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Autore: JudeSupernatural    20/11/2011    3 recensioni
Questa storia parte da diversi anni prima gli eventi della prima stagione, e vuole proseguire fino agli ultimi eventi della settima.
In questa prima parte scopriremo cosa accadde prima degli eventi narrati nella prima stagione.
L'aggiunta principale è quella di un personaggio femminile, Jude. In questi primi racconti verrà introdotto il personaggio e descritta la sua tragica storia, che andrà poi ad intrecciarsi con quella dei ragazzi. Non mancheranno segreti e misteri.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Jo, John Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Non poteva essere vero, non stava succedendo. Terribile, il suo più grande incubo. Perdere Dean.
“Dean! Svegliati ti prego! Dean sei con me?”
Jude scuoteva il suo corpo freneticamente, ma Dean era inerme, con gli occhi rivoltati all’indietro, svenuto, come se fosse… no non poteva essere. Il sangue continuava ad uscire a fiotti dal suo petto, un piccolo rivolo sgorgava dalle sue labbra. Jude non riusciva a fermare l’emorragia, a fermare il sangue che continuava a scorrere.
“Aiuto! Papà! Sam! Siamo qui!”
In ginocchio sulla fredda roccia bagnata, teneva la testa di Dean tra le sue gambe, e urlava con tutto il fiato che aveva in corpo.

Alcune ore prima.

“Allora acqua? Un demone acquatico?”
“Sam come diavolo fai a sapere sempre di cosa sta parlando papà, anche quando il nome di questa cosa è impronunciabile?” Dean era sempre sorpreso di quanto suo fratello sapesse.
“Umbibonzu.. Umbibumzu … Umbi..ma che diavolo di nome è?”
John ride ascoltando Jude che cerca di pronunciare il nome del mostro che cacceranno tra poco, in effetti ha un nome davvero stupido.
“Si chiama Umibōzu, è uno spirito acquatico giapponese che capovolge le navi e uccide gli equipaggi. Non chiedetemi come sia finito qui, magari ha perso il navigatore.”
“Papà non ci posso credere, hai appena fatto una battuta?” Jude dà una forte pacca sulla spalla dell’uomo che chiama papà da tanti anni ormai, dell’uomo che nonostante tutto, ha deciso di accoglierla nella sua famiglia.

Adesso, nella grotta.

“Papà!! Devi trovarci porca puttana, devi! Dean, ti prego non morire. Non riesco a spostarti da sola, devi riprenderti Dean!”
In lontananza Jude sente delle voci, persone che chiamano il suo nome.
“Jude! Dean! La creatura è morta finalmente, voi dove siete?”
“Qui giù! Nella grotta!”
Finalmente, li hanno trovati. Adesso papà sistemerà tutto, lui saprà cosa fare, lui sa sempre cosa fare.
“Jude..” Ma John non riesce a terminare la frase, vede suo figlio steso sulla fredda roccia, il petto squarciato ed il sangue che sgorga.
“Papà! Papà dobbiamo portarlo via di qui! Papà zio Bobby saprà cosa fare!”
Sam cerca di scuotere suo padre, che in un attimo ha Dean tra le sue braccia, e porta i suoi figli via da quella roccia bagnata, via da quel mare scuro, da quella creatura che ha fatto del male a suo figlio, al suo Dean.

Poco dopo, a casa di Bobby.

“E’ messo male John, ma si riprenderà. Dobbiamo solo aspettare che si svegli.” Bobby guarda Dean con affetto, è come se il ragazzo fosse suo. E poi osserva Sam, ai piedi del fratello con gli occhi chiusi, e Jude, china su di lui.
“Non ti azzardare, non osare morire ora Dean Winchester. Non osare. Giuro che ti riporterò indietro fosse l’ultima cosa che faccio, giuro che aprirò le porte dell’inferno per riportare il tuo culo qui se devo.”
Nella stanza cala il silenzio. Jude non sa perché ha detto quella frase. Di certo farebbe di tutto per Dean, ma aprire le porte dell’inferno… quella frase le suona così famigliare, perché ha detto proprio quella frase.
Bobby fa un colpo di tosse per attirare l’attenzione di John, che fissa incredulo Jude.
“John dobbiamo dicutere di alcune cose, perché non andiamo fuori?” Bobby è preoccupato e si vede, ma anche John lo è.

