- Canzone: The Only Hope For Me Is You - My Chemical Romance
- Oggetto: Bacchetta
- Colore: Nero
The
only hope for me is You
Can I be
the only hope for you?
Because you’re the only hope for me
And if we can find where we belong
We’ll have to make it on our own
Face all the pain and take it on
(My Chemical
Romance)
Astoria Greengrass si guardò
allo specchio.
L’immagine che esso rifletteva
non le piacque affatto.
Aveva il volto incavato,
pallido e scarno, esageratamente stanco, che la faceva sembrare molti anni più
vecchia, mascherando la sua giovane età.
Gli occhi erano vuoti e le sue
occhiaie spiccavano tristemente sul pallore cinereo del viso.
I capelli erano ancora lunghi e
biondissimi, come li aveva sempre portati, eppure sembravano spenti, non più
luminosi com’erano stati una volta.
Eppure
si diceva in giro che le donne incinte sembrassero più belle.
Questo pensiero la colse
nell’istante in cui il suo sguardo si fermò sul piccolo rigonfiamento della
pancia, che il tubino nero che indossava non riusciva a nascondere.
Si vedeva ancora poco, ma chi
la conosceva bene, chi aveva sempre ammirato la perfezione del suo corpo,
poteva intuire che quel piccolo sgarro nascondeva qualcosa.
Un
bambino.
Quest’idea la fece rabbrividire
e la ragazza sospirò affranta, poggiando con delicatezza le mani sul ventre.
Era
suo quel bambino, suo e di Draco.
E di nuovo questo pensiero la
terrorizzò.
Un debole rumore la distrasse
dai suoi pensieri e si voltò in tempo per vedere la testa di suo marito
spuntare nella camera.
“Sei pronta?” le chiese Draco.
Il solito tono gelido che
riservava a tutti, quel tono che un tempo risparmiava solo a lei.
Lo sguardo spento, quasi vuoto,
testimone di troppe crudeltà per riuscire ad essere ancora felice.
Eppure, Astoria ricordava bene
di aver scorto della gioia nel suo sguardo nei primi mesi del loro matrimonio,
adesso invece, covava solo gelo e rancore.
“Sì,” esclamò la ragazza,
afferrando la sua pochette e avviandosi verso di lui.
Casa Malfoy ospitava una festa
quella sera, una delle tante feste, eppure quella era diversa.
Erano state invitate solo
persone di una certa importanza, anche se queste non avevano mai portato uno
stemma Slytherin stampato sul cuore.
Scesero insieme, l’uno al
fianco dell’altra, fingendo di essere una coppia felice, come sempre.
Eppure erano ben lontani
dall’esserlo.
Astoria aveva raccolto Draco in
un periodo di crisi.
Dopo averlo desiderato per
tutti gli anni di Hogwarts, senza che lui si accorgesse di lei, l’aveva
incontrato un giorno, poco dopo la fine della guerra e si era avvicinata a lui
in silenzio, insinuandosi nella sua vita, fino a quando lui non aveva più
potuto fare a meno della sua presenza e le aveva chiesto di sposarlo.
Erano stati felici insieme,
davvero felici.
Non era stato facile stare con
lui all’inizio.
Draco era un ragazzo troppo
scosso dalle numerose atrocità che i suoi giovani occhi erano stati costretti a
vedere e la costante protezione di Narcissa non l’aveva affatto aiutato ad
affrontare tutte le conseguenze della guerra.
Ma Draco era stato forte e con
l’aiuto di Astoria era tornato a sorridere, nonostante tutto.
Poi, pochi mesi prima aveva di
nuovo smesso di sorridere ed Astoria era tornata a scorgere una strana
tristezza nei suoi occhi.
“Sono
incinta”.
Gliel’aveva detto un mese prima
con il sorriso sulle labbra.
Avevano appena finito di cenare
e Astoria aveva lo sguardo perso ad osservare il cielo sereno, mentre Draco
sedeva comodamente in poltrona.
“Sono
incinta”.
Ma lui non aveva sorriso
affatto.
Si era limitato ad
abbracciarla, con tutta la freddezza che aveva racimolato e quella notte, per
la prima volta dopo anni, Astoria aveva pianto.
“Draco, Astoria, complimenti,
avete dato una bellissima festa,” una vecchia insegnante di Hogwarts si
avvicinò sorridendo e complimentandosi con loro e la Greengrass sorrise, da
ottima padrona di casa, ringraziandola ed invitandola a servirsi al buffet.
Pochi attimi dopo una risata
cristallina attirò la loro attenzione ed una voce familiare, ma fin troppo
estranea a quelle feste, raggiunse le sue orecchie.
“Dai, Harry, smettila!” esclamò
Hermione Granger.
Astoria si voltò in tempo per
vedere un allegro quadretto avvicinarsi a loro.
Harry Potter stringeva la mano
di sua moglie Ginny e Hermione e Ron camminavano dietro di loro.
