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Autore: Dioni    21/11/2011    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver camminato per una decina di minuti Ezio arrivò alle porte ai margini del villaggio,intorno a lui si vedevano le strade che portavano ai campi di riso,l'acqua dentro le risaie era completamente ghiacciata,ma in quel momento la sua attenzione andava ad altro,il fumo che usciva dalle case,lui pensava al caldo tepore che vi era dentro quelle umile casette di legno in cui i contadini si riposavano con le proprie famiglie e si rilassavano davanti al fuoco come i sovrani d'europa davanti ai camini.

Continuò ad avanzare verso il villaggio con passo deciso,mentre camminava si scrollò la neve di dosso che appesantiva la sua camminata e  rendendo più difficile il suo percorso,poco dopo arrivò alle prime capanne dove la quale provenivano suoni diversi,i bambini che schiammazavano,i genitori che parlavano,le coppie di innamorati che si scambiavano parole dolci,li sentiva tutti,riusciva a sentire ogni più piccolo bisbiglio senza il minimo sforzo,in quello stesso istante,mentre guardava le case intorno a lui si chiese dove poteva chiedere per passare la notte.

- Oh uffa vediamo un pò,potrei chiedere al capo villaggio,sempre che ne sia uno.

Mentre si avvicinava al centro del villaggio vide un anziana signora che portava sulla schiena una cesta con un piccollo carico di legno ,Ezio si avvicinò alla donna.

- Scusatemi signora.

L'anziana signora rivolse lo sguardo verso l'italiano,quest'ultimo vide l'aspetto della signora,degli stivali fatti con fili di paglia intrecciati tra di loro,molto utili per combattere il freddo, dei lunghi hakama rossi,un kosode bianco dalle maniche larghe e una benda sull'occhio destro.

- Posso aiutarla giovanotto?

- Sapete dove posso trovare il capo villaggio?

- Chi lo cerca?

- Uno straniero che viaggia in una terra sconosciuta.

- Capisco...seguitemi.

L'anziana tolse il suo sguardo dal fiorentino e cominciò camminare lungo la strada innevata,Ezio la seguiva nella speranza di incontrare il capo villaggio e trovare un posto per passare la notte,non gli andava proprio di dormire sulla bianca e fredda neve.

L'anziana si rivolse ad Ezio.

- Mi dica,da dove viene?

- Da un paese molto lontano.

- e quale sarebbe?

- Dubito che saperlo abbia qualche importanza.

- Siete un tipo misterioso,comunque, cosa volete dal capo villaggio?

- un posto dove passare la notte.

- Solo una notte?

- Se possibile mi piacerebbe rimanere per più tempo,ma una notte andrà più che bene.

- Vi accontentate di poco.

- Un uomo in viaggio non può pretendere più di tanto,si deve accontentare di quello che trova.

- Siete un uomo saggio.

- Forse,ma ho ancora molto da imparare.

A forza di parlare il tempo passava velocemente e in pochi minuti arrivarono davanti ad una collinetta con una lunga scalinata in pietra che saliva fino in cima alla collina,accanto alla scala si trovava una piccola casetta di legno completamente coperta di bianco,i due si avvicinarono all'atrio dell'abitazione.

- Entrate pure straniero,il capo villaggio e qui dentro.

Disse l'anziana all'assassino.

- Permesso.

Ezio entrò nella casa e osservò bene ciò che c'era dentro,un pavimento sopraelevato in legno coperto da un tatami e con al centro uno spazio di forma rettangolare dove mettere la legna da ardere,un futon e qualche cuscino,ma apparte questo non vide niente,non c'era nessuno dentro.

- Qui non c'è nessuno.

- Fidatevi,il capo villaggio e qui,state a guardare.

L'anziana superò Ezio,si tolse gli stivali,e si mise sulle ginocchia su un cuscino messo di fronte agli occhi di Ezio.

- Eccola qua davanti a voi.

- Voi siete il capo villaggio?

- Si,sembrate sorpreso.

- Si vede molto?

a quelle parole l'anziana fece un piccola e breve risata.

- Mi sembrate una brava persona,d'accordo,vi siete guadagnato un letto per la notte.

- La ringrazio per il suo aiuto,signora....non conosco il vostro nome.

- Mi chiamo Kaede, e voi sareste.

- Ezio Auditore da Firenze,sono grato del vostro aiuto.

