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Autore: Ipernovae    21/11/2011    3 recensioni
Questa è per Erica.
Dal testo:
'La chioma rossa e gli zigomi alti, che pronunciavano l’esperienza di un uomo forte e un po’ vissuto, ma con la voglia di innamorarsi ancora e ancora. Era un burlone che adorava scherzare e far cadere ai suoi piedi ogni donzella, ma raramente finivan nel suo letto donne che amava. Prestate attenzione, o fanciulle che leggete, potreste innamorarvi di costui, senza ch’egli v’abbia fatto alcun tipo di sortilegio o mai parlato a voce. E’ famoso per il finto amore regalato e quello vero mai incontrato.'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Fred Weasley, inseparabile dal fratello gemello George, da tempo rifletteva su quello che si poteva considerare il ‘vero amore’.

“Mancano delle Merendine Marinare Fred!”gridò George dal centro del negozio. Si alzò leggermente scocciato, prendendo una delle scatole di Merendine, portandole al fratello.

“Tutto a posto Freddie?”domandò George quando il fratello gli porse svogliatamente la scatola delle Merendine.

Annuì pensieroso.

Riflettendoci bene, l’amore vero non esisteva. Con Angelina non era durata tanto.

Anzi, se doveva ammetterlo, Angelina non gli era mai piaciuta veramente.

Amava gli scherzi e il negozio che aveva creato con suo fratello, per trovare il ‘vero amore’ ci sarebbe stato tempo, giusto?

Guardò distrattamente l’orologio che segnava le nove e mezza di mattina: era l’ora di apertura.

“Benvenuti ai Tiri Vispi Weasley! Ricordate sempre: Hai paura di Tu-Sai-Chi? Meglio avere paura di no Pupù no Pipì!”dissero in coro, sfoggiando sorrisi smaglianti.

“Georgie, ce la fai da solo? Devo prendere altri filtri d’amore!”gridò Fred da un capo del negozio, dall’altro, il fratello annuì.

Vicino al grande magazzino, erano stipate delle scomodissime scale, che portavano al piano superiore, dove vi era un vasto assortimento di fuochi d’artificio di ogni tipo; inizialmente, il rosso andò dritto verso il magazzino, lanciando una serie di imprecazioni quando trovò delle piccole muffole pigmee gli si avvinghiarono alla caviglia, facendolo cadere.

Si rialzò e prese le scatole con le boccette contenenti i filtri d’amore; spostò lo sguardo a destra e a sinistra, cercando il fratello per ricevere un aiuto. Lo sguardo cadette su un’altra figura, molto diversa dal fratello. Una ragazza era seduta comodamente sui gradini, con un libro in mano intenta a leggere.

“Ehy, non puoi stare qui. Questo è un passaggio per i clienti, potresti gentilmente spostarti?”il suo tono di voce era canzonatorio e particolarmente irritato.

La ragazza alzò riluttantemente lo sguardo dalla sua lettura.

“Non mi pare ci sia un biglietto con su scritto: ‘E’ severamente vietato ai clienti sedersi sulle scale.’ Ma se proprio devo.”rispose freddamente la ragazza alzandosi dai gradini.
Non lo guardò nemmeno in faccia, tirò dritto verso l’uscita, dove poco dopo la raggiunse una ragazza, probabilmente sua amica.

Nonostante il tono con cui la ragazza li si era rivolta, non smetteva di pensare a quello che aveva colto in lei.

Nei giorni seguenti, ricordò in ogni istante quei piccoli particolari che gli sembravano essergli sfuggiti, mentre in realtà erano particolari evidenti.

Il modo in cui aveva inclinato la testa mentre leggeva una frase particolarmente bella del libro, il leggero rossore che le aveva colorato le guance quando gli aveva risposto e gli occhi, che erano scattati subito, attenti e intelligenti, pronti sulla difensiva, come per non farsi leggere dentro.

George notò il comportamento strambo del fratello. Aveva sempre meno voglia di lavorare e molta più di stare seduto a fissare il vuoto. Stava ore davanti alla scrivania nel magazzino, con una piuma in mano, che puntualmente tamburellava sulla guancia destra.

Dov’era finito Fred Weasley? L’intrepido ragazzo cresciuto e vissuto tra gli scherzi fin da quando era un pargolo in fasce?

“Senti, Fred Weasley, se non ti conoscessi come le mie tasche potrei benissimo affermare che sei innamorato. Ma dimmi, sei veramente innamorato Freddie?”a quella domanda, scoppiò a ridere.

