Envy, Pride, Roy Mustang, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E con questo capitolo comincia la parte più movimentata della storia.. prometto che per un po' non ci saranno altri capitoli strappalacrime!^^
Ma chissà cosa succederà adesso? Per scoprirlo.. leggete!
Ringrazio tutti quelli che seguono, leggono e ricordano la mia storia e, in particolare, un grazie enorme (ancora^^) a cevio98 che, con le sue recensioni, mi illumina la giornata^^
Buona lettura!
Kgm92


“Dannazione!” pensò Pride camminando per la campagna “Possibile che siano tutti così ottusi? Il Padre non permetterà che io scorazzi in giro per i fatti miei ancora per molto.. deve conoscere un modo per riportarmi tra le sue file.”
Odiava quella situazione.. non poteva accettare il fatto di essere nato per il capriccio di un folle e ancora meno poteva accettare il fatto  di poter essere costretto ad obbedire a qualcuno e di essere manipolato contro la sua volontà e il suo Orgoglio.
Passo dopo passo, comprendeva che non avrebbe potuto fuggire per sempre e che prima o poi si sarebbe ritrovato, volente o nolente, a combattere contro il ragazzino, l’unica persona verso cui provasse un sentimento più importante dell’indifferenza.

 
Ed, Mustang, Pride e Hughes avevano lasciato Resembool subito dopo colazione: non volevano che Winry e Pinako ne rimanessero coinvolte più di quanto già non lo fossero. Una volta arrivati a Central City Mustang e Hughes andarono ad avvisare il Maggiore Armstrong del pericolo, convincendolo a prendersi una vacanza per una destinazione segreta, dove nessuno avrebbe potuto trovarlo; c’era bisogno che, se la situazione non si fosse risolta nel migliore dei modi, un alleato rimasse in vita per continuare a cercare un modo per spodestare il Comandante Supremo.
Decisero che, per sicurezza, Ed e Pride avrebbero alloggiato a casa del colonnello, così che avrebbero potuto difendersi meglio da un eventuale attacco.
Pride, durante tutto il giorno, era stato taciturno e scontroso, anche più del suo solito, e tutti avevano intuito che qualcosa lo turbava, ma nessuno aveva avuto il coraggio di chiedergli spiegazioni: solo Ed aveva fatto un piccolo tentativo, che però era fallito miseramente.
-Hei piccoletto!-
-CHI SAREBBE LA FORMICA TALMENTE PICCOLA CHE NON RIESCI NEANCHE A SCHIACCIARLA??- ribatté Ed mentre Pride sghignazzava.
-Vado a farmi un giro.. e tranquillizza il tuo amichetto di fuoco, non farò casini in città!- aggiunse vedendo l’espressione sospettosa di Mustang, mentre già camminava lungo il vialetto d’ingresso della villa del colonnello.
-Quell’idiota! Là fuori potrebbero esserci tutti gli homunculus ad aspettarlo e lui cosa dice? Vado a fare un giro??-
-Si calmi colonnello, Pride è forte, non lo cattureranno così facilmente.- lo tranquillizzò Ed.
-Lo so bene, Acciaio- rispose Mustang sfiorandosi dove le ferite infertegli dall’homunculus si stavano rimarginando –ma non abbastanza da poter contrastare quattro homunculus!-
 
"Finalmente un po’ di libertà!" pensò Pride, erano giorni che Mustang non gli levava gli occhi di dosso! Certo, non poteva dargli tutti i torti.. in fondo l’aveva quasi ucciso!
Pride imboccò una serie di strade laterali, finché non uscì dalla città e si trovò in un enorme campo di grano: era il tramonto e la luce solare arrossava il campo, donandogli un inquietante tonalità rossastra. I corvi becchettavano placidi i chicchi di cereali, indisturbati.
D’improvviso l’intero stormo prese il volo, gracchiando, come spaventato da qualcosa; Pride, automaticamente, si mise in allerta, ma era troppo tardi: le forze gli mancarono improvvisamente, come se tutta la sua energia vitale fosse stata risucchiata in quel singolo attimo. Cadde a terra boccheggiante, incapace di muoversi e di usare i suoi poteri.
-Pride.. caro Pride.. pensavi di potermi sfuggire così facilmente? Dovresti saperlo che i bravi bambini non disobbediscono mai ai genitori.-
Il Padre lo stava fissando dall’alto in basso, tenendo in mano una boccettina piena di uno strano liquido rosso: dietro di lui il corpo degli homunculus al completo: Envy, Lust, Wrath e Sloth.
-Oh papino! Non vedo.. non vedo Gluttony.. come mai non è.. con te?- chiese Pride senza neanche la forza di parlare, ma deciso a non rinunciare alla sua naturale sfrontatezza.
Il Padre non sembrò scomporsi e rispose:-No Pride, non era questa la risposta che mi aspettavo da te.. ci vorranno delle punizioni molto severe per il tuo comportamento! Envy..-
L’Invidia si fece avanti e cominciò picchiarlo selvaggiamente, vendicandosi di tutte le umiliazioni subite e anche lui, notò Pride, come tutti gli homunculus, portava appeso al collo quella strana boccettina rossa.
Il biondo tentò più volte di alzarsi per difendersi, ma Envy non gli lasciava il tempo per raccogliere le forze e la determinazione necessaria per farlo e, dopo pochi minuti, Pride crollò definitivamente, a seguito di un calcio micidiale del fratello.
-Envy, fermati.- gli intimò il Padre.
L’homunculus si fermò controvoglia:-Caricatelo in spalla e portiamolo al covo.-
-Ma Padre! Perché mai devo portarlo io questo bastardo!?- protestò Envy indicando Pride che era a terra svenuto.
-Perché è un ordine. Obbedisci!-

  
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