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Autore: _EpicLoVe_    23/11/2011    3 recensioni
Astoria Greengrass si guardò allo specchio.
L’immagine che esso rifletteva non le piacque affatto.
Eppure si diceva in giro che le donne incinte sembrassero più belle.
Storia partecipante al "Fanfiction on demand Contest".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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The Only Hoper for Me is You - Pairing: Draco/Astoria 
- Canzone: The Only Hope For Me Is You - My Chemical Romance 
- Oggetto: Bacchetta 
- Colore: Nero 


The only hope for me is You

Can I be the only hope for you?
Because you’re the only hope for me
And if we can find where we belong
We’ll have to make it on our own
Face all the pain and take it on

(My Chemical Romance)

 

 

Astoria Greengrass si guardò allo specchio.

L’immagine che esso rifletteva non le piacque affatto.

Aveva il volto incavato, pallido e scarno, esageratamente stanco, che la faceva sembrare molti anni più vecchia, mascherando la sua giovane età.

Gli occhi erano vuoti e le sue occhiaie spiccavano tristemente sul pallore cinereo del viso.

I capelli erano ancora lunghi e biondissimi, come li aveva sempre portati, eppure sembravano spenti, non più luminosi com’erano stati una volta.

Eppure si diceva in giro che le donne incinte sembrassero più belle.

Questo pensiero la colse nell’istante in cui il suo sguardo si fermò sul piccolo rigonfiamento della pancia, che il tubino nero che indossava non riusciva a nascondere.

Si vedeva ancora poco, ma chi la conosceva bene, chi aveva sempre ammirato la perfezione del suo corpo, poteva intuire che quel piccolo sgarro nascondeva qualcosa.

Un bambino.

Quest’idea la fece rabbrividire e la ragazza sospirò affranta, poggiando con delicatezza le mani sul ventre.

Era suo quel bambino, suo e di Draco.

E di nuovo questo pensiero la terrorizzò.

Un debole rumore la distrasse dai suoi pensieri e si voltò in tempo per vedere la testa di suo marito spuntare nella camera.

“Sei pronta?” le chiese Draco.

Il solito tono gelido che riservava a tutti, quel tono che un tempo risparmiava solo a lei.

Lo sguardo spento, quasi vuoto, testimone di troppe crudeltà per riuscire ad essere ancora felice.

Eppure, Astoria ricordava bene di aver scorto della gioia nel suo sguardo nei primi mesi del loro matrimonio, adesso invece, covava solo gelo e rancore.

“Sì,” esclamò la ragazza, afferrando la sua pochette e avviandosi verso di lui.

Casa Malfoy ospitava una festa quella sera, una delle tante feste, eppure quella era diversa.

Erano state invitate solo persone di una certa importanza, anche se queste non avevano mai portato uno stemma Slytherin stampato sul cuore.

Scesero insieme, l’uno al fianco dell’altra, fingendo di essere una coppia felice, come sempre.

Eppure erano ben lontani dall’esserlo.

Astoria aveva raccolto Draco in un periodo di crisi.

Dopo averlo desiderato per tutti gli anni di Hogwarts, senza che lui si accorgesse di lei, l’aveva incontrato un giorno, poco dopo la fine della guerra e si era avvicinata a lui in silenzio, insinuandosi nella sua vita, fino a quando lui non aveva più potuto fare a meno della sua presenza e le aveva chiesto di sposarlo.

Erano stati felici insieme, davvero felici.

Non era stato facile stare con lui all’inizio.

Draco era un ragazzo troppo scosso dalle numerose atrocità che i suoi giovani occhi erano stati costretti a vedere e la costante protezione di Narcissa non l’aveva affatto aiutato ad affrontare tutte le conseguenze della guerra.

Ma Draco era stato forte e con l’aiuto di Astoria era tornato a sorridere, nonostante tutto.

Poi, pochi mesi prima aveva di nuovo smesso di sorridere ed Astoria era tornata a scorgere una strana tristezza nei suoi occhi.

“Sono incinta”.

Gliel’aveva detto un mese prima con il sorriso sulle labbra.

Avevano appena finito di cenare e Astoria aveva lo sguardo perso ad osservare il cielo sereno, mentre Draco sedeva comodamente in poltrona.

“Sono incinta”.

Ma lui non aveva sorriso affatto.

Si era limitato ad abbracciarla, con tutta la freddezza che aveva racimolato e quella notte, per la prima volta dopo anni, Astoria aveva pianto.

“Draco, Astoria, complimenti, avete dato una bellissima festa,” una vecchia insegnante di Hogwarts si avvicinò sorridendo e complimentandosi con loro e la Greengrass sorrise, da ottima padrona di casa, ringraziandola ed invitandola a servirsi al buffet.

Pochi attimi dopo una risata cristallina attirò la loro attenzione ed una voce familiare, ma fin troppo estranea a quelle feste, raggiunse le sue orecchie.

“Dai, Harry, smettila!” esclamò Hermione Granger.