Lo guardò negli occhi e poi disse solennemente:

“Innamorato? Io? E dai Georgie!”rise.

Inutile dire che quella inesauriente risposta non convinse il gemello, che si alzò dalla sedia e si rimise al lavoro.




Erica era sdraiata sul letto, pensosa, anzi sognante, tra le pagine di quel libro.


‘La chioma rossa e gli zigomi alti, che pronunciavano l’esperienza di un uomo forte e un po’ vissuto, ma con la voglia di innamorarsi ancora e ancora. Era un burlone che adorava scherzare e far cadere ai suoi piedi ogni donzella, ma raramente finivan nel suo letto donne che amava. Prestate attenzione, o fanciulle che leggete, potreste innamorarvi di costui, senza ch’egli v’abbia fatto alcun tipo di sortilegio o mai parlato a voce. E’ famoso per il finto amore regalato e quello vero mai incontrato.’*


“ Erica, al telefono, per te!”con estrema cautela posò il libro sul letto, lasciandolo aperto con il segno della pagina a cui era arrivata. Scese le scale lentamente, chiunque fosse, avrebbe aspettato.

“Pronto.”disse prendendo in mano la cornetta del telefono, sotto lo sguardo severo di suo padre per la lentezza che aveva messo nel raggiungere l’apparecchio telefonico.

“Erica, domani andiamo di nuovo, okay? Stesso posto stessa ora. A domani Pè.”la chiamata si interruppe, Anthea aveva riagganciato prima del previsto.

Avevo già accennato che la migliore amica di Erica era una strega? E naturalmente, il padre di Erica non sapeva nulla della sua amica, né del fatto che andasse in posti dove le era vietato stare. Bastava quella semplice bugia, ormai diventata di routine: “Sono sua sorella.”

In molti credevano a quella bugia, la somiglianza tra le due amiche, faceva sospettare perfino loro di essere sorelle gemelle separate alla nascita.

Ritornò nella sua camera, alzando svogliatamente il piumone, sdraiandosi nel letto freddo.

“’Notte Erica.” Suo padre entrò, dandole un bacio sulla guancia, richiudendosi velocemente la porta alle spalle.

E sperò che l’indomani arrivasse in fretta. Doveva rivederlo.




“Erica! Sbrigati o faremo tardi. Devo comprare le ultime cose e devo passare a cambiare la divisa da Quidditch.”

La mano di Anthea la trascinava per ogni negozio per comprare ogni sorta di oggetto magico. Cose che lei voleva ardentemente, ma che non le era permesso avere.

“Anthea, per favore, rallenta.”sbuffò scrollandosi dal polso la stretta della sua mano.

“Senti, io vado in quel negozio di scherzi, okay? Tu finisci di comprare le tue cose.Ci vediamo là, ciao.”girò sui tacchi e si diresse verso i Tiri Vispi Weasley.

Entrò esitante, guardandosi in giro.

Eccolo. La chioma rossa e gli zigomi alti, che pronunciavano l’esperienza di un uomo forte e un po’ vissuto.

Possibile che si fosse innamorata?

Non credeva più all’amore, da tanto tempo ormai.

Rimase per qualche istante a fissarlo. ‘Aveva il sorriso di mille altri sorrisi, racchiusi nel suo, rubati a chi l’aveva amato, così che il suo rimanesse eterno.’

“Ehy.”George si avvicinò ad Erica, sorridendole.

Erica lo guardò attentamente. Quello non era lui.

"Cosa cerchi ai Tiri Vispi?"incredibile quanto fosse diverso da Lui. Aveva le sopracciaglia leggermente più spesse e gli occhi più scuri. Il sorriso era caratterizzato da una smorfia che gli arricciava il lato destro della bocca.

"Volevo un.." quasi disperata si guardò intorno alla ricerca di un qualsiasi oggetto da poter acquistare.

"Georgie, al bancone chiedono di te"Fred arrivò sfoderando un sorriso malizioso.

George guardò il fratello tra il furioso e l'interessato, poi, riluttante si diresse al bancone ostentando uno dei suoi sorrisi da "Uomo-degli-scherzi".

"Tu!"inevitabilmente, quella parola uscì dalla labbra di Erica, facendo arrosire il giovane Fred Weasley.

"Cosa ci fai qui?"borbottò ingenuamente. Sapeva ovviamente cosa ci faceva lì, ma in qualche modo doveva sapere il suo nome.