- Prego.

Finalmente Ezio aveva la possibilità di dormire al caldo e un tetto sopra la testa,tutto sembrava apposto,ma all'improvviso successe qualcosa.

- VENERABILE KAEDE.

Un urlo proveniente dalla strada preoccupò non poco l'anziana miko,anche Ezio aveva sentito l'urlo e  a giudicare dalla voce sembrava una donna

- VENARIBILE KAEDE.

Dopo quest'ultimo urlo nella casa entrò una ragazza molto particolare,aveva lunghi capelli castani tenuti con una coda di cavallo,occhimarroni,indossava una tuta nera abbinata a spallacci,una protezione per il ventre tenuta ferma da fascia rossa, delle ginocchiere e  dei lunghi stivali neri,portava con se una wakizashi (una spada simile ad una katana ma con la differenza che è più piccola e più maneggievole) e un gigantesco boomerang appoggiato alla schiena della ragazza e tenuto da una fascia al corpo snello e non poco sensuale.

- Venerabile Kaede.

L'anziana spostò il suo sguardo verso la ragazza.

- Sango,che ci fai qui?

- Uno dei villaggi qui vicino e stato attaccato da una banda di briganti e quindi sono passata di qui per vedere se c'erano gli altri.

- Sono andati via qualche ora fa a perlustare i dintorni,forse li troverai nel villaggio attaccato.

- Capisco,grazie di tutto Kaede.

Detto questo la ragazza uscì di fretta e furia dall'abitazione urtando il fiorentino.

- Scusi.

Sango uscì dalla casa in modo molto frettoloso,Ezio si rivolse a Kaede.

- Vado a darle una mano.

Ezio uscì dalla casa con la stessa fretta di Sango,in quel preciso istante l'anziana cercò di fermarlo

- Aspetta straniero.

Ma le sue parole non vennero ascoltate e l'unica cosa che potè fare era mettersi l'anima in pace.

Appena uscito Ezio vide la ragazza che se ne stava con lo sguardo che puntava verso il cielo,sembrava che stesse cercando qualcosa,a quel punto Ezio si avvicinò alla ragazza.

- Mi scusi signorina.

Al suono di quella voce Sango si girò di scatto con aria sorpresa.

- Salve.

- Se non sbaglio ha detto che si sta dirigendo verso un villaggio pieno di banditi.

- E con ciò?

- Le dovrei chiedere un passaggio.

- Interessante,in cambio cosa mi può dare?

- Delle informazioni su quei banditi,forse so chi sono.

-....d'accordo ci sto.

Detto questo i due si strinsero la mano mostrando forza e sicurezza nella stretta,all'improvviso si sentì uno strano rumore proveninte dal cielo,sembrava il verso di un grosso felino,A sentire quel suono Sango alzò la testa verso il cielo.

- Oh,eccola e arrivata.    

Disse Sango con tono gioioso,Ezio non capiva a cosa si riferisse.

- Di chi parlate?

Spinto dalla curiosità Ezio spostò lo sguardo nella stessa direzione della ragazza e l'unica cosa che vide era una sagoma in lontananza che scendeva verso il terreno,purtroppo la neve,che scendeva a gran velocità,gli impediva di vedere perfettamente e capire che cosa fosse.

A quel punto decise di usare la sua "vista" e capire a chi si riferiva la ragazza,in quel preciso istante il mondo attorno a lui era diventato nero e quella sagoma indefinibile divenne comprensibile ai suoi occhi,vide una grossa creatura che si stava avvicinando verso di loro,assomigliava ad un felino di dimensioni anormali e portava sul suo corpo una traccia luminosa blu.

La creatura scendeva sempre di più verso il terreno e quindi divenne più facile vedere il suo aspetto,a quel punto tolse la sua "vista" e tornò a vedere il mondo come un semplice umano.

Dopo qualche secondo la creatura toccò il terreno con le sue enormi zampe e si mostrò ai due umani,il suo manto era bianco con poche eccezzioni per le orecchie e un segno di forma romboidale sulla fronte che erano nere mentre le zampe e le tre code mostravano la presenza di strisce del medesimo colore,due grossi occhi rosa con le pupille strette tipiche dei gatti e due grosse zanne ricurve che gli uscivano dalla fila di denti superiore,in poche parole,un gatto demoniaco due volte più grande di un leone e con la dentatura di una tigre dai denti a sciabola ma con le due zanne ricurve più piccole.

