Crossover
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Autore: Furiarossa    20/11/2011    3 recensioni
The bird of Hermes is my name
Io sono un diavolo di maggiordomo, un perfetto maggiordomo ....
La sfida del secolo fra i demoni più potenti del mondo degli anime, Sebastian Michaelis e Alucard, ma soprattutto una sfida fra la famiglia Hellsing e la famiglia Phantomhive.
Hellsing e Kuroshitsuji, mistero, violenza, humor. 365 prove, una per ogni giorno dell'anno in cui i nostri personaggi dovranno affrontarsi.
Fra il comico demenziale e il terribilmente serio, esattamente come nella realtà, benvenuti al reality del secolo: benvenuti a Kuroshihellsing.
[Opere principali: Kuroshitsuji; Hellsing][Altre opere: Doctor Who, Dracula, Castlevania, Le Cronache di Narnia, Lost]
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Anime/Manga, Cartoni, Libri, Telefilm
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 80

La premiazione

 

Erano tutti lì radunati, e aspettavano il verdetto. Lo schermo si era oscurato, e i nostri concorrenti si dovevano subire l'enorme salvaschermo di una palla cangiante che sbatteva in tutti gli angoli dello schermo, facendo ogni volta un buffo boooooing.

Finalmente, con un rumoroso biiip, come quelli che si usano per le parolacce, ricomparve la top model che ballando i passi di Danza Kuduro, in maniera del tutto incoerente con quello che stava per fare, annunciò

«Siete stati tutti molto bravi, amici, concorrenti, cari miei. Ma solo uno, uno di voi, è riuscito ad essere più bravo di tutti gli altri. Solo uno di voi ha saputo bene come comportarsi, cosa fare, che pesci pigliare … e quel qualcuno porta molto vantaggio alla propria squadra.

Ma c'è anche qualcuno che ha fatto davvero schifo, miei bei concorrenti. E per questo, alla squadra cui appartengono questi incompetenti verranno sottratti dei punti. Ad esempio, tanto per cominciare, leviamo due punti agli Hellsing per la deplorevole performance di Seras Victoria!»

Un coro di “Buuuu!” si sollevò dai Kuroshitsujiani, mentre gli Hellsing ringhiavano feroci a Seras. La Police-Girl non aveva ancora capito esattamente cosa avesse sbagliato, però l'atmosfera le fece

paura, così la bionda si accartocciò su se stessa, mettendosi le mani davanti alla faccia come se questo potesse nasconderla alla vista degli altri, e pigolò «Mastah mastah mastah ...». Un pugno in testa da Integra la fece ammutolire.

Sebastian sorrise sdentato, Ciel sorrise un po' si e un po' no, a intermittenza, Lizzie disse che voleva rivedere gli effetti speciali kawai. Meirin e Walter si scambiavano degli eloquenti e innamorati sguardi che, in quanto nemici, non avrebbero dovuto scambiarsi. Tanaka-san e Finnian erano impegnati in un corso accelerato di Scaccastagna, e Tanaka-san era proprio bravo. Almeno a detta di Finnian, perchè una persona normale non potrà mai sapere se qualcuno è bravo o meno a scaccastagna, tranne che ad assicurarglielo non sia un Finnian oppure una Seras.

La conduttrice ricominciò a parlare

«Ma non solo lei merita di avere dei punti sottratti alla propria squadra. Anche Lizzie ha avuto un comportamento disdicevole per essere una marchesina: oltre a non aver neppure provato ad affascinare il Maggiore, non ha sfoggiato neppure un pizzico di educazione e non ha pensato neppure per un secondo di prendere in considerazione le parole di Maxy Montana. Dunque, due punti in meno anche per la bionda!».

Stavolta fu al contrario: gli Hellsing cominciarono a fischiare e urlare “Buuuu!” e i Phantomhive rimproverarono Lizzie. Lady Middford scoppiò in pianto dirotto, perchè, oltre al fatto che il suo amato fidanzatino Ciel le aveva appena schiacciato inavvertitamente un piede con una scarpetta durissima di legno di baobab, la aveva davvero ferita nel profondo il commento sulla sua mancanza di educazione. Così, piangendo come una fontana, ma mai come Meirin, scappò e si chiuse nella sua stanza, e non ne volle più sapere niente.

