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Autore: Sposa_Cadavere    23/11/2011    1 recensioni
Per quanto Sasuke potesse maltrattarla, per quante volte potesse andarsene, Sakura lo amava e sarebbe stata sempre pronta a riaccoglierlo, sempre.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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“Non puoi continuare a trattarmi così! Cosa ti ho fatto? Sei freddo persino quando fai l’amore!”
Sakura stava urlando con l’espressione stravolta dalla rabbia, le guance rigate dalle lacrime bollenti, il trucco sfatto e il cuore in pezzi.
“Non so cosa ti passi per la testa! Te ne stai sempre zitto, con quell’espressione arrogante come se tutti ti dovessimo qualcosa! Io non ti devo niente, capito?”
Sasuke non rispose, continuò a fissare il vuoto, cercandovi conforto e il vuoto lo confortò.
“Cazzo parlami!” esplose Sakura.
Sasuke alzò verso lo sguardo verso Sakura. Non capiva che lei stesse urlando così tanto, voleva solo che smettesse di urlargli addosso e smettesse di asfissiarlo con le sue continue attenzioni.
“Smettila di gridare”
“Vattene, vattene!” reagì Sakura in una crisi di pianto “Vattene!”
Sasuke si alzò e raggiunse la porta con passo calmo e fermo.
“No, fermati!” ansimò la ragazza correndogli dietro “Fermati e affrontami!”
Sasuke aprì la porta.
“Se esci da quella porta, non metti più piede qui, capito?” gridò Sakura singhiozzando.
Sasuke uscì senza guardarla.
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Sakura stava strofinando quel piatto da quasi mezz’ora. Erano quasi ventiquattrore che Sasuke non si faceva vedere. Non voleva ammetterlo, ma era preoccupatissima, terrorizzata dall’idea che Sasuke l’avesse presa in parola. Ma non sarebbe dovuto tornare almeno a prendere qualche vestito e i suoi effetti?
Anche se fosse tornato, Sakura non l’avrebbe perdonato tanto facilmente. Sasuke doveva smetterla di credersi superiore a tutto il mondo e doveva imparare a trattarla come una persona, non come una bambola gonfiabile. Sì, se Sasuke fosse tornato lei l’avrebbe mandato a quel paese.
Rumore di chiavi, la porta d’ingresso si schiuse.
Sakura sentì il fiato mozzarsi.
“Sa-Sas-Sas’ke…”
Corse in salotto e si ritrovò Sasuke davanti agli occhi: era pallido, stanco, con le braccia morte lungo i fianchi, i capelli sconvolti, la camicia bagnata.
Nonostante tutti i propositi che aveva fatto, Sakura gli corse incontro e lo abbracciò, lo strinse contro il proprio corpo.
“Sas’ke-kun!” urlò piangendo “Non farmi mai più uno scherzo del genere, ti amo, ti amo così tanto!”
Sasuke non rispose, non la guardò, ma le accarezzò piano la schiena cercando di racchiudere tutto il suo cuore in quel semplice gesto.
Sakura sussultò, attraversata dal brivido che lui le aveva procurato, inspirò il suo respiro e lo baciò.
Per quanto Sasuke potesse maltrattarla, per quante volte potesse andarsene, Sakura lo amava e sarebbe stata sempre pronta a riaccoglierlo, sempre.
  
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