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Autore: Rubber Soul    21/11/2011    3 recensioni
I  Queen.
Non so che cavolo dirvi,ma questa storia parla dei Queen. Dei miei Queen,come li vedo io.
E’ tutto.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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15.
 
 
Per una volta,Brian sperava che la lezione finisse al più presto. Non aveva preso i suoi frenetici appunti,non aveva torturato il suo povero cervello nel risolvere equazioni interminabili,non era stato attento. Proprio oggi che Tim non era lì a rompergli le scatole. Gli era impossibile concentrarsi. E proprio mentre il professore di matematica stava per avere un orgasmo nello spiegare un logaritmo astruso,la campanella emanava il suo trillo benevolo e rassicurante.
Brian si tirò dietro penne,quaderni,giacca e borsa,tutti assieme. Si mise a correre nel corridoio senza uno scopo preciso. No,proprio senza uno scopo.
Uscì dalla porta principale. Durante la corsa perse qualche pezzo,ma evidentemente non gliene importava un piffero.
Si intrufolò nel solito pub irlandese e ordinò una birra. Scaraventò tutta la roba che aveva sul tavolo. Si avviò al bancone e poggiò il sedere sullo sgabello che a malapena reggeva i suoi ottanta chili abbondanti. Tracannò la sua birra in pochissimi sorsi.
Sentiva la batteria di Roger sbattergli sulle tempie.
Il basso di Tim rimbombargli nei timpani.
Non erano effetti dell’alcool.
Per quanto poco bevesse,reggeva come chiunque altro.
Doveva riprendersi la sua vita.
Nel suo cervello era in atto un astruso monologo che comunemente noi chiamiamo flusso di coscienza.
Non tutti,o meglio quasi nessuno,poteva capire Brian.
Cadeva spesso in una sorta di depressione che lo faceva sprofondare nel senso letterale del termine.
Bastava un niente,e lui cadeva.
Crollo psicologico,diremmo noi.
Ma il crollo psicologico in genere provoca anche decadenza fisica.
Brian era sempre felice,all’apparenza.
Era sempre strano,ma era sempre felice.
Nel pallore del suo viso non si notava un’ombra di tristezza,paura o non so cosa.
Mai.
Lo trovavi sempre lì,a sorriderti con quel suo modo freddo,ma che ti allarga il cuore.
Il suo viso diventava leggerissimamente roseo quando suonava. Potevi vedere tutte le espressioni che Brian era in grado di mostrare quando lo vedevi suonare.
Ma a pelle,potevi sentire che Brian non era come tutti gli altri.
Quando lo guardavi negli occhi,capivi che lui era un nuovo pianeta.
Ma le persone più sensibili capivano qualcosa di Brian guardando anche solo il suo colorito pallidissimo.
Sembrava fatto di porcellana.
  
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