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Autore: Hikari93    23/11/2011    2 recensioni
ATTENZIONE: purtroppo ho seguito solo l'anime, quindi scusate per il nome dei personaggi ma sono abituata così ;__;
(solo per i nomi, perchè per il resto si tratta di un AU)
17- Ancora tu!
Ridacchiava felicemente con Yoh, senza fare attenzione alla strada. Fu così che finì addosso a qualcuno, cadendo col sedere a terra. «Mi scusi!» esclamò, massaggiandosi la testa.
«Non è possibile: ancora tu!»
E Horo Horo, guardando quella figura, riconobbe in essa il mocciosetto cornuto contro cui aveva urtato proprio quella mattina.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Horo Horo, Ren Tao
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le situazioni di Lui… e di Lui!
 

 

 
 
 
1- Occhiali sul naso
Horo Horo voltò la testa a destra e poi a sinistra, studiandosi minuziosamente il viso. «Come mi stanno?»
In risposta,  Len arricciò il labbro e sbuffò, le braccia incrociate al petto.
«Sapevo che ti sarebbero piaciuti questi occhiali, Len!»
 
 
 
2- Evitare i commenti sull’acconciatura del signorino Tao Len
«Ma hai notato che quando ti arrabbi quella buffa corna sulla tua testa cresce a dismisura?» aveva detto Horo Horo, sghignazzando. «Che pensi, dovremo allungare il soffitto?» rise, ma non riuscì ad aggiungere altro.
Avrebbe conservato quella scocca rossa sulla guancia come monito: mai offendere i capelli di Tao Len.
 
 
 
3- Non. Permetterti.
«Non ti azzardare.» Fu calmo e convincente, ma le dita di Horo Horo continuavano a stringersi e ad allargarsi a ritmo, allarmando Len. «Non. Ti. Azzardare.» scandì più agitato.
Ma Horo Horo si permise.
 
 
 
4- Col tempo si cambia
Horo Horo inclinò la testa all’indietro, assunse un’espressione imbambolata, poi starnutì rumorosamente, creando uno squarcio assordante in una calma irreale.
Len sapeva che un tempo avrebbe alzato la voce e avrebbe borbottato cose assurde contro il ragazzo venuto dal Nord, perché bisognava avvertire prima di starnutire! Ma le cose erano cambiate. «Toh.» Gli lanciò un pacchetto di fazzoletti, apparentemente indifferente.
 
 
 
5- Fingere di essere menefreghisti
Len fece spallucce: «Così la prossima volta impari a tuffarti in acqua per sfide assurde, stupido.»
Horo Horo, febbricitante, non riuscì a fare altro che sorridere, stanco.
Stupido!
 
 
 
6- Mai arrendersi quando si ha già la vittoria in pugno
Si era grattato la testa, leggermente rosso in volto, ma poi aveva sorriso, stringendo i pugni: «La prossima volta sarà un sì, vedrai!»
Così aveva reagito quello zuccone di Horo Horo, quando Len, molto tempo addietro, l’aveva rifiutato per la prima e ultima volta.
E chi l’avrebbe mai pensato che Horo Horo potesse mai indovinare!
 
 
 
7- Permettimi di aiutarti a rilassarti
Quando Len rientrò in casa aveva voglia di rompere tutto. Pregò per il bene del suo ragazzo che non si facesse vedere, o non sarebbe stato padrone delle sue stesse azioni, né dello stato in cui Horo Horo si sarebbe ritrovato.
«Hai tardato stasera, Len.» Eccolo: era vestito con un grembiulino ridicolo e stava cucinando.
Tao Len si concesse un sorriso nascosto, sentendosi già molto meglio.
 
 
 
8- Lascia che le mie braccia ti riscaldano
Lasciò che lo stupore dell’abbraccio improvviso di Horo Horo, alle sue spalle, facesse cadere a terra la felpa che aveva preso per riscaldarsi. Però il respiro leggero di lui sulla pelle e le sue mani forti lo riparavano dal freddo più di duecento coperte o maglioni.
 
 
 
9- Brividi di rabbia
Litigare con Len lo metteva sempre di malumore.
Fingeva di alzare il naso, indifferente, e che il non rivolgergli nemmeno una parola per tutta la giornata non gli importasse. Fingeva maledettamente, però fingere bene non gli riusciva mai.
 
 
 
10- Quando la realtà è cento volte meglio dei sogni
«Horo Horo, tesoro, svegliati…» Len?
«Pelandrone! La sveglia sta suonando da mezz’ora, te ne rendi conto?» Una cuscinata veloce e violenta colpì Horo Horo in faccia.
Quello era il suo Len. Adorabile sì, ma a modo suo.
 