Harry li raggiunse e il suo
sorriso si fece un po’ più serio.
“Draco, Astoria, grazie per
averci invitati in casa vostra” esclamò con la massima gentilezza e lei sorrise
freddamente, mentre Draco annuiva con un mezzo sorriso.
Non che dopo la guerra fossero
diventati amici, ma la tragedia aveva aiutato tutto il mondo magico a diventare
più solidale, così i Serpeverde avevano smesso di odiare i Grifondoro e
viceversa.
Draco strinse la mano di Harry
in un gesto solidale e subito dopo quella di Ron, ma il suo sguardo si fermò
sulla figura sottile e sorridente di Hermione.
Qualcosa si accese nello
sguardo di suo marito, mentre la ragazza voltava la testa per non doverlo
guardare negli occhi.
E nell’esatto istante in cui lo
sguardo della Granger si posò sul piccolo rigonfiamento del suo ventre, la
ragazza sembrò irrigidirsi.
Sul volto di Astoria si dipinse
un sorriso forzato.
“So che non dovrei mettere
questi tubini, ormai, dopo un mese la gravidanza inizia a farsi notare, ma non
so resistere.” esclamò civettuola, poi si chinò su di lei, come se stesse per
rivelarle un segreto, “E poi è risaputo che il nero snellisce,” esclamò con un
occhiolino ed Hermione deglutì a fatica prima di sorriderle.
“Già … auguri.” mormorò con la
voce leggermente incrinata, prima di rivolgere un ultimo sguardo a Draco e
dileguarsi tra la folla con il suo ragazzo.
Astoria si voltò verso suo
marito.
Draco
non sorrideva più.
Aveva scoperto la loro
relazione per caso, circa un paio di settimane prima, quando li aveva visti
uscire insieme da una vecchia locanda di Diagon Alley.
Ridevano, lui ed Hermione, e
Draco sembrava felice.
Il dolore che l’aveva colpita
al petto era stato lancinante e aveva afferrato la bacchetta con un
gesto veloce della mano, desiderando spegnere per sempre quei sorrisi dalle
loro labbra, ma non ne aveva avuto il coraggio.
“Sei
troppo buona per essere una vera Slytherin,” le ripeteva spesso sua sorella e Astoria iniziava
a pensare che avesse ragione.
Così, tornando a Malfoy Manor
più tardi, quello stesso giorno, il freddo della casa l’aveva travolta e per la
prima volta aveva capito il motivo di tanti strani comportamenti.
Era stato difficile da
accettare, ma l’autocontrollo era sempre stato una sua dote naturale.
Si aggrappò al braccio di suo
marito, sorridente e lo trascinò tra la folla, passeggiando con lui e
dispensando sorrisi a tutti gli invitati.
“Cosa c’è, tesoro?” gli chiese con un sorriso e Draco le rivolse un’occhiata
torva.
“C’è bisogno per forza che
spiattelli la tua gravidanza a
tutti?” le chiese visibilmente urtato, ma lei continuò a sorridere e si voltò a
ringraziare una vecchia compagna di scuola che le aveva fatto un complimento.
Una risata sibillina uscì dalle
sue labbra e scosse la testa, lasciando che i suoi capelli biondi ondeggiassero
sotto la luce del lampadario di cristallo.
“Non vuoi che lo dica in giro o
ti preoccupi che lo sappia Hermione Granger?” gli sputò addosso con cattiveria
e Draco parve irrigidirsi.
Le rivolse un’occhiata
perplessa ed Astoria continuò a sorridergli.
“Davvero pensavi che non
sapessi niente del tuo tradimento? Mi facevi davvero così stupida, Draco?” gli
chiese arcuando le sopracciglia.
Astoria tornò a guardare dritta
di fronte a sé e smise di sorridere per un po’.
“Mi hai sottovalutata, Draco,”
esclamò, “Ma mi auguro che questo non succeda più.” concluse, mentre
raggiungevano un piccolo isolotto rialzato, dove un paio di violinisti dal nome
importante stavano suonando.
Astoria tornò nuovamente a
sorridere, mentre si voltava verso gli invitati.
“Adesso sorridi, tesoro, e
cerca di essere convincente, mentre annunciamo, all’intera sala, di aspettare
un bambino.” esclamò e Draco rimase immobile accanto a lei, lottando con i
sensi di colpa e cercando di ignorare il dolore che gli attanagliava il petto.
Spazio autrice: Salve lettori, oggi vi propongo questa storia nata per il contest "Fanfiction on demand", indetto da Fabi sul sito di EFP.
Ognuno di noi aveva un pacchetto (proposto da un altro partecipante) su cui scrivere una storia. (Il mio è riportato all'inizio della storia).
Questa è la mia storia.
Ringrazio la giudiciA e spero che a Wynne (la creatrice del mio pacchetto) piaccia.
Grazie dell'attenzione.