Però, caspita, era vero, si era comportata malissimo!

La voce proseguì, con tono più dolce ed entusiasta «Un punto va a Integra Farboorke Wingates Hellsing e a Ciel Phantomhive, però, perchè nonostante fossero in due e disarmati, sono riusciti a sconfiggere un esercito intero di inferociti puffi armati fino ai denti, riuscendo così a dimostrare non solo il proprio valore, ma ad allontanare le divergenze ed allearsi per sconfiggere un nemico comune! Un applauso e un punto! Wooo!» miracolosamente, la top-model fece la cosa descritta dalle parole della conduttrice, ovvero batté le mani sorridendo dolcemente ed incoraggiante.

Evidentemente, c'era qualche problema di software.

Stavolta entrambe le squadre si abbracciarono e si dettero cinque entusiastici, visto che entrambi i capi delle loro associazioni avevano ricevuto un punto ed erano entrati, come mostri ma pur sempre entrati, nel più grande libro epico mai scritto *musica epica a piacere, magari Gradus Vita*, la leggendaria Puffiade!

«Bravi ragazzi! E adesso dobbiamo dare un altro riconoscimento. Il più importante. Il migliore. Quello che porterà alla propria squadra ben quattro punti. Quello per colui che ha saputo come comportarsi, cosa fare per essere mitico e affascinante. E quel qualcuno è … Walter Cumm Dorneaz!».

Tutti si girarono a guardare il maggiordomo. Walter dapprima non recepì per bene l'informazione (non era abituato ad essere un vincitore assoluto), poi un largo sorriso si dipinse sul suo volto.

«Ho vinto!» esclamò alzando il braccio a cui portava il braccialetto, come per innalzarlo come vincitore legittimo della gara «Ce l'ho fatta!».

Gli Hellsing si radunarono intorno a lui, rumorosi, e cominciarono a dimostrargli il proprio apprezzamento. «Bravo ragazzo! Adesso dammi un sigaro» «Evvai, Chiccolino di Ribes, sei un grande! Okay, forse non proprio, ma nella botte piccola c'è il vino buono!» «Bravissimo Waltah-san!» «Congratulazioni, Walter!» «Bravo Valterino»

«Walter» corresse automaticamente, sorridendo. Seras lo abbracciò, emozionata, e scoppiò a piangere «Che cosa bella» disse, e strizzò il povero maggiordomo fino a farlo diventare cianotico.

Ma, dopotutto, era una cosa di poco conto, in confronto alla gioia che stava provando quell'istante.

Se Seras lo lasciava. Adesso.

Fece un gran respirone quando Integra gliela staccò di dosso, e pensò che era stata la migliore giornata di sempre.

Aveva vinto! E aveva battuto Sebastian … alla grande! Ora chi era il vero maggiordomo qui?!

«Ma» ingiunse la conduttrice.

Tutti si girarono

«Come può esserci un ma?» protestò Walter, con il sorriso che pian piano gli lasciava le labbra «Ho vinto, no?»

«Certo che hai vinto, e nessuno toccherà i tuoi punti, ma mi sembra giusto dare un punto anche a Tanaka-san che, se tu non avessi fatto un lavoro così egregio, avrebbe sicuramente vinto. Come secondo classificato, si merita almeno un punto!»

Gli Hellsing ripresero a festeggiare, come pure i Kuroshitsujiani che tuttavia celebrarono la loro vittoria con molto meno entusiasmo.

Diciamoci la verità: non era solo il fatto che Integra, Seras, Alucard, Walter, Alex e il Maggiore fossero in vantaggio.

Era più che gli altro il fatto che gli Hellsing erano pazzi, ma anche festaioli.