 
 
11- Disposto a tutto per un bacio
Horo Horo non demorse: «Dai Len, fammelo assaggiare!»
Il ragazzo ritirò la mano, portandosi il cono gelato alla bocca. «Non pensarci! E poi il gusto è lo stesso, mangia il tuo!»
Horo Horo, allora, sbuffò. Avrebbe fatto di tutto per ricevere un bacio di Len, anche se indiretto
 
 
 
12- Cioccolato fatto in casa
«Che co-cos’è?» L’espressione di Len era quanto di più schifato potesse esserci.
Horo Horo, però, non capiva il perché. «Un cuore di cioccolato.»
«Ah, è un cuore allora. Ma è commestibile, almeno?»
 
 
 
13- Sentirsi
Avvertire il peso di Horo Horo su di sé, sentire il rumore flebile della maglietta che veniva lanciata per terra, a caso. Accorgersi delle sue labbra che lasciavano segni lascivi sul suo collo.
Len, in quel momento, avrebbe saputo dire per quale motivo continuava a vivere.
 
 
 
14-  Chewing-gum alla fragola
Sfiorò le labbra di Len in un bacio. «Fragola.» Non era una domanda.
«Perché, non ti piace?»
Horo Horo subito scosse la testa. «No, no è solo che… no niente.» Il tuo sapore non è minimamente paragonabile ad alcuna fragranza esistente.
 
 
 
15- Errori che andrebbero evitati
Quando Horo Horo, dopo aver inutilmente tentato di soffocare una risata, per non morire aveva sputacchiato tutta l’acqua che teneva in bocca in faccia a Len, aveva capito di essere morto.
Sentiva la Morte sempre più vicino: presto lo avrebbe acciuffato.
 
 
 
16- Suona telefono che l’amore cresce
Il telefono squillò, risuonando per tutta la casa. Arrivava muto, però, alle orecchie di Horo Horo e Len che si erano stretti uno tra le braccia dell’altro.
«Dovremo rispondere» mormorò Horo Horo, la bocca poggiata a fior di labbra su quella di Len. Non ci credeva nemmeno lui.
«Richiameranno.»
 
 
 
17- Ancora tu!
Ridacchiava felicemente con Yoh, senza fare attenzione alla strada. Fu così che finì addosso a qualcuno, cadendo col sedere a terra. «Mi scusi!» esclamò, massaggiandosi la testa.
«Non è possibile: ancora tu!»
E Horo Horo, guardando quella figura, riconobbe in essa il mocciosetto cornuto contro cui aveva urtato proprio quella mattina.
 
 
 
18- Maledetta matematica
Avrebbe fatto fiasco nel compito di matematica del giorno dopo: gli esercizi non gli riuscivano e la voglia di continuare a provare era al di sotto dello zero spaccato, anzi, rientrava nei numeri relativi. «Dannata matematica!» urlò, lanciando il libro contro la porta.
Peccato che da quella porta stesse rientrando, proprio in quel momento, Len.
 
 
 
19- Carezze sulla pelle
Lo afferrò per il braccio, tirandolo sott’acqua insieme a lui. Gli si avvicinò, lo fissò sorridendo e posò le labbra sulle sue. Len sentì un brivido quando, infine, Horo Horo passò i polpastrelli sulla sua schiena, accarezzandone la pelle.
 
 
 
20- Quando è la disperazione a guidare
Strinse la mano di Len con tanta forza che a momenti avrebbe potuto staccargliela. Piangeva in silenzio, incapace di controllare le proprie emozioni troppo vive che si mischiavano al clima troppo morto di una bianca stanza di ospedale.
«Svegliati»sussurrò. «Ti amo…»
 
 
 
21- Scarabocchi
Quando si accorse che Len era intenzionato a sbirciare sul suo quaderno, Horo Horo premette a fondo la penna e tracciò lunghe linee nere e ghirigori di ogni dimensione, solcando persino il foglio bianco.
Per quanto, però, potesse cancellare il nome di Len, che aveva scritto, dal foglio, lo stesso non era possibile fare dal suo cuore.
 
 
 
22- Connettermi. Non trovarti. Andare in panico.
I due omini di msn girarono, permettendo a Horo Horo di accedere al proprio profilo. Osservò i quadratini bianchi che indicavano l’assenza dei suoi amici, e storse il naso quando vide che nemmeno Len era in linea.
 
 
 
23- Ti dona il color porpora
Si mordicchiò l’unghia del pollice. «Sai, Tao Len, non sei tanto male come credevo!» Allargò le labbra in un sorriso. «Alla fine di tutto potresti anche piacermi!»
E Len diventò rosso, così, d’improvviso. «Mhf» bofonchiò.
 
