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Autore: miblack    22/11/2011    2 recensioni
Una giovane Ravenclaw, con grande forza di volontà, ed un giovane Gryffindor, vanesio quasi quanto uno Slyth, coraggioso come un leone dalla rossa criniera, ed un cuore d'oro.
Un amore, nascosto dietro un'amicizia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Cominciamo questa storia con una breve parentesi,

anche solo per spiegare per quale motivo ho scelto di scrivere questa fan fiction, anche se presumo poco vi importerà

Il concetto va ben oltre questo, voglio spiegare almeno la scelta dei personaggi, uno uscito dalla mente stessa della Rowling, l'altro di mia invenzione:
Cormacc McLaggen & Angela Prewetts.

Il cognome della seconda non vi è nuovo, è lo stesso da nubile di Molly Weasley, il punto è che ho voluto reinterpretare questi personaggi, molti non saranno d'accordo e tutto il resto,

ma questa storia non nasce solo dalla mia immaginazione, per quanto bacata essa sia, ma anche dalla mente di una persona, che nel fantaworld mi ha aiutato come pochi, e che ha creato con me questi personaggi, con una trama che è venuta ruolando, facendomi amare questi due personaggi.

Il primo per quanto non sia un O.C. Viene comunque ruolato come tale, come qualsiasi altro presumo dato che quando scriviamo, volenti o meno, mettiamo nel personaggio qualcosa di noi.

Beh un'ultima costatazione, almeno evitiamo varie persone che leggerebbero e troverebbero la storia troppo sconvolta, da lamentarsi, ecco:

-Cormacc è il classico bel ragazzo della scuola, spasimanti a non finire, code chilometriche, arrogante, vanesio, ma tremendamente fragile dietro quel muro di freddezza che ha costruito con anni di sesso senza impegno e via dicendo, un ragazzo orgoglioso e timoroso di perdere la sua “reputazione”;
-Angela, è una ragazza complessa, nasce da genitori maghi, la madre è la sorella di Molly Weasley, a circa otto anni perde i genitori e viene data in affidamento, a varie famiglie babbane, sballottata a destra e manca come un pacco postale semplicemente perché, i suoi poteri cominciavano a manifestarsi e le varie famiglie ne erano spaventate;

proprio qui sta il cambiamento che ho voluto apportare, stanca dell'idilliaca visione della famiglia Weasley, per quanto l'ho amata e l'ami ancora, ho voluto far vedere un loro aspetto negativo, l'aver voltato le spalle alla nipote in difficoltà, senza invitarla neanche alle feste, lasciando che la piccola venisse continuamente adottata e mandata via, affinché i rifiuti si accumulassero sulle spalle della piccola, fino a farla divenire cinica e restia nei rapporti con l'altro, specialmente con i cugini che evita quasi come se avessero la lebbra.

Per quanto appartenga di sangue alla famiglia Weasley, o meglio alla Prewetts non ne ha nessuna caratteristica.

Buona lettura.

-F.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angela

 

 

Angela era una ragazzina dai capelli castani, lunghi e fluenti che le arrivavano quasi fino a metà schiena, li curava gelosa, forse l'unico motivo era una foto che aveva trovato tempo addietro in una scatolina di latta, in cui si ritraeva una donna che le somigliava non poco, e che per quel motivo lei era certa fosse la madre, e sentiva che curare quei capelli era come ritrovare un qualche contatto con lei.

Lei che era cosi lontana, lei che forse non l'avrebbe odiata come tutte quelle famiglie che l'avevano mandata via, quelle famiglie di cui non ricordava i nomi essendoci stata a volte anche meno di un paio di giorni, quelle famiglie che ricorrevano nella sua mente quasi come incubi.

Si, ma da pochi giorni tutto era finito, la sua vita stava cambiando, ed aveva appena undici anni, si era considerata sempre sbagliata per tutto, per ogni cosa, per ogni persona, ed ora?
Ora aveva scoperto che c'erano tante altre persone come lei.

No, no vi freno prima che possiate capire male, non stiamo parlando di un manicomio, ma di una vera e propria scuola di M A G I A.

Sì, avete capito bene, proprio una scuola di magia, la scuola di magia del mondo magico della penisola britannica e dintorni conosciuta con il nome di “Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts”, un castello che si trova in una zona sperduta lungo le coste, giusto per evitare che -nonostante le varie protezioni magiche- qualche babbano la trovi.

Aveva ricevuto quella lettera alla fine dell'estate, la lettera recitava:

“Signorina Angela Prewetts,

residente al numero 35 di Furneaux Road,

nel paese noto col nome di Plymouth, nella contea del Devon,

la informiamo che lei è stata accettata

alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Distinti saluti,

il preside A.P.W.B. Silente”

Con allegata lista dei libri, materiale scolastico e via dicendo.

