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Autore: Rubber Soul    20/11/2011    1 recensioni
I  Queen.
Non so che cavolo dirvi,ma questa storia parla dei Queen. Dei miei Queen,come li vedo io.
E’ tutto.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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14.

 

Sette e mezza di una mattina di martedì. Aprile 1970.

Tim gironzolava per casa,Brian era ancora a letto. Per qualche strano motivo,Tim si era svegliato prima,e si stava accingendo ad andare a svegliare Brian.

- Briiiiiaaaaan!

- Mmmmmmmmmmmmmmmmmmh.

Brian si era ficcato la testa sotto un numero indefinito di cuscini,ma qualche ricciolo nero spuntava fuori,ribelle.

- Amore,è ora. Alle nove abbiamo lezione,è meglio che ti svegli.

- Tim. Sono solo le sette e mezza!- fece indispettito Brian. Per lui non c’erano problemi,avrebbe potuto svegliarsi un quarto d’ora prima. Gli bastava soltanto bere un caffé,lavarsi i denti e la faccia e uscire di casa sufficientemente ordinato.

Tim,invece,era perennemente in ritardo.

Lui si svegliava sempre,un quarto d’ora prima. Ma aveva bisogno di pettinarsi in modo da avere la riga perfettamente in mezzo. Se non aveva tempo per lavarsi,fa niente. Gli bastava soltanto avere i capelli in ordine,poi se puzzava non gliene poteva fregare di meno.

In ogni caso,ormai erano entrambi in piedi.

Brian sembrava uno zombie. Era distrutto,completamente distrutto. Lo studio gli occupava anche il tempo in cui non doveva andare a lezione. La specializzazione di fisica gli costava un accidente,e lui non avrebbe proprio voluto fare fiasco. Doveva studiare. E studiava con i soldi che ricavava dai concerti degli Smile. Li chiamavano spesso,nei paraggi. E loro non potevano che esserne contenti. Sapevano di essere dei bravi musicisti.

Tim aveva il gruzzolo che gli mandavano i suoi genitori particolarmente facoltosi,Brian non riceveva assolutamente nulla. Voleva essere indipendente,e poi i soldi che si guadagnava suonando con Tim e Roger potevano bastargli. In caso ci fossero stati problemi,poteva dare ripetizioni a qualche disgraziato.

Comunque sia,Brian era a pezzi. Fisica gli piaceva,ma voleva assolutamente trovare qualcosa da fare. Che cavolo,aveva pure ventitrè anni. Avrebbe voluto diventare un fisico. Ma un professore di fisica,quello no. Assolutamente no. Avere a che fare con centinaia di adolescenti al giorno non faceva proprio per lui.

E poi,c’era la musica. Preso dallo studio com’era,Brian non pensava nemmeno alla musica. Non aveva il tempo materiale. Faceva musica solo per guadagnare soldi,e studiare. Tutto nella sua vita era finalizzato allo studio. Anche se la musica gli piaceva tantissimo.

- Dai,su. Zuccherino,muovi il culo.

- Tim,io devo farmi un caffé.

- Faremo colazione da Lela’s. C’è anche Roger.

- Roger? Ma io ho lezione.

- No,ci mettiamo poco. Ti ho chiamato presto anche per questo motivo. Dài.

- Te lo ripeto,alle nove ho lezione. E poi,perché devo fare colazione fuori? Il caffé me lo so fare da solo.

- Questo è discutibile. E comunque ho qualcosa da dirvi.

- Un’altra delle tue cazzate. - pensò Brian.

 

 

***

 

Entrando,Brian scorse Roger seduto al solito tavolo. Tim aprì la porta del locale e lasciò entrare Brian per primo. Quest’ultimo rivolse un ‘buongiorno’ alla cameriera con un sorriso freddo sulla faccia.

Raggiunsero il batterista seduto nel tavolo all’angolo. Tim lo salutò con una pacca sulla spalla; Brian si tolse il giubbotto e lo sistemò ordinatamente sulla spalliera della sedia.

- Allora -,iniziò Brian.

Sentiva le gambe di Roger accanto alle sue battere il tempo,dando scossoni ad intermittenza al malridotto tavolo.

- Tim se spari una cazzata ti prendo a pugni qua fuori. – rinforzò Roger.

- Ok,ok. Calma.

Roger e Brian erano visibilmente seccati. Tim aveva un’espressione abbastanza strafottente.

- Ragazzi,mio padre mi ha dato un ultimatum.

- Ah ha. – fece Roger dando un’occhiata al suo cappuccino.

- Si. Mi ha proposto di lavorare con lui.

- Tim,hai ventitrè anni. A scuola non fai un cazzo,passi gli esami per miracolo divino. C’era da aspettarselo.

- Sì,ma in realtà non si tratta di questo.

- Mh. – mugugnò Brian mentre mescolava lentamente il suo caffè nella tazza.

- Spara,amico.

- Vado a lavorare con lui.

- Ok. Va bene.

- E… Lascio il gruppo.

Brian alzò gli occhi dalla sua tazza di caffè e bloccò il cucchiaino che continuava a girarci dentro.

Roger aveva smesso di battere il tempo sui piedi,e guardava Tim con gli occhi sgranati.

Passarono alcuni secondi nel più totale silenzio.

- Ragazzi,le cose stanno così. Devo fare qualcosa nella vita,e non mi va di passarla a suonare nei pub.

- Riassumendo,ci stai prendendo per sfigati?

- No,no. Assolutamente. Davvero. Ma non è quello che voglio fare.

Brian voleva trattenersi. Non parlare,non dire niente.

- Ragazzi,se vi interessa conosco altri bravi musicisti. Davvero.

- Vedremo,grazie.

Roger era arrabbiato. Ma era meglio per tutti che avesse trattenuto lo sclero.

- Brian,com’è che non dici niente?

- Boh. Non si sa.

- Mi dispiace.

- Anche a me.

  
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