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Autore: Nijinsky    20/11/2011    4 recensioni
Se riesci a guardarmi negli occhi, vuol dire che ho ancora qualcosa da nascondere
Pubblicazione settimanale, in giorni compresi tra venerdì e domenica.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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05 - STUPIDO

«Signore e signori, ascoltatemi bene. Non ho alcuna intenzione di uccidere persone innocenti»

“Bastardo”

«Io odio il male e amo la giustizia. Non considero la polizia mia nemica, ma mia alleata»

 

 

 

 

STUPIDO

 

 

 

 

 

Stupida ombra, dove fuggi così lontano? Tu non sei nulla senza un sole, non sei nulla senza un corpo.

Stupido, sei solo uno stupido, corri veloce ma correndo vacilli, i tuoi occhi rossi si perdono nelle vie infinite che portano al nuovo orizzonte.

Sei coraggiosa, piccola ombra, ma non puoi volare così, alla rinfusa, con le ridicole ali tue di cera rischi solo di precipitare giù.

Io invece ti darò solide ali d’aquila, un piumaggio leggero come un soffio, invisibile come il nome cui ambisco, forte come lo spirito che ci anima.

Buttiamoci tra il vento e le maree, stupida cara ombra, sarai i miei occhi laddove il mio sguardo non tange materia.

Seguimi, sarai il mio braccio laddove il mio tristo inchiostro non arreca ferita e lutto.

La mia ira funesta ha ora il suo catalizzatore. Rapidi e silenti come spettri dobbiamo essere.

E tu, misera bussola dal nord sfasato, soccomberai sotto il piombo che greve aleggia sul tuo cupo cranio riverso.

Ho già piazzato il mio stendardo di gloriosa giustizia nel centro nevralgico dei tuoi pensieri, e già sorrido nel veder colar giù il tuo disgustoso sangue.

Il tuo sangue, odioso come il suo legittimo possessore, ha il sapore della vendetta.

È un orgasmo che mi scorre davanti agli occhi, è l’ebbrezza di un nome che lentamente svanisce allargandosi sul suolo.

È finita, L, sei morto – suona come musica per le mie orecchie.

La difesa ora non ha più ragion d’essere, ora bisogna attaccare!

 

 

 

Stupido dio, ma cosa credi di fare? La tua frenetica maratona presto diverrà una disperata latitanza.

Stupido, sei solo uno stupido, come edera ti arrampichi su specchi dai fascinosi riflessi, ma nella tua salita scendi, sprofondi nelle tenebrose vie fuligginose dell’unico Empireo di cui sei meritevole.

Sei forte e coraggioso, stupido uomo, ma senza il potere di cui ti nutri e lo scuro che ti occulta il ghigno, tu svanisci come leggera nebbia, come tenue vapore.

Comprendo la rabbia che ti infervora, studio l’ardore che ti accende lo sguardo di sangue e di rubino, ma è l’odio della tua aspra voce di ferro e piombo che sfugge leggiadro alla tangibilità del comprensibile.

Ti appendi a vacui orizzonti dai limiti sfocati, ti abbandoni alla languida libidine del tuo nefando potere, lascivo mi provochi per il solo gusto di vedermi  fremere.

Pazzo efferato d’un dio, riesci a percepire la rabbia dentro i miei vuoti?

Probabilmente no, non puoi - come potresti?

Non vi è rabbia nelle riflessioni che vomito, ma solo la pateticità e la paranoia di un uomo stanco e solo, ebbro dei propri rimpianti e delle proprie vacue speranze. Quel che scorgo è solo il cigolio di vecchie porte dai cardini arrugginiti, il fruscio freddo e solitario di una tramontana che spira incessante gelandomi le interiora, il silenzio odioso e inquietante che mi ronza in testa senza tregua.

V è solo la tacita speranza che quella voce tua che ora sento distorta sa il frutto di corde vocali che giammai ho udito vibrare, che non faccia coppia con occhi che ora vedo  davanti ai miei anche quando non sono presenti, che quella voce sia solo un ostro che semina le sue orme sul terriccio bagnato, che lasci le tracce del suo passaggio grossolanamente, ingenuamente, così che io possa dare una concretezza alle mie vane illusioni.

Ma non vi è certezza alcuna nell’elucubrazione, essa è solo della tangibile evidenza dell’indagine.

La difesa ora non ha più ragion d’essere, ora bisogna attaccare!

 

 

 

 

 

ECCE HOMO BRUTAL MOIRA

ECCE HOMO EVANESCENTE POLVERE

 

 

 

 

Le note non sono scritte a scopo autocelebrativo, ma solo per far luce su alcune espressioni e suggerire fonti letterarie, mitologiche e scientifiche che potrebbero risultare gradite.

yours sincerely

 

 

 

“Le vie del Signore sono infinite”, oppure ”Le vie del Signore sono strapiombi” un delicato momento di delirio di mio fratello tredicenne.

Uno dei miti più celebri della’antichità è quello del Minotauro, creatura metà uomo e metà toro nata dall’unione fra Persifae, regina di Creta, e un toro sacro inviato da Poseidone. Per ordine di Minosse, re di Creta nonché marito di Parsifae, il mostro fu rinchiuso in un labirinto costruito apposta  da Dedalo, celebre architetto e scultore. Poiché era a conoscenza della struttura del complesso, vi fu rinchiuso dentro insieme al figlio Icaro, così che non potesse rivelarla. Nel tentativo di fuggire, Dedalo fabbricò delle ali con piume e cera( da dove l’avesse presa, la cera, non ne ho idea) per entrambi, affinché volassero via come uccelli. Nonostante le raccomandazioni paterne, Icaro, preso dal fervore, si librò sempre più in alto, senza calcolare che il Sole avrebbe sciolto la cera che teneva insieme le ali e che lui sarebbe precipitato giù in mare. Se mi è concesso esprimere un parere, un imbecille.

È consigliata una ripassata veloce al vol. 4 di Death Note, page 29 “Arma”, ove Misa dice a Light: «Sarò i tuoi occhi».

La bussola è uno strumento topografico realizzato al fine di individuare i punti cardinali; in particolare, l’ago indica sempre il Nord magnetico. Si capisce, dunque, che a meno che la vostra bussola non sia quella di Jack Sparrow, uno strumento del genere che non punta a nord è del tutto inutile.

Nella Divina Commedia l’Empireo è il “luogo”( definizione impropria” in cui ha sede Dio. Sappiamo bene che L non ha un’alta considerazione di Kira, pertanto l’Empireo cui fa riferimento non è esattamente quello del Paradiso, ma il cuore dell’Inferno dantesco.

  
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