Ezio era tranquillo di fronte ad una creatura simile,si avvicinò alla bestia guidato dalla sicurezza datogli dalla sua abilità ottica,si poteva fidare di quella creatura.

Il fiorentino allungò la mano il muso dell'animale per permettergli di riconoscerlo come amico e non come nemico,questa tecnica la usava anche sui cavalli più indomabili,il felino da parte sua annusò la mano di Ezio e subito dopo gli diede una leccata,a quel punto l'uomo si avvicinò ancor di più all'animale e cominciò ad accarezzarlo sulla fronte in segno di amicizia,Sango,che stava assistendo alla scena si fece scappare un sorriso.

- Vedo che gli sei simpatico.

Disse sango mostrando un piccolo sorriso,Ezio girò la testa in direzione della ragazza.

- Se non altro non mi sbranerà.

La ragazza si mise a ridere all'idea che quell'animale potesse sbranare qualcuno solo per antipatia,smise di ridere non appena ritornò a pensare al villaggio attacato.

-Apparte gli scherzi,adesso dovremmo andare.

- Si hai ragione,andiamo.

Detto questo Ezio si mise in groppa all'animale sedendosi più indietro possibile,poco dopo anche Sango si mise sopra l'animale posandosi al centro esatto della colonna vertebrale per non dare fastidio all'animale e fargli sopportare il peso dei due senza troppi problemi.

- Ah dimenticavo,lei e Kirara.

- Kirara?Parli di questo felino?

- Si,e una femmina.

Detto questo Kirara cominciò a staccarsi dal suolo emettendo delle fiamme che fuoriuscivano dalle zampe,il felino saliva sempre più in alto,più in alto e più in alto ancora fino ad arrivare a trenta metri d'altezza.

- Senti,e molto lontano il villaggio?

- Se andassimo a piedi e cominciassimo a correre come dei forsennati ci metteremo mezz'ora,invece, in groppa a Kirara ci metteremo solo un quarto d'ora.

- Allora va veloce.

- Molto.

- E non c'è nulla alla quale mi possa aggrappare.

- Ti puoi attaccare al pelo della gatta,fidati,se hai una presa salda potrai rimanere in groppa senza cadere di sotto.

- Se lo dici tu.

Ezio mise le mani sul pelo dell'animale e cominciò a stringere forte.

- Sei pronto?

- Si.

- Bene,andiamo.

Deto questo i due partirono a tutta velocità verso il villaggio attaccato,Ezio avrebbe liberato quel villaggio dalla minaccia dei predoni,ma in quello stesso momento stava cominciando a pensare sugli attacchi ai villaggi.

- Briganti che attaccano i villaggi circostanti....comincio a pensare che ci sia sotto qualcosa,se ho ragione....so già chi c'entra con queste razzie,ed e meglio che mi prepari.

Con in mente questi pensieri Ezio si fece coraggio,non solo per la questione dei briganti,ma anche per il fatto che stava viaggiando su un enorme felino in grado di volare,aveva già volato con una delle invenzioni dell'amico Leonardo,ma volare su un gatto era una cosa alquanto incredibile.

- Più veloce Kirara.

Il grosso felino emise un potente urlo degno di una Nekomata dallo spirito guerriero e con uno scatto velocissimo scomparve in mezzo alla neve semza lasciare traccie.

Un quarto d'ora dopo,da un altra parte,c'era un villaggio occupato da briganti vestiti con pesanti pelliccie e qualcuno di loro possedeva anche una corazza,erano armati con delle katane di pessima fattura e dai manici rovinati,dal loro aspetto non si poteva dire che sembrassero intelligenti.

Tra di loro si vedevano uomini,donne e bambini messi in ginocchio e con le mani legate dietro alla schiena,gli uomini erano impauriti,le donne spaventate,i bambini erano terrorizzati e alcuni di loro piangevano.

I briganti ridevano,scherzavano,si prendevano gioco di quei poveretti che non potevano difendersi,due di loro erano intenti a parlare tra di loro.

- Che bello,anche oggi abbiamo saccheggiato una grossa fortuna.

- Già,cibo,sakè,donne e un tetto sopra la testa,che si può avere di più dalla vita?

- Ben detto,senti.

- Che c'è?

- Hai visto il capo?

