Prologo
La pioggia cadeva leggera
ma fitta dal cielo plumbeo, ma la figura ammantata non rallentò. Giunta davanti
al pesante cancello di ferro si fermò e alzò lo sguardo. Un arco di pietra
sovrastava l’ingresso, e recava incisa l’iscrizione “Malfoy Manor”. La figura
estrasse la bacchetta mormorando -Alohomora!- e la porta si aprì di quel tanto
che bastava per consentire ad una persona esile di passare. In quel momento una
raffica di vento portò indietro il cappuccio del mantello, rivelando un volto
femminile con due grandi occhi ambrati e una gran massa di capelli castani.
La ragazza con un gesto
nervoso si rimise il cappuccio e scivolò nella tenuta dei Malfoy, richiudendosi
cautamente il cancello alle spalle. Attraversò velocemente il giardino,
tenendosi sempre nascosta fra gli alberi, finché giunse su una sponda del lago,
e si nascose dietro una quercia particolarmente grande. Guardò l’orologio che
portava al polso: segnava le quattro del pomeriggio. La giovane si sporse
dall’albero per guardare verso l’imponente maniero, e in quel momento si sentì
toccare una spalla. Sobbalzò e si girò, con la bacchetta in pugno e
un’espressione spaventata sul viso. I caldi occhi castani incontrarono un paio
di occhi grigioverdi, e subito si riempirono di sollievo. < Finalmente…
amore mio… > La bacchetta cadde a terra, mentre si gettava fra le
braccia del ragazzo pronte ad accoglierla, e le loro labbra s’incontrarono. Un
lungo bacio, durante il quale lui la strinse a se con forza. Quando si
staccarono, lacrime calde rigavano le guance di tutti e due;
-Hermione…- sussurrò roco
il ragazzo, -sei proprio tu…-. La ragazza sorrise fra le lacrime, e si attaccò
alle sue labbra.
-Draco… io…-, cercando di
trovare le parole giuste, mi sei mancato, non credevo di sopravvivere tutta l’estate
senza di te, e non sai quanto sei importante… ma lui la prevenne: -Non dire
niente Herm, non importa, sono qui… non piangere.-
-Draco, lo sai che se tuo
padre ci vede ti farà del male… ti picchierà ancora, non devi stare qui. -
-No, i miei sono fuori,
stai tranquilla, non ci vedranno. Voglio solo stare con te. -
Si baciarono ancora,
sotto la pioggia, con passione e tenerezza.
Più tardi sedevano vicini
in riva al lago, abbracciati, la pioggia si era un po’ placata ma cadeva ancora
insistente.
-Ti amo, Hermione. - Lei
lo guardò per un attimo, sorridendo,
per poi tornare ad appoggiare la testa sulla sua spalla. -Anche io
Draco. Lo sai. - -Sì, ma voglio sentirtelo dire ancora .- Hermione gli tirò un
pugno scherzoso e lui finse una smorfia di dolore.
-Draco, come faremo
quest’anno? Nessuno potrà mai rassegnarsi al fatto che noi stiamo insieme,
Harry e Ron non capirebbero, e poi se i tuoi genitori lo venissero a sapere, ti
torturerebbero ancora.-
-Non me ne importa,
Hermione. Io voglio stare con te, e non mi importa di quello che direbbero
Potter e Weasley, o i miei genitori o qualcun altro. Terremo nascosta la cosa.
-
Altri baci, fuggevoli,
teneri, profondi.
-Devi andare Herm… fra
poco i miei genitori torneranno. -
Lei si voltò verso il
cancello, ma lui la trattenne per una mano. I loro occhi si incontrarono ancora
una volta, i riflessi ambrati di lei in quelli grigi di lui. La attirò a se,
baciandola dolcemente, e la lasciò andare. Hermione gli sorrise ancora una
volta, uscì dal cancello e scomparve nella nebbia.
Draco Malfoy si svegliò di
soprassalto, rosso in viso e sudato. Guardò l’orologio: erano le 4 del mattino.
Imprecando per essersi svegliato a una tale ora, si girò su un fianco,
ripensando al sogno. Una vampata di vergogna gli salì al viso. Aveva sognato la
Granger. No, si corresse, era molto peggio: aveva sognato di stare con la
Granger! E la cosa ancora peggiore, si disse quasi sul punto di sentirsi
mancare, era quella strana sensazione. Non era disgustato, nel sogno, ma si
sentiva in un certo modo rilassato. -Assurdità!- pensò. -Speriamo solo che zia
Bellatrix non mi trovi questo ricordo durante le lezioni di Occulmanzia!-
Prendendo mentalmente nota di studiare di più, il Serpeverde si riaddormentò.
Hermione Granger spalancò gli
occhi, respirando affannosamente. La sua stanza era ancora buia. Guardò la
sveglia luminosa accanto al letto: segnava le 4. Sbuffando seccata si distese
sulla schiena, pensando allo strano sogno. Arrossì nel buio: aveva sognato di baciare
Draco Malfoy!!! E uno dei lati peggiori della cosa era che nell’ irrealtà
del sogno si era sentita bene, in un certo modo tranquilla e sicura. -Che
sciocchezze!- Si disse, disgustata dal solo pensiero. Lei e Malfoy erano nemici
da sempre, e lui era solo un Serpeverde viziato che la chiamava Mezzosangue.
Se Harry e Ron l’avessero saputo
sarebbe morta dalla vergogna, rifletté.
Si girò su un fianco e, con la
mente già rivolta al programma di ripasso di Trasfigurazione, si addormentò
cullata dal ticchettio ritmico della sveglia.