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Autore: Mrs C    19/11/2011    1 recensioni
Merlino non aveva mai rivelato i suoi poteri ad Artù. Per quanto lo considerasse come il suo migliore amico non gli aveva rivelato il più grande segreto che avesse mai tenuto nascosto e forse era questo che faceva più male, al principe. Eppure, nonostante questo, Arthur era venuto a conoscenza che, svariate volte gli aveva salvato la pelle senza che lui minimamente lo sospettasse. Merlino era stato il suo servo, il suo confidente e la sua guardia del corpo... gli veniva da ridere solo al pensiero che quel ragazzetto mingherlino potesse proteggere un maestro di spada com'era lui eppure, a conto del drago, a conto di Gaius e di Lancillotto, Merlino aveva rischiato la sua vita per lui fin troppe volte e l'Erede, invece di ringraziarlo gli aveva sempre dato dell'idiota per la sua goffaggine. Erano passate due settimane dal giorno in cui aveva scoperto tutto... e di Merlino non c'era più alcuna traccia.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV Faceva freddo. Fu la prima considerazione che Artù fece davanti allo strepitio delle fiamme, avvolto in una coperta calda e accogliente. Merlino aveva acceso il fuococ con uno schiocco prepotente delle dita, sussurrando parole proibite e per lui incomprensibili. Aveva colto il sollievo sul volto del mago nel mostrarsi davanti a lui per come era davvero e Artù rimase afffascinato dai suoi occhi d'ambra, poi tornati al loro colore naturale. Non parlavano fra loro, e Morgana non dicevaa nulla. Li guardava insieme, com'era stato tempo prima, immaginando forse un futuro in cui potevano rimanere di nuovo così, alla luce del sole. Senza Uther.
«Uther avrà capito che sei scappato, ormai.» Mormorò il mago, indicando l'alba ormai sorta.
Il principe annuì, senza accennare al fatto che suo padre sapeva già che non era nelle sue stanze. In quel momento, seminare il panico, non era davvero necessario.
«Non ci hanno seguito, Merlino» lo rassicurò Morgana, posandogli una mano sulla spalla «sono stata ben attenta, mentre tornavo
Il mago annuì, stringendole una mano. Artù se ne accorse in quel momento. Era una cosa che aveva già sospettato e che ora tornava più prepotente che mai, ai suoi occhi. La complicità della sorella e del suo migliore amico era palese e anche se raramente si sfioravano, sembravano in simbiosi. Perfetti.
«Perché non mi hai mai detto nulla, Merlino?»
Era una domanda legittima, si disse il principe. Era suo diritto sapere perché il suo segreto l'avesse rivelato a Morgana e non a lui. Perché aveva taciuto per tutto il tempo in cui erano stati assieme. Credeva forse che lo avrebbe denunciato a suo padre? Nel pensare che Merlino non si fidas/se di lui, Artù snet una fitta allo stomaco. Lui si fidava del mago, perché non era anche il contrario? Certo, forse l'aveva trattato peggio di quanto meritasse, ma la loro era un'amicizia stabile e sincera. Era solo lui a pensarla così?
«Mi dispiace di essere scappato.»
Artù alzò lo sguardo, mentre il mago abbassava il proprio. Il principe fu tentato di alzarsi e scuoterlo e prenderlo a schiaffoni. A ben pensarci aveva già avuto troppa pazienza, sicuramente più di quanto ne disponesse.
«Ma che altro potevo fare?» lo disse con maggior foga «Non volevo fare del male a Uther, e rimanere lì avrebbe sicuramente significato una condanna sicura!»
A mente lucida, Artù avrebbe sicuramente detto che un cavaliere non sarebbe scappato ma avrebbe affrontato la morte a testa alta, che sicuramente si sarebbe salvato proprio grazie a questo suo estremo atto di coraggio ma, trattandosi di Merlino, l'unica cosa certa era che avrebbe seriamente rischiato di lasciarci la pelle. Stizzito, però, il principe alzò le sopracciglia.
«Cerco di ignorare il fatto che tu ti credi superiore a un intero esercito» mormorò, con disappunto «ma non è quello che ti ho chiesto, stupido mago!»
Merlino sbatté le sopracciglia davanti all'espressione corrucciata e arrabbiata del futuro re di Camelot.
«Perché non mi hai detto chi eri? Credevi forse che ti avrei venduto a mio padre?» Mormorò con fatica quelle parole, l'erede di Uther, ignoiando bile e l'orgoglio che ormai aveva perso per strada. Pensandoci bene, già il fatto che fosse stato lui a rincorrere il ragazzo era un chiaro segno di come nel corso del tempo fosse cambiato. E pensare che era stato tutto grazie a quell'omuncolo senza capo né coda lo mandava in bestia. Non si rendeva forse conto di come le cose era cambiate? Di come lui era cambiato?
«Avevo paura, va bene? Sei talmente un asino che non capisci neanche questo!»
Artù rimase stupito, ascoltando il cambio di tono del ragazzo che ormai si era alzato in piedi, facendo cadere la coperta a terra e rimanendo con quei pochi stracci che anche a Camelot aveva sempre indossato. Non gli aveva mai dato del tu, mai, anche quando litigavano non si era mai permesso di togliere le barriere che il loro status sociale aveva imposto fin dall'inizio. Ma in quel momento non erano nient'altro che due amici, né principe né servo. Solo amici.
