Si erano accampati poco distanti.
Johan odiava esercitarsi nei suoi numeri da giocoliere davanti agli altri girovaghi, e così decise di inoltrarsi un po’ nella foresta.
Si gelava, ma non gli importava granchè.
Si sentivano chiaramente, anche da lì, le canzoni ed i suoni che animavano l’accampamento del Popolo dai Mille Colori.
Si strinse nelle spalle e cominciò.
Lanciò in aria una, due, tre, quattro palle e le fece roteare in aria, sempre più in alto.
Una cadde nel candore dei fiocchi a terra.
- Maledizione…- imprecò, raccogliendola.
Non appena si piegò, però, vide un tenue bagliore che rischiarava la neve.
Curioso...
Era un bagliore di fiamma.
Gli bastò scostare un po’ di foglie bagnate e…
Un bambino, di non più di due mesi, gli restituì lo sguardo.
Era sdraiato su stoffe color porpora, e giocherellava col fuoco, che gli sgorgava dalle dita, senza bruciarsi.
Rideva felice, osservando le scintille che si sprigionavano dai suoi polpastrelli.
Rimase a bocca aperta.
Magia, forse…
- Il pupetto si è riscaldato col fuoco…- si disse, stupito - Chi può averlo abbandonato, così?-
Si guardò intorno e, non trovando nessuno, lo prese teneramente in braccio. Il bambino, quando lo vide sporgersi, spense le fiamme.
- C’è nessuno?- gridò.
Non ebbe alcuna risposta.
Così, il giocoliere prese una decisione.
- Ehi, pargoletto!- disse con voce dolce Johan al bambino - Starai bene tra noi girovaghi, vedrai!-
Sui ditini del pupo vi era rimasta della fuliggine.
Sembra della polvere…pensò Johan.
- Ce l’hai un nome?-
Sulle vesti che lo avvolgevano non vi era né scritta né simbolo.
- D’accordo, allora… Ti chiamerò Dita di Polvere…-