“John che significa quello che ha detto Jude poco fa? Lei cosa sa? Cosa le ai raccontato di suo padre e sua madre?”
“Nulla. Jude non sa nulla. Credo abbia detto quella frase perché l’ha sentita dire a Dylan tante di quelle volte quando era molto piccola.”
“Hai trovato quello che cercavi? La pistola? Credi davvero che esista e che quello di cui Dylan parlava fosse vero?”
“No, non ho la pistola. Ma credo di sapere chi c’è l’ha. Non so se Dylan avesse torto o ragione, non ha mai potuto dimostrarlo. Nei suoi diari ha descritto esattamente tutte le sue ricerche, tutto quello che ha fatto. Se è tutto vero, i suoi diari devi tenerli tu, e nasconderli. Voglio trovare la postola, ma solo per uccidere la cosa che ha ucciso Mary. E conosco Jude, è testarda, e ci vuole molto bene. So che se qualcosa andasse storto si comporterebbe esattamente come Dylan, e non possiamo permetterlo.”
Bobby osserva il suo amico, appare così stanco, stremato. Non è questo il momento di ricordargli che non è giusto come sta crescendo quei ragazzi, e che non è giusto nascondere la verità a Jude, a Sam.
“Li terrò io, li nasconderò e non ne parlerò con lei a meno che non sia tu a farlo. Ma John, devi dirle qualcosa, non è giusto farla vivere così.”
“Ed è più giusto invece farla vivere con questo peso? No, non le dirò mai tutta la verità, mai. Ma qualcosa devo fare.”

Entrano in casa, Jude ancora chinata su Dean, in lacrime, e Sam con un braccio intorno al suo collo, uniti nel dolore per Dean.
“Jude, Dean non si sveglierà per ora, ed io devo parlarti. Non preoccuparti, Sam e zio Bobby saranno con lui tutto il tempo. Adesso vieni.”
Jude si avvicina al padre spaventata. Sa che c’è qualcosa di sbagliato nella frase che ha detto, ma non sa che cosa, né perché l’ha detta. Osserva il padre di sfuggita, mentre si allontanano dal salotto polveroso ed incasinato di zio Bobby.
“Papà lo so che è per quello che ho detto… ascoltami ti prego. Non ho idea di come quelle parole mi siano venute in mente. Non so perché l’ho detto.”
“Ci sono cose che nessuno sa. Ma alcune cose devi saperle. Avrai sicuramente sentito delle storie su tuo padre.”
Una lacrima scorre lenta sulla guancia di Jude. Ha sedici anni ora, e suo padre è morto da dieci anni. Ma il dolore è sempre lo stesso, bruciante, consumante.
“Si, ho sentito alcuni altri cacciatori chiamarlo cane pazzo. Dire che scendeva a patti con i mostri. Ma so che sono tutte bugie. Mio padre non l’avrebbe mai fatto.”
John sospira. Sapeva che questo momento sarebbe arrivato. Qualcosa deve pur dirla. Non le dirà mai dei demoni che Dylan torturava per informazioni, della via che stava cercando per riprendersi sua moglie. Ma questo Jude deve saperlo. Deve sapere che sacrificio suo padre ha fatto per lei. E lei lo capirà, è forte, può capirlo.
“Jude, essere genitore è diverso, diverso da ogni altra cosa. Per i nostri figli arriveremmo a fare di tutto. Promettimi che non dirai a Sam e Dean e a nessun altro ciò che sto per dirti. Nell’incendio di quindici anni fa, non morì solo tua madre. Moristi anche tu.”
“Che cosa? Ma come è possibile? Come ho fatto a tornare indietro? “
Ed in un attimo Jude capisce tutto. Le storie che girano su suo padre, suo padre che giura di portare indietro la sua Grace.
“Tuo padre ha fatto un patto con un demone. Ha venduto la sua anima per farti tornare indietro. Avrebbe voluto portare anche la tua mamma. Ma il patto era per una anima sola. Ti dico questo perché so che è arrivato il momento. Non onorerei bene la memoria di Dylan se te lo tenessi ancora nascosto.”
“Mio padre è all’inferno affinchè io possa vivere.” Jude riflette sulle parole che sentiva sempre dire a suo padre quando era bambina, adesso tornano tutte in mente chiare e limpide. Ma capisce che John non vuole che lei ricordi, e così finge.
“Posso accettarlo. Lui voleva che io avessi una vita. Sto bene signore.” Jude annuisce, e John annuisce di rimando. Sapeva che ce l’avrebbe fatta.

È notte, mentre tutti dormono Jude continua a fissare il corpo di Dean, pensando a tutto quello che in questa giornata ha scoperto. E all’improvviso, come per magia, Dean apre gli occhi.
“Dean!” Jude parla sottovoce, piange. Dean fa fatica a muoversi, con una imprecazione lo rende ancora più chiaro. Jude ride. Si avvicina a lui, tocca il naso di Dean con il suo. Dean non si muove, lei trema si avvicina ancora. Le loro labbra si sfiorano.
E adesso è Dean ad avvicinarsi, a spingere le sue labbra contro quelle di Jude. Nella mano accarezza i suoi morbidi capelli, nelle narici il suo profumo.
Ma in un attimo l’incanto termina, e si rende conto di quello che sta facendo, ricorda suo padre, e anche se ama Jude profondamente, non può condannarla a questo. Dopo tutto oggi lui è quasi morto, e lei con lui.
Si allontana di scatto, osserva lo sguardo nei suoi occhi, ferito, arrabbiato.
“Jude mi dispiace, scusami non avrei dovuto.”
“Ho capito. Come vuoi Dean. Sono solo contenta che tu sia vivo. Non ti lascerò mai morire. Dovessi riportarti indietro con le mie mani Dean. Tu non morirai tra le mie braccia.” 
   
 
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