Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: _Lilli_    22/11/2011    6 recensioni
Chi è Margherita? Un fiore delicato, una fragile semidea, o semplicemente una ragazza che vuole vivere la sua vita senza il pregiudizio di chi la guarda con sospetto? O mgari queste tre cose insieme...
La mia vecchia fanfiction veduta e corretta, spero vi piaccia e che la apprezziate come avete fatto con la precedente..
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Claudia Auditore , Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era appena sorto un timido sole sulla città, ed una sottile nebbia aleggiava nell'aria rendendo l'atmosfera ovattata, quasi surreale.
Falco se ne stava seduto sulle scalinate esterne della Volpe Addormentata giocherellando distrattamente con un pugnale che teneva tra le mani, la testa immersa nei propri pensieri; avvertiva un malessere che lo faceva sentire perennemente in colpa verso chi lo circondava: aveva celato la verità sulla sua famiglia, e sentiva il peso della menzogna che lo opprimeva... Ripensò a sua madre, a Margherita e a quell'assurda vita che stava affrontando per colpa di quel destino crudele che aveva deciso di prendersi gioco di lei. Allungò le gambe sul freddo marmo dei gradini, lo sguardo fisso sui mercanti che si apprestavano ad aprire le loro attività, mentre qualche contadino qua e la si avviava verso la campagna; si portò una mano al fazzoletto verde che portava al collo, mentre il ricordo di suo padre affiorava prepotentemente, riaprendo una ferita che aveva cercato di ricucire invano e che ogni volta faceva più male...


...Stava giocando con una palla fatta di stracci nel piccolo cortile di casa, quando vide suo padre aprire la porta con un tonfo sordo ed attraversare il piccolo vialetto a grandi passi con un grosso sacco di tela posato su di una spalla, seguito a ruota dalla levatrice che non smetteva di guardarsi indietro spaventata mentre baciava ripetutamente un piccolo crocifisso d’oro appeso al collo. Lanciò una rapida occhiata a padre e figlio, poi se ne andò via veloce come il vento.
-Padre...Padre, dove state andando?- Chiese il bambino con la sua piccola vocina mentre si aggrappava ad un lembo della lisa camicia che l'uomo indossava, il quale si chinò per liberarsi delicatamente dalla sua presa.
-Devo andare via...Lontano...- Rispose con voce tremante, mentre si rialzava barcollante per raggiungere la via d'uscita.
-Perchè volete andar via? No, rimanete qui..- Implorava il bambino con i suoi occhioni neri, così simili al padre.
L'uomo scosse violentemente la testa e lo allontanò da se con forza facendolo cadere in terra mentre grosse lacrime iniziavano a solcargli le guance paffute; suo padre si tolse un pezzo di stoffa da un taschino e lo porse a Falco con un lieve sorriso che gli addolciva i lineamenti contratti dal dolore e dalla rabbia, poi se ne andò senza voltarsi mai indietro, per sempre.
Falco lo vide andar via senza fare nulla, stringendo tra le piccole dita la stoffa verde brillante che si mise in una tasca, poi corse in casa alla ricerca della madre.
Attraversò la piccola stanza che fungeva da cucina, poi arrivò nella camera attigua, dove trovò sua madre sdraiata sul letto che teneva tra le braccia un piccolo fagotto azzurro chiaro; la donna appariva stanca e provata, ma il suo sorriso lo rincuorò. Si avvicinò cauto poi si mise in punta di piedi per vedere cos’era celato oltre la cortina della spessa stoffa, e rimase meravigliato nel vedere quella piccola creatura bianca come la neve che dormiva beatamente nel caldo abbraccio materno. Per un istante si dimenticò persino di suo padre, troppo impegnato ad osservare quella che la madre le aveva indicato essere la sua sorellina.
Pensò che fosse una bambina molto strana, ma capì subito che aveva qualcosa di speciale e quell’aria così fragile e delicata lo aveva conquistato.
-Come vogliamo chiamarla?- Chiese sua madre dolcemente. Il piccolo Falco ci pensò su, poi si avvicinò alla finestra che si affacciava sul giardino prelevando una piccola margherita da un vasetto e tornò accanto alla madre.
-Appena l’ho vista, ho subito pensato a lei.- Disse il bambino sventolando il fiore profumato davanti al viso della donna, che annuiva lentamente.
-Margherita.- Disse Falco con tono riverente.
-Mi piace.- Disse semplicemente sua madre. –Allora è deciso, la chiameremo Margherita!- Esclamò gioiosa, mentre Falco saltellava felice intorno alla stanza…



Si riscosse dai sui pensieri con una poderosa pacca arrivatagli sulla spalla, e che per poco non gli fece cadere il pugnale, e che lo riscosse del tutto. Si alzò in piedi pronto a riempire il malcapitato di insulti, quando impallidì di fronte a Gilberto, meglio conosciuto come La Volpe, il quale lo osservava divertito da sotto il cappuccio marrone.
