Non c’è frutto tanto amato quanto la fine della notte.
Il feto beneficia della rugiada mattutina.
Nutre i suoi lineamenti e lucida i suoi contorni.
Vi si immerge, sprofonda e poi riemerge levigato.
Apre gli occhi, può ora vedere sua madre.
Il tempo lo cresce, la terra lo nutre, la rugiada lo soddisfa.
Si erge in verticale, i piedi tesi verso l’alto.
Gli alluci rinverdiscono e si diramano in sottili steli appuntiti.
Può sentire le fresche folate mattutine scampanellargli addosso.
Gode, e geme per il freddo.
Allora la vegetazione lo ricopre,
si infoltisce sui suoi fianchi.
Ringrazia la natura per questo dono e si addormenta su un fianco, guardando la luna.