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Autore: SkeSmartMistake    22/11/2011    0 recensioni
A volte abbiamo bisogno di vedere quelle persone ci regalano emozioni con le loro canzoni, con la loro musica, un po' più vicini a noi. Sentiamo quasi la necessità di renderli più umani, più fragili, più comuni. Ispirandoci ai testi delle canzoni,fantastichiamo sulle loro possibili vite e ci ritroviamo nelle loro forze, paure, gioie e debolezze. Io ho iniziato così. Con quattro ragazzi del Maryland che ogni giorno mi regalano una vagonata di sorrisi. Io ho iniziato con gli All Time Low.
Ma loro? Loro come vivono la loro vita, dietro i palchi e le prove? Ecco uno spaccato della loro probabile vita quotidiana che si nasconde dietro ognuna delle loro canzoni.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per le 24 ore successive non abbiam avuto un solo minuto di pace.

I nostri Twitter erano intasati e nessuno di noi si era scordato di ringraziare i fans, li avremmo baciati uno ad uno se fosse stato possibile. Allo stesso modo i nostri telefoni cellulari erano in continua attività e non c’èra un attimo in cui non squillassero.

Per prima chiamò Juliet, poi Cassedee, mia madre, i We the Kings, i Good Charlotte ( che ci fecero un bel coro sul telefono di Rian), Lisa, gli Yellowcard, Holly, i nostri amici da casa, addirittura la nonna di Jack in diretta dalla sua sedia a dondolo.

Insomma tutti erano fieri di noi.

Tutti o quasi.

Diciamo che, c’era solo una persona che aveva ragione di non esserlo, o per lo meno non si sentiva in dovere di congratularsi.

Non sentivo Maria da quando nel 2008 avevamo deciso di inserire Dear Maria nella Track list.

Ricordo ancora le sue ultime parole: - Alex va a farti fottere.

Beh, non è mai stata molto eloquente, ne tanto meno la gentilezza era mai stata il suo forte, ma in quel momento credo che dentro di lei ci fosse una rabbia infinita nei miei confronti, che forse allora non riuscivo a concepire ma che col passare del tempo si era fatta più chiara.

Fissai lo schermo del pc colmo di complimenti e congratulazioni, ma non riuscivo a leggere altro che la parola Maria.

Maria.

Maria.

Maria.

Cazzo era ovunque, ovunque come i sensi di colpa che mi pervadevano.

Avete idea di cosa vuol dire mettere a nudo l’identità di una persona?

Io l’avevo brutalmente fatto, e Maria non era proprio una di quelle persone con una reputazione felice: era una fottuta stripper che ha passato la prima parte della sua vita sognando in un futuro più grande mentre si spogliava per uomini arrapati.

Forse tutta quella rabbia era concepibile.

-Hei, amico tutto bene?-  Rian mi guardava preoccupato con una mano sulla mia spalla.

-Tutto ok Rian, è l’emozione!- Dissi sfoderando un grande, grandissimo sorriso tristemente finto.

-Non mi fido di te Idiota,- esclamò Jack sbucando con la testa dalla porta della camera.

-non inganni il tuo migliore amico con quel sorriso del cazzo.-

Sgamato.

-Rian di a Zack di passarci i burritos che si sta mangiando in cucina, che ho fame.. e poi non si è mai visto un uomo che mangi in cucina per non sporcare!-

Io e Rian scoppiammo a ridere di gusto.

-Stronzo!- Urlò Zack dalla cucina.

-Cazzo ha sentito!- sussurrò Jack con occhi spalancati.

Zack entrò nella stanza sorridendo con una ciotola di burritos in mano.

-Ragazzi, seriamente.-  disse sedendosi sulla sedia di fianco al letto.

-Oggi non ho avuto il tempo di far nulla con la storia del disco d’oro, né foto, né pesi, né skate…

-Lo dici a me? Io è 24 ore che non cago.- rispose Jack.

Risata, impossibile trattenerla.

-Questa notte non ho chiuso occhio, tra la notizia, le chiamate e il concerto non so come farò sta sera a Newcastles.

-Vi conviene andare a dormire ragazzi!-  Disse una voce da dietro le nostre spalle.

Matt era fermo, appoggiato allo stipite della porta che respirava i fumi che uscivano dalla sua tazza di Mickey Mouse preferita.

-Direi di sì.- confermò Rian dandoci una pacca a ciascuno sulla spalla e tornando alla sua camera con uno sbadiglio.

-Idem- Così fece Zack abbandonando sul letto la ciotola con i nachos.

La stanza si era di nuovo svuotata.

Eravamo rimasti io, Jack e i miei scrupoli di coscienza.

-Ti ho capito amico, è per Maria.-

Ma come cazzo faceva a leggermi dentro?

-No è per Noel, mi sta troppo addosso in questo periodo.- Mentii ( in parte).

Jack mi guardò serio.

-Ok, hai ragione sono in preda ai sensi di colpa per aver reso la sua vita un piccolo show dal quale trarne profitto.- Ammisi.

-Cazzo Alex, starà bene ora. Abbiam fatto di tutto per mantenere la sua identità ignota. E’ solo una cazzo di canzone.- disse dandomi un pugnetto sulla spalla.

- Lo so…- dovetti assentire.

-Goditi il momento, non voglio vederti depresso, non questo giorno che è il NOSTRO giorno.- 

E così dicendo uscì dalla stanza.

Ora ero davvero solo.

Presi il telefono, da qualche ora aveva smesso di squillare.

*BRRRRR BRRRRR*

E’ lei. Deve essere lei.

Sperai con ogni fibra del mio corpo di leggere il suo nome sopra quello schermo.

Ma non fu così.

“ Ti amo, ancora tanti auguri. La tua Lisa”

 

 

 

   
 
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