Falco si chinò leggermente mormorando delle scuse, ma Gilberto fece un gesto impaziente con la mano attirando la sua attenzione.
-E’ appena giunto Filippo dalla Rosa in Fiore, Ezio Auditore ti attende con urgenza.- Disse in tono severo, ma con una scintilla di curiosità negli occhi color ametista. Falco sussultò appena nell’udire quel nome e raccolse le sue cose pronto ad andare via, ma Gilberto lo afferrò saldamente per un braccio.
-Falco, cosa succede?- la voce dell’uomo ora aveva una nota quasi preoccupata mentre scrutava attentamente l’espressione colpevole del ragazzo, che cercava in ogni modo di liberarsi dalla presa salda della Volpe.
-Nulla Volpe, ho solamente urgenza di raggiungere la Rosa in Fiore.- Disse quasi implorante il ragazzo maledicendosi per l’ennesima bugia che stava dicendo. Gilberto mollò la presa spostandosi di lato per lasciarlo passare.
-Non ti credo Falco, ho capito che mi nascondi qualcosa ma non indagherò. Voglio che sia tu a dirmi cosa ti turba ragazzo mio. Ora va e non perdere altro tempo.- Detto ciò sparì all’interno della locanda senza aggiungere altro; Falco lo osservò per un istante, poi si mise a correre il più velocemente possibile per raggiungere sua sorella.


Margherita, con gli occhi sgranati dallo stupore e dal terrore, si guardava intorno cercando di coprirsi con un lembo del lenzuolo mentre una preoccupata Claudia le metteva di nuovo la pezzuola umida sulla fronte. La ragazza sussultò piano a quel tocco delicato e Claudia non poté fare a meno di lanciare un’occhiata all’uomo che si trovava ritto ai piedi del letto, il cappuccio bianco che celava la sua espressione curiosa; l’uomo sospirò portandosi due dita sugli occhi e massaggiandoli piano, come per scacciare via quella brutta situazione, poi si rivolse alla ragazza cercando di assumere un tono tranquillo e pacato per non spaventarla ancora di più.
-Margherita ascoltami.- Esordì Ezio –Ho mandato a chiamare Falco, tra poco sarà qui perciò non preoccuparti perchè non ti accadrà nulla.- A quelle parole, Margherita sembrò rilassarsi e lasciò Claudia libera di asciugarle il sudore che le imperlava la fronte, abbassando lo sguardo sulle dita bianche che teneva intrecciate tra di loro.
La porta della stanza si spalancò lasciando entrare Falco che si precipitò accanto alla sorella non degnando nemmeno di uno sguardo i presenti.
-Margherita cosa ti è successo?- Chiese col fiato corto il ragazzo, mentre Ezio tossicchiava indispettito per attirare la sua attenzione; Falco si voltò dapprima verso Claudia, poi verso Ezio e fece un breve inchino.
-Mi perdoni Maestro, non volevo mancarle di rispetto.- Poi tornò a guardare Margherita che gli concesse un breve sorriso, poi si mise seduta con la schiena poggiata contro i morbidi guanciali; Ezio fece segno a Claudia di raggiungerlo fuori dalla stanza lasciando Falco e Margherita in compagnia delle cortigiane che l’avevano soccorsa.
-Claudia, si può sapere cosa avevi intenzione di fare?- Chiese Ezio, non appena la sorella ebbe chiuso la porta dietro di se; Claudia sbuffò spazientita portandosi le mani sui fianchi.
-Per tua informazione caro fratello, non sto facendo nulla di male.- Rispose prontamente la donna, sostenendo lo sguardo accusatorio del fratello.
-Non mi sembra di averti accusato di nulla, cara sorella. Vorrei solamente sapere quando ti deciderai di rendermi partecipe di ciò che accade qui dentro! Ti ricordo che sto spendendo molto denaro per la tua attività, e gradirei essere informato dei vari ospiti di questo bordello.-
-Ed io ti ricordo.- Ribatté Claudia –Che senza le mie ragazze non andresti molto lontano! E poi sono libera di ospitare chi voglio qui dentro.- Disse tutto d’un fiato.
