Memory

C’è un solo ricordo che non riesci a dimenticare nel profondo del tuo cuore, Ryuuji, si fortifica dentro di te giorno per giorno, inchiodandoti al passato, mentre gli altri invece  li hai lasciati tranquillamente scivolare  lontano senza battere ciglio, finché non sono  svaniti nel nulla.
Così quando sei più vulnerabile, senza difese, ti ritrovi soffocato, schiaccio da quella sera fatale, così nitida nella tua mente e carica d’emozioni.
Chiudendo gli occhi riesci ancora a vedere perfettamente nella tua testa l’immagine immacolata della tua vecchia stanza da letto, le pareti azzurre come il cielo e il soffitto decorato con splendenti stelle  d’un giallo intenso.
Basta poco e torni bambino, un pulcino innocente che cercava di dormire nonostante la febbre alta, girandosi e rigirandosi nel letto sopraffatto dalla stanchezza e dal caldo.
Ricordi la sorpresa che hai provato  quando l’avevi vista comparire  con la sua vestaglia bianca di seta, ti aveva sentito e subito era corsa da te, dal suo tesoro più grande, pronta a cingerti amorevolmente tra le sue fragili braccia per proteggerti e consolarti.
Se ti concentri in certi momenti riesci ancora a sentire la sua voce dolce, troppo gentile e leggermente infantile, intonare la tua ninna nanna preferita l’unica che riusciva sempre a calmarti, infatti ce l’aveva fatta anche quella sera dopo tutto.
Trasali incondizionatamente  al ricordo della sua pelle fredda sulla tua fronte calda, dei suoi occhi, simili alle profondità del mare, che risplendevano col suo sorriso genuino, carico d’amore.
Infine quando già tutte queste emozioni ti hanno messo in ginocchio, arriva il colpo di grazia, lentamente la solita frase si fa strada in te.
“Cerca di dormire amore mio, la tua mamma è qui con te” te l’aveva sussurrato all’orecchio, trasmettendoti tutto l’affetto che animava il suo cuore.
 Le lacrime scendono sempre sulle tue guance a questo punto Ryuuji, perché qui arriva la consapevolezza devastante che quelle sono state le ultime parole che ti ha rivolto, il mattino dopo un auto l’ha investita portandola via dal mondo e da te.
 
Non è il dolore della perdita che ti pesa ancora sulle spalle dopo vent’anni, ma il non averle potuto dire addio e quanto anche tu l’amassi, quanto era importante.
Ecco perché, ogni volta che il ricordo del vostro ultimo momento insieme si fa strada prepotente nella tua vita, finisci sempre lì, a guardare il tramonto nel parco piangendo.
Immancabilmente poi mormori sempre  quelle poche parole, che ti bruciano dentro, al vento, con l’infantile speranza che in qualche modo giungano a lei.
 
 

“Mi manchi tanto mamma, ti voglio bene”.