GLI ESAMI DI MATURITA’
Era passato un altro mese e anche se la scuola era finita l’esame di Riccardo si avvicinava.
Lui era sempre più nervoso e io passavo le giornate intere a casa sua per farlo ripassare.
Proprio oggi aveva iniziato gli scritti.
Fuori dalla scuola io lo aspettavo continuando ad andare su e giù per il cancello.
Lo vidi uscire.
Io ero più preoccupata di lui.
-Su dimmi! Com’è andata?-. Lo guardai speranzosa.
-Credo sia andata bene, sono riuscito a fare più della metà e in alcune cose mi ha aiutato la secchion… Ehm volevo dire, mi ha aiutato Maria-. Si corresse subito.
-Oh bene, allora spero tu abbia un voto buono, ma oggi non doveva esserci tema?
-Non so perché ma ieri hanno avvertito all’ultimo secondo e il tema si fa domani.
-Mmh… Va bene, vuoi qualcosa? Una granita?
-Si ma offro io.
-Eh no!-. Mi fermai un attimo a guardarlo:- L’esame l’hai fatto tu!
Mi prese sotto braccio e mi portò verso il bar.
Arrivati là notai subito due persone a mio parere conoscenti.
Troppo conoscenti! Erano Antonio ed Erica che si scambiavano una serie di baci.
Finalmente si erano messi insieme!
Io e Riccardo ci guardammo divertiti andando da loro.
-Beccati!-. Urlai spaventandoli.
-Tutto questo tempo a darci fastidio con i vostri “mi piace” e le rotture di scatole da parte di Elisa su di voi e io sarei uscito fuori di testa!-. Disse Riccardo ironico.
-Ehm… Si…-. Cercò di parlare Erica un po’ imbarazzata.
-Da quando state insieme?
-Da qualche settimana…-. Rispose Antonio.
-E non ci avete detto niente?
-Si ma con la calma-. Si giustificò Erica.
-Va beh non parliamone!-. Disse Riccardo.
Io e Riccardo li lasciammo soli per andare a prendere una granita.
Dopo di ché uscimmo e iniziammo a passeggiare.
-E’ passato…
-Cosa?-. Gli chiesi.
-E’ passato più di un mese…
E’ passato più di un mese da quando stavamo insieme??? Entrai subito in agitazione iniziando a guardare da tutte le parti.
-Che c’è?
-Ni-niente!
-E’ durato più di un mese!
-Si…
-E ancora durerà!-. Disse stringendomi.
Ormai ero abituata ai suoi abbracci però ogni volta che mi abbracciava mi faceva sentire bene e la mia agitazione passava.
Continuammo a camminare ancora un po’ fino all’arrivo a casa mia.
Lo baciai.
-Vai a casa e ripassa!-. Raccomandai come una mamma.
-Si te lo assicuro.
-Ehy Riccardo!!!-. Si girò di nuovo verso me.
-T… Ti amo-. Dissi a bassa voce.
C’ero riuscita!!! Io c’ero riuscita! Ero felice di ciò che ero riuscita a dire.
-Cosa? Non ho sentito… Puoi ripetere ad alta voce?-. Chiese con un sorriso malizioso in faccia.
Bastardo.
-Io… Io… Non ho detto niente! Ciao-. Gli urlai correndo verso casa e chiudendo forte la porta.