Ezio la osservò a lungo prima di annuire piano alle parole della sorella, quella mattina non era dell’umore adatto per litigare e preferì non aggiungere altro, così fece un rapido cenno con la testa e si allontanò in direzione dello studio al piano inferiore, mentre Claudia entrò all’interno della stanza; trovò Falco in un angolo della stanza che osservava le due cortigiane prendersi cura di Margherita, con enorme disappunto della ragazza. Si accomodò sul divanetto foderato di prezioso tessuto damascato posto accanto alla grande finestra che si affacciava sul Tevere, e fece cenno a Falco di avvicinarsi; il ragazzo eseguì l’ordine, accomodandosi accanto alla donna.
-Cosa…Cosa è successo?- Chiese piano alla donna.
-Un incubo credo… Stava dormendo, quando ha iniziato ad urlare nel sonno, e ci abbiamo messo un bel pò per calmarla, e l’arrivo di mio fratello Ezio non ha migliorato la situazione.- Rispose Claudia sinceramente dispiaciuta.
-Perdonatemi Madonna Claudia, non potevo immaginare che mia sorella potesse crearvi così tanto disturbo. Provvederò immediatamente a portarla via di qui, datemi solamente il tempo di trovare una nuova sistemazione.- Disse Falco in tono sommesso, per non farsi udire dalle ragazze poco distanti.
-E dove vorresti portarla? Guardala.- Claudia indicò Margherita, che sorrideva timidamente ai complimenti delle due cortigiane. –E’ così fragile, ed indifesa… Non avreste vita facile là fuori, non senza qualcuno che vi aiuti. Ha bisogno di te Falco, come tu di lei.-
-Questo lo so bene! Ma non può rimanere qui, vi crea solamente dei problemi.-
-Di questo non devi preoccuparti.- Lo rassicurò Claudia – Parlerò io con mio fratello, tu devi solamente occuparti di lei. E forse, dovresti parlarne anche con la Volpe.-
Falco strinse i pugni a quelle parole, scuotendo la testa. –Non posso Madonna.- Rispose il ragazzo, alzandosi in piedi.
-Bene.- Disse Claudia seria, seguendo il suo esempio. –Se non lo farai tu, lo farò io Falco… Mi ci vedo costretta.-
-Ma non potete farlo!- Esclamò il ladro, attirando l’attenzione delle ragazze.
-Invece posso eccome. Margherita è ospite qui, ed è sotto la mia responsabilità. Mettete da parte la vostra codardia e andate a parlare con Gilberto una volta per tutte!- Detto questo, uscì dalla stanza a grandi passi facendo segno alle ragazze di seguirla.
Non appena la porta fu chiusa, Margherita si avvicinò al fratello con aria triste.
-Forse dovresti fare ciò che ti dice Madonna Claudia.- Disse piano la ragazza, per paura di una possibile reazione negativa, che però non avvenne; Falco afferrò le sue mani e sorrise.
-Hai ragione, so che sarà difficile farlo, ma devo… Forse riuscirò anche a trovarti una nuova casa mia piccola Margherita.-
La ragazza sgranò i grandi occhi, che quella mattina erano di un azzurro così chiaro che sembravano quasi trasparenti, in un’espressione di pura gioia.
-Dici davvero Falco? Non sai quanto mi piacerebbe.- Disse estasiata la ragazza, abbracciandolo; Falco sorrise stringendola a se, poi la scostò un poco.
-Ora devo andare, ho molte commissioni da fare ma tornerò stasera.- Gli diede un fugace bacio sulla fronte, poi se ne andò per raggiungere la Volpe Addormentata.
Margherita aspettò che suo fratello fosse andato via, poi si sedette sul bordo del letto ed afferrò la spazzola con il manico intarsiato d’argento iniziando a spazzolare con vigore la folta chioma bianca, rimuginando su ciò che era appena accaduto… Aveva notato che Ezio era piuttosto scocciato e furioso, come dargli torto dopotutto! Voleva porre rimedio al pasticcio che aveva combinato, ma non sapeva assolutamente come fare.
“Ho trovato!” Esclamò alzandosi in piedi e facendo cadere la spazzola a terra con un tonfo; la raccolse velocemente poggiandola al suo posto, poi indossò un semplice abito color zaffiro che Claudia le aveva fatto confezionare qualche giorno prima. Aprì lentamente la porta, ed una volta accertatasi che non ci fosse nessuno nei paraggi, attraversò rapidamente il corridoio fino ad arrivare dall’altra ala dell’edificio, dove si trovavano le stanze private dei proprietari.
Si guardò intorno per un istante, finché non individuò lo studio di Ezio: la porta, in legno chiaro e riccamente decorata, era leggermente aperta e dallo spiraglio Margherita vide l’Assassino seduto dietro una grande scrivania intento a leggere quelli che avevano tutta l’aria di essere dei documenti.
Si fece coraggio, respirò piano un paio di volte sistemandosi nervosamente i capelli ed infine bussò, col cuore che batteva all’impazzata.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: _Lilli_