 
 
24- Parole magiche sotto le stelle
«E io, Horo Horo, prometto a te, Tao Len, di amarti, rispettarti, volerti bene e incavolarmi con te finchè morte non ci separi.» Infilò simbolicamente un filo robusto d’erba intrecciato intorno al dito di Len. «Anzi» ci ripensò «nemmeno la morte.»
 
 
25- Parole che sanno di morte
«Non capisco per quale assurdo motivo ti ho incontrato!» Len aveva urlando, Len stava urlando e le sue parole colpivano come un doloroso veleno, che insinuandosi nelle vene, martellava internamente lacerando l’organismo, togliendo il respiro.
Horo Horo non stava respirando più.
 
 
 
26- Il lato positivo delle feste
Len odiava le feste.
Le mani di Horo Horo sotto la sua camicia sbottonata, il suo respiro che si mischiava al suo.
Non avevano alcun senso le feste.
Un gemito strozzato quando le dita toccano punti più sensibili.
Mah. Forse le feste organizzate da Jun potevano avere un senso.
Chiusi a chiave in bagno, Len e Horo Horo si amavano sul pavimento o contro la porta, coperti dal suono opprimente della musica a palla.
 
 
 
27- Solo per te: contro tutto e tutti
Zio In non ne voleva sapere, non accettava Horo Horo.
Len riteneva che il suo fidanzato avesse il diritto di saperlo, ma ogni volta che tentava di dirglielo, lui sembrava anticiparlo, come ad aver capito che c’era qualcosa che non andava. Lo baciava, e tutte le preoccupazioni finivano lì.
 
 
 
28- Una ragazza un po’ particolare
A Horo Horo erano sempre piaciute le ragazze. Sempre: che fossero bionde, more, alte, dagli occhi azzurri o verdi. Almeno fino a quando non era comparso Len.
 
 
 
29- Vattene da lui
Len aveva appena finito di parlare con Yoh, che, salutando, se ne era andato. Horo Horo non aveva ascoltato quello che si erano detti, sebbene fossero stati al loro fianco per tutto il tempo.
«Verrai a vedere quel film, stasera?» chiese Len.
Horo Horo scosse la testa senza pensarci. «Mi sono ricordato di un impegno.»
 
 
 
30- Mille bolle blu
Piccole e grandi bollicine nascevano dalla vasca piena di sapone e si disperdevano per l’ambiente. Horo Horo si divertiva a soffiarle verso Len, lasciando che gli scoppiettassero in faccia.
 
 
 
31- Manette e bende
Len lo guardò soddisfatto mentre si dimenava. «Perfetto.» Incrociò le braccia al petto. «Ora voglio vedere come farai a darmi fastidio.»
No, Horo Horo non si sarebbe mai più addormentato sotto le carezze soporifere di Len.
 
 
 
32- Casca la testa
La televisione era un vero sonnifero per Horo Horo, soprattutto quando davano soltanto sciocchezze come programmi culturali o affini. Chiuse gli occhi, la testa ciondolò. Senza rendersene conto, finì col capo poggiato sulla spalla de Len.
 
 
 
33- Ahw!!!
Horo Horo spalancò gli occhi – che assunsero la strana forma di due cuori tondetti – e avvolse un pugno chiuso nell’altra mano. Appoggiò la guancia alle mani. «Per tutti i Kami!» esclamò. Len, borbottando, alzò un lembo della coperta e fece per infilarsi sotto, tetro. «Quel nuovo pigiama ti sta d’incanto! Sembri meno antipatico del solito»
 
 
 
34- Fragili insicurezze
“Ma come fate a stare insieme se vi odiate?”
“Farete un buco nell’acqua, fidati!”
Horo Horo non poteva dimenticare quello che gli era stato detto. Len si accorse di una sua preoccupazione e, lontano da tutto e tutti, strinse forte la sua mano.
 
 
 
35- Ombra tra le ombre
 Uscì da camera sua, muovendosi sulle punte, si guardò intorno e, non vedendo nessuno, abbassò la maniglia ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. «Certo che se non sono io a venire da te posso scordarmi una tua visita, Tao Len.»
 
 
 
36- Scottarsi la lingua
Sorseggiò la cioccolata calda che Len aveva preparato, per sé e per lui, e per poco non si sentì morire. Lanciò un urlo disumano, e affinché riuscisse a risentire la lingua dovette soffiarsela per molto. Nel mentre, Len aveva bevuto senza battere ciglio.
 
 
 
37- Smack
Vedendolo arrivare, gli si lanciò addosso, abbracciandolo e stringendolo prepotentemente a sé. Gli scoccò un sonoro bacio sull’orecchio, che risuonò per tutto il corpo di Len.
 
