«Signore e signori, ascoltatemi bene. Non ho alcuna
intenzione di uccidere persone innocenti»
“Bastardo”
«Io odio il male e amo la giustizia. Non considero la polizia
mia nemica, ma mia alleata»
STUPIDO
Stupida ombra, dove fuggi così lontano? Tu non sei nulla senza un sole,
non sei nulla senza un corpo.
Stupido, sei solo uno stupido, corri veloce ma correndo vacilli, i tuoi
occhi rossi si perdono nelle vie
infinite che portano al nuovo orizzonte.
Sei coraggiosa, piccola ombra, ma non puoi volare così, alla rinfusa, con
le ridicole ali tue di cera rischi solo di precipitare giù.
Io invece ti darò solide ali d’aquila, un piumaggio leggero come un
soffio, invisibile come il nome cui ambisco, forte come lo spirito che ci
anima.
Buttiamoci tra il vento e le maree, stupida cara ombra, sarai i miei occhi laddove il mio sguardo non
tange materia.
Seguimi, sarai il mio braccio laddove il mio tristo inchiostro non arreca
ferita e lutto.
La mia ira funesta ha ora il suo catalizzatore. Rapidi e silenti come
spettri dobbiamo essere.
E tu, misera bussola dal nord sfasato,
soccomberai sotto il piombo che greve aleggia sul tuo cupo cranio riverso.
Ho già piazzato il mio stendardo di gloriosa giustizia nel centro nevralgico
dei tuoi pensieri, e già sorrido nel veder colar giù il tuo disgustoso sangue.
Il tuo sangue, odioso come il suo legittimo possessore, ha il sapore
della vendetta.
È un orgasmo che mi scorre davanti agli occhi, è l’ebbrezza di un nome
che lentamente svanisce allargandosi sul suolo.
È finita, L, sei morto – suona come musica per le mie orecchie.
La difesa ora non ha più ragion d’essere, ora bisogna attaccare!
Stupido dio, ma cosa credi di fare? La tua frenetica maratona presto
diverrà una disperata latitanza.
Stupido, sei solo uno stupido, come edera ti arrampichi su specchi dai
fascinosi riflessi, ma nella tua salita scendi, sprofondi nelle tenebrose vie
fuligginose dell’unico Empireo di cui sei
meritevole.
Sei forte e coraggioso, stupido uomo, ma senza il potere di cui ti nutri
e lo scuro che ti occulta il ghigno, tu svanisci come leggera nebbia, come
tenue vapore.
Comprendo la rabbia che ti infervora, studio l’ardore che ti accende lo
sguardo di sangue e di rubino, ma è l’odio della tua aspra voce di ferro e
piombo che sfugge leggiadro alla tangibilità del comprensibile.
Ti appendi a vacui orizzonti dai limiti sfocati, ti abbandoni alla
languida libidine del tuo nefando potere, lascivo mi provochi per il solo gusto
di vedermi fremere.
Pazzo efferato d’un dio, riesci a percepire la rabbia dentro i miei
vuoti?
Probabilmente no, non puoi - come potresti?
Non vi è rabbia nelle riflessioni che vomito, ma solo la pateticità e la
paranoia di un uomo stanco e solo, ebbro dei propri rimpianti e delle proprie
vacue speranze. Quel che scorgo è solo il cigolio di vecchie porte dai cardini
arrugginiti, il fruscio freddo e solitario di una tramontana che spira
incessante gelandomi le interiora, il silenzio odioso e inquietante che mi
ronza in testa senza tregua.
V è solo la tacita speranza che quella voce tua che ora sento distorta sa
il frutto di corde vocali che giammai ho udito vibrare, che non faccia coppia
con occhi che ora vedo davanti ai miei
anche quando non sono presenti, che quella voce sia solo un ostro che semina le
sue orme sul terriccio bagnato, che lasci le tracce del suo passaggio
grossolanamente, ingenuamente, così che io possa dare una concretezza alle mie
vane illusioni.
Ma non vi è certezza alcuna nell’elucubrazione, essa è solo della tangibile
evidenza dell’indagine.
La difesa ora non ha più ragion d’essere, ora bisogna attaccare!
ECCE HOMO
BRUTAL MOIRA
ECCE HOMO EVANESCENTE
POLVERE
Le
note non sono scritte a scopo autocelebrativo, ma solo per far luce su alcune
espressioni e suggerire fonti letterarie, mitologiche e scientifiche che
potrebbero risultare gradite.
yours sincerely
“Le
vie del Signore sono infinite”, oppure ”Le vie del Signore sono strapiombi” un
delicato momento di delirio di mio fratello tredicenne.
Uno dei miti più celebri della’antichità è quello del
Minotauro, creatura metà uomo e metà toro nata dall’unione fra Persifae, regina
di Creta, e un toro sacro inviato da Poseidone. Per ordine di Minosse, re di
Creta nonché marito di Parsifae, il mostro fu rinchiuso in un labirinto
costruito apposta da Dedalo, celebre
architetto e scultore. Poiché era a conoscenza della struttura del complesso,
vi fu rinchiuso dentro insieme al figlio Icaro, così che non potesse rivelarla.
Nel tentativo di fuggire, Dedalo fabbricò delle ali con piume e cera( da dove l’avesse
presa, la cera, non ne ho idea) per entrambi, affinché volassero via come
uccelli. Nonostante le raccomandazioni paterne, Icaro, preso dal fervore, si
librò sempre più in alto, senza calcolare che il Sole avrebbe sciolto la cera
che teneva insieme le ali e che lui sarebbe precipitato giù in mare. Se mi è
concesso esprimere un parere, un imbecille.
È consigliata una
ripassata veloce al vol. 4 di Death Note, page 29 “Arma”, ove Misa dice a Light:
«Sarò i tuoi occhi».
La bussola è uno
strumento topografico realizzato al fine di individuare i punti cardinali; in
particolare, l’ago indica sempre il Nord magnetico. Si capisce, dunque, che a
meno che la vostra bussola non sia quella di Jack Sparrow, uno strumento del
genere che non punta a nord è del tutto inutile.
Nella Divina Commedia l’Empireo
è il “luogo”( definizione impropria” in cui ha sede Dio. Sappiamo bene che L
non ha un’alta considerazione di Kira, pertanto l’Empireo cui fa riferimento
non è esattamente quello del Paradiso, ma il cuore dell’Inferno dantesco.