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Autore: anonimaG    19/11/2011    4 recensioni
Il nuovo alunno della scuola che cambia la tranquillità di Elisa "Un ragazzo con i capelli neri, gli occhi verdi, alto con una T-shirt a righe, un giubbotto in pelle e i jeans neri che al posto della cintura avevano delle piccole catene.
Il classico bullo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MALINTESI
 

 
 
 
   Il lunedì arrivai a scuola cercando di evitare Riccardo.
Erica sta volta stava accanto a me e non si staccava per andare a salutare Antonio.
-E’ successo qualcosa?
-Ma no…-. Disse abbassando lo sguardo.
-Dai dimmi tutto…
-Ecco sai, Sabato a scuola l’avevo visto parlare con un’altra ragazza e…
-Ti piace eh?
-Si…-. Rispose timidamente.
-Ci parlo io con lui, tranquilla.
-Però con gentilezza.
-Si, si con gentilezza, alla ricreazione ci penso io.
    Entrammo in classe.
Le ore passarono come se niente fosse e arrivò la fatidica ora della ricreazione.
Dover parlare con Antonio era anche un buon pretesto per non parlare con Riccardo.
Per i corridoi iniziai a cercare la terza E.
Giusto, giusto mi scontrai con Riccardo.
Possibile che non potevo stare tranquilla e lui doveva sbucare dal nulla proprio quando io volevo evitarlo?
Mi incamminai sempre più veloce con lui dietro.
-Ce l’hai con me?-. Mi chiese continuando a seguirmi.
-No, perché dovrei?
-Perché fai così!
-Così come?
-Mi eviti e rispondi cercando di cessare la discussione.
-Quale discussione? Io non ce l’ho con te.
-Ma continui ad evitarmi.
-Sto cercando la terza E-. Cercai di cambiare discorso.
-E per fare cosa?
-Parlare con Antonio.
-Per Erica?
-Si, mi ha chiesto di essere gentile con lui però-. Trovai la terza E.
Vidi Antonio da solo e gli andai incontro.
Gli puntai il gomito contro il collo e lo feci sbattere al muro poi lo presi per il collo della camicetta cercando di strozzarlo.
-Alla faccia della gentilezza!-. Commentò ironico Riccardo.
-Dimmi chi cazzo era la ragazza di sabato!
-Era una mia amica!
-Dici la verità?
-Si!ti giuro!-. Iniziai a stringerlo di più.
-Così lo soffochi!-. Gridò Riccardo tirandomi per un braccio.
Lo lasciai.
-Dico sul serio! A me piace veramente Erica e non scherzo con lei!
-Ok, era solo un malinteso…-. Dissi sistemandogli la camicia.
   Riccardo mi guardò ancora un po’ come se fossi una psicopatica.
-Ora dobbiamo chiarire io e te!-. Decise.
-No, che c’è da chiarire?-. Gli chiesi stringendo involontariamente la camicia di Antonio.
-Senti, sei un po’ troppo nervosa, che ne dici di lasciare in pace la camicia di quel poveretto?
   Mi girai a guardare Antonio, in effetti era conciato un po’ male: aveva la camicia sgualcita e la faccia rossa poi io gliela stavo strappando del tutto.
Ancora non mollavo la presa.
-Io non sono nervosa…-. Lasciai la presa.
-Ascolta, mi scuso per ieri, io non volevo… Cioè si ma non…-. Era impacciato nel parlare.
-Io credevo ti fossi offeso invece…
-Ma no, infondo non posso costringerti e poi non mi offendo mica per queste cose.
   Stavo praticamente tremando e non capivo il perché.
Riccardo mi strinse tra le sue braccia.
-Che cos’hai?
-Io… Io non lo so!!!
   Mi strinse ancora di più.
-Riccardo io ti… ti a-. Non riuscivo a pronunciarlo, perché?
Mi veniva difficile ammettere i miei sentimenti, sia bene che amore.
Riccardo cercava di dirmi qualcosa ma anche lui era bloccato.
   Forse ci volevamo dire tutti e due la stessa cosa ma non riuscivamo ad ammettere i nostri sentimenti.
   
 
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