Astoria si voltò in tempo per vedere un allegro quadretto avvicinarsi a loro.

Harry Potter stringeva la mano di sua moglie Ginny e Hermione e Ron camminavano dietro di loro.

Harry li raggiunse e il suo sorriso si fece un po’ più serio.

“Draco, Astoria, grazie per averci invitati in casa vostra” esclamò con la massima gentilezza e lei sorrise freddamente, mentre Draco annuiva con un mezzo sorriso.

Non che dopo la guerra fossero diventati amici, ma la tragedia aveva aiutato tutto il mondo magico a diventare più solidale, così i Serpeverde avevano smesso di odiare i Grifondoro e viceversa.

Draco strinse la mano di Harry in un gesto solidale e subito dopo quella di Ron, ma il suo sguardo si fermò sulla figura sottile e sorridente di Hermione.

Qualcosa si accese nello sguardo di suo marito, mentre la ragazza voltava la testa per non doverlo guardare negli occhi.

E nell’esatto istante in cui lo sguardo della Granger si posò sul piccolo rigonfiamento del suo ventre, la ragazza sembrò irrigidirsi.

Sul volto di Astoria si dipinse un sorriso forzato.

“So che non dovrei mettere questi tubini, ormai, dopo un mese la gravidanza inizia a farsi notare, ma non so resistere.” esclamò civettuola, poi si chinò su di lei, come se stesse per rivelarle un segreto, “E poi è risaputo che il nero snellisce,” esclamò con un occhiolino ed Hermione deglutì a fatica prima di sorriderle.

“Già … auguri.” mormorò con la voce leggermente incrinata, prima di rivolgere un ultimo sguardo a Draco e dileguarsi tra la folla con il suo ragazzo.

Astoria si voltò verso suo marito.

Draco non sorrideva più.

Aveva scoperto la loro relazione per caso, circa un paio di settimane prima, quando li aveva visti uscire insieme da una vecchia locanda di Diagon Alley.

Ridevano, lui ed Hermione, e Draco sembrava felice.

Il dolore che l’aveva colpita al petto era stato lancinante e aveva afferrato la bacchetta con un gesto veloce della mano, desiderando spegnere per sempre quei sorrisi dalle loro labbra, ma non ne aveva avuto il coraggio.

“Sei troppo buona per essere una vera Slytherin,” le ripeteva spesso sua sorella e Astoria iniziava a pensare che avesse ragione.

Così, tornando a Malfoy Manor più tardi, quello stesso giorno, il freddo della casa l’aveva travolta e per la prima volta aveva capito il motivo di tanti strani comportamenti.

Era stato difficile da accettare, ma l’autocontrollo era sempre stato una sua dote naturale.

Si aggrappò al braccio di suo marito, sorridente e lo trascinò tra la folla, passeggiando con lui e dispensando sorrisi a tutti gli invitati.

“Cosa c’è, tesoro?” gli chiese con un sorriso e Draco le rivolse un’occhiata torva.

“C’è bisogno per forza che spiattelli la tua gravidanza a tutti?” le chiese visibilmente urtato, ma lei continuò a sorridere e si voltò a ringraziare una vecchia compagna di scuola che le aveva fatto un complimento.

Una risata sibillina uscì dalle sue labbra e scosse la testa, lasciando che i suoi capelli biondi ondeggiassero sotto la luce del lampadario di cristallo.

“Non vuoi che lo dica in giro o ti preoccupi che lo sappia Hermione Granger?” gli sputò addosso con cattiveria e Draco parve irrigidirsi.

Le rivolse un’occhiata perplessa ed Astoria continuò a sorridergli.

“Davvero pensavi che non sapessi niente del tuo tradimento? Mi facevi davvero così stupida, Draco?” gli chiese arcuando le sopracciglia.

Astoria tornò a guardare dritta di fronte a sé e smise di sorridere per un po’.

“Mi hai sottovalutata, Draco,” esclamò, “Ma mi auguro che questo non succeda più.” concluse, mentre raggiungevano un piccolo isolotto rialzato, dove un paio di violinisti dal nome importante stavano suonando.

Astoria tornò nuovamente a sorridere, mentre si voltava verso gli invitati.

“Adesso sorridi, tesoro, e cerca di essere convincente, mentre annunciamo, all’intera sala, di aspettare un bambino.” esclamò e Draco rimase immobile accanto a lei, lottando con i sensi di colpa e cercando di ignorare il dolore che gli attanagliava il petto.

 

 


Spazio autrice:
Salve lettori, oggi vi propongo questa storia nata per il contest "Fanfiction on demand", indetto da Fabi sul sito di EFP.
Ognuno di noi aveva un pacchetto (proposto da un altro partecipante) su cui scrivere una storia. (Il mio è riportato all'inizio della storia).
Questa è la mia storia.
Ringrazio la giudiciA e spero che a Wynne  (la creatrice del mio pacchetto) piaccia.
Grazie dell'attenzione. 
Alla prossima _EpicLoVe_
  
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