«Paura di cosa, se è dato saperlo?» Si alzò in piedi anche lui, rabbrividendo dal freddo e dalla rabbia «Se in così tanto tempo non ti ho tagliato la testa perché avrei dovuto farlo sapendo una cosa del genere?»
«Solo un asino come voi, poteva ignorare una cosa tanto importante!» Gli sputò a pochi palmi dal suo viso, rosso in faccia.
«Oh adesso siamo tornati al voi, è troppo tardi stupido mago!» Replicò il principe di Camelot, afferrandolo per il bavero della giacca.
«Non volevo deluderti, va bene?» lo disse, Merlino, quasi urlando anche se non era nelle sue corde reagire in quel modo
«Più di Uther, avevo paura di perdere la nostra amicizia.»
Il viso di Merlino era talmente rosso che Artù pensò che tutto il sangue nel suo corpo fosse affluito nelle guance. Gli lasciò il bavero, rimanendo tanto vicino all'amico dal sentire la sua agitazione nell'affrontare un demone che aveva costellato i suoi sogni per molto tempo.
«Io... non avevo paura di morire, Uther avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva con me» uno scintillio negli occhi «mi sarei salvato con una sola parola, Artù.»
Un brivido percorse la schiena del principe. Era la prima volta che vedeva Merlino in quel modo. Il timido e impacciato, oltre che maldestro, servitore non esisteva più. Ora era un mago, un potente mago, qualcuno che avrebbe potuto distruggere il castello con un solo movimento del polso. Rabbrividì.
«Ma tu sei tu, Artù, sei un asino» ridacchiò, riprendendo l'atteggiamento sbarazzino di quando l'aveva conosciuto «se dal principio avessi saputo che ero un mago che cos'avresti fatto?»
Artù inarcò le sopracciglia, incrociando le braccia.
«Ti avrei sbattuto nelle segrete.» Disse sincero.
Merlino rise.
«Appunto. Quando ti ho detto che eri un asino, non immaginavo che fosse uno reale.» Citò se stesso, osservando il sole ormai alto.
Ci fu una pausa. Morgana si alzò in piedi, stringendosi nella sua mantelle verde oliva e socchiudendo gli occhi. Artù invece si limitò a constatare come ora il suo animo fosse decisamente più rilassato. Era come essere a casa, anche se in realtà si trovava ovunque tranne che lì.
«Forse ti avrei sbattuto nelle segrete» riprese il discorso, il principe
«ma ti avrei fatto uscire. Magari ti avrei messo alla gogna, ma saresti uscito. E poi ti avrei costretto a pulire la stanza da cima a fondo. E le mie armi. E il cavallo.»
Merlino sorrise. Artù, impacciato, non disse più nulla. Tirò solo una pacca sulla spalla del ragazzo e la cosa si chiuse così. Sembrava tutto così complicato che per un momento tutti avevano pensato che sarebbe andata a finire in un'altro modo, forse peggio. Ma ora, tutto era ok. Tutto andava bene. Uther avrebbe potuto scatenare un esercito, ma sarebbe comunque andato tutto bene. Artù inspirò profondamente. Non respirava così bene da troppo tempo.
«Soldati. A poca distanza da qui.» Mormorò Morgana senza particolare emozione. Probabilmente era la ricognizione o chissà quale armata per portare a termine i capricci di Uther.
Nessuno dei tre si scompose. Merlino sospirò, Artù digrignò i denti.
«Non permetterò a mio padre di farti del male.» Mormorò il principe, sfiorando la spada con la punta delle dita «Altrimenti chi pulirà la mia stanza? Non posso fare sempre tutto da solo! Hai idea di come sia diventata la mia stanza da quando te ne sei andato?»
«Immagino che il posto di mago di corte posso scordarmelo.» Replicò il mago, con ironia.
Tornare al castello non era nei piano di nessuno dei tre. Ma anche scappare non era contemplato, per cui dovevano optare per una delle due cose. Tornare al castello era la cosa meno stupida da fare. E a Uther ci avrebbero pensato in un secondo momento. Tutti e tre, a testa alta, si avviarono nella strada principale, allontanandosi dalla fitta boscaglia e dal lago. Il cavallo di Artù era ancora lì, e le guardie iniziavano già a vedersi da lontano.
«Non fare stupidaggini Merlino, capito?» 
«Dovrei dirlo io a voi, asino reale.»
«Smettetela di battibeccare, voi due.»
Entrambi sbuffarono mentre Morgana rideva, tenendo la mano al mago e sfiorando con quella libera le briglie del cavallo. Il sole era alto. Si prospettava una bella giornata.



«Mi aspetto che questo mago fannullone ci salvi, se le guardie tenteranno di ucciderci. Morgana dì al tuo ragazzo di darsi da fare.»
«Sicuramente non lo farò per voi, asino reale.»
«Smettetela, ho detto!»




Spazio Scribacchina


Mettere la parola fine a questa oneshot che mi porto dietro da un anno un po' mi dispiace. Ma è come essermi tolta un peso dallo stomaco, sono contenta di averla conclusa. Il mio stile è molto cambiato in così poco tempo, che non sono soddisfatissima di come l'ho conclusa, ma sono anche consapevole di non poter scrivere di meglio perché è una storia scritta molto tempo fa. Mi scuso infinitamente con chi la seguiva, chi magari non leggerà il finale andrà avanti comunque senza per forza morire nel non leggerlo, ma mi sento comunque piuttosto in colpa. Spero bastino le mie scuse (non bastano, eh?) per farmi perdonare anche per questo schifo di finale. A rileggerci, se mai tornerò in questo fandom (anche se la passione per Merlin non è mica passata).



Jess
   
 
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