 
 
38- Di nuovo
Arricciò il naso e aggrottò le sopracciglia, concentrato. Stava per muovere, poi ci ripensò. L’illuminazione lo folgorò in un attimo. E in quell’istante ghignò, come solo Tao Len sapeva fare. «Scacco matto!» L’aveva battuto di nuovo.
 
 
 
39- Elenchi che sembrano liste della spesa
Horo Horo sfilò dalla tasca un fogliettino, sul quale erano appuntati diversi difetti. «Sei presuntuoso» cominciò a elencare «arrogante, sapientone…» Si interruppe e incuriosito lanciò uno sguardo alla lista di Len.
Era immensamente più lunga della sua!
 
 
 
40- Orsacchiotto di peluche
A letto, Horo Horo abbracciava Len quasi a soffocarlo. «Non è colpa mia» si giustificava ogni volta «ero abituato a dormire con l’orsacchiotto!»
Bugia.
 
 
 
41- Pulizie di primavera
Len si era dato veramente da fare, e poteva altrettanto veramente vantarsi di aver svolto un ottimo lavoro. La casa era completamente pulita.
Ma quando Horo Horo puntò proprio al mucchietto di polvere, accantonato nell’angolo e pronto a essere raccolto, Len desiderò ridurre il suo ragazzo proprio come quel mucchio calpestato.
 
 
 
42- Roooonf
Len detestava essere ignorato; piantato lì sul più bello; non essere considerato. Ed era a causa di questi motivi che Horo Horo non doveva permettersi di addormentarsi mentre stava parlando.
 
 
 
43- Di soppiatto
Trotterellò verso la loro camera d’albergo, aprendola senza premunirsi di fare attenzione. «Ragazzi! Allora, che si…» A Chocolove morirono le parole in bocca, mentre Len e Horo Horo, l’uno si l’altro, smisero di baciarsi, rossi in viso.
«Non è come sembra!» balbettò Horo Horo, allarmato.
 
 
 
44- Complici inconsapevoli
Quando Len e Horo Horo avevano saputo della settimana bianca organizzata dalle loro due sorelle, non aveva potuto che essere felici a modo loro. Len, per esempio, aveva bofonchiato: «Uff, dovrò vederti anche a Natale!»
 
 
 
45- Scommesse assurde
Si erano criticati, e dopo battibecchi vari erano arrivati a una conclusione bizzarra.
«Scommetto» aveva cominciato Horo Horo «che tu, mr perfettino, non saresti capace di indossare i miei vestiti, al posto dei tuoi vestiti altrettanto perfettini, nemmeno per una settimana!»
E ora, l’uno indossava gli abiti col profumo dell’altro.
 
 
 
46- Il cuore sa dove ti porta
Len non aveva voluto giocare a mosca cieca. Proprio per questo si era seduto in un angolo, a terra, a leggere un libro. All’improvviso, però, Horo Horo gli era letteralmente finito addosso, bendato e muovendosi a mo di zombie. Len si chiese come mai non se ne fosse accorto.
 
 
 
47- Piccoli stralci di anima
Len avrebbe potuto trascorrere tutta la vita soltanto traendo forza da quelle lettere confuse e disordinate che, da quando era tornato a casa, Horo Horo gli inviava costantemente. Dentro di loro, lui lo sapeva, c’erano piccoli pezzi della sua anima.
 
 
 
48- Sorelle appiccicose
Pilika non aveva distaccato gli occhi da Len nemmeno per un secondo. Rideva, scherzava e discuteva animatamente come sempre, ma spesso, aveva notato Horo Horo, si soffermava su Len.
Quando furono a casa le si avvicinò. «Proprio un ottimo partito quel Tao Len, congratulazioni!» esclamò raggiante.
Horo Horo sarebbe morto a momenti.
 
 
 
49- Quello giusto
Horo Horo guardò i fiori esposti, pensieroso, considerando quale potesse essere il migliore, quello giusto per Len. Infine si allontanò.
Non esiste un fiore giusto per il caratteraccio di Len!
 
 
 
50- Odio di te che non ti odio
Lo cinse in un abbraccio, così che non potesse guardarlo in volto mentre parlava. «Sei odioso ,Horo Horo» soffiò. «Perché per quanto mi sforzi non riesco mai a odiarti abbastanza.»

 
 
 
 
 






 
50 momenti Horo X Len! *_____*
Effettivamente, a parte la mia Giù-chan che mi ha sOpportato & sUpportato, non so chi sia arrivato fino in fondo. UwU
Io le ho scritte con tanta tanta voglia di renderle bene. Dovete sapere che io li AMO e sono certa che intaserò il fandom con mie storielle su di loro. Che dire, questi 50 momenti sono stati la mia prima “opera” (leggasi: schifezza) su di loro.
Spero sia piaciuta anche solo un po’.
Grazie! ;) 

   
 
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