"Sai, lavoro qui."rispose ghignando.

Lei arrossì di colpo: aveva previsto anche quello.

"Questa volta non hai un libro."ridacchiò cominciando a camminare per il negozio.

"Bhe, non posso leggere sempre. Mia sorella non è molto..Ecco, siamo diverse, molto."sospirò guardandosi attorno, allungando le maniche della felpa finchè non le coprirono le dita.

L'ennesima bugia, sempre la solita, quella che le ricordava ciò che non era.

"Non compri niente per la scuola, tu?"domanda innocente da parte sua, che colpì, però, in pieno Erica, aprendo quella specie di ferita che le era costata mesi di "Non importa se non sono una strega.", "Alla fine Hogwarts non è così bella come la descrive Anthea.", "Chissene importa se lei è una strega, meglio essere Babbani!".

"Io..sono una Babbana."quella, almeno, non era un bugia. Se davvero teneva a lui, come il suo cuore le stava facendo credere, preferiva dirgli la verità, almeno su alcune cose.

"Oh..ehm..Scusami." ciò che stupì Fred, fu il suo comportamento, il suo tono esitante e quel 'scusami' detto con timore, come se le avesse fatto del male fisico.

Lei scrollò le spalle e sorrise come una bambina.

"Vieni con me..Credo di non aver afferrato il nome."disse ridendo.

"Erica."rispose sorridente.

"Fred."rispose lui allungando la mano, che lei strinse timidamente.

Sorrise raggiante. Fred. Conosceva il nome della persona che..bhe, non sapeva definire ancora quello che provava.

"Credo che questo ti piacerà molto."tirò fuori da una gabbia una palla di pelo rosa.

Erica guardò quella 'cosa' tra il curioso e il perplesso.

"Che cos'è?"

"E' una Puffola Pigmea. Un'animaletto molto curioso, ma tenero e di compagnia. E' un regalo."glielo porse e al contatto con il pelo morbido venne percorsa da un brivido, o forse quel brivido era dovuto al fatto che la mano di Fred aveva sfiorato la sua, non come quando si erano presentati, una stretta formale, ma come una carezza, dolce.

"E' bella, o bello."rise, ringraziandolo.

"E' un lui, le femmine hanno un colore tipicamente rossastro.*"spiegò preparato Fred.

"Freddie! Polvere buio pesto e Torrone Sanguinolento!"gridò George dall'altra parte dell'affollato negozio.

"Mi spiace, ma devo scappare, piacere di averti conosciuto, Erica. Spero di rivederti presto."fece come un inchino, ghignando e si diresse verso il fratello.

Lei guardò l'animaletto che si strusciava contro le sue mani.

"Fred, si, penso che ti chiamerò così."lo accarezzò e poi si decise ad uscire.

"Erica, accidenti! Che diavolo facevi con Fred Weasley? Volevo entrare ma mi hanno trattenuto delle mie compagne di scuola e..".

Ma Erica non sentì neanche una parola della frase di Anthea. Che diamine le importava delle sue compagne e di Hogwarts? Non era una strega, eppure Fred la guardava come mai nessuno l'aveva guardata.

"Erica?" Anthea schioccò le dita davanti ai suoi occhi. "Pronto??"

"Che c'è?"sbottò.

Anthea la fissò per qualche istante.

"Stai bene? Oh! E' una Puffola Pigmea? Non sono mai riuscita a distinguere le femmine dai maschi."

Anthea aveva la capacità di cambiare discorso da un momento all'altro, lasciando le persone che non la conoscevano, spiazzate.

"Le femmine sono più rosse dei maschi."spiegò Erica.

"Torniamo a casa."annunciò Anthea.



"Penso proprio che quella ragazza sia bellissima."

Fred si girò verso il fratello e, per la prima volta nella vita, provò una rabbia incredibile verso di lui.

"Bhe, fratello caro, mi spiace ma l'ho puntata prima io. Ma ha una sorella."ecco dinuovo quella parte che Fred non aveva mai avuto.

George guardò Fred e capì che non scherzava come al solito, ma era maledettamente serio. Alzò le spalle e diede l'okay.

"Vi rivedrete?"domandò gelosamente.

"Non so..lei è una Babbana, mentre sua sorella è una strega. Posso solo immaginare la situazione che sopporta."sospirò.

"Mi sa che ti sei innamorato, caro Fred."sorrise dandogli una pacca sulla spalla, George.