- Arriverà tra poco,ha detto che arriverà con un pò di ritardo.

- Perchè dov'é andato?

- Ha detto che doveva vedersi con delle persone,apparte questo non ha aggiunto altro.

In quello stesso momento,a qualche centinaio di metri di distanza dal villaggio,si trovava Inuyasha insieme ad altre tre persone,la prima era una ragazza,portava lunghi capelli neri e indossava una veste da Miko,proprio come Kaede,con l'unica differenza che lei portava dei sandali di paglia e non degli stivali da neve sulla schiena portava una faretra piena di frecce e nella mano sinistra teneva un arco.

- Inuyasha.

Chiese la ragazza all'Hanyou.

- Cosa c'è Kagome?

- Il villaggio...sento che c'è qualcosa di strano.

- In che senso?

- Non te lo so spiegare...e una senzazione strana.

Nel discorso intervenne un altra persona,era un uomo,aveva capelli neri e portava una capigliatura corta con un codino dietro la testa,un orecchino sull'orecchio sinistro,indossava due vesti,una sotto,ampia,nera,dalle maniche larghe e che arrivava poco sopra le caviglie,la seconda invece era viola ed era messa sopra la prima,copriva il petto,il ventre e coprendo la parte di sotto della veste nera,nella sua mano destra teneva uno shakujo,un sottile bastone di metallo alto un metro e settanta con un cerchio di metallo con una circonferenza di quaranta centimetri e largo poco più di un foglio di carta,all'interno del cerchio vi erano anche dei simboli buddisti situati da un capo all'altro del cerchio interno.

- Sono d'accordo con Kagome,e una presenza inspiegabile,vorrei dire che una semplice aura,eppure trasmette qualcosa di anormale.

Interviene Inuyasha

- Ne sei sicuro?

- Temo di si,in ogni caso stiamo in guardia.

- Parla per te,un colpo di Tessaiga e ogni nostro nemico verrà annientato.

Dopo aver pronunciato queste parole sentì qualcosa di piccolo che gli aveva colpito la testa,a quel punto si girò e prese al volo cosa lo aveva colpito,vide che era un bambino,portava una folta capigliatura rossa con un piccolo codino,portava una veste azzurra coperta da un gilet in pelliccia,pantaloni blu con effetto pallone e al posto dei piedi aveva due zampe da volpe.

Inuyasha guarda il bambino con aria per niente felice.

- Shippo si può sapere che ti prende?

- Non fare lo sbruffone.

- Ma sta zitto.

Detto questo lo lasciò andare,ma prima ancora che potesse toccare terra gli diede un pugno in testa provocandogli un bernocolo in testa,appena toccò il terreno cominciò a copririrsi la testa con le braccia per via del dolore.

In quello stesso momento,sopra il gruppo,si trovava Kirara con i suoi due passeggeri.

- Adesso scendiamo.

Disse Sango al fiorentino.

- Va bene.

Kirara scese piano piano fino a toccare terra atterrando a qualche metro del gruppo,Inuyasha e gli altri si avvicinarono a Sango con aria felice.

- Ben tornata Sango.

Disse Kagome con aria gioiosa.

- Ehi Sango,credvo che arrivassi prima.

- Scusa Inuyasha,la neve e il vento mi hanno rallentato,mi di spiace.

- Non fa nulla.

Intervenne il piccolo shippo.

- Ciao Sango.

- Ciao Shippo.

Ed infine il monaco.

- Sango.

- Miroku.

I due si avvicinarono l'un l'altro e si diedero un veloce ma inteso bacio carico d'amore,quando i due si staccarono Miroku notò Ezio che si trovava ancora sulla schiena del felino,con sguardo sospetto si rivolse all'assassino.

- Scusatemi.

Ezio si girò lo sguardo in direzione del monaco.

- Dite a me?

- Si,chi siete?

Ezio scese da KIrara e si incamminò in direzione del monaco.

- Qualcuno che vi può essere utile.

- Spiegatevi meglio.

- Penso che quelli non sono comuni briganti.

- Come fate a dirlo? Ma sopratutto,voi chi siete?

All'improvviso si fermò,così,di colpo.

- Un viaggiatore,nulla di più.

- Sarà...in ogni caso mi presento.