 

 

Inutile dire che la ragazzina aveva fatto i salti di gioia leggendo e rileggendo quella lettera, per non parlare della reazione dei genitori, anzi sorvoliamo la reazione della sua ultima famiglia adottiva troppo presa dall'andamento della borsa per far caso alla bambina, che era uscita fuori sedendosi su uno scoglio delle bianche scogliere del Devon, guardando il mare infrangersi contro gli scogli, il cuore che le batteva in gola, finalmente avrebbe trovato quel posto solo suo, quel posto dove ci sarebbero state tante altre persone come lei, quel posto dove nessuno le avrebbe detto che era strana, e magari avrebbe trovato quella famiglia che nessuno le avrebbe dato, magari fra quelle mura avrebbe trovato una tana più confortevole del suo letto.

Magari.. sarebbe cambiata semplicemente la sua vita, in meglio.

Ecco perché quella mattina, quella mattina di settembre si era alzata tutta convinta, con il suo bel baule, le cose nuove comprate, la madre che ancora scettica l'aveva portata fino alla stazione di King's Cross, a Londra, e l'aveva vista passare attraverso il muro strabuzzandosi gli occhi.

La bambina, finalmente dall'altra parte aveva sorriso, guardando tante altre persone che come lei erano li per iniziare la loro avventura, altri che erano li per continuarla.

E finalmente si sentì a casa.

 

 

Cormacc

Il giovane ragazzo, era cresciuta da una famiglia di Londra, solo con la madre aveva avuto ogni bene che la vita avrebbe potuto offrirgli, aveva tanti amici, entrato in contatto fin da subito con la magia, si era ritrovato comunque non poco affascinato dalla vita babbana dai suoi amici, e molto spesso aveva desiderato d'essere come loro.

Il padre, lo vedeva raramente tanto questi era occupato con i vari suoi affari, tanto che Cormacc aveva imparato a considerarlo quasi una figura di passaggio della sua vita, stranamente non ne aveva sofferto, perchè alla fine non aveva provato niente per tutto quello, perché alla fine non l'aveva mai considerato fondamentale.

Quando aveva ricevuto la sua lettera, era stato a contemplarla per quasi mezz'ora, chiedendosi se quella era la strada che voleva intraprendere, ma cosa volete che ne capisca un bambino di 11 anni?
La sua idea di voler essere un babbano, era cambiata già solo leggendo la lista del materiale scolastico che doveva comprare, cambiata già alla voce “bacchetta”.

Quella mattina del primo settembre si era svegliato quasi all'alba, pronto ad iniziare quella sua avventura, aveva riposto con cura l'uniforme nel bagaglio, e con un paio di jeans ed una felpa, aveva salutato la madre con u bacio sulla guancia, solo dopo essersi ben guardato intorno ed aver appurato che nessuno lo stesse guardando.

Aveva successivamente deglutito pur di non far vedere il minimo tentennamento mentre correva verso la barriera, superando un ragazzo con il carrello, e passato dall'altra parte si era guardato bene, tastato per controllare che ogni cosa fosse al suo posto, sorridendo aveva posato il bagaglio e si era sbrigato a prendere un vagone, quasi tutti erano occupati, ne aveva trovato poi uno tutto per se, si era allungato occupando quasi tre posti, godendosi lo sguardo delle persone che passavano, facendo una smorfia, sentendosi troppo superiori per stare sullo stesso vagone di un primino, di una matricola, nonostante la suddetta matricola avesse occupato un intero vagone.

 

 

 

 

Di rara bellezza fu, il nostro incontro,

nascosto dietro l'animo ingenuo,

di due bambini in fondo spaventati che necessitavano,

di qualcuno vicino.

 

Si, il piccolo guardava tutti con aria soddisfatta, nessuno aveva la voglia di aprire quel vagone e fargli compagnia e forse i quel momento si era sentito più solo di quanto non fosse stato, finché una lieve ombra, ed aveva visto le porte aprirsi, una bambina che avrà avuto la sua età, bassina comunque per i suoi undici anni, dai lunghi capelli castani, raccolti in una coda, un paio di jeans ed un'ampia felpa, l'aveva guardato con i suoi occhioni grandi, marroni ed intensi, le gote arrossate per l'aver corso essendo arrivata poco prima che il treno partisse, e trafilata ora annaspava per via del fiatone.
Aveva preso fiato, le mani ancora sugli sportelli del vagone, guardava il ragazzo che intanto rimaneva in silenzio, aveva boccheggiato appena, poi le labbra rosee si erano tese in un sorriso ampio.

“Ciao, posso? Tutti gli altri sono occupati” aveva asserito poi la mora e dopo un primo attimo di tentennamento, il ragazzo con lo sguardo fisso verso qualcosa che non potremmo capire aveva annuito, guardandola sedersi come se ormai fosse la padrona, e le aveva poi stretto la mano quando questa gliel'aveva porta, scoprendo che si chiamava Angela.

  
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