"Ma smettila."rise con lui il gemello.

Innamorato. Quella parola quasi lo spaventava. Anche se fino a qualche giorno prima vi aveva rimurginato sopra parecchio. Ma era impossibile, perchè amare era qualcosa di poco presente nella vita di Fred Weasley. Amava gli scherzi, amava suo fratello e la sua famiglia.

Ma da quella notte in poi, la parola amore, divenne sempre più presente e i sogni si rincorrevano come cavalli liberi in una prateria. Il ricordo del suo sorriso si accavallava a quello dei suoi occhi e quello delle sue guance che si coloravano ad ogni accenno di un suo sorriso di rimando o quando diceva il suo nome.

***

"Mi hai mentito, Erica! Perchè raccontarmi che eri sorella di Anthea?"Fred non sapeva se era peggio la menzogna che aveva appena sentito o il fatto che Erica, la persona più pura e bella che avesse mai conosciuto, una Babbana per di più, gli avesse mentito.

"Non lo so, okay? Ho sempre raccontato questa cosa, ma non è una tragedia, dai. Per me Anthea è davvero come una sorella!"

"Avete infranto delle leggi magiche!"scattò lui sulla difensiva.

"Non mi pare che te ne sia mai importato, da quello che mi hai raccontato!"gridò lei.

Rimase zitto, senza poter controbattere.

"E' meglio che vada, la mia non vera sorella mi aspetta."lo lasciò li, senza altro su cui ribattere.

Una cosa era certa, amava di più il Fred-palla di pelo.

***

"Sai, credo che dovremmo smetterla di mentirci così spudoratamente, Fred."una fitta prese al cuore del rosso, una fitta che gli arrivava ogni volta che le labbra di Erica pronunciavano il suo nome.

"Non capisco cosa intendi. Insomma, siamo buoni amici, ti ho fatto conoscere quasi tutto il mondo magico a cui puoi accedere.."inutile dire che Fred Weasley era un tantino ritardato per capire certe cose, quasi come Ron.

"Fred. Parlo del fatto che..che ci..ci piacciamo no?"arrossì copiosamente e per Fred fu inevitabile sorridere.

Le sfiorò la guancia con la mano.

"Sei bella quando arrossisci."

La mano di Erica incontrò quella di Fred e chiuse gli occhi impremendo dentro di se il calore della sua mano.

Si avvicinò così tanto a lei che poteva sentire il suo respiro sulla bocca.

"Credo di essermi innamorato."lei sorrise di rimando, quasi come un'idiota, ma in cuor suo sapeva che Fred aveva sempre saputo che i suoi sentimenti erano corrisposti.

'Le labbra si toccarono a formare un unico respiro, un'anima in due corpi e un cuore che batteva per due. E il ragazzo aveva trovato la persona che l'avrebbe per sempre amato. Il ragazzo a cui mai ho dato un nome, ora ha il nome di chi voi amate a tal punto di paragonarlo a questo baldo giovane che mai aveva avuto nome per me o per voi, fino a questo momento.
V'ha fatto innamorare di colui che da sempre avete amato. Solo ora l'avete capito che quest'è la storia di due fanciulli come voi, come te che leggi?
Or vi saluto, o gentili lettori, ragazzi e ragazze innamorate, che il vostro amor possa esser sempre ricambiato e mai gettato.'**

"Le labbra si toccarono a formare un unico respiro, un'anima in due corpi e un cuore che batteva per due."un sussurro sulle labbra del ragazzo.

"E questo?"domandò lui.

"Questo è quello che si impara leggendo la proprio storia."

E la cosa che li legava era ancora più potente dell'amore. La consapevolezza che era già stato scritto tutto e che dovevano solo viverlo.










NdA: *Non sapendo come fare a distunguere il maschio dalla femmina, ho voluto inventare la caratteristica del pelo rosso per il sesso femminile delle Puffole Pigmee.

** Ecco, qua ce ne sarebbe troppo da dire, su questi pezzi del libro che Erica sta leggendo. Bhe, ho inventato tutto, non so bene su cosa, ma ho inventato questo libro che in piccole parti descrive anche Fred.
Carissima Erica, penso proprio che ritornerò a scrivere su di te e Fred, devo dire che è emozionante accostare a Fred qualcuno che non sia un personaggio di Harry Potter. E adoro il paring Erica/Fred, lo ammetto. Spero che per te vada bene. Spero che ti piaccia, con tantissimo affetto, Miry. :3

   
 
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