Miroku si staccò da Sango e fece due passi in direzione di Ezio,sul suo volto si leggeva chiaramente che non si fidava molto dello straniero,appena si fermò mise a terra il bastone facendo facendo risuonare gli anelli dello shakujo.

- Io sono Miroku,posso sapere il vostro nome?

- Ezio.

- Ezio...bene Ezio,ti va di darci una mano?

- Sono qui per questo.

- Bene,Seguici.

Intervenne Inuyasha

- Avviciniamoci al villaggio senza fare rumore

Intervenne Ezio.

- Una delle mie specialità.

- Come?

Disse Inuyasha.

- Nulla di importante.

Il gruppo continuava ad avanzare cercando di fare meno rumore possibile,cosa che l'assassino riusciva a fare con maestria,però dubitava che quella tattica funzionasse perfettamente,guardava quel gruppo con aria preoccupata,se doveva penetrare nel villaggio e uccidere i predoni sarebbe andato da solo,invece loro,per quanto simpatici potessero essere non avrebbero potuto aiutarlo,non se doveva passare inosservato.

Appena si avvicinarono al villaggio videro dei bastoni immersi nella neve con l'estremità in alto coperta da alcuni stracci infiammati,delle rudimentali torce attorno alle capanne più lontane dal centro e quindi le più esterne del villaggio,a quel punto Inuyasha segnalò al gruppo di abbassarsi per non farsi vedere e anche Ezio li imitò seguito da Kirara che si era aquattata senza fare il minimo rumore.

- Adesso che facciamo?

Chiese Kagome con aria preoccupata rivolgendosi ad Inuyasha.

- Non lo so,Miroku,hai qualche idea?

- No,forse lo straniero sa qualcosa.

- Ehi straniero.

Ezio non si fece sentire.

- Straniero.

Ancora nessuna risposta,a quel punto Inuyasha si girò.

- Sto parlando con t...

A quel punto capì perchè non gli rispondeva,Ezio...non c'era più,Inuyasha si rivolse a Miroku con aria impressionata.

- Non c'è più.

- di chi parli?

- Dello straniero,ma dove diamine si sarà cacciato?

Mentre Inuyasha parlava col monaco Ezio si trovava a otto metri di distanza da loro e che poco a poco iniziò ad avanzare verso il villaggio,era vicino ad una delle torce,si avvicinò a due di esse,prese un pò di neve e poi la lanciò spegnendole entrambe,infine le oltrepassò e poi si fermò.

Poco dopo si intravide uno dei briganti che si avvicinò alle torce spente,avvicinò il viso alle torce spente per vedere cos'era successo di preciso.

In quel preciso istante,Ezio,che si trovava a qualche passo da lui,alle sue spalle e mimetizzato nella neve si avvicinò a quest'ultimo,si alzò in piedi,aprì le mani, e con un veloce gesto gli tappò la bocca con la mano destra e gli conficcò la lama nella schiena,appena estrasse la lama dal corpo del brigante ritornò sotto il polso,un omicidio,veloce e silenzioso,questa era l'arte di Ezio,questa...era l'arte di un assassino...e di certo non era l'unica.

Dopo aver ucciso il brigante si addentrò nel villaggio,camminando tra una casa e l'altra si accorse di due briganti che controllavano una strada che portava al centro del villaggio,a quel punto Ezio ebbe un idea,con un rapido scatto si avvicinò al muro di una casetta di fronte a lui,appoggiò i piedi sul muro,con un altro scatto si spinse verso l'alto correndo su per il muro di legno,si aggrappò al margine del tetto,e poi con le braccia si diede la forza necessaria per raggiungere il tetto della struttura e il tutto in una manciata di secondi.

Dopo aver raggiunto il tetto di paglia della struttura si mosse verso il tetto di un altra casa davanti a lui,le case di questo villaggio erano a stretto contatto l'una con l'altra e quindi si potevano raggiungere i tetti con facilità.

L'assassino si avvicinò al bordo e con un piccolo saltello raggiunse l'altra casa con immensa facilità e continuò a saltare di tetto in tetto fino ad arrivare dove voleva,sopra la testa dei due briganti.

Ora si trovava sul tetto di una casa alta pochi metri,quel tetto era perfetto per le sue intenzioni,saltò giù dalla casa e piombò sui briganti infilandogli le lame nei loro colli,la morte era stata veloce e indolore,un altra arte degli assassini,l'uccisione in volo,tecnica elegante che fa sembrare un assassino un aquila che scende in picchiata sulla preda inerme.