I Kuroshitsujiani erano appena usciti dall'epoca vittoriana. Per loro il massimo divertimento era mangiare torte giganti e schiacciare i piedi a qualcuno fingendo di non saper ballare, o non sapendo ballare sul serio. In quel caso, la cosa quasi muoveva a compassione.

Sebastian guardò bene il Signorino. E inorridì. Ciel stava ingrassando! Stava assumendo la corporatura di un comune essere umano!

Questo era assolutamente inaccettabile.

Beh, in effetti Sebastian non poteva pretendere che Ciel mangiasse tutti quei dolci e non prendesse neppure un grammo.

Ma, tutto sommato, era ancora recuperabile. Se lo avesse fatto mangiare per una settimana solo la sua vellutata di carote esigua senza i dolci, forse sarebbe ritornato al suo peso forma.

Quattro chili.

Con tutti i vestiti.

Che in totale pesano quattro chili.

Sebastian aveva un concetto molto particolare di peso forma, essendo inumano.

Più che altro desiderava che il suo signorino morisse al più presto possibile così poteva mangiargli l'anima più in fretta oltre che risparmiarsi un mucchio di inutili noie, ma era pure vero che il suo concetto di peso-forma non era del tutto sano.

Basti vedere che cosa stava dando da mangiare ai poveri, sempre più magri, servitori del nobile casato Phantomhive.

Come potete vedere dalla mole degli Hellsing, loro la pensavano diversamente.

Ma come la pensassero le due fazioni, non era importante, almeno al momento: erano entrambi piuttosto soddisfatti, visto che gli Hellsing erano in vantaggio ma non troppo.

Tutto era recuperabile, e i bravi avevano avuto un riconoscimento.

Con questo stato d'animo, tutti si diressero verso le proprie camere a dormire, soddisfatti e stanchi.

Sebastian si allontanò dal tabellone, e se ne andò in un'altra stanza.

Le luci si spensero.

Il tabellone, dopo qualche attimo di esitazione, si oscurò.

Il silenzio regnò sovrano, nell'enorme, spaventosa e oscura casa del Reality.

I raggi della Luna filtravano attraverso i vetri delle grandi finestre.

Quando la Casa non era abitata dalla buffa, allegra, emotiva ed esagerata vita dei suoi concorrenti, era spaventosa. Era come se una creatura della notte potesse uscire, caracollando, dalle ombre, e guardarti dritto negli occhi in qualunque momento, sogghignare e fissarti con sguardo inumano e incomprensibile. E poi ghermirti, te, povero umano senza alcun potere, e trascinarti nel suo mondo di tenebre, per mai più uscirne.

Il silenzio era innaturale, troppo calmo … in quel modo che può rendere qualcuno teso.

Cosa sarebbe uscito dalle ombre? Cosa …?

La porta si aprì senza neppure un cigolio, leggera e silenziosa come un sospiro.

Lui guardò con i suoi occhi, neri come pece, gli interni con curiosità.

Si annusò intorno, percepì le presenze, potenzialmente pericolose, che abitavano quella casa.

Non ebbe paura. Non aveva mai paura, e mai ne avrebbe avuta. Nessuno poteva fargli del male. Nessuno.

Lui era al sicuro, lo era sempre stato, e nessuno sarebbe mai riuscito ad incrinare la sua certezza.

Entrò, sicuro, si introdusse nella dimora senza alcuna paura e decise che quella sarebbe stata la sua dimora. E quando Lui decideva qualcosa nessuno poteva fermarlo.

Si era risvegliato quella stessa sera, aveva bisogno di rifocillarsi in un luogo che avesse abbastanza energia demoniaca da ripristinare la sua forza iniziale.

Perché Lui era la migliore, la più letale incarnazione del Male. Era un emissario del luogo dove il Male risiedeva incontrastato. Vi abitava, vi era nato, e non sarebbe mai morto.

Si dileguò nelle tenebre delle stanze dove i raggi della Luna non potevano raggiungerlo, seguito dal lezzo di morte che lo seguiva dovunque Lui andasse.

Nella Casa del reality se ne sarebbero viste delle belle.

  
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