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Autore: miseenabime    20/11/2011    1 recensioni
Non voglio anticiparvi nulla, quindi vi metto solo l'introduzione.
C’era una volta tanto tanto, tanto, tanto, tanto, tanto […] ma non troppo tempo fa, in un allegro villaggio ai piedi di un’allegra montagna, una casetta dai colorati muri gialli, le tendine rosse, e un giardino adornato da rose.
In quella casa vi abitava una giovane donna con la figlia. Ella era molto graziosa, aveva fini capelli biondi e profondi occhi azzurri, tutto il villaggio l’amava. La nonna le era molto affezionata, così le aveva confezionato una mantellina rossa, con tanto di cappuccio. La ragazzina la adorava, e metteva solo quella, così che venne soprannominata cappuccetto rosso.
[...]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Neville Paciock, Ron Weasley, Voldemort | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Cappuccetto rosso

Come non ve l’hanno mai raccontata

 

 

C'era una volta in un villaggio una bambina, la più carina che si potesse mai vedere.

La sua mamma n'era matta, e la sua nonna anche di pìù.

Quella buona donna di sua madre le aveva fatto fare un cappuccetto rosso,

 il quale le tornava così bene a viso, che la chiamavano dappertutto

 Cappuccetto Rosso.”

Dalla fiaba originale 

 

C’era una volta tanto tanto, tanto, tanto, tanto, tanto […] ma non troppo tempo fa, in un allegro villaggio ai piedi di un’allegra montagna, una casetta dai colorati muri gialli, le tendine rosse, e un giardino adornato da rose.

In quella casa vi abitava una giovane donna con la figlia. Ella era molto graziosa, aveva fini capelli biondi e profondi occhi azzurri, tutto il villaggio l’amava. La nonna le era molto affezionata, così le aveva confezionato una mantellina rossa, con tanto di cappuccio. La ragazzina la adorava, e metteva solo quella, così che venne soprannominata cappuccetto rosso.

 

~

Draco Malfoy quella mattina si svegliò con uno strano presentimento. Gli doleva tutta la schiena e aveva le gambe indolenzite. Si stiracchiò e la testa andò a sbattere contro la testiera in legno del piccolo letto.

« Cazzo! » prese a massaggiarsi il capo. Strabuzzò gli occhi, e quello che vide non gli piacque affatto. Stava in un letto piccolo piccolo con delle coperte rosa di lana, talmente corte che i piedi restavano scoperti. La stanza era molto piccola, le pareti spoglie, di legno, un tavolino con una sedia occupava tutto lo spazio disponibile. All’altro lato della stanza vi era una finestra. Più in là, appeso, un mantello rosso. Il nero è passato di moda, fu il suo primo pensiero.

Piano piano, però, iniziò a rendersi conto della situazione.

« Dove diavolo sono finito!? » fu la brillante conclusione.

Si alzò in fretta dal letto e iniziò ad esplorare prima la stanza, poi la casa.

Arrivò in cucina. una stanza poco più grande della camera da letto, con al centro un tavolo di legno. Appeso alla parete un orologio a forma di gufo, che muoveva gli occhi a destra e sinistra ad ogni ticchettio della lancetta dei secondi. A Draco stava già antipatico. Passò davanti al fuoco e alla credenza, scoccando occhiate a quel gufo, che sembrava fissarlo. Probabilmente anche a lui, non stava simpatico. Sembrava volesse snervarlo con quel continuo tic-tac, tic-tac. Notò sul tavolo un qualcosa coperto da un telo. Titubante cercò di avvicinarsi. Il ticchettio dell’orologio si faceva più insistente nella sua testa. Prese un angolo del telo.

Tic-tac, tic-tac

Deglutì.

Tic-tac, tic-tac

Tic-tac, tic-tac

Lo sollevò di poco.

Tic-tac, tic-tac

Tic-tac, tic-tac

Tic-tac, tic-tac

Ora era deciso, l’avrebbe scoperto! Si, or..

CRAAAAAAAA CRAAAAAA CRAAAAAAAAAAAA

« Aaaah! » urlò.

Quel maledetto gufo aveva rintoccato le 10 con un adorabile “Craa”.

« Stramaledettissimo gufo di m.. »

« Draky! … Dracuccietto! » sentì chiamare da una voce femminile. Che diamine significa Dracuccietto!? Pensò irritato.

«Oh, eccoti qui, tesoro! » una gongolante Narcissa Black in Malfoy gli si presentò davanti, in uno sciatto abito lilla, con tanto di grembiule bianco e cuffia. Draco.. o meglio, Dracuccietto era scioccato.

« Ma-madre? »

« Che c’è Drachino? » chiese con una premura che non apparteneva alla vera Narcissa

« S-sei.. mia madre? »

« Certo che sono la tua mamma, sciocchino! »

« Ma.. dove sono? »

«Sei a casuccia, che domande! » disse, come se fosse la cosa più normale del mondo. E girò intorno al tavolo, afferrando quel qualcosa che era nascosto sotto il telo. lo scoprì: era un cesto.

« Amore bello, la tua mamma ti stava proprio cercando! » si avvicinò con un sorriso a millemila denti e il cesto in mano. « avrei bisogno di un favore grande grande! » fece la faccia da cucciolo.

« Che.. cosa? » chiese Draco titubante, ancora palesemente scioccato.

« Dovresti portare queste belle cosuccie alla cara nonnina! Poverella, è malata e ne aveva tanta voglia per pranzo! … pensi di riuscire ad arrivare a casa sua? »

« Hm.. si, certo » Draco non aveva la più pallida idea di cosa quella donna che diceva essere sua madre stesse farneticando, così decide si fare la cosa che si fa in queste situazioni. Sorridere e annuire… così, sorrise e annuì.

« Grazie tesoruccio mio! » disse prima di abbracciarlo troppo affettuosamente.

« Oh, ma Dracuccietto, ricordati di essere dalla nonnina almeno per le 12.30! e di non prendere la scorciatoia nel bosco, ma la via per il paese! Lo sai cosa potrebbe succedere vero?... » a quell’ultima frase l’aria sembrava essersi gelata. L’orologio smise di battere colpi e gli occhi del gufo si posarono su Draco. Dalla finestra entrò una folata di vento freddo e l’atmosfera si fece cupa, lo sguardo di Narcissa terrificante.

Draco sorrise e annuì.

« Bravo l’amore della mamma! » la donna gli pizzicò le guance, e tutto riprese a scorrere normalmente.

« Tieni! » e consegnò in fretta il cestino a Draco.

« Grazie.. ora vado.. » il ragazzo si stava già avviando verso la porta, quando la voce squillante e angelica della sua mammina lo richiamò.

« Ma Dracuccietto! Non lo metti il mantellino! » Narcissa gli corse incontro con il mantello rosso che aveva visto in camera tra le mani.

«Oh, sì! Hm.. che sbadato.. » disse infilandosi il mantello.

« Ooooh, cuore di mamma, non preoccuparti! » Draco sorrise all’espressione ebete della madre e si avviò alla porta.

« A dopo Dracuccietto rosso, torna presto da mammina! »

E il ragazzo si richiuse la porta alle spalle.

 

 

  
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