Dopo aver ucciso i briganti avanzò verso la piazza del villaggio che si trovava a decine e decine di case davanti a lui,in lontananza si sentivano le voci dei briganti che in preda all'euforia della loro riuscita in questa scorribanda avevano messo solo tre compagni di razzie a fare da guardia al villaggio,da questo Ezio aveva capito che aveva a che fare dei pessimi avversari,gente con scarse capacità.

continuò ad avanzare,intorno a lui non vedeva nessun brigante a fare da guardia o perlomeno fare finta di fare la guardia,nessun predone che controllasse le strade o che faceva il giro del villaggio a controllare che ci fossero intrusi,era convinto,erano avversari veramente pessimi.

Arrivato nelle vicinanze del centro del villaggio si nascose dietro una casa e si mise a sbirciare da dietro il muro dell'umile struttura,sentì le voci di due briganti che parlavano tra di loro.

- Cosa c'è ne facciamo di questa gente?

- Il capo ha detto che oggi dovevamo prendere degli ostaggi e che non dovevamo fargli alcun male.

- Per quale ragione?

- Da quello che ho capito vuole farci un discorso o una roba simile.

In quello stesso istante un loro compagno parlò a voce alta.

- Zitti tutti arrivà il capo.

Da una larga strada giunse un uomo vestito in modo curioso,aveva lunghi capelli neri legati con un nastro marrone,occhi marroni,un piccolo pizzetto,una pelliccia marrone che gli copriva il collo,il torso e le spalle,portava dei lunghi pantaloni in pelliccia marrone e stivali del medesimo materiale,appena entrò in quella parte del villaggio si mise subito davanti agli abitanti e mostrando un piccolo sorriso malefico iniziò a parlare.

- Salve a tutti,contadini,briganti,vi do il benvenuto,oggi vi parlerò di un argomento delicato...ma prima devo chiedervi...chi è con me?

Tutti i briganti urlarono all'unisono come fossero animali mentre la gente del villaggio rimaneva in silenzio.

- Bene,i miei uomini sono con me...e voi?Gente del villaggio?

Ancora una volta nessuno rispose.

- Capisco.

Detto questo si avvicinò ad uno degli abitanti che si trovava davanti al capo,lo prese per il colletto con una mano e lo mise in piedi.

- Ti faccio un a domanda...cosa sono io per te?

L'uomo si fece coraggio e rispose.

- Un predone.

- Un predone?

sentendo quelle parole come se fossero un insulto ebbe uno scatto d'ira e lo buttò per terra.

- Un predone? E così che mi vedete?Gente stolta e ignorante,io sono ben più di quello che vedete adesso,ascoltatemi,ciò che vi chiedo e di seguirmi nella mia causa.

I contandini,non capendo quello di cui stava parlando si chiedevano con stupore che cos'era questa storia,era la prima volta che un predone parlava in quel modo.

- La causa che perseguo e giusta ,ogni anno rischiate di suibire attacchi da gente come noi e per di più avete una vita povera e miserevole,a stento riuscite a sopravvivere con quel poco che coltivate,però,c'è una soluzione a tutto questo,unitevi a me,e insieme vedremo un mondo in cui fame e banditi non ci saranno più,cosa scegliete?

L'ultima parte della frase era rivolta sopratutto al poveretto che aveva stretto tra le sue mani.

- Tu cosa scegli?

A quel punto intervenne Ezio che uscì allo scoperto e uccise i due briganti che stavano davanti a lui che distratte e davano le spalle all'assassino si ritrovarono con una lama nel collo,quando i due briganti caddero morti per terra tutti i presenti in quel momento si girarono verso l'assassino, il capo dei briganti stava osservando Ezio con gli occhi spalancati,quasi fosse terrorizzato dalla figura di quell'uomo,con un braccio tremante indicò Ezio.

- Quel cappuccio...quel simbolo,(riferendosi alla fibbia sulla cintura di Ezio).

- Non ti dispiace se rispondo io per loro,vero?

- Tu...sei un assassino.

- E tu,con i tuoi discorsi e le tue promesse li rendi schiavi delle tue bugie,dimmi chi sono i tuoi padroni.

- Mai e comunque stai per morire.

Il capo dei briganti abbassò il braccio e rivolso lo sgaurdo ai suoi sottoposti.

