Biancaneve.

 
«Ti amo..»
Fu un flebile e roco sussurro, il suo. Gli occhi erano appannati, nascosti dietro ad un sottile velo di lacrime, ma Draco distingueva comunque tutto il necessario. La sua carnagione, rossa come quella di una ragazzina, seppur sapesse bene che non c’era cosa più matura di Lei. Le curve dolci e rotonde del suo viso, che accarezzò dolcemente, gustando con i polpastrelli la sua pelle liscia al tatto, con una nota di nostalgia. La strinse a sé e ne annusò l’odore, dolce, fresco e leggero, come le giornate di primavera. Si abbandonò ad un singhiozzo, perché sapeva che quella era la fine. La loro fine. In quel momento, si ritrovò stupidamente a pensare ad una fiaba Babbana che aveva letto sfogliando un enorme libro nella biblioteca della scuola. La aveva trovata stupida, a quei tempi, ma solo ora.. solo ora che si era ritrovato in quella situazione, poteva capirne appieno il significato. Draco Malfoy si sentiva come Biancaneve. Lo capiva solo ora, che quella ragazza dalla pelle candida come la sua non si era innamorata di nessun principe. Aveva addentato la mela, il frutto proibito, si era lasciata tentare, ed era morta per il suo amore. Chiuse gli occhi, lasciando che un paio di lacrime gli scorressero sul viso. Lì era da solo, era il posto solo per loro, nessuno poteva vederlo. In cuor suo, sapeva di non voler diventare come Biancaneve. Era codardo, ne era sempre stato conscio, non era pronto a morire per amore. Fissò per un’ultima volta il Frutto della sua passione, per poi appoggiare la mela scarlatta nell’Armadio Svanitore, guardandola rotolare inesorabilmente. Tonda, rossa, perfetta. Chiuse le ante del mobile, e con esse, chiuse anche il suo cuore.