- Uccidetelo.

Con questo ordine i briganti si mossero contro Ezio inpugnando le loro armi di pessima qualità,l'assassino li vedeva arrivare e sorrideva di gusto,uccidere quella massa di novellini sarebbe stato una passeggiata,mise la mano destra sotto la cappa la quale si spotò dietro la spalla sinistra mostrando ai presenti un arma tenute sul fianco sinistro.

La prima era una spada col manico  marrone e  con un pomolo d'argento simile alla testa di un aquila,la guardia invece aveva la forma di due ali e anch'essa era fatta in argento,la lama dritta e sottile indicava che era un arma leggera e veloce,la estrasse e dopo pochi secondi si ritrovò un brigante che gli veniva incontro a tutta velocità,mosse la spada contro quest'ultimo e con un solo fendente gli taglio la gola,ne arrivò un altro che che con un colpo cercò di infilzare il fiorentino ma senza successo,Ezio aveva deviato il colpo per poi infilargli la spada nel petto e poi tirarla fuori mettendo la mano sinistra sul petto del brigante e tirare fuori la spada con forza e spingendo via il corpo del suo avversario.

Ezio decise di avanzare verso il capo dei briganti attraversando i corpi di coloro che si sarebbe messi sulla sua strada,nessuno lo avrebbe fermato.

Altri due briganti andarono incontro ad Ezio, il brigante che stava arrivando alla sua sinistra impugnava la spada mettendola sopra la testa,quello alla sua destra invece sembrava volesse colpire con un attacco laterale,il primo dei due che si avvicinò era quello di sinistra,prima ancora che potesse colpire Ezio gli tirò una ginocchiata in pieno ventre facendolo piegare in due dal dolore,mentre il secondo brigante si avviciniva all'assassino Ezio prese il polso del brigante piegato in due e lo spinse verso il suo compagno trafiggendone il cuore,gettò via il brigante dolorante e continuò a camminare verso il capo.

- Se fossi in voi me ne andrei.

Disse Ezio mentre si avvicinava con passo lento e controllato.

- Io me ne vado.

Disse uno dei briganti appena prima di fuggire gettando l'arma e correndo in preda al terrore.

- Me la squaglio.

- Pensateci voi.

- Non voglio morire

questi e molti altri briganti dicevano frasi del genere e scappavano lasciando solo il loro capo,il capo li vedeva fuggire via come conigli inseguiti da un lupo famelico mentre quell'uomo incappucciato si dirigeva verso di lui.

- Ora puoi dirmi i nomi dei tuoi padroni.

- Cosa ti fa pensare che ti dirò qualcosa?

- Il fatto che non sono morto come avevi promesso,dimmeli e non ti farò del male,o perlomeno non molto.

- Io servo uno scopo più nobile del tuo,questa gente ha bisogno di me...ha bisogno delle mie idee.

- No,queste persone stanno soffrendo a causa delle tue brutalità,e per questo ne pagerai le conseguenze.

- Ne sei sicuro?

Il capo dei briganti mise la mano destra dietro la schiena toccando il retro della cintura.

- Io no.

Alla cintura vi era legata una sfera nera della grandezza di uno dei nidi di Naraku,la prese in mano e la buttò a terra rompendola,dal suo interno si sprigionò un fumo nero che offuscava la vista e bloccava le vie respiratorie,Ezio uscì immediatamente da quella cortina di fumo che sparì poco dopo,insieme alla scoparsa del fumo se ne andò via anche il capo.

Ormai Ezio non poteva farci nulla,il suo obbiettivo era scappato e ormai non  poteva farci più nulla,ma non rimase amareggiato per l'accaduto,anzi,aveva trovato conferma alla sua teoria,ora sapeva chi c'era dietro a questi attacchi...le parole pronunciate da quel brigante,l'attacco al villaggio,la paura che gli leggeva negli occhi,adesso sapeva chi c'entrava in questa storia...non semplici umani,non semplici nemici da due soldi,coloro che avrebbe incontrato portavano la croce,una croce fatta di potere,menzogne e violenza,una croce capace di corrompere gli uomini e dominarli con ogni mezzo necessario,a quel pensiero Ezio assunse un sguardo carico di durezza,avrebbe combattuto contro di loro ancora una volta...avrebbe vinto contro di